Il cacciatore di labirinti
Intervista
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Intervista a Ettore Selli, Ingegnere di Herambiente
Le passioni di una vita racchiuse in un libro. Ettore Selli, 32 anni, ingegnere di Herambiente a Bologna, è l’autore di “Labirinti vegetali. La guida completa alle architetture verdi dei cinque continenti”, che sta riscuotendo grande successo tra programmi radio, tv e pagine dei giornali. Un volume che nasce dal suo amore per i miti greci, l’avventura e l’ambiente. Quest’ultima passione lo ha portato a lavorare in azienda, dove si occupa di gestire i bandi di gara per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti speciali in Italia e in Europa. “Per un ingegnere ambientale come me lavorare in Herambiente è sentirsi a casa. Occuparmi dei rifiuti è occuparmi di ambiente, è un modo per contribuire in prima persona ogni giorno alla sostenibilità del pianeta”.
L’interesse per i miti greci lo ha coltivato sin dal liceo: “Ho fatto il classico, sono cresciuto con i miti di Dedalo e Icaro”. E anche lo spirito di avventura ha radici lontane: “Sono stato scout per 16 anni, amo la scoperta e la vita all’aria aperta, la montagna e il trekking. Passioni che mi ha trasmesso la mia famiglia, mio padre infatti è un professore di geologia”. Da qui la voglia di esplorare i labirinti vegetali del mondo, giardini di ogni forma e dimensione che uniscono natura e mistero. Sul libro, un volume illustrato, ne ha censiti 420 di ogni angolo del pianeta, oltre 60 paesi, dall’Itala all’Argentina, dalla Nuova Zelanda al Sud Africa. Molti li ha visitati in prima persona: “Amo viaggiare e nelle mie mete quando posso includo sempre la visita a un labirinto”. Per quelli più remoti si è fatto aiutare da mappe geografiche e satellitari. Ha raccolto immagini e informazioni, il risultato è una guida che offre foto, descrizioni, contesto storico, specie botaniche, aneddoti e leggende, coordinate geografiche.
In ufficio le cose sono cambiate nei mesi della pandemia, ma non la motivazione. “Non mi stanco mai del mio lavoro. Il Covid non ci ha messo in difficoltà, abbiamo sempre mantenuto ritmi di lavoro alti. Anche perché le nuove modalità di collaborazione online hanno ottimizzato i tempi”. Quello che è mancato a Ettore è il rapporto abituale con i colleghi. “In ufficio siamo divisi in due squadre per evitare che se qualcuno si ammala contagi tutti gli altri. Questo significa che metà dell’ufficio non incontri mai l’altra parte. Nonostante questo non è mai mancato il calore umano e lo spirito di collaborazione”.