I nostri impianti
Gli impianti di Hera e l’uso efficiente delle risorse idriche
Gestiamo il servizio idrico integrato in 227 Comuni e sappiamo bene quanto l’acqua sia preziosa; per noi, “gestione sostenibile” significa lavorare in un’ottica circolare: immagazzinare, conservare e riutilizzare l’acqua riducendo al minimo sprechi e dispersioni.
Controlliamo tutte le fasi necessarie a rendere l'acqua disponibile all’uso e al consumo domestico e industriale: dal prelievo alla potabilizzazione, fino alla distribuzione agli utenti; dalla gestione dei sistemi fognari alla depurazione, fino alla restituzione delle acque all'ambiente.
Per essere potabile, l’acqua viene sottoposta a più trattamenti, passando dalla semplice disinfezione a operazioni più complesse.
I nostri trattamenti, multilinea e telecontrollati, possono essere di natura:
- fisica: filtrazione e flottazione;
- fisico-chimica: flocculazione;
- chimica: disinfezione-ozonizzazione e clorazione realizzata attraverso l'immissione di sostanze chimiche che favoriscono l'eliminazione o la riduzione di inquinanti o agenti indesiderati.
I principali impianti di depurazione hanno configurazioni complesse e articolate in diverse sezioni di trattamento, che vanno dai tradizionali sistemi “a fanghi attivi” ai più innovativi di “trattamento a membrane”, da sezioni standard di trattamento e smaltimento fanghi a sistemi di digestione anaerobica con relativo stoccaggio e riutilizzo del biogas.
I trattamenti sono in continua evoluzione per essere allineati ai cambiamenti legislativi nazionali ed europei, alle nuove conoscenze scientifiche, alle innovazioni impiantistiche e all’affinamento delle tecniche analitiche a supporto dei controlli di qualità.
Hera SpA garantisce il servizio acquedotto grazie a 394 impianti di potabilizzazione (esclusi i punti di disinfezione integrativa in rete e trattamenti industriali) e il servizio di depurazione tramite 857 impianti di trattamento (348 impianti di depurazione e 509 Fosse Imhoff), di cui 14 con la possibilità di servire oltre 100.000 abitanti.
*dati aggiornati al 31/12/2022, Fonte BS 2022 e Report In Buone Acque 2022
Di seguito i principali impianti (Depurazione e Acquedotto) gestiti nella regione Emilia-Romagna.
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Impianti di potabilizzazione
Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Val di Setta |
Comune di ubicazione: |
Sasso Marconi |
Acquedotto di appartenenza: | Acquedotto primario di Bologna |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 33 (alimentazione garantita anche da altri impianti) |
Elenco comuni serviti: |
Sasso Marconi, San Lazzaro di Savena,Minerbio, Sala Bolognese, Bologna, Casalecchio Di Reno, Castello D`Argile, Argelato, Castel Maggiore, San Pietro In Casale, San Giorgio Di Piano, Bentivoglio, Granarolo Dell`Emilia, Castenaso, Malalbergo, Anzola Dell`Emilia, Valsamoggia (in parte), Zola Predosa, Budrio, Galliera, Pieve di Cento, Baricella, Molinella, Calderara di Reno, Monte S. Pietro (in parte), Pianoro, Monterenzio, Grizzana Morandi, Marzabotto, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Loiano, Monghidoro |
N. cittadini serviti: | circa 760.000 |
Potenzialità in L/sec: | 2.400 |
Volumi idrici immessi in rete in Mm3 (Volumi idrici prodotti in Mm3): | 42 |
Rete acquedottistica servita in Km: | circa 1100 |
Etichetta dell’acqua: | Carta dei servizi |
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Dati al 31.12.2022
L’impianto di potabilizzazione Val di Setta si trova nel Comune di Sasso Marconi, in Provincia di Bologna, in un luogo di grande interesse storico e naturalistico, alla confluenza tra il fiume Reno e il torrente Setta. L’impianto tratta acqua superficiale sia del fiume Reno che del torrente Setta (affluente di destra del fiume Reno) Nel torrente Setta l’acqua viene derivata per mezzo di una traversa in alveo posta poco a monte della Centrale. Nel fiume Reno l’acqua viene derivata mediante un’opera di presa posta sulla destra dell’alveo in località Panico del Comune di Marzabotto e viene fatta confluire alla Centrale mediante una condotta specifica di diametro nominale di 1400 mm e della lunghezza di 4,4 Km. Con una potenzialità massima di produzione idropotabile di 2.400 litri/secondo per un volume annuo mediamente di oltre 42 milioni di metri cubi, questo impianto provvede al fabbisogno idrico di circa la metà di tutto il comprensorio bolognese. La prima fase di trattamento dell’acqua grezza è costituita da una grigliatura che permette di eliminare i materiali grossolani. Segue una presedimentazione, nella quale in apposite vasche le sabbie e i limi si depositano per gravità. In uscita da tali vasche l’acqua viene avviata alla preozonazione, che consiste in un’ossidazione a base di aria contenente basse concentrazioni di ozono, che ha lo scopo di abbattere parte del carico organico presente nell’acqua grezza. Si passa quindi alla chiariflocculazione, finalizzata all’eliminazione delle sostanze colloidali ancora presenti mediante l’utilizzo di reagenti che, agendo sulla struttura chimica e sulla carica elettrica delle particelle, ne favoriscono l’aggregazione e la precipitazione. L’acqua sottoposta a tale processo viene successivamente filtrata su letti di sabbie quarzifere per eliminare i residui della chiariflocculazione. Segue quindi una fase di ozonizzazione in cui l’elevatissimo potere ossidante dell’ozono svolge una rapida ed efficace azione contro i microrganismi eventualmente ancora presenti: l’ozono ha il vantaggio, rispetto ad altri reagenti a base di cloro, di abbattere molte tipologie di inquinanti producendo minori residui. Prima di essere immessa nella rete di distribuzione, l’acqua viene infine sottoposta a un ulteriore trattamento di disinfezione mediante iniezione di biossido di cloro, allo scopo di preservarla da possibili contaminazioni microbiologiche nella successiva fase di distribuzione.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: | Pontelagoscuro |
Comune di ubicazione: |
Ferrara |
Acquedotto di appartenenza: | Acquedotto di Ferrara |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 9 |
Elenco comuni serviti: |
Ferrara, Argenta, Masi Torello, Poggio Renatico, Porto Maggiore, Terre del Reno, Vigarano Mainarda, Voghiera, Cento (in parte) |
N. cittadini serviti: | circa 240.000 |
Potenzialità in L/sec: | 1.400 |
Volumi idrici immessi in rete in Mm3 (Volumi idrici prodotti in Mm3): | 23 |
Rete acquedottistica servita in Km: | circa 1.500 |
Etichetta dell’acqua: | Carta dei servizi |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro, nel comune di Ferrara, tratta in prevalenza l’acqua superficiale del fiume Po. Nell’impianto è presente anche un campo pozzi per il prelievo di acqua nella golena del fiume Po.
L’acqua prelevata dal fiume dopo una sedimentazione primaria entra in tre bacini di lagunaggio all’interno dei quali staziona per circa 3 giorni. In questo periodo di tempo si depositano le sostanze solide sospese presenti nell’acqua. Avvengono inoltre reazioni biologiche naturali che la depurano ulteriormente.
La successiva fase di chiariflocculazione è finalizzata all’ eliminazione delle sostanze colloidali ancora presenti mediante l’utilizzo di reagenti che, agendo sulla struttura chimica e sulla carica elettrica delle particelle, ne favoriscono l’aggregazione e la precipitazione.
L’acqua viene quindi filtrata su uno strato di sabbia dello spessore di un metro che trattiene le particelle più piccole, non depositate nella fase precedente. Segue quindi la fase di ozonizzazione finalizzata all’ossidazione dell’acqua. L’ozono che viene utilizzato in questa fase permette di igienizzare l’acqua, disgregare le molecole delle sostanze organiche in essa disciolte e arricchire l’acqua di ossigeno.
La fase successiva consiste nella filtrazione su carboni attivi granulari. L’acqua viene fatta passare dentro grandi filtri di acciaio inossidabile riempiti con granelli di carbone attivo. In questa fase le sostanze inquinanti microscopiche vengono trattenute all’interno dei pori del carbone. L’acqua, ormai già potabile, viene disinfettata con aggiunta di Biossido di cloro e accumulata in grandi vasche, prima di essere immessa nella rete di distribuzione.
Le vasche di stoccaggio permettono di fronteggiare le esigenze dei cittadini, variabili nell’arco della giornata e uniformare la filiera di trattamento a monte dello stoccaggio. La clorazione protegge l’acqua da eventuali successive contaminazioni microbiche che si potrebbero verificare lungo la rete di distribuzione.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: | Tiro a Segno |
Comune di ubicazione: |
Bologna |
Acquedotto di appartenenza: | Acquedotto primario di Bologna |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 25 (alimentazione garantita anche da altri impianti) |
Elenco comuni serviti: |
Sasso Marconi, San Lazzaro Di Savena,Minerbio, Sala Bolognese, Bologna, Casalecchio Di Reno, Castello D`Argile, Argelato, Castel Maggiore, San Pietro In Casale, San Giorgio Di Piano, Bentivoglio, Granarolo Dell`Emilia, Castenaso, Malalbergo, Anzola Dell`Emilia, Valsamoggia (in parte), Zola Predosa, Budrio, Galliera, Pieve, Baricella, Molinella, Calderara di Reno, Monte S. Pietro (in parte) |
N. cittadini serviti: | circa 655.000 |
Potenzialità in L/sec: | 850 |
Volumi idrici immessi in rete in Mm3 (Volumi idrici prodotti in Mm3): | 10 |
Rete acquedottistica servita in Km: | circa 1.100 |
Etichetta dell’acqua: | Carta dei servizi |
Dati al 31.12.2022
L’entrata in esercizio del campo pozzi Tiro a Segno, situato sulla sponda destra del fiume Reno, risale al 1937, quando per mezzo di 6 pozzi profondi 220 metri era possibile prelevare fino a 300 litri al secondo.
La potenzialità massima della centrale, attualmente pari a 850 litri al secondo, è il risultato di successivi ampliamenti e ammodernamenti che hanno aumentato la dotazione a 13 pozzi in grado di sfruttare l’acquifero della conoide alluvionale del fiume Reno fino ad una profondità di 350 metri di profondità.
Esistono due distinte reti pozzi interne all’ impianto, in funzione della qualità dell’acqua captata. I 13 pozzi presenti, che intercettano gli acquiferi da 145 a 350 metri, hanno struttura classica, con sviluppo verticale e grande diametro, indicata per lo sfruttamento di risorse idriche allocate in sistemi multistrato profondi con granulometrie degli acquiferi a prevalenza di elementi ghiaiosi.
L’ acqua che non richiede alcun trattamento particolare per la sua potabilizzazione viene immessa direttamente nella rete di distribuzione attraverso i gruppi di sollevamento; l’acqua che necessita di trattamenti di potabilizzazione viene invece inviata ad un impianto di filtrazione. La sezione di filtrazione è costituita da due linee parallele identiche della potenzialità di 225 litri al secondo e dotate ciascuna di 11 filtri. L’acqua grezza che l’attraversa viene miscelata con ossigeno nel primo filtro ossidatore /dissabbiatore. Transita quindi attraverso il primo stadio di filtrazione a sabbia, costituito da 5 filtri disposti in parallelo. Durante questo processo vengono rimosse le sabbie silicee, trattenuti gli ossidi di ferro e manganese generati a seguito dall’iniezione di ossigeno puro e abbattuta l’ammoniaca per degradazione biologica. Il secondo stadio filtrante, costituito sempre da 5 filtri in parallelo ma a base di carbone attivo, ha la funzione di rimuovere i composti organoalogenati. Le acque di scarico derivanti dal processo di lavaggio dei filtri a sabbia vengono raccolte e trattate in una specifica sezione dell’impianto.
Il processo di potabilizzazione si completa con la disinfezione con biossido di cloro che garantisce una clorazione di copertura, in funzione delle portate prodotte e delle concentrazioni di cloro residuo misurate con apposite sonde nell’acqua trattata. Il biossido di cloro è prodotto in soluzione liquida per reazione tra acido cloridrico e clorito sodico in presenza di acqua di diluizione.
Le pompe di rilancio finale, tre da 450 litri al secondo e una da 210 litri al secondo, provvedono quindi ad immettere nella rete di distribuzione sia l’acqua proveniente direttamente dalla rete dei pozzi che quella pretrattata dall’impianto di filtrazione.
La centrale è governata localmente da un sistema di automazione basato su di un PLC che costituisce l’interfaccia fra i vari organi di centrale, i pannelli operatore locali e il sistema di telecontrollo. A questo sistema è affidato il corretto funzionamento dell’impianto in ogni condizione di esercizio e in caso di anomalie provvede a porlo tempestivamente in condizioni di sicurezza e a trasmettere al sistema di telecontrollo i necessari segnali di allarme. L’automazione locale entra poi a far parte di una logica centralizzata ad un livello superiore ed ubicata presso il centro di telecontrollo di Forlì, quest’ultima provvede a regolamentare la richiesta di erogazione di acqua dell’impianto in base al volume di invaso richiesto dai serbatoio di Casalecchio e San Lazzaro. La centrale è collegata al sistema di telecontrollo di Forli tramite una linea dati ADSL.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Bacini di Bubano |
Comune di ubicazione: |
Mordano |
Acquedotto di appartenenza: | Acquedotto di Imola |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 8 |
Elenco comuni serviti: |
Imola, Mordano, Conselice, Bagnara di Romagna, Sant’Agata sul Santerno, Castel San Pietro, Medicina, Castel Guelfo |
N. cittadini serviti: | circa 130.000 |
Potenzialità in L/sec: | 450 |
Volumi idrici immessi in rete in Mm3 (Volumi idrici prodotti in Mm3): | 8 |
Rete acquedottistica servita in Km: | circa 890 |
Etichetta dell’acqua: | Carta dei servizi |
Dati al 31.12.2022
Il sistema acquedottistico principale dell’area imolese è rappresentato dall’acquedotto industriale di Mordano (BO) e dai quattro potabilizzatori da esso alimentati. Nella prima parte del trattamento viene prodotta acqua con caratteristiche qualitative idonee alle attività industriali, in parte utilizzata da varie aziende dei comuni di Imola, Mordano, Dozza e in parte destinata alla produzione di acqua potabile presso gli impianti di trattamento di Castel San Pietro, Mordano, Conselice e Sant’Agata sul Santerno. L’acquedotto industriale viene alimentato da un impianto di trattamento che preleva acqua dal Canale dei Molini (che a sua volta preleva acqua dal torrente Santerno) e dal Canale Emiliano Romagnolo (alimentato dal fiume Po).
I bacini rappresentano un’importante riserva che consente di fronteggiare periodi di siccità ma anche di evitare inquinamenti improvvisi e passeggeri che possono interessare i canali. Mediamente l’acqua rimane nei bacini per circa 5 mesi. Questo favorisce l’omogeneizzazione dell’acqua, l’abbattimento di una parte degli inquinanti per precipitazione e una significativa riduzione della carica batterica grazie a sedimentazione e irraggiamento naturale di raggi ultravioletti.
L’acqua viene poi sottoposta a predisinfezione con ipoclorito di sodio al fine di ridurre la carica microbica iniziale e quindi minimizzare la crescita biologica lungo le varie fasi di trattamento, controllare odori e sapori dell’acqua, migliorare il processo di coagulazione e sedimentazione grazie all’ossidazione di sostanze inorganiche e organiche e abbattere le alghe.
L’acqua viene poi addizionata con policloruro di alluminio e poliacrilammide e inviata ai due chiariflocculatori. Il trattamento di chiariflocculazione elimina le particelle colloidali in sospensione aggregandole, grazie all’aggiunta di sali di alluminio, in particelle più grosse che si agglomerano e vengono quindi allontanate per precipitazione. L’acqua, utilizzabile a questo punto a fini industriali, viene sottoposta a post-disinfezione con biossido di cloro e accumulata in un serbatoio, prima di essere immessa nella rete idrica che la veicola ai clienti industriali e ai quattro potabilizzatori periferici. Il trattamento di potabilizzazione, che purifica ulteriormente l’acqua rendendola idonea al consumo umano, avviene nei quattro potabilizzatori di Castel San Pietro, Mordano, Conselice e Sant’Agata sul Santerno e prevede le fasi di filtrazione a sabbia, ozonizzazione intermedia, filtrazione a carbone attivo e disinfezione finale. La filtrazione a sabbia costituisce la fase più importante per chiarificare l’acqua allontanando le particelle in sospensione di tipo non colloidale e rappresentando la barriera fisica finale per impedire il passaggio di agenti patogeni resistenti ai disinfettanti chimici. La successiva aggiunta di ozono, potente ossidante, è finalizzata alla rimozione di odore, colore, sapore, eventuali tracce di sostanze organiche e metalli. Per quello che concerne l’azione disinfettante, l’ozono presenta, rispetto al cloro e ai suoi composti, il vantaggio di richiedere tempi di reazione più brevi, dosaggi inferiori e un più ampio spettro di azione rispetto alla carica batterica. La filtrazione su carbone attivo affina ulteriormente l’acqua rimuovendo le sostanze indesiderate di natura organica attraverso un processo chimico-fisico-biologico. La disinfezione finale, eseguita generalmente con biossido di cloro, ha come obiettivo l’inattivazione dei microrganismi patogeni residui e il mantenimento della qualità microbiologica dell’acqua fino all’utenza. A questo punto l’acqua viene immessa nella rete di distribuzione.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Interconnessione acquedotti di Modena |
Comune di ubicazione: |
Modena |
Acquedotto di appartenenza: | Acquedotto della provincia di Modena |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 23 (alimentazione garantita anche da altri impianti) |
Elenco comuni serviti: | Castelnuovo Rangone, Castelvetro Di Modena, Fiorano Modenese, Formigine, Frassinoro, Guiglia, Lama Mocogno, Maranello, Marano Sul Panaro, Modena, Montefiorino, Palagano, Pavullo Nel Frignano, Polinago, Prignano Sulla Secchia, San Cesario Sul Panaro, Sassuolo, Savignano Sul Panaro, Serramazzoni, Spilamberto, Vignola, Zocca |
N. cittadini serviti: | circa 460.000 |
Potenzialità in L/sec: | 2.000 |
Volumi idrici immessi in rete in Mm3 (Volumi idrici prodotti in Mm3): | 50 |
Rete acquedottistica servita in Km: | circa 4.000 |
Etichetta dell’acqua: | Carta dei servizi |
Dati al 31.12.2022
Il territorio modenese è costituito da due vallate, che prendono il nome dai fiumi che le hanno create, Valle Secchia e Valle Panaro, ciascuna composta da una zona di pianura e da una montana.
Le aree in pianura sono prevalentemente servite da pozzi artesiani: i campi pozzi di Modena e San Cesario, quelli di Sassuolo e Formigine nella Valle Secchia, quelli di Castelfranco, Spilamberto e Vignola nella Valle Panaro.
Sono state interconnesse fra loro le infrastrutture acquedottistiche di pianura di ciascuna valle: nella Valle Secchia la rete di Modena è stata collegata a quella dei comuni di Formigine, Sassuolo e Maranello, fino alla zona pedemontana del territorio; nella Valle Panaro, l’acquedotto di Modena è stato collegato a quello di Castelnuovo e Castelvetro e il sistema acquedottistico di Spilamberto a quello di Vignola.
Per entrambe le valli i diversi acquedotti di competenza comunale si sono così trasformati in macrosistemi integrati.
Anche per le aree montane sono stati realizzati una serie di interventi per collegare fra loro i sistemi acquedottistici esistenti che erano principalmente nella Valle Secchia (Acquedotto Dragone, Acquedotto Scoltenna e Acquedotto Sorgenti Varana) e due nella Valle Panaro (Acquedotto Rosola e Ottimizzazione).L’Acquedotto Dragone, alimentato dalle sorgenti di Frassinoro (Piandelagotti),Palagano (Mandriato) e Lama Mocogno (Ghiare e Leude) è stato integrato prima con l’acquedotto Varana, a Serramazzoni,e poi con lo Scoltenna, alimentato da una captazione superficiale sul torrente omonimo.
Nella Valle Panaro l’Acquedotto Ottimizzazione, alimentato da diverse sorgenti a Zocca e Guiglia, è stato collegato al Rosola che veicola la risorsa sollevata dalla sorgente Nadia di Montese.
L’integrazione dei sistemi di pianura con quelli montani è stata possibile realizzando, sia nella Valle Panaro, sia nella Valle Secchia, le cosiddette dorsali plano-appenniniche. L’ulteriore sviluppo di questo complesso sistema acquedottistico consiste nel collegare fra loro le due valli: questo permette che le fonti di approvvigionamento facciano parte di un unico macrosistema integrato che si autoregola e che consente di effettuare diverse manovre in caso di necessità. Un collegamento già realizzato, in fase di potenziamento, è quello fra Serramazzoni e Marano nell’area collinare. E’ poi previsto un ulteriore intervento di integrazione nell’area di pianura fra i comuni di Formigine e Fiorano (Valle Secchia) con quelli di Spilamberto e Castelnuovo (Valle Panaro).
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Impianti di depurazione
Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
IDAR |
Comune di ubicazione: |
Bologna |
Agglomerato: | ABO0001 (Bologna Area Metropolitana) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 11 |
Elenco comuni serviti: | Bologna, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo dell’Emilia, Monghidoro, Monte San Pietro, Pianoro, San Lazzaro di Savena, Zola Predosa. |
Potenzialità Nominale Impianto: | 800.000 AE |
Portata trattata: | 40.139 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di depurazione della città di Bologna sorge sulla sponda destra del Canale Navile, in località Corticella, al limite del confine nord del comune di Bologna
L’impianto riceve reflui dal territorio comunale e da altri Comuni limitrofi. Presenta una configurazione complessa e articolata nelle varie sezioni di trattamento, che integrano lo schema tradizionale a fanghi attivi con il trattamento odori delle sezioni a maggior contaminazione, con l’impianto di produzione ossigeno, con il sistema di filtrazione per il recupero di acqua industriale ad uso interno, con la disinfezione con acido peracetico, con la digestione anaerobica dei fanghi e il conseguente stoccaggio biogas, con l’inceneritore a piani multipli tipo Herreshoff per lo smaltimento finale dei fanghi di depurazione nonché il sistema impiantistico di recupero calore ed energia.
Una delle caratteristiche principali dell’impianto è legata al sistema di aerazione della sezione di ossidazione biologica: per raggiungere rese di rimozione elevate, l’impianto è stato realizzato con funzionamento ad ossigeno puro secondo il modello UNOX che prevede la copertura delle vasche con possibilità di operare ad elevate concentrazioni di ossigeno disciolto nella fase liquida.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Gramicia |
Comune di ubicazione: |
Ferrara |
Agglomerato: | AFE0050 (Ferrara) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 2 |
Elenco comuni serviti: | Ferrara, Vigarano Mainarda |
Potenzialità Nominale Impianto: | 240.000 AE |
Portata trattata: | 16.014 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di depurazione della Città di Ferrara è stato realizzato in fasi successive fino a raggiungere l’attuale potenzialità di 240.000 AE. Il primo lotto funzionale, datato 1979, era caratterizzato da una configurazione impiantistica di tipo convenzionale, biologico a fanghi attivi. Nel 2001 l’impianto è stato potenziato con l’inserimento del trattamento terziario di nitrificazione-denitrificazione.
Oltre alla Città di Ferrara, il depuratore tratta i liquami collettati dalle fognature a servizio di alcune località appartenenti al hinterland della città estense e, precisamente, Pontelagoscuro, Malborghetto di Boara, Francolino, Pontegradella, San Martino, Porotto e Cassana.
L’impianto è costituito da n.2 linee di trattamento, funzionanti in parallelo ma collegabili all’occorrenza. Il trattamento dei fanghi avviene mediante digestione anaerobica e disidratazione meccanica.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Canale Naviglio |
Comune di ubicazione: |
Modena |
Agglomerato: | AMO0062 (Modena - Formigine - Maranella) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 5 |
Elenco comuni serviti: | Modena, Formigine, Maranello, Castelnuovo Rangone, Fiorano Modenese |
Potenzialità Nominale Impianto: | 500.000 AE |
Portata trattata: | 26.495 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di depurazione delle acque reflue urbane è stato realizzato dal Comune di Modena nel 1983 e messo a regime alla fine del 1984.
Dall’anno di costruzione ad oggi, l’impianto ha subito numerose modifiche. Attualmente comprende due linee di trattamento acque articolate nelle fasi di nitrificazione e predenitrificazione per la rimozione dell’azoto, rimozione chimica del fosforo e filtrazione finale di una parte dell’acque per riuso tecnologico interno. La linea fanghi comprende le fasi di ispessimento, digestione anaerobica e disidratazione a mezzo di centrifughe.
Sono inoltre presenti due sezioni per l’abbattimento degli odori di cui una a servizio della linea acque (scrubber) ed una a servizio della linea fanghi (biofiltro).
Congiuntamente alle acque reflue urbane vengono trattati anche rifiuti speciali biodegradabili, per cui l’impianto è dotato di A.I.A..
Recentemente il Depuratore è stato dotato di un sistema all'avanguardia che utilizza la logica predittiva per contenere ulteriormente i consumi energetici e migliorare la qualità dell'acqua in uscita.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Santa Giustina |
Comune di ubicazione: |
Rimini |
Agglomerato: | ARN0100 (Rimini – Val Marecchia – San Marino) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 11 + Repubblica di San Marino |
Elenco comuni serviti: | Rimini, Santarcangelo di Romagna, Bellaria Igea Marina, Poggio Torriana, San Leo, Repubblica San Marino, Verucchio, Borghi, Coriano, Montescudo-Monte Colombo, Riccione, San Mauro Pascoli |
Potenzialità Nominale Impianto: | 560.000 AE |
Portata trattata: | 23.281 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
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Il depuratore di S.Giustina di Rimini è stato recentemente potenziato per poter superare l’attuale sistema depurativo costituito da tre impianti: Marecchiese, Bellaria – Igea Marina e S.Giustina.
L'impianto esistente presenta una linea acque del tipo classico a biomassa sospesa, completa di nitrificazione-denitrificazione e di trattamento terziario di chiariflocculazione e filtrazione su filtri a sabbia di tipo aperto. Il trattamento dei fanghi avviene mediante digestione anaerobica e disidratazione meccanica, con sistema impiantistico di recupero di calore.
La nuova linea è stata realizzata interamente con tecnologia a membrane e permetterà, insieme alla linea esistente, di trattare tutti i reflui del bacino di utenza, corrispondenti a 560.000 A.E. nel periodo estivo e a 370.000 A.E. in periodo non estivo.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Forlì |
Comune di ubicazione: |
Forlì |
Agglomerato: | AFC0089 (Forlì) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 6 |
Elenco comuni serviti: | Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro, Castrocaro Terra del Sole, Meldola, Predappio |
Potenzialità Nominale Impianto: | 250.000 AE |
Portata trattata: | 13.105 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di depurazione tratta acque reflue provenienti dalla citta di Forlì e dai comuni circostanti collegati con sistema fognario afferente al depuratore mediante collettori fognari in parte in pressione ed in parte a gravità . Tale sistema fognario è ibrido , cioè costituito in parte di reti fognarie separate ( nere ) ed in parte di reti fognarie unitarie ( fogne miste ) , quest’ultime intercettate e collettate in regime di magra al depuratore mediante opere di presa dotate di scolmatore. Nel 2014 l’impianto è stato oggetto di ampliamento, portando la sua potenzialità da 160.000 AE a 250.000 AE .
L’impianto è costituito da linea a fanghi attivi, completo delle fasi di dissabbiatura , sedimentazione primaria, denitrificazione ,ossidazione , sedimentazione finale, disinfezione in uso con acido peracetico, trattamento dei fanghi con digestione anaerobica e conseguente stoccaggio di biogas per la produzione di energia elettrica con cogeneratore da 330kw.
La disidratazione dei fanghi avviene con centrifughe.
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Depuratore C.le di Cesena |
Comune di ubicazione: |
Cesena |
Agglomerato: | AFC0031 (Cesena) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 5 |
Elenco comuni serviti: | Cesena, Longiano, Mercato Saraceno, Montiano, Roncofreddo |
Potenzialità Nominale Impianto: | 197.500 AE |
Portata trattata: | 6.626 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
L’impianto di depurazione tratta acque reflue provenienti dal comune di Cesena e dal Comune di Longiano. Il refluo afferisce all’impianto attraverso due collettori a gravità.
Il sistema fognario è ibrido , cioè costituito in parte da reti fognarie separate ( nere ) ed in parte da reti fognarie unitarie ( fogne miste ) , quest’ultime intercettate e collettate in regime di magra al depuratore mediante manufatti scolmatori.
Il processo avviene con sistema tradizionale a fanghi attivi. Sono presenti le fasi di dissabbiatura , sedimentazione primaria, denitrificazione ,ossidazione , sedimentazione finale , filtrazione su filtri a sabbia con disinfezione finale con acido peracetico, trattamento dei fanghi con digestione anaerobica e conseguente stoccaggio di biogas per la produzione di energia elettrica con cogeneratore da 330kw.
E’ presente un impianto di trattamento odori dei trattamenti primari e linea fanghi attraverso biofiltri vegetali. La disidratazione dei fanghi avviene con due nastropresse.
Sono state recentemente completate alcune modifiche/migliorie all’impianto:
1) la realizzazione di un secondo sedimentatore secondario, la cui finalità è quella di aumentare la capacità idraulica complessiva del depuratore;
2) la modifica funzionale della vasca di disinfezione a UV al fine di rendere più efficace l’irradiamento delle lampade su tutta la massa di acqua in transito;
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Scheda impianto | |
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Nome impianto: |
Ravenna |
Comune di ubicazione: |
Ravenna |
Agglomerato: | ARA0195 (Ravenna - Aree limitrofe) |
N. comuni serviti (completamente o parzialmente): | 3 |
Elenco comuni serviti: | Ravenna, Forlì |
Potenzialità Nominale Impianto: | 240.000 AE |
Portata trattata: | 12.894 Mmc/anno |
Dati al 31.12.2022
Il Depuratore di Ravenna Città riceve acque reflue urbane convogliate dalla rete fognaria della città di
Ravenna, da gran parte dell’entroterra comunale, dai lidi nord e dalla zona industriale Bassette e i rifiuti liquidi provenienti da attività di espurgo di fosse settiche e manutenzioni fognarie (conferiti tramite autobotte).
L'impianto presenta una linea acque del tipo classico a biomassa sospesa, completa di nitrificazione-denitrificazione e di trattamento terziario di defosfatazione e disinfezione.
Il trattamento dei fanghi avviene mediante digestione anaerobica e disidratazione meccanica.
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Aggregatore Risorse
Indirizzo
Via Cesare Razzaboni, Modena (MO)
Indirizzo
Bacini di Bubano - Via Fossa Maestà, Mordano(BO)
Indirizzo
Tiro a Segno - Via Agucchi, Bologna
Indirizzo
Via Antonio Dolcetti 68, Pontelagoscuro (FE)
Indirizzo
Via Setta 4, Sasso Marconi (BO)
Indirizzo
Via Romea Nord 156/E, Ravenna
Indirizzo
Via Calcinaro 2385, Cesena
Indirizzo
Via Correcchio 35, Forlì
Indirizzo
Canale Naviglio - Via Cavazza 45, Modena
Indirizzo
Via Gramicia 95, Ferrara
Indirizzo
Impianto di depurazione di Rimini, Santa Giustina Rimini
Indirizzo
Via William Shakespeare, 29 - 40128 Bologna