Tomaso Tommasi di Vignano
Confermato il segno positivo nei risultati di Gruppo anche nel 2017: il MOL di 984,6 milioni di euro mostra infatti un incremento del + 7,4% rispetto al precedente esercizio. Il cash flow, che si attesta su 306,5 m€, ha consentito il pagamento di un dividendo per azione di 9 centesimi lo scorso giugno, nonché di finanziare le operazioni di M&A del periodo. In aumento inoltre le attività a valore condiviso, che rappresentano il 33% del MOL, e la creazione di valore per gli azionisti attraverso politiche di crescita sostenibile, declinate in maniera globale nell’operato di Hera.
In generale i risultati del 2017 mostrano un andamento positivo sostenuto da tutte le aree di business. Al +7,4% del MOL si aggiunge infatti un utile netto in crescita del +21,3%, con 396,2 milioni di euro (ovvero +8,1% rispetto al 2016) di investimenti. Alla crescita hanno contribuito sia le leve organiche che le M&A del periodo. Il Debt/Ebitda a 2,56x si conferma tra i migliori del settore.
MOL
984,6 mln di Euro
+7,4%
Utile netto
251,5 mln di Euro
+21,3%
Pos. finanziaria netta
2.523 mln di Euro
Tutti i settori di attività hanno contribuito all’incremento di 68 m€ registrato dal MOL, per giungere al quale il Gruppo ha seguito un percorso di implementazione delle politiche e delle attività sostenibili e generatrici di valore condiviso
Leggi tuttoIniziative di efficienza energetica
Riduzione del 3,6% dei consumi energetici rispetto al 2013
Incremento di acquisti di energia rinnovabile per uso aziendale
Incremento della produzione di energia rinnovabile da parte di Hera (614 GWh)
Riduzione del 16% dell’impronta di carbonio della produzione di energia rispetto al 2015
Nuove offerte commerciali 2017: Welcome Hera, Hera Led e Led Business
Soluzioni digitali per il monitoraggio dei consumi in tempo reale da parte dei clienti
Impegno alla transizione verso l’economia circolare
Ulteriore riduzione del ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani (7% vs. media Italia 2016 del 28%)
Produzione di ca. 103 mila tonnellate di plastica riciclata in Aliplast
91% degli agglomerati urbani adeguati agli standard di sostenibilità negli impianti fognari e di depurazione a fine 2017
Processi di digitalizzazione dei servizi
Utilizzo crescente delle app Acquologo e Rifiutologo: 30 mila segnalazioni da parte degli utenti
Lancio dell’aa MyHera nel 2017
18,9% dei clienti iscritto ai servizi online a fine 2017
Bolletta elettronica per il 20,2% dei clienti
Crescita 4.0 a valore condiviso
Hera persegue una strategia di crescita multi-business concentrata su 3 aree d'affari core: Ambiente, Energia e Servizi Idrici. Ciò le consente di mantenere un portafoglio bilanciato che comprende sia attività regolamentate a basso rischio che altre in libera concorrenza sul mercato e che pone le basi per un’ulteriore crescita del Gruppo. Quello di Hera è un business model di successo, che è stato imitato anche da altri operatori del mercato nazionale.
La strategia di sviluppo prevede azioni a supporto della crescita organica nei business già presidiati, ma anche operazioni di consolidamento e acquisizione per allargare l'attuale perimetro di riferimento, mantenendo la solida struttura finanziaria del Gruppo, in un ambito di visione industriale condivisa. Sul versante interno Hera indirizzerà tutte le opportunità di sviluppo delle attività nei business di riferimento, facendo leva su innovazione, efficienza ed eccellenza.
La strategia di crescita per linee esterne si baserà invece su tre cardini.
Le operazioni di fusione e consolidamento con altre multiutility, attività nella quale il Gruppo vanta una storica esperienza di successo.
L'acquisizione di attività nelle singole filiere servite, con l'obiettivo di accelerare la crescita della base clienti e completare l'assetto impiantistico-industriale.
La partecipazione alle gare per l'assegnazione delle concessioni per l'esercizio dei servizi regolati (es. Distribuzione Gas, Igiene Urbana, Ciclo Idrico).
Eccellenza
La competizione tra gli operatori dei settori energia, ambiente e reti, già ad oggi elevata, continuerà a intensificarsi nei prossimi anni. Diviene quindi sempre più importante essere riconosciuti da clienti, partner commerciali e fornitori come player eccellenti, in grado di distinguersi nei business di riferimento.Per il Gruppo Hera essere eccellente significa garantire sempre e in tutti i servizi una qualità che si posizioni ai livelli più elevati del settore. Questo implica un continuo impegno nell'identificazione di nuove soluzioni che permettano di migliorare ulteriormente e in modo costante i già elevati standard di qualità raggiunti. La percezione della qualità da parte del cliente e l'attenzione costante alle sue esigenze rappresentano da sempre gli elementi centrali della ricerca dell'eccellenza perseguita dal Gruppo. Tale attenzione assume maggiore rilevanza in un contesto dinamico come quello odierno, in cui la diffusione di servizi digitalizzati offre nuove opportunità di miglioramento del rapporto tra azienda e clienti in un'ottica di evoluzione della customer experience.
Riduzione dei costi
L'attenzione al contenimento dei costi, la continua razionalizzazione e l'ottimizzazione dei processi aziendali sono i principi fondanti del modello di business di Hera. Tali strategie hanno portato a un miglioramento progressivo del rapporto costo-beneficio nel servizio e al raggiungimento di risultati di eccellenza rispetto ai riferimenti nazionali.Guardando avanti, le aspettative di una regolazione sempre più sfidante, in un contesto economico ancora in affanno e caratterizzato da una maggiore pressione competitiva, impongono un ulteriore contenimento della base costi.Hera ha già previsto, nelle proprie proiezioni di medio termine, un'ulteriore estrazione di efficienze, facendo leva su tutti i benefici che le nuove soluzioni innovative renderanno disponibili.Tale obiettivo sarà quindi raggiunto sia attraverso interventi per la riduzione dei costi interni, agendo quindi sul risparmio energetico, sulla saturazione delle attività, sull'ottimizzazione dei flussi informativi e delle basi dati, sia con azioni mirate a ridurre i costi esterni a carico dell'azienda.
Innovazione
In un contesto economico, industriale e regolamentare sempre più volatile ed esposto ad importanti cambiamenti, l'innovazione rappresenta un elemento fondamentale della strategia del Gruppo, come dimostra la recente creazione della Direzione Innovazione, che si pone in modo trasversale a tutte le altre direzioni aziendali, al fine di accrescerne l'operatività.L'innovazione consentirà di amplificare e accelerare le opportunità di estrazione di efficienze e sinergie: nuove applicazioni tecnologiche, nuovi processi operativi, nuovi servizi e nuovi modelli di business rappresenteranno la declinazione pratica della strategie di Hera in tale ambito.Attraverso l'innovazione, il Gruppo punta al miglioramento della qualità nel servizio, per perseguire la crescita secondo un modello di eccellenza. Hera presidierà quindi con continua attenzione il campo dell'innovazione, dalla fase di identificazione degli ambiti di interesse strategico e di confronto con le esperienze di altre realtà aziendali nazionali e internazionali, per poi implementare soluzioni innovative, attraverso interazioni con il tessuto universitario e industriale del territorio.
Nel 2017 il Titolo Hera ha mostrato un andamento superiore agli indici di settore. Ha inoltre scalato la classifica del Thomson Reuters GLOBAL DIVERSITY & INCLUSION INDEX, che comprende le 100 migliori aziende quotate per diversità e inclusione e si è posizionato PRIMO in Italia e decimo al mondo.
Leggi tuttoNel corso del 2017 tutti i principali indici azionari europei hanno registrato incrementi diffusi, grazie al generale miglioramento del contesto macroeconomico e al costante sostegno esercitato dalla politica monetaria espansiva della Banca centrale europea. Anche i mercati d’oltreoceano hanno consuntivato performance positive, segnando nuovi massimi storici, sulle attese di una crescita degli utili societari e dei benefici derivanti dalla riforma fiscale promossa dall’amministrazione statunitense.
Con una performance del +15,5% il listino azionario italiano ha evidenziato il migliore andamento in Europa, beneficiando di un rafforzamento delle prospettive di crescita economica del Paese e di un recupero delle valutazioni fondamentali dei titoli italiani, che si presentavano a sconto rispetto agli omologhi europei.
La discesa dei rendimenti obbligazionari sovrani, che si è verificata in particolare per il debito dei paesi più periferici d’Europa, ha rappresentato un contesto favorevole all’investimento nel settore utility che, con un progresso costante trimestre dopo trimestre, ha chiuso l’anno con un rialzo del +20,2%, superiore a quello del mercato italiano.
All’interno del paniere delle utility, il titolo Hera si è distinto con una performance del +33,9%, terminando le contrattazioni del 2017 con un prezzo ufficiale di 2,929 euro e una capitalizzazione di circa 4,4 miliardi di euro, la più alta registrata dalla nascita del Gruppo. Hera ha mostrato un andamento costantemente superiore al settore di riferimento, varcando anche la soglia dei 3 euro a dicembre, grazie al sostegno esercitato da risultati trimestrali in crescita e superiori alle attese del consenso, oltre che alle prospettive di sviluppo contenute nel piano industriale, presentato alla comunità finanziaria all’inizio del 2017.
Il 19 giugno scorso, in linea con le indicazioni contenute nel piano industriale, Hera ha distribuito un dividendo pari a 9 centesimi per azione, il quindicesimo di una serie ininterrotta e in crescita fin dalla quotazione.
euro | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Dps | 0,04 | 0,05 | 0,06 | 0,07 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 |
L’effetto congiunto di una continua remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo ha permesso al total shareholders’ return cumulato dalla quotazione di rimanere sempre positivo e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +225%.
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Banca Akros, Banca IMI, Equita Sim, Intermonte, Kepler Cheuvreux, MainFirst e Mediobanca) esprimono una marcata prevalenza di giudizi positivi, con la quasi totalità di raccomandazioni buy/outperform. Alla fine dell’anno, il consensus target price era pari a 3,15 euro, superiore a 2,77 euro che veniva raccomandato al termine del 2016.
Al 31 dicembre, la compagine sociale è composta per il 49,5% delle azioni da 118 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato, che è stato sottoscritto il 26 giugno 2015 con un’efficacia di tre anni, e per il 50,5% dal flottante.
Azionariato 2017
Grazie a una domanda che ha superato di oltre due volte l’ammontare in offerta, il collocamento è avvenuto a un prezzo di 2,79 euro per azione, con il minore sconto visto sul mercato durante l’anno per operazioni analoghe, pari al 3,3% rispetto alla chiusura del giorno precedente. Il collocamento ha avuto l’effetto di incrementare il flottante del titolo, a beneficio della liquidità degli scambi.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato dall’Assemblea degli Azionisti del 27 aprile 2017 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 180 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Alla fine del 2017, Hera deteneva in portafoglio 15,3 milioni di azioni.
Nel periodo in esame il Senior Management di Hera ha intrapreso un’intensa attività di dialogo con gli investitori, attraverso il road show del piano industriale nel primo trimestre e la partecipazione a conference di settore nei restanti trimestri.
L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori ha contribuito al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Per quanto riguarda le informazioni richieste dall’art. 2428, 3° comma, n. 3 e 4 del Codice Civile, il numero e il valore nominale delle azioni costituenti il capitale sociale di Hera Spa, il numero e al valore nominale delle azioni proprie in portafoglio al 31 dicembre 2017, oltre alla variazione delle stesse intervenuta nell’esercizio 2017, si rinvia alla nota 24 del paragrafo 3.02.04 e al prospetto delle variazioni del patrimonio netto, paragrafo 3.01.05, relativo al bilancio separato della Capogruppo.
L’impegno del Gruppo nella rendicontazione agli stakeholder dei risultati ottenuti nelle dimensioni della sostenibilità trova conferma anche quest’anno nella predisposizione del bilancio di sostenibilità, disponibile all’indirizzo bs.gruppohera.it nella sezione “Responsabilità sociale”, che rappresenta la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario del Gruppo Hera predisposta ai sensi del D.Lgs. 254/16 e che costituisce una relazione distinta rispetto alla presente relazione sulla gestione, come previsto dall’art. 5 comma 3, lettera b) del D.Lgs. 254/16.
Il bilancio di sostenibilità include anche gli indicatori e le informazioni relative all’ambiente, al personale e alle attività di ricerca e sviluppo. Di seguito si riporta una sintesi dei principali risultati riportati nel bilancio di sostenibilità 2017.
Ulteriori progressi sono stati conseguiti nella prospettiva della sostenibilità sociale e ambientale nel corso del 2017 sia in termini di risultati ottenuti e nuovi progetti avviati sia in termini di misurazione e rendicontazione all’esterno.
La responsabilità sociale e la sostenibilità hanno un ruolo centrale nella strategia di Hera fin dalla sua costituzione e l’approccio adottato dal Gruppo prevede la loro integrazione nei sistemi di pianificazione e controllo. Questo aspetto ha trovato concreta attuazione anche attraverso:
A ulteriore testimonianza del forte orientamento del Gruppo al miglioramento della rendicontazione, nel 2017 è stato avviato un percorso per rendere più efficace la comunicazione agli stakeholder sugli impatti ambientali e sociali generati. Il bilancio di sostenibilità 2017 si presenta infatti con una nuova impostazione dei contenuti che va oltre gli obblighi di disclosure previsti dal D.Lgs. 254/16 e assegna un ruolo centrale ai risultati ottenuti nella creazione di valore condiviso (Csv, Creating shared value).
L’approccio strategico al valore condiviso: il ruolo centrale della misurazione e del reporting
Nel 2016 Hera ha individuato una propria definizione di Csv ispirata alle indicazioni offerte da Porter e Kramer a partire dal 2011 e tenendo conto della comunicazione UE sulla Rsi dello stesso anno: si giunge a creare valore condiviso quando le attività di business che generano margini operativi per l'azienda rispondono anche ai driver dell’Agenda Globale, ossia a quelle call to action per il cambiamento verso una crescita sostenibile indicate dall’Agenda ONU 2030 e da altre politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale. Questa definizione di Csv si pone alla base di un nuovo ed evoluto approccio alla responsabilità sociale e alla sostenibilità e che, oltre ad avere già arricchito la rendicontazione non finanziaria con nuove viste e prospettive, rappresenta anche un'importante fonte ispiratrice per la strategia futura e per nuove progettualità.
Sono stati individuati tre driver per la creazione di valore condiviso: (i) uso intelligente dell’energia, (ii) uso efficiente delle risorse, (iii) innovazione e contributo allo sviluppo del territorio, che già rappresentano per Hera un nuovo punto di riferimento anche per la riclassificazione dei risultati economici, degli obiettivi per il futuro e per le scelte strategiche di investimento.
In questa ottica il Gruppo Hera prosegue la propria rendicontazione, avviata per la prima volta con il bilancio di sostenibilità 2016, del Mol a valore condiviso: nel 2017 è pari a 329 milioni di euro, in incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Tale risultato è nella traiettoria segnata dal piano industriale 2017-2021, costruito affinché circa il 40% del Mol al 2021 derivi da attività di business che rispondono alle priorità dell’Agenda Globale di sostenibilità pertinenti con le attività del Gruppo. In coerenza con questa prospettiva il Gruppo Hera si è dotato, nel 2017, di nuovi strumenti di confronto e ispirazione, aderendo a programmi quali l’Ungc Ceo Water Mandate e il Ce100 della Fondazione Ellen MacArthur, la rete delle 100 realtà più impegnate a livello globale nella transizione verso un’economia circolare.
Uso intelligente dell’energia: l’efficienza energetica tra le priorità
Le iniziative individuate da Hera Spa, AcegasApsAmga Spa e Marche Multiservizi Spa in ambito Iso 50001 (inserite nel piano di miglioramento energetico) e già realizzate hanno consentito di ridurre i consumi energetici di circa 8.300 Tep, pari al -3,6% di quelli registrati nel 2013. Il piano di miglioramento prevede ulteriori iniziative di efficienza energetica (per circa 1.800 Tep) che consentiranno, sempre rispetto al 2013, un risparmio complessivo del 4,4% prossimo al target del 5% fissato per il 2020. Per avvalorare l’impegno del Gruppo in tale ambito, il report pubblicato nel 2015 Valore all’energia, interamente dedicato all’efficienza energetica ed esteso nel 2016 ad AcegasApsAmga Spa e a Marche Multiservizi Spa, è stato sottoposto per la prima volta nel 2017 alla verifica di un ente terzo, Dnv Gl.
Numerose iniziative di efficienza energetica sono effettuate anche presso imprese clienti/partner verso i quali il Gruppo mette a disposizione il proprio know-how: sono stati sette nel 2017 i nuovi accordi siglati con associazioni di categoria e imprese del territorio. Tra le iniziative per promuovere l’efficienza energetica presso i clienti, si segnalano le nuove offerte commerciali lanciate nel 2017 come Welcome Hera, Hera led e Led business che, insieme alle soluzioni digitali per il monitoraggio in tempo reale dei consumi, integrano il set di proposte commerciali in grado di permettere ai clienti di analizzare e ridurre i propri consumi.
L’estensione ad AcegasApsAmga Spa e a Marche Multiservizi Spa dell’acquisto di energia elettrica 100% rinnovabile per alimentare le attività aziendali, l’avvio del cantiere per la costruzione dell’impianto di produzione di biometano in provincia di Bologna, la produzione di 615 GWh di energia rinnovabile e la riduzione del 16% nell’impronta di carbonio della produzione di energia rispetto al 2015 integrano, pur senza completarlo, il quadro del contributo del Gruppo Hera alla lotta al cambiamento climatico. Le tonnellate di gas serra complessivamente evitate grazie alle iniziative del Gruppo possono essere stimate in 2,0 milioni.
Uso efficiente delle risorse: l’impegno di Hera nella transizione verso l’economia circolare e per la sostenibilità del comparto fognario-depurativo
Il 2017 ha registrato un’ulteriore riduzione del ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani che si attesta al 7% (media Italia 2016: 28%). Su questo aspetto Hera anticipa di quasi 20 anni l’obiettivo UE in materia di economia circolare e si posiziona ai livelli dei paesi europei più virtuosi. La raccolta differenziata è arrivata al 57,7% (media Italia 2016: 52,5%).
Infine, nel novembre dello scorso anno Hera ha pubblicato la settima edizione del report Sulle tracce dei rifiuti, verificato da Dnv Gl, fornendo così garanzia ai cittadini dell’effettivo recupero della raccolta differenziata, in ulteriore incremento e pari al 94,6%. Il report contiene il posizionamento del territorio servito da Hera rispetto agli obiettivi di riciclo recentemente aggiornati dalla UE nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare: il tasso di riciclo complessivo, nel quale Hera con il 48% è in buona posizione rispetto all’obiettivo del 55% fissato per il 2025, e il tasso di riciclo degli imballaggi, dove il Gruppo con il 68% ha già superato l’obiettivo fissato per l’anno 2025.
Sul fronte dei rifiuti industriali si segnala l’incremento della quota di rifiuti recuperata da Hasi Srl che sale al 31% del 2017 e l’acquisizione del controllo di Aliplast Spa che nel 2017 ha prodotto circa 103 mila tonnellate di plastica riciclata.
Anche nel 2017 è proseguito il forte impegno per la sostenibilità del comparto fognario-depurativo. Gli interventi principali hanno riguardato Rimini e l’adeguamento del depuratore di Servola a Trieste (avviato nel marzo 2018). È inoltre proseguito il piano pluriennale di adeguamento degli agglomerati urbani: a fine 2017 il 91% degli agglomerati risultano adeguati (100% in Emilia-Romagna).
Innovazione e contributo allo sviluppo sostenibile del territorio: l’impegno e i risultati in quattro aree di impatto
Significativi i risultati conseguiti dal Gruppo nel 2017 nelle aree Csv collegate allo sviluppo economico e occupazionale del territorio, all’innovazione e alla digitalizzazione, e alla tutela dell’aria e del suolo.
Il valore economico complessivamente distribuito al territorio è stato pari a 1.840 milioni di euro, pari al 78% del valore economico totale, segnando una crescita del 6 % rispetto al 2016. La quota distribuita ai fornitori locali è stata pari al 66% del totale e ha raggiunto i 592 milioni (+6% rispetto all’anno precedente) mentre l’indotto occupazionale è stimato in circa 6.500 persone; tali dati confermano il ruolo primario del Gruppo nello sviluppo del territorio. Relativamente all’indotto occupazionale si segnala l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati che registrano un ulteriore incremento nel 2017 (pari a 807) in conseguenza dell’ulteriore crescita del valore delle forniture da cooperative sociali, che ha toccato i 62,7 milioni di euro (+10% rispetto al 2016).
In ambito innovazione gli investimenti sono pari a circa 78 milioni di euro dedicati a progetti in quattro ambiti: smart city, economia circolare, utility 4.0 e customer experience. Tra questi si segnala, in ambito smart city, l’isola ecologica smart, il monitoraggio della qualità ambientale, la videosorveglianza, i servizi informativi e di mobilità. Si segnalano anche tre progetti, in ambito economia circolare, che mirano al recupero di materia o di energia dai fanghi di depurazione di acque reflue e il progetto Bioraffineria 2.0.
Per quanto riguarda la digitalizzazione, oltre ai numerosi progetti rivolti alla ulteriore digitalizzazione dei processi operativi a vantaggio della sicurezza e continuità dei servizi, della qualità del lavoro e dell’efficienza interna, nel 2017 è proseguito lo sforzo nello sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti. Dopo il lancio delle app l’Acquologo e il Rifiutologo (che hanno superato complessivamente i 195 mila download e raggiunto circa 30 mila fotosegnalazioni da parte dei cittadini), nel 2017 è stata lanciata la nuova app MyHera dedicata ai clienti residenziali. La digitalizzazione nelle relazioni con i clienti è anche caratterizzata dal costante incremento delle pratiche gestite attraverso il canale web: nel 2017 i clienti iscritti ai servizi on-line salgono al 18,9% mentre quelli che hanno richiesto la bolletta elettronica raggiungono quota 20,2%. L’impegno su questo fronte, unito all’attenzione alle comunità locali, si è tradotto nel 2017 nel lancio di una nuova campagna di promozione della bolletta elettronica, denominata Digi e Lode, con associati premi economici per la digitalizzazione delle scuole del territorio.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria si confermano i risultati positivi relativamente alle performance ambientali dei dieci termovalorizzatori del Gruppo, che anche nel 2017 hanno registrato livelli di emissioni in atmosfera molto contenute e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e della centrale di cogenerazione di Imola con concentrazioni medie di PM10 inferiori del 99% rispetto ai limiti. Prosegue anche l’ammodernamento delle flotte: i veicoli alimentati con carburante a minore impatto ambientale raggiungono il 22%. Infine, per quanto riguarda la tutela del suolo si segnala che le progettazioni realizzate da HeraTech nel periodo 2016-2017 hanno comportato un riutilizzo di suolo per il 75% del totale.
I numeri presentati da Hera nel bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2017 acquistano ancora più valore se letti alla luce del fatto che derivano da progetti a valore condiviso, principio per il quale il buon andamento di una realtà aziendale coincide con il benessere delle persone che con essa, per varie ragioni, si rapportano.
Il 33% di MOL del passato esercizio, corrispondente a 329 milioni di euro, deriva da attività a valore condiviso, portate avanti raccogliendo la call to action dei punti dell’Agenda ONU per lo sviluppo globale che sono sovrapponibili con il campo di azione di Hera.
Il piano strategico al 2021 prevede che tale percentuale raggiunga, a fine quinquennio, il 40%. Il Gruppo vuole presentare un approfondimento che mostri le storie e le persone che sono dietro i numeri e che, quotidianamente, con il loro operato generano valore per l’azienda e per tutti gli stakeholder di riferimento.
Alla fine del 2016 circa 23 trilioni di dollari erano gestiti da investitori professionali secondo logiche di socially responsible investment (SRI). Questa cifra, che rappresenta il 26% di tutti gli asset gestiti a livello globale, mostra una crescita del +25% rispetto alla fine del 2014. Un trend che secondo molti esperti del settore è destinato a continuare per la crescente importanza della generazione dei millennial (chiamata anche Generazione Y), formata dagli individui nati tra il 1980 e il 2000. Negli Stati Uniti rappresentano circa la metà della forza lavoro e secondo uno studio della Responsible Investment Association erediteranno qualcosa come 30 trilioni di dollari nei prossimi decenni. Disponibilità finanziarie che saranno probabilmente investite in modo socialmente responsabile visto che, come rilevato da Schroders, l’86% dei millennial considera la sostenibilità un fattore importante da tenere in considerazione non solo nei consumi, ma anche negli investimenti.
Questo spiega perché tutte le principali case di investimento mondiali si stiano attrezzando per rispondere alle aspettative, alle priorità e ai valori di questa generazione, che sono radicalmente differenti da quelli delle precedenti. I millennial sono infatti cresciuti in un periodo storico caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici e sociali. La diffusione di internet e degli smartphone ha cambiato il modo con cui comunicano e reperiscono le informazioni, tanto che i sociologi arrivano a definirli i primi ‘nativi digitali’. La globalizzazione ha permesso loro di viaggiare e di entrare in contatto con le altre culture in misura notevolmente maggiore rispetto alla generazione dei genitori.
Sono inoltre più sensibili al tema dei cambiamenti climatici e hanno maggiore consapevolezza delle conseguenze delle azioni umane sull’ambiente. Si sono poi affacciati al mondo del lavoro dopo la crisi del 2008 e ne hanno scontato gli effetti in termini di precarietà e difficoltà nel trovare un posto sicuro, nonostante l’elevata scolarizzazione. Come la generazione che entrò nell’età adulta dopo la crisi del 1929, i millennial sono avversi al rischio e poco propensi a fidarsi delle istituzioni finanziarie: l’82% di loro si dichiara influenzato nelle scelte dalla crisi, una cifra molto superiore rispetto al 13% delle altre generazioni e il 67% evita l’investimento in azioni.
L’evidenza empirica sembra d’altronde supportare tale sentire: i fondi sostenibili ottengono in media ritorni uguali o superiori a quelli tradizionali, sperimentando una volatilità uguale o minore. Inoltre l’attenzione ai temi ESG migliora il profilo di rischio dei portafogli, sia reputazionale che operativo. Negli ultimi anni, ad esempio, questo aspetto ha evitato ad alcuni fondi sostenibili di investire in società che sono incappate in grossi scandali ambientali con il pagamento di pesanti multe. In generale se una società è ben governata e gestisce in modo proattivo la sua esposizione alle tematiche ESG è più probabile che consuntiverà risultati positivi nel lungo termine.
Il Gruppo Hera, che da sempre pone al centro della sua strategia gli aspetti ESG in un’ottica multi-stakeholder, si è reso protagonista negli ultimi anni di molte iniziative che hanno riscontrato l’interesse degli investitori, in particolare appartenenti alla comunità SRI. Hera, ad esempio, è stata la prima società italiana ad emettere un Green Bond nel 2014, nel 2017 ha poi aderito al Global Compact, la fondazione delle Nazioni Unite che si prefigge di perseguire i 17 obiettivi dell’agenda Onu al 2030. Sempre lo scorso anno Hera ha fatto inoltre il suo ingresso nel CE100, un programma a cui partecipano le 100 società più impegnate a livello mondiale in progetti di economia circolare. Prima in Italia, Hera ha rendicontato, nel bilancio di sostenibilità del 2016, , il suo Valore Condiviso, ovvero il margine operativo lordo generato da quella parte di business che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi globali delle Nazioni Unite. La strategia del Gruppo ha assorbito appieno questa nuova filosofia, concretizzandosi nel nuovo piano industriale al 2021 nello sviluppo di progetti che sostengono una crescita di questo indicatore. La previsione è di raggiungere al termine del periodo di piano un margine operativo lordo con un 40% di attività a Valore Condiviso, rispetto al 30% della fine del 2016.
Anche le attività di Investor Relations (IR) si sono evolute negli ultimi anni per effetto del crescente interesse da parte degli investitori al tema della sostenibilità. Oggi il team IR deve essere preparato non solo a rispondere a domande di tipo finanziario, ma anche di sostenibilità. La principale difficoltà a cui vanno incontro gli operatori del settore è che, mentre i parametri economico-finanziari sono standardizzati e quindi confrontabili, non esistono metriche universali per valutare la sostenibilità delle società.
Per questo si affidano sempre più spesso ai giudizi di advisor specializzati nella valutazione degli indicatori ESG. Con la conseguenza che una società con ottimi fondamentali finanziari, ma un basso rating di sostenibilità, potrebbe risultare non investibile dal gestore del fondo SRI. Ecco perché tra le attività IR sta diventando importante quella di supporto agli advisor nel reperimento dei dati e nel processo di valutazione. Nel corso del 2017 sono stati ottenuti ottimi risultati al riguardo: ad esempio i punteggi assegnati a Hera da ISS e MSCI, due importanti valutatori di parametri ESG, sono significativamente migliorati grazie alla proattività del team IR in coordinamento con la Direzione CSR e la Direzione Legale Societario. Anche l’importante piazzamento all’interno della selezione Diversity & Inclusion di Thomson Reuters, in cui Hera si è posizionata prima a livello italiano e quattordicesima a livello mondiale, deve molto all’efficace comunicazione e supporto dato ai valutatori per recepire le best practice messe in campo dal Gruppo.
Continuare a migliorare tutti questi aspetti è un obiettivo strategico delle IR per rendere l’investimento nel titolo Hera sempre più appetibile per gli investitori e allineato con i valori delle nuove generazioni.
La crescente pressione competitiva, la crisi macroeconomica, l’instabilità dei mercati finanziari, le dinamiche di stretta del credito (credit crunch) fanno sì che nell'attuale mondo interconnesso l'insieme sia molto più grande della somma delle singole parti. La nostra visione olistica e sistemica ci porta a credere che, per creare valore economico, sia necessario un modello di gestione che coinvolga tutti gli attori interessati, secondo un approccio di cooperazione trasversale: dalla gestione attiva del credito alla gestione prudente delle fonti di finanziamento, attraverso un’efficiente gestione fiscale volta a cogliere prontamente ogni opportunità, al fine di realizzare la massimizzazione dei flussi di cassa.
La creazione di valore finanziario, in relazione diretta con l'economia reale, e la preservazione del capitale sul lungo termine sono gli obiettivi che ispirano le nostre decisioni.
La capacità di conciliare un approccio prudente nella gestione del rischio finanziario a uno spirito innovativo e creativo ci hanno permesso di trasformare eventi negativi in opportunità e di consolidare la fiducia del mercato, degli analisti e delle Agenzie di Rating.
Possiamo quindi affermare che il Gruppo si caratterizza per un modello che unisce visione, etica e pragmatismo, al fine di massimizzare in maniera importante e solida la creazione di valore finanziario.
Al fine di venire incontro a bisogni e aspettative di cittadini più consapevoli, Hera vuole concorrere a creare una città sempre più sostenibile e intelligente, che garantisca loro una residenza salutare, naturale e accessibile a tutti . La prima città laboratorio che offrirà, attraverso la collaborazione tra Hera e gli organismi di governo pubblico locale, servizi innovativi, sostenibili, facilitati e intelligenti, sarà Castel Bolognese (in provincia di Ravenna), un centro abitato di circa 10.000 abitanti.
La città vedrà implementati servizi che la renderanno sempre più
Per riuscire a realizzare un progetto innovativo di proporzioni così estese è necessario l’impegno e il contributo di tutti i soggetti coinvolti, quali attori proattivi in una reciproca collaborazione. nel caso specifico è stato fondamentale il ruolo dell’Amministrazione Locale, un ‘amministrazione giovane e dinamica che ha colto in pieno l’obbiettivo, inteso anche come sfida politica per perseguire il benessere della comunità locale, attraverso strumenti innovativi, provenienti dal mondo dell’Information Technology. Partendo dall’analisi dei settori che impattano sulla vita quotidiana delle persone, come mobilità, ambiente, energia e sicurezza, la collaborazione attiva dell’Amministrazione ha infatti consentito di delineare indicazioni “su misura” per la definizione di strategie e azioni concrete da mettere in atto sul territorio e per porre le premesse di uno sviluppo futuro del progetto.
Il Gruppo Hera è certificato Top Employer da 9 anni consecutivi ed è l’unica azienda italiana a far parte della top ten 2018. Questo prestigioso riconoscimento è il risultato della strategia e dell’impegno costante nei confronti della valorizzazione del capitale umano che l’azienda ha sempre portato avanti, a partire dalla sua fondazione.
Le condizioni abilitanti per raggiungere risultati di avanguardia nelle Risorse Umane sono necessariamente riconducibili alla capacità di comprensione del contesto interno ed esterno all’azienda. Anche per questo, nel 2011, è nata HerAcademy, la corporate university del Gruppo Hera primo esempio nel settore italiano delle local utilities, che attraverso un articolato sistema di rapporti con stakeholder del sistema educativo sviluppa ormai da diversi anni studi applicativi su tematiche rilevanti relative al cambiamento nel medio – lungo periodo. Rientrano in questo ambito, ad esempio, la collaborazione con la Harvard Business Review per la realizzazione del progetto Macrotrends, lo studio “Smart Development in Smart Communities” pubblicato da Routledge – Taylor & Francis Group e molte altre iniziative.
La struttura dei rapporti sviluppati da HerAcademy con il sistema educativo si inserisce nel quadro più ampio dei programmi di private/public partnership sviluppati per fornire risposte concrete ai temi della trasformazione delle job ed al relativo mismatch di competenze. Per occuparsi concretamente della digital transformation, del rapporto uomo/macchina e del ripensamento del lavoro del futuro occorre un approccio di sistema, che prevede un’azione comune delle aziende, delle scuole e degli studenti. Proprio in questa direzione sono rivolti i nostri sforzi, che intendono contribuire agli obiettivi dello European Pact for Youth, anche alla luce del fatto che Hera è firmataria dal relativo accordo, sottoscritto anche dalla Commissione Europea attraverso Marianne Thyssen (Commissaria all’Occupazione e gli affari sociali), Tibor Navracsics (Commissario per Istruzione, Cultura e Giovani), Elisabieta Bieskowska (Commissaria per Mercato Interno, Industria, PMI) e Guenter Oettinger (Commissario per Economia e Società Digitale). In quest’ambito il programma di alternanza scuola – lavoro del Gruppo Hera è stato riconosciuto tra i modelli di successo basati sull’esperienza lavorativa, frutto dell’integrazione virtuosa tra scuola e impresa.
L’attenzione alle generazioni future si coniuga con il costante impegno a creare le migliori condizioni in cui ogni persona possa esprimere il proprio talento all’interno dell’azienda. Su questa prospettiva è stato definito Hextra, il programma di welfare aziendale del Gruppo. Le sue caratteristiche distintive risiedono nell’elevato livello di ascolto e partecipazione dei dipendenti, adottato per definire l’insieme delle iniziative successivamente offerte. Inoltre il programma si caratterizza per la capacità di associare l’omogeneità di portafoglio di servizi offerti con l’ampia possibilità di personalizzare le scelte individuali. La profonda convinzione che benessere, soddisfazione e produttività siano dimensioni intrinsecamente correlate è alla base delle attività di comunicazione e coinvolgimento di Hextra, che hanno ricevuto il prestigioso award come best practice italiana, assegnata nel 2017 dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza.
Continuous learning, autosviluppo e leadership sono alla base degli investimenti del Gruppo orientati alla crescita delle persone che ci lavorano. Per perseguire questo obiettivo la famiglia professionale delle risorse umane si è dotata di una specifica value proposition in grado di indirizzare la creazione di valore nell’integrazione tra il sistema e l’individuo: “Lavoriamo quotidianamente per lo sviluppo di una agile learning organization (organizzazione capace di apprendere e tradurre rapidamente l’apprendimento in azione), in cui le persone sono protagoniste della propria crescita e cooperano per la ricerca di valore condiviso. I processi HR valorizzano le best practice esistenti e ricercano innovazione attraverso un approccio dinamico e circolare all’interno del proprio ecosistema”.
Indicatori economici e investimenti (mln/euro) | dic-17 | dic-16 rettificato | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Ricavi * | 5.612,1 | 5.131,3 | +480,8 | +9,4% |
Margine operativo lordo | 984,6 | 916,6 | +68,0 | +7,4% |
Margine operativo lordo/ricavi * | 17,5% | 17,9% | -0,4 p.p. | |
Margine operativo netto | 479,3 | 457,1 | +22,2 | +4,9% |
Margine operativo netto/ricavi * | 8,5% | 8,9% | -0,4 p.p. | |
Utile netto | 266,8 | 220,4 | +46,4 | +21,1% |
Utile netto/ricavi * | 4,8% | 4,3% | +0,5 p.p. | |
Investimenti netti ** | 396,2 | 366,4 | +29,8 | +8,1% |
* Il valore dei ricavi 2016 è stato rettificato (senza alcun effetto sui risultati) per le riclassifiche degli oneri di sistema e dei contributi ex-certificati verdi. Per dettagli si rinvia al capitolo “1.01.01 Risultati Economico-Finanziari”
** per i dati utilizzati nel calcolo degli investimenti netti si rimanda a quanto riportato nelle note 13, 14, 15, 16 delle note illustrative e al paragrafo 1.01.02 della relazione sulla gestione
Indicatori patrimoniali-finanziari (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var.% |
---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette | 5.780,6 | 5.564,5 | +216,1 | +3,9% |
Capitale circolante netto | 23,2 | 99,9 | -76,7 | -76,8% |
Fondi | (574,8) | (543,4) | -31,4 | -5,8% |
Capitale investito netto | 5.229,0 | 5.121,0 | +108,0 | +2,1% |
Indebitamento finanziario netto | (2.523,0) | (2.558,9) | +35,9 | +1,4% |
Indicatori economico-patrimoniali | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | |
---|---|---|---|---|
NetDebt/Ebitda | 2,56 | 2,79 | -0,2 | |
Ffo Adj/NetDebt | 25,8% | 22,6% | +3,2 p.p. | |
Roi Adj | 9,2% | 8,9% | +0,3 p.p. | |
Roe | 9,9% | 8,6% | +1,3 p.p. | |
Cash Flow | 166,1 | 109,0 | +57,1 |
Documenti scaricabili
Crescita costante di tutti gli indicatori
Il Gruppo Hera consuntiva l’esercizio 2017 con indicatori e risultati economici in crescita rispetto all’anno precedente: consolida un margine operativo lordo di 984,6 milioni di euro, in aumento del 7,4%, un margine operativo netto di 479,3 milioni di euro in crescita del 4,9% e un utile netto pari a 266,8 milioni di euro, in crescita del 21,1%. Anche dal punto di vista finanziario si evidenziano risultati positivi: l’indebitamento finanziario netto di 2.523 milioni di euro è in calo dell’1,4% e l’indicatore NetDebt/Ebitda si attesta a 2,56, anch’esso in netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Questi risultati confermano il Gruppo Hera come uno dei principali operatori del settore grazie alla consolidata strategia multibusiness, che garantisce un’equilibrata dinamica sia economica che finanziaria, bilanciata tra attività regolamentate e a libera concorrenza.
Nel 2017, gli obiettivi di sviluppo sono stati perseguiti sia con la crescita organica, che per linee esterne. Le principali leve utilizzate sono state l’efficienza e l’innovazione come testimoniato, ad esempio, nell’illuminazione pubblica per l’utilizzo delle lampade a led, gli investimenti in ottica smart city e la digitalizzazione aziendale. Altre leve utilizzate sono l’agilità e l’eccellenza, intesa come l’offerta di un ottimo livello di servizio in tutti i business con l’obiettivo di superare gli standard qualitativi previsti dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera; nel prosieguo anche Autorità). La solidità patrimoniale e finanziaria del Gruppo ha rappresentato invece l’elemento chiave per lo sviluppo per linee esterne. A corollario delle leve strategiche di crescita un ruolo sempre presente nella strategia è rappresentato dalla sostenibilità e circolarità.
Di seguito sono descritte in maniera puntuale le principali operazioni societarie e di business che hanno avuto effetto sul 2017:
Dal 1° gennaio 2017 è operativa Heratech Srl, società che gestisce i lavori richiesti dai clienti (allacciamenti, pareri tecnici, urbanizzazioni, ecc.), per tutti i servizi a rete gestiti dal Gruppo. Si occupa inoltre, sia per il Gruppo sia verso terzi, di progettazione e realizzazione d’impianti e reti e di attività tecniche ad elevata specializzazione. La società è controllata al 100% da Hera Spa.
Lo schema di conto economico consolidato recepisce l’applicazione del principio contabile Ifric 12-Accordi per servizi in concessione. L’effetto dell’applicazione di questo principio, invariante sui risultati, è la rappresentazione nel conto economico dei lavori d’investimento eseguiti sui beni in concessione, limitatamente ai servizi a rete.
Nell’esercizio 2017 Il Gruppo ha optato per l’adozione anticipata del principio Ifrs 15-Ricavi da contratti con clienti, che ha impatti solamente nella vendita di energia elettrica in particolari segmenti di mercato regolamentati. Per maggiori dettagli si rimanda al capitolo 2.02.02 del bilancio consolidato.
In seguito alla delibera 268/2015/R/eel del 4 giugno 2015, per cui l’Autorità ha adottato il Codice di rete tipo per il trasporto dell’energia elettrica, e, in seguito, alla determina 13/2016 – Dmeg del 5 agosto 2016, dall’esercizio 2017 vengono iscritti a conto economico ricavi e costi, per un importo di 657,9 milioni di euro, per l’attribuzione degli oneri generali di sistema da conti patrimoniali a conti economici delle società di vendita. Al fine di una maggiore comparabilità, i valori di dicembre 2016 sono stati rettificati per l’inserimento degli oneri di sistema a conto economico in analogia al 2017. Tale rettifica, invariante sui risultati, ha comportato al 31 dicembre 2016 maggiori ricavi per 697,9 milioni di euro e un equivalente aumento di costi.
Si precisa che al fine di una maggiore comparabilità l’esercizio 2016 è rettificato per la riclassifica tra gli “Altri ricavi operativi” dei contributi feed in premium ex-certificati verdi originariamente esposti tra i “Ricavi”. Il valore della suddetta riclassifica, invariante sui risultati, ammonta a 26,8 milioni di euro.
Incrementi costanti e crescenti
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2017 e 2016:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 rettificato | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 5.612,1 | 5.131,3 | +480,8 | +9,4% | ||
Altri ricavi operativi | 524,8 | 9,4% | 430,2 | 8,4% | +94,6 | +22,0% |
Materie prime e materiali | (2.606,8) | -46,4% | (2.176,8) | -42,4% | +430,0 | +19,8% |
Costi per servizi | (1.952,2) | -34,8% | (1.896,7) | -37,0% | +55,5 | +2,9% |
Altre spese operative | (84,6) | -1,5% | (75,0) | -1,5% | +9,6 | +12,8% |
Costi del personale | (551,6) | -9,8% | (524,1) | -10,2% | +27,5 | +5,2% |
Costi capitalizzati | 43,0 | 0,8% | 27,8 | 0,5% | +15,2 | +54,7% |
Margine operativo lordo | 984,6 | 17,5% | 916,6 | 17,9% | +68,0 | +7,4% |
Amm.ti e Acc.ti | (505,3) | -9,0% | (459,6) | -9,0% | +45,7 | +9,9% |
Margine operativo netto | 479,3 | 8,5% | 457,1 | 8,9% | +22,2 | +4,9% |
Gestione finanziaria | (101,5) | -1,8% | (117,4) | -2,3% | -15,9 | -13,5% |
Risultato prima delle imposte | 377,8 | 6,7% | 339,7 | 6,6% | +38,1 | +11,2% |
Imposte | (111,8) | -2,0% | (119,3) | -2,3% | -7,5 | -6,3% |
Risultato netto | 266,0 | 4,7% | 220,4 | 4,3% | +45,6 | +20,7% |
Risultato da special item | 0,8 | 0,0% | - | 0,0% | +0,8 | +100,0% |
Utile netto dell'esercizio | 266,8 | 4,8% | 220,4 | 4,3% | +46,4 | +21,1% |
Attribuibile a: | ||||||
Azionisti della Controllante | 251,5 | 4,5% | 207,3 | 4,0% | +44,2 | +21,3% |
Azionisti di minoranza | 15,3 | 0,3% | 13,1 | 0,3% | +2,3 | +17,4% |
I ricavi dell’esercizio 2017 sono stati pari a 5.612,1 milioni di euro, in crescita per 480,8 milioni di euro, pari al 9,4%, rispetto ai 5.131,3 milioni di euro dell’analogo periodo del 2016. L’esercizio 2017 beneficia dell’ingresso del Gruppo Aliplast, che contribuisce per 109 milioni di euro, e di Verducci Servizi Srl per 1,8 milioni di euro. Al netto di tale variazione di perimetro, la crescita dei ricavi si attesta a 370,0 milioni di euro principalmente grazie alle maggiori attività di trading, per circa 300 milioni di euro, ai maggiori ricavi di vendita gas ed energia elettrica , per il maggior prezzo delle commodity, per 60 milioni di euro, ai maggiori volumi venduti di gas ed energia elettrica per circa 75 milioni di euro e ai maggiori ricavi regolati del servizio idrico, per 22 milioni di euro. La riduzione di ricavi che compensa la crescita descritta in precedenza è dovuta all’effetto della vendita di certificati verdi avvenuta lo scorso anno per circa 24 milioni di euro (con pari effetti sui costi), all’applicazione del principio Ifrs 15 per 19,1 milioni di euro e ai minori ricavi per oneri di sistema per 40 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Gli altri ricavi operativi crescono, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, di 94,6 milioni di euro, pari al 22,0%. Tale crescita è dovuta principalmente ai maggiori ricavi Ifric 12 per 45,0 milioni di euro e ai maggiori ricavi dei titoli di efficienza energetica per 33,5 milioni di euro per il maggior valore unitario, alle variazioni di perimetro per circa 4,0 milioni di euro e a maggiori recuperi assicurativi e rimborsi per circa 4,0 milioni di euro.
I costi delle materie prime e materiali aumentano di 430,0 milioni di euro rispetto all’esercizio 2016 con una variazione percentuale del 19,8%; questo aumento, al netto della variazione di perimetro conseguente all’ingresso del Gruppo Aliplast e Verducci Servizi Srl per circa 60,0 milioni di euro e della classificazione dei certificati ambientali per circa 24 milioni di euro, è dovuto alla maggiore attività di trading, all’aumento del prezzo della materia prima energia elettrica, ai maggior volumi di gas ed energia elettrica venduti e al maggior costo unitario dei titoli di efficienza energetica.
Gli altri costi operativi, al netto delle variazioni di perimetro conseguenti all’ingresso del Gruppo Aliplast e di Verducci Servizi Srl per circa 17,8 milioni di euro, crescono complessivamente di 47,3 milioni di euro (maggiori costi per servizi per 38,5 milioni di euro e maggiori spese operative per 8,8 milioni di euro). Vanno segnalati i maggiori costi per commesse Ifric 12 per circa 60 milioni di euro, per commesse e opere tra società del Gruppo per circa 7,0 milioni di euro, maggiori costi nel ciclo idrico legati prevalentemente alla maggiore attività di pronto intervento per la siccità del 2017 e i maggiori costi nell’area ambiente legati alle opere di manutenzione su alcuni impianti di trattamento rifiuti. I maggiori costi precedentemente indicati sono solo in parte compensati da minori costi per oneri di sistema per 40 milioni di euro.
Il costo del personale, al netto delle variazioni di perimetro, cresce di 10,5 milioni di euro, pari al 2,0%. Questo aumento è principalmente legato agli incrementi retributivi previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro ed è solo in parte compensato dalla riduzione della presenza media. Le variazioni di perimetro precedentemente indicate ammontano a complessivi 17,0 milioni di euro, di cui quelle maggiormente significative sono legate all’area ambiente con l’ingresso del Gruppo Aliplast e del ramo d’azienda da Teseco Srl.
I costi capitalizzati a dicembre 2017 sono in crescita rispetto all’analogo periodo precedente per 15,2 milioni di euro, pari al 54,7%, per i maggiori lavori per impianti e opere realizzati su beni di proprietà del Gruppo.
Il margine operativo lordo si attesta a 984,6 milioni di euro in aumento di 68,0 milioni di euro, pari al 7,4% rispetto al 2016. La crescita del margine operativo lordo è da attribuire alle buone performance di tutte le aree d’affari. Le aree energetiche crescono di 50,3 milioni di euro spinte dal business dell’energia elettrica per i maggiori margini sulle attività di vendita sul mercato libero e in salvaguardia e alla maggiore marginalità nella produzione di energia elettrica. Importante è anche il contributo dell’area ambiente per 15,3 milioni di euro grazie al rafforzamento della struttura organizzativa, attraverso l’acquisizione del Gruppo Aliplast. I risultati sono positivi anche per il ciclo idrico integrato e gli altri servizi.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Ammortamenti e accantonamenti sono in aumento di 45,7 milioni di euro, pari al 9,9%, passando dai 459,6 milioni di euro dell’anno precedente ai 505,3 milioni di euro. Gli ammortamenti aumentano per i nuovi investimenti nelle operations e per la variazione di perimetro riguardante il Gruppo Aliplast e le società di vendita. Gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti sono in aumento in particolare nella società di vendita Hera Comm Srl, in conseguenza del variato perimetro nella gestione del servizio di salvaguardia.
Il margine operativo netto a dicembre 2017 è di 479,3 milioni di euro, in crescita di 22,2 milioni di euro, pari al 4,9%, rispetto ai 457,1 milioni di euro dell’esercizio 2016.
Buone performance gestione finanziaria
Il risultato della gestione finanziaria, alla fine del 2017, è di 101,5 milioni di euro, in miglioramento di 15,9 milioni di euro, pari al 13,5%, rispetto al 31 dicembre del 2016. Le buone performance sono da attribuire alla più efficiente e flessibile struttura finanziaria, grazie anche alle operazioni di liability management effettuate nel corso del 2016, e ai maggiori proventi per indennità di mora applicata al ritardato pagamento dei crediti di clienti in salvaguardia. Da segnalare anche i migliori risultati ottenuti dalle società collegate e in joint venture.
Il risultato prima delle imposte cresce di 38,1 milioni di euro passando dai 339,7 milioni di euro del 2016 ai 377,8 milioni di euro dell’esercizio 2017.
Miglioramento Tax rate
Le imposte dell’esercizio passano dai 119,3 milioni di euro del 2016 ai 111,8 milioni di euro del 2017. In netto miglioramento il tax rate che si attesta al 29,6% rispetto al 35,1% del 2016. A tale miglioramento hanno contribuito principalmente la diminuzione dell’aliquota nominale Ires al 24%, ma anche i benefici in termini di patent box, ace, credito d’imposta per ricerca e sviluppo, maxi ammortamenti e iper ammortamenti (questi ultimi relativi ai consistenti investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale in chiave ‚industria 4.0?) che il Gruppo ha saputo cogliere nel corso dell’esercizio.
Il risultato netto è in aumento del 20,7%, per un controvalore di 45,6 milioni di euro, passando dai 220,4 milioni di euro del 2016 ai 266,0 milioni di euro del 2017.
Nell’esercizio 2017 il risultato è incrementato da special item per 0,8 milioni di euro, composto da: (i) svalutazioni avviamenti, pari a 12,4 milioni di euro; (ii) altri accantonamenti a fondi rischi, pari a 6,0 milioni di euro; (iii) effetti fiscali positivi, per 19,2 milioni di euro, legati alle operazioni di affrancamento, mediante pagamento d’imposta sostitutiva, relativi alla partecipazione di controllo in Aliplast Spa, per 10,6 milioni di euro, e affrancamenti di avviamenti iscritti in Inrete Distribuzione Energia Spa per 8,6 milioni di euro. Per il tax rate derivante dagli schemi di bilancio si rinvia alla nota 11 del paragrafo 2.02.06.
+21,1% Utile netto
L’utile netto è dunque in aumento del 21,1%, pari a 46,4 milioni di euro, passando dai 220,4 milioni di euro del 2016 ai 266,8 milioni di euro del 2017.
L’utile di pertinenza del Gruppo è pari a 251,5 milioni di euro, in aumento di 44,2 milioni di euro rispetto al valore del 31 dicembre 2016.
Documenti scaricabili
Aumenta la solidità del Gruppo
Di seguito viene analizzata l'evoluzione dell'andamento del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2017.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/€) | dic-17 | Inc% | dic-16 | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette | 5.780,6 | 110,5% | 5.564,5 | 108,7% | +216,1 | +3,9% |
Capitale circolante netto | 23,2 | 0,4% | 99,9 | 2,0% | -76,7 | -76,8% |
(Fondi) | (574,8) | -11,0% | (543,4) | -10,6% | -31,4 | -5,8% |
Capitale investito netto | 5.229,0 | 100,0% | 5.121,0 | 100,0% | +108,0 | +2,1% |
Patrimonio netto | (2.706,0) | 51,7% | (2.562,1) | 50,0% | -143,9 | -5,6% |
Debiti finanziari a lungo | (2.735,4) | 52,3% | (2.757,5) | 53,8% | +22,1 | +0,8% |
Indebitamento finanziario corrente netto | 212,4 | -4,1% | 198,6 | -3,9% | +13,8 | +6,9% |
Indebitamento finanziario netto | (2.523,0) | 48,3% | (2.558,9) | 50,0% | +35,9 | +1,4% |
Totale fonti di finanziamento | (5.229,0) | -100,0% | (5.121,0) | 100,0% | -108,0 | -2,1% |
Nel 2017, il capitale investito netto risulta pari a 5.229,0 milioni di euro con una variazione del 2,1% rispetto ai 5.121,0 milioni di euro del 2016. L’incremento è totalmente associabile all’acquisto della partecipazione nel Gruppo Aliplast da parte della società Herambiente Spa. Si conferma l’efficiente gestione del capitale circolante netto che si riduce di 76,7 milioni di euro.
Gli investimenti netti salgono a 396,2 milioni di euro, in crescita di 29,8 milioni di euro
Nell’esercizio 2017, gli investimenti del Gruppo ammontano a 396,2 milioni di euro, con il beneficio di 44,3 milioni di contributi in conto capitale, di cui 8,2 milioni per gli investimenti FNi, come previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico integrato.
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti complessivi del Gruppo sono pari a 440,5 milioni di euro. Gli investimenti netti sono in crescita di 29,8 milioni di euro, passando dai 366,4 milioni di euro del 2016 ai 396,2 milioni di euro del 2017.
Continua il forte impegno negli investimenti operativi in impianti e infrastrutture
Totale investimenti (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Area gas | 101,5 | 94,8 | 6,7 | 7,1% |
Area energia elettrica | 23,6 | 25,2 | -1,6 | -6,3% |
Area ciclo idrico integrato | 156,6 | 131,8 | 24,8 | 18,8% |
Area ambiente | 67,2 | 50,7 | 16,5 | 32,5% |
Area altri servizi | 18,7 | 15,9 | 2,8 | 17,6% |
Struttura centrale | 72,4 | 67,6 | 4,8 | 7,1% |
Totale investimenti operativi | 440 | 386,1 | 53,9 | 14,0% |
Totale investimenti finanziari | 0,5 | 0,6 | -0,1 | -16,7% |
Totale investimenti lordi | 440,5 | 386,7 | 53,8 | 13,9% |
Contributi conto capitale | 44,3 | 20,3 | 24 | 118,2% |
di cui per FNi (Fondo Nuovi investimenti) | 8,2 | 7,3 | 0,9 | 12,3% |
Totale investimenti netti | 396,2 | 366,4 | 29,8 | 8,1% |
Nella struttura centrale gli investimenti su immobili sedi, sistemi informativi e flotte
Gli investimenti operativi, pari a 440,0 milioni di euro, risultano in crescita del 14,0% rispetto all’anno precedente e sono riferiti principalmente, a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e strutture di telecontrollo. Complessivamente, gli investimenti di struttura aumentano di 4,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
23,2 milioni di euro capitale circolante netto
L'esercizio 2017 chiude con un capitale circolante netto pari a 23,2 milioni di euro sensibilmente in calo rispetto ai 99,9 milioni di euro di fine 2016. Il risultato è dovuto alla positiva gestione e controllo delle performance dei crediti e all’incremento dei debiti che hanno compensato la variazione in aumento dei crediti da clienti in salvaguardia dell’energia elettrica. In particolare si evidenzia che i crediti da clienti in salvaguardia non disalimentabili, in caso di mancato incasso, sono rimborsati dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea), come disposto della delibera 370/12, emanata dall’Autorità. A tal proposito si evidenzia che l’ammontare totale dei crediti verso clienti include 221,3 milioni di euro (146,3 milioni di euro a dicembre 2016 - vedi nota 30) di crediti verso clienti salvaguardia (per i quali è stato già ricevuto l’incasso da Csea, poiché l’incasso risulta contabilizzato fra le altre passività correnti).
574,8 milioni di euro fondi
Nel 2017, i fondi ammontano a 574,8 milioni di euro, in crescita rispetto a quanto registrato alla fine dell’anno precedente. Questo risultato è dovuto principalmente agli accantonamenti di periodo che hanno compensato le uscite per utilizzi oltre che all’adeguamento del fondo trattamento di fine rapporto di lavoro, calcolato in base ai criteri attuariali. Contribuiscono all’incremento gli adeguamenti dei fondi post mortem discariche e ripristino beni di terzi dovuti all’applicazione del principio Ias 37. Per i dettagli sui movimenti dei fondi si rimanda alla nota integrativa,
2,7 miliardi di euro patrimonio netto
Il patrimonio netto sale dai 2.562,1 milioni di euro del 2016 ai 2.706,0 milioni di euro del 2017 a beneficio della struttura finanziaria del Gruppo. Il patrimonio netto rafforza la solidità del Gruppo grazie al buon risultato netto della gestione 2017, pari a 266,8 milioni di euro che al netto dei dividendi distribuiti nel corso dell’esercizio, pari a 140,4 milioni di euro, garantisce un autofinanziamento pari a 126,5 milioni di euro.
Roi 9,2%
Il rendimento sul capitale investito netto (Roi) si attesta a 9,2% nel 2017. Il risultato, superiore al 2016, è conseguenza della buona redditività conseguita nel corso dell’anno, più che proporzionale all’incremento del capitale investito netto, derivante dall’ingresso del Gruppo Aliplast nel perimetro di consolidamento e dai numerosi investimenti.
Il rendimento sul capitale proprio (Roe) passa dall’8,6% del 2016 al 9,9% del 2017. L’incremento è dovuto al buon risultato economico, sia operativo che extra operativo, del 2017.
Prospetto di raccordo fra bilancio separato della capogruppo e bilancio consolidato
Risultato netto | Patrimonio netto | |
Saldi come da bilancio d'esercizio della Capogruppo | 170,4 | 2.313,3 |
Eccedenza dei patrimoni netti dei bilanci di periodo rispetto ai valori di carico delle partecipazioni in imprese consolidate | 86,3 | 67,4 |
Rettifiche di consolidamento : | ||
- Valutazione a patrimonio netto di imprese iscritte nel bilancio separato al costo | 3,2 | 49,1 |
- Differenza tra prezzo di acquisto e corrispondente patrimonio netto contabile | (7,6) | 135,7 |
- Eliminazione effetti operazioni infragruppo | (0,9) | (20,3) |
Totale | 251,4 | 2.545,2 |
Attribuzione interessenza di terzi | 15,4 | 160,8 |
Saldi come da bilancio consolidato | 266,8 | 2.706,0 |
Documenti scaricabili
Una solida posizione finanziaria
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro | 31-dic-17 | 31-dic-16 | |
---|---|---|---|
a | Disponibilità liquide | 450,5 | 351,5 |
b | Altri crediti finanziari correnti | 41,5 | 29,4 |
Debiti bancari correnti | (187,0) | (72,1) | |
Parte corrente dell'indebitamento bancario | (55,3) | (71,7) | |
Altri debiti finanziari correnti | (35,3) | (36,2) | |
Debiti per locazioni finanziarie scadenti entro l'esercizio successivo | (2,0) | (2,3) | |
c | Indebitamento finanziario corrente | (279,6) | (182,3) |
d=a+b+c | Indebitamento finanziario corrente netto | 212,4 | 198,6 |
Debiti bancari non correnti e obbligazioni emesse | (2.825,3) | (2.847,8) | |
Altri debiti finanziari non correnti | (21,4) | (5,0) | |
Debiti per locazioni finanziarie scadenti oltre l'esercizio successivo | (13,9) | (14,9) | |
e | Indebitamento finanziario non corrente | (2.860,6) | (2.867,7) |
f=d+e | Posizione finanziaria netta - comunicazione Consob n. 15519/2006 | (2.648,2) | (2.669,1) |
g | Crediti finanziari non correnti | 125,2 | 110,2 |
h=f+g | Indebitamento finanziario netto | (2.523,0) | (2.558,9) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto, pari a 2.523,0 milioni di euro, è migliorato di circa 35,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente. La struttura finanziaria del Gruppo al 31 dicembre 2017 presenta un indebitamento corrente pari a 279,6 milioni di euro, di cui 55,3 milioni di euro è la quota di finanziamenti bancari in scadenza nel 2018 e 187,0 milioni di euro è la quota debiti bancari correnti. Quest’ultimi sono rappresentati da utilizzi di linee di conto corrente per circa 136 milioni di euro e da ratei per interessi passivi su finanziamenti per 51 milioni di euro. L’importo relativo ai debiti bancari non correnti e alle obbligazioni emesse risulta sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Al 31 dicembre 2017 il debito a medio/lungo termine è prevalentemente costituito da titoli obbligazionari (bond) emessi sul mercato europeo e quotati alla Borsa del Lussemburgo (78,6% del totale), con rimborso alla scadenza.
Il totale indebitamento presenta una durata residua media di oltre sette anni, di cui il 66% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
L’indebitamento finanziario netto passa da 2.558,9 milioni di euro del 2016 a 2.523,0 milioni di euro del 2017. Come il 2016 anche il 2017 è stato caratterizzato da un importante flusso di cassa operativo.
La gestione caratteristica ha generato flussi di cassa operativi in crescita rispetto all’anno precedente, grazie sia al miglior risultato di periodo sia alla gestione del capitale circolante netto, consentendo di pagare i dividendi e autofinanziare le operazioni di acquisizione effettuate nel 2017 fra cui quella riferita al Gruppo Aliplast.
Il rapporto NetDebt/Ebitda si riduce a 2,56 volte. Il risultato beneficia sia del risultato operativo in crescita rispetto all’anno precedente sia del ridotto indebitamento netto.
L’indice Fund from operation (Ffo)/NetDebt si attesta in crescita rispetto al risultato del 2016. Anche questo indice, così come il precedente, beneficia di un miglior indebitamento netto e di un incremento dei flussi di cassa operativi, a conferma della crescente solidità finanziaria del Gruppo e della capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie.
I risultati confermano la solidità finanziaria del Gruppo che detiene una valutazione di BAA1 con outlook negativo dall’agenzia di rating Moody's e BBB con outlook positivo da Standard & Poor's.
Documenti scaricabili
Strategia multi-business
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano e gpl, teleriscaldamento e gestione calore; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende i servizi di illuminazione pubblica, telecomunicazione e altri servizi minori.
Mix bilanciato e coerente del margine operativo lordo grazie all’articolazione del modello di business
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato e il servizio d’illuminazione pubblica.
La diversa articolazione organizzativa e societaria, a seguito della creazione di Inrete Distribuzione Energia Spa ed Heratech Srl, ha generato una diversa rappresentazione dei costi fra quelli del personale e quelli operativi, all’interno delle diverse aree di business, pur mantenendo la coerenza sul totale.
Marginalità in lieve crescita
L’area gas risulta in lieve crescita, rispetto all’esercizio precedente, sia a livello di marginalità che di volumi venduti. Parte di questo risultato è stato ottenuto grazie all’aggiudicazione, da parte della società Hera Comm Srl, di cinque lotti del servizio di default di distribuzione gas per il periodo 1° ottobre 2016 - 30 settembre 2018 e di due lotti del servizio di ultima istanza gas per il periodo 1°ottobre 2016 - 30 settembre 2018 e dall’ingresso nel perimetro del Gruppo della società Verducci Servizi Srl.
Crescita del Mol +0,4%
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 301,7 | 300,6 | 1,1 | 0,40% |
Margine operativ o lordo Gruppo | 984,6 | 916,6 | 68 | 7,40% |
Peso percentuale | 30,60% | 32,80% | -2,2 p.p. |
Il numero di clienti gas è in aumento di 14,9 mila clienti, pari all’1,1%, rispetto al 2017. Tale andamento è dovuto sia alle azioni commerciali di mantenimento e sviluppo della base clienti che all’ampliamento della stessa, tramite l’operazione di acquisizione di Verducci Servizi Srl per circa 3,7 mila clienti.
I volumi di gas venduti aumentano di 1.302,8 milioni di mc, pari al 33,3%, passando dai 3.913,8 milioni di mc del 2016 ai 5.216,6 del 2017, nonostante il clima mite dell’esercizio 2017. Tale andamento è dovuto principalmente alla crescita dei volumi di trading, pari a 1.251,4 milioni di mc (32,0% sul totale dei volumi). I volumi venduti a clienti finali presentano una crescita dell’1,3% rispetto al 2016, pari a 52 milioni di mc, grazie all’incremento della base clienti per circa 31,2 milioni di mc, all’apporto della società Verducci Servizi Srl per circa 3,4 milioni di mc, e al servizio di default gas che ha permesso di incrementare i volumi venduti dell’esercizio 2017, rispetto al quarto trimestre 2016, di circa 16,8 milioni di mc.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 rettificato | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 1.980,3 | 1.701,7 | 278,6 | 16,4% | ||
Costi operativi | (1.584,5) | (80,0%) | (1.288,3) | (75,7%) | 296,2 | 23,0% |
Costi del personale | (110,3) | (5,6%) | (122,2) | (7,2%) | (11,9) | (9,7%) |
Costi capitalizzati | 16,2 | 0,8% | 9,3 | 0,5% | 6,9 | 73,8% |
Margine operativo lordo | 301,7 | 15,2% | 300,6 | 17,7% | 1,1 | 0,4% |
I ricavi passano da 1.701,7 milioni dell’esercizio 2016 a 1.980,3 milioni di euro del 2017, con una crescita di 278,6 milioni di euro, pari al 16,4%. Le ragioni principali della crescita sono da imputare ai business di vendita e trading per i maggiori ricavi dell’attività di trading, per circa 256 milioni di euro, per i maggiori volumi venduti di gas, per 14,7 milioni di euro, e l’acquisizione di Verducci Servizi Srl, per circa 1,8 milioni di euro. Tale crescita è contenuta dai minori ricavi per il minor valore unitario della materia prima, per circa 21 milioni di euro, e per i minori ricavi per oneri di sistema, passanti sui costi, per circa 15 milioni di euro. Nell’attività regolata di distribuzione si segnalano in aumento i contributi per i titoli di efficienza energetica, per circa 28 milioni di euro, per il maggior valore unitario, i maggiori ricavi per le commesse Ifric 12 e conto terzi, per complessivi 14 milioni di euro, e i maggiori ricavi regolati per 3,7 milioni di euro. Infine, sono in diminuzione i ricavi di teleriscaldamento e gestione calore, per complessivi 4,0 milioni di euro, per la climaticità mite dell’esercizio 2017.
L’incremento dei ricavi si riflette in maniera proporzionale sulla crescita dei costi operativi e del personale, al netto dei costi capitalizzati, che passano dai complessivi 1.401,1 milioni di euro del 2016 ai 1.678,6 milioni di euro dell’analogo periodo del 2017, evidenziando quindi una crescita complessiva di 277,4 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente alle maggiori attività di trading, ai maggiori volumi venduti, al maggior costo unitario dei titoli di efficienza energetica, alle maggiori commesse Ifric 12 e conto terzi e agli effetti negativi derivanti dalla vendita di cespiti non prioritari sul business del teleriscaldamento.
Il margine operativo lordo aumenta di 1,1 milioni di euro, pari allo 0,4%, passando dai 300,6 milioni di euro del 2016 ai 301,7 milioni di euro di dicembre 2017, grazie alla maggiore marginalità del trading e ai ricavi dei servizi regolati che compensano la minore marginalità del business teleriscaldamento.
Nel 2017, gli investimenti netti nell’area gas sono pari a 101,0 milioni di euro, in aumento di 6,2 milioni di euro rispetto all’esercizio 2016. Nella distribuzione del gas, si registra un incremento di 9,6 milioni di euro che deriva principalmente dall’attività di adeguamento normativo delibera 554/15 (ex del. 631/13) per la sostituzione massiva dei contatori, che interessa anche gli apparati di classe inferiore (G4-G6) oltre alle maggiori manutenzioni straordinarie su reti e impianti, mentre la richiesta di nuovi allacciamenti risulta sostanzialmente in linea rispetto l’anno precedente.
Gli investimenti sono diminuiti di 2,9 milioni di euro nel teleriscaldamento e gestione calore, principalmente per effetto dei consistenti lavori effettuati l’anno precedente nel teleriscaldamento sugli impianti Barca di Bologna e Campus di Forlì, mentre sono in aumento gli interventi effettuati nella gestione calore ad opera della società Sinergie, nei territori del Gruppo AcegasApsAmga. I nuovi allacciamenti del teleriscaldamento sono in linea rispetto ai valori dell’anno precedente.
Crescono gli investimenti nell’area gas
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti | 80,6 | 71 | 9,6 | 13,5% |
Tlr/gestione calore | 20,9 | 23,8 | -2,9 | -12,2% |
Totale gas lordi | 101,5 | 94,8 | 6,7 | 7,1% |
Contributi conto capitale | 0,4 | 0 | 0,4 | 100,0% |
Totale gas netti | 101 | 94,8 | 6,2 | 6,5% |
La Regulatory asset base (Rab), che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2016.
Per approfondimenti sul tema si rimanda al capitolo 1.06.01 “Quadro regolatorio e ricavi regolamentati”.
L’area energia elettrica fornisce il maggior contributo alla crescita del margine operativo lordo di Gruppo rispetto all’esercizio 2016. Le società di vendita hanno ampliato la base clienti ed Hera Comm Srl si è aggiudicata la gara nazionale indetta dall'Acquirente Unico per il servizio di salvaguardia 2017-2018, vincendo sei lotti per 11 regioni italiane, con un diverso mix rispetto alla precedente aggiudicazione. Inoltre le attività di produzione hanno avuto ottime performance nella gestione degli asset, nonostante nel 2016 le attività di trading avessero registrato un risultato straordinario per la crisi delle centrali francesi. Infine, l’applicazione anticipata del principio Ifrs 15 ha determinato minori ricavi per 19,1 milioni di euro.
Questi effetti hanno determinato un’importante crescita del margine operativo lordo sia in termini assoluti che di contribuzione al margine totale di Gruppo.
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
+36,4% Mol in crescita
(mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 184,5 | 135,3 | 49,2 | 36,4% |
Margine operativo lordo Gruppo | 984,6 | 916,6 | 68 | 7,4% |
Peso percentuale | 18,7% | 14,8% | +3,9 p.p. |
Il numero di clienti energia elettrica registra un aumento dell’11,5% (101,4 mila unità), dovuto prevalentemente alla crescita nel mercato libero, pari al 9,0% del totale. Si conferma il trend di crescita degli ultimi anni sia per il rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto che per l’ampliamento della base clienti effettuata e per l’aggiudicazione della gara per il servizio di salvaguardia.
I volumi venduti di energia elettrica passano da 9.577,8 GWh del 2016 a 10.517,3 GWh del 2017, con un aumento complessivo del 9,8%. I volumi venduti nel mercato libero, in crescita del 10,7%, hanno più che compensato il calo dei volumi a maggior tutela, mentre i volumi in salvaguardia crescono dell’ 11,4%.
Mol in aumento di 49,2 milioni di euro
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 rettificato | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 2.380,2 | 2.175,1 | +205,1 | +9,4% | ||
Costi operativi | (2.161,8) | -90,8% | (2.000,7) | -92,0% | +161,1 | +8,1% |
Costi del personale | (44,8) | -1,9% | (46,0) | -2,1% | -1,2 | -2,6% |
Costi capitalizzati | 10,9 | 0,5% | 6,9 | 0,3% | +4,0 | +58,3% |
Margine operativo lordo | 184,5 | 7,7% | 135,3 | 6,2% | +49,2 | +36,4% |
I ricavi aumentano del 9,4%, passando dai 2.175,1 milioni di euro del 2016 a 2.380,2 milioni di euro dell’analogo periodo del 2017. Le principali motivazioni della crescita sono: l’aumento del prezzo medio ponderato dell’energia (Pun), in crescita del 26% rispetto all’analogo periodo anno precedente, che ha determinato maggiori ricavi di vendita per circa 111 milioni di euro, di trading per circa 47 milioni di euro e di produzione energia delle centrali termoelettriche, per circa 20 milioni di euro; inoltre l’aumento dei volumi venduti genera maggiori ricavi per circa 59 milioni di euro. Sono in diminuzione i ricavi per il vettoriamento extra rete e oneri di sistema per circa 15 milioni di euro per l’applicazione anticipata del principio Ifrs15, che riduce i ricavi per 19,1 milioni di euro.
L’incremento dei ricavi si riflette in maniera proporzionale sulla crescita dei costi operativi e del personale, al netto dei costi capitalizzati, che passano dai complessivi 2.039,8 milioni di euro dell’esercizio 2016 ai 2.195,7 milioni di euro dell’analogo periodo del 2017, evidenziando quindi una crescita complessiva di 155,9 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente alla crescita del costo della materia prima e dei maggiori volumi venduti.
Al 31 dicembre 2017, il margine operativo lordo aumenta di 49,2 milioni di euro, pari al 36,4%, passando da 135,3 milioni del 2016 a 184,5 milioni di euro dell’analogo periodo del 2017, grazie ai maggiori margini delle attività di vendita nel mercato libero e nel mercato della salvaguardia e alle maggiori marginalità nella produzione di energia elettrica.
Nell’area energia elettrica gli investimenti 2017 ammontano a 23,6 milioni di euro, in diminuzione di 1,5 milioni di euro rispetto ai 25,1 milioni di euro dell’anno precedente.
Gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la manutenzione straordinaria di impianti e reti di distribuzione nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia.
Rispetto all’esercizio precedente si registrano minori manutenzioni straordinarie che dipendono principalmente dai maggiori interventi realizzati nel 2016 sulla centrale Cogen di Imola.
Le richieste di nuovi allacciamenti sono in aumento rispetto l’anno precedente.
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti | 23,6 | 25,2 | -1,6 | -6,3% |
Cogenerazione industriale | 0 | 0 | 0 | 0,0% |
Totale energia elettrica lordi | 23,6 | 25,2 | -1,6 | -6,3% |
Contributi conto capitale | 0 | 0 | 0 | 0,0% |
Totale energia elettrica netti | 23,6 | 25,1 | -1,5 | -6,0% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al valore dell’esercizio 2016.
Per approfondimenti sul tema si rimanda al capitolo 1.06.01 “Quadro regolatorio e ricavi regolamentati”.
Conferma dei risultati anche nel 2017
Nel 2017, l’area ciclo idrico integrato ha registrato una crescita di marginalità pari a 1,1 milioni di euro, corrispondenti allo 0,5%. Dal punto di vista normativo si segnala che il 2017 è il secondo anno di applicazione del metodo tariffario definito dall’Autorità per il periodo 2016-2019 (delibera 664/2015) e che in entrambi gli esercizi è imputato, per competenza, il ricavo a copertura del sottostante costo di ammortamento relativo agli investimenti realizzati. Inoltre con la delibera 655/15, in vigore da luglio 2016, sono stati definiti gli standard minimi di qualità contrattuale, standard generali e specifici quali ulteriori obblighi per sportelli, fatturazione e preventivi. Attraverso tale delibera, vengono introdotti meccanismi di riconoscimento della qualità commerciale.
+0,5% Mol in linea
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 229,9 | 228,8 | 1,1 | 0,5% |
Margine operativo lordo Gruppo | 984,6 | 916,6 | 68 | 7,4% |
Peso percentuale | 23,3% | 25,0% | -1,7 p.p. |
Il numero di clienti acqua si attesta a quota 1,5 milioni, aumentando di 5,9 migliaia, pari allo 0,4% rispetto al 2016, a conferma del moderato trend di crescita organica nei territori di riferimento del Gruppo, prevalentemente nel territorio emiliano-romagnolo gestito da Hera Spa.
303 milioni di mc: quantità gestita in acquedotto
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
I volumi erogati, tramite acquedotto, presentano una crescita rispetto ai valori di dicembre 2016 di 2,8 milioni di mc: ciò può essere ricondotto sia ai maggiori consumi registrati in tutti i territori gestiti, che alla minore piovosità riscontrata nel 2017 rispetto all’anno precedente. Infatti il 2017 è stato definito l’anno più secco degli ultimi due secoli, con nove mesi su dodici sotto la media delle precipitazioni del periodo di riferimento, diminuite del 30% sul totale, e con temperature che lo hanno caratterizzato come il quarto anno più caldo di sempre. Inoltre è presente una crescita nelle quantità gestite relative alla fognatura (per circa l’1,5%) e della depurazione (per circa lo 0,9%) rispetto alle quantità di dicembre 2016. I volumi somministrati, a seguito della delibera 664/2015 dall’Autorità, sono un indicatore di attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto di perequazione per effetto della normativa che prevede il riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi distribuiti.
L’indicatore dell’acqua non fatturata, che è rappresentativo dell’efficacia e dell’efficienza del sistema di distribuzione, è in lieve crescita rispetto all’anno precedente. Tale andamento è dovuto sia alle forti sollecitazioni alle condotte a causa all’eccezionale siccità del 2017, che ha reso i terreni meno elastici, sia alla maggiore pressione della rete per le maggiori richieste conseguente alle temperature particolarmente elevate.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 859,9 | 807,7 | +52,2 | +6,5% | ||
Costi operativi | (457,0) | -53,1% | (420,6) | -52,1% | +36,4 | +8,7% |
Costi del personale | (178,1) | -20,7% | (161,9) | -20,0% | +16,2 | +10,0% |
Costi capitalizzati | 5,1 | 0,6% | 3,6 | 0,4% | +1,5 | +42,1% |
Margine operativo lordo | 229,9 | 26,7% | 228,8 | 28,3% | +1,1 | +0,5% |
I ricavi presentano una crescita del 6,5% passando dagli 807,7 milioni di euro di dicembre 2016 agli 859,9 milioni di euro del 2017. La crescita per 52,2 milioni di euro è dovuta ai maggiori ricavi da somministrazione per circa 22 milioni di euro come risultato complessivo degli effetti tariffari previsti dall’Autorità per il periodo 2016-2019 (Mti-2), dei maggiori ricavi a copertura del sottostante costo di ammortamento e del riconoscimento della premialità sulla qualità contrattuale per effetto dell’impegno su standard migliorativi rispetto a quelli previsti dalla delibera 655/2015 dell’Autorità. Inoltre sono presenti maggiori ricavi per l’applicazione del principio Ifric 12 per circa 27,0 milioni di euro e circa 3 milioni di euro di maggiori ricavi legati ad opere conto terzi che compensano i minori ricavi da allacciamenti per circa 2,0 milioni di euro.
I costi operativi e del personale, al netto dei costi capitalizzati, aumentano complessivamente di 51,1 milioni di euro, pari all’8,8%. Si segnalano i maggiori costi per commesse Ifric 12 e per opere conto terzi realizzate nel corso del 2017 per complessivi 32,0 milioni di euro. Inoltre si evidenziano la crescita del prezzo di energia elettrica per il funzionamento degli impianti, i maggiori volumi acquistati di acqua e i maggiori costi di pronto intervento. Gli eventi gestionali precedentemente indicati sono legati prevalentemente alla climaticità dell’esercizio 2017, uno tra i più secchi degli ultimi 60 anni e con precipitazioni inferiore al 30% rispetto alla media.
Il margine operativo lordo presenta una crescita di 1,1 milioni di euro, pari allo 0,5%, passando dai 228,8 milioni di euro di dicembre 2016 ai 229,9 milioni di euro del 2017, grazie ai maggiori ricavi da somministrazione pur in presenza di minori ricavi da allacciamenti e dei maggiori costi operativi citati in precedenza.
Gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 113,1 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno precedente di 1,3 milioni di euro. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, che aumentano di 23,5 milioni di euro, gli investimenti effettuati crescono di 24,8 milioni di euro, pari a 156,6 milioni di euro rispetto ai 131,8 milioni di euro dell’anno precedente.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre agli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto l’ambito depurativo e fognario.
Gli investimenti sono stati realizzati per 63,8 milioni di euro nell'acquedotto, per 42,0 milioni di euro nella fognatura e per 50,8 milioni di euro nella depurazione.
Fra i principali interventi, si segnalano: nell’acquedotto, il potenziamento delle interconnessioni del sistema idrico modenese, l’importante potenziamento di una condotta di adduzione nell’area ferrarese e interventi di adeguamento sismico di impianti idrici e riqualificazione di serbatoi pensili; nella fognatura continua l’avanzamento delle importanti opere del piano per la salvaguardia della balneazione di Rimini, oltre a interventi di riqualificazione della rete fognaria in altri territori; nella depurazione, i maggiori investimenti rispetto l’anno precedente dipendono prevalentemente dal proseguimento dei rilevanti interventi di adeguamento del depuratore di Servola, sul territorio del Gruppo AcegasApsAmga.
Le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono diminuzione rispetto l’anno precedente.
I contributi in conto capitale per 43,5 milioni di euro, sono comprensivi di 8,2 milioni di euro derivanti dalla componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il Fondo Nuovi investimenti (FNi) e aumentano rispetto l’anno precedente principalmente per la quota relativa alle opere del depuratore di Servola.
Rilevanti investimenti operativi su acquedotto, fognatura e depurazione
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Acquedotto | 63,8 | 61,5 | +2,3 | +3,7% |
Depurazione | 50,8 | 32,7 | +18,1 | +55,4% |
Fognatura | 42 | 37,6 | +4,4 | +11,7% |
Totale ciclo idrico integrato lordi | 156,6 | 131,8 | +24,8 | +18,8% |
Contributi conto capitale | 43,5 | 20,0 | +23,5 | +117,5% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) | 8,2 | 7,3 | +0,9 | +12,3% |
Totale ciclo idrico integrato netti | 113,1 | 111,8 | +1,3 | +1,2% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2016.
Mol in crescita
A dicembre 2017 l’area ambiente contribuisce con il 25% alla marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo lordo in crescita rispetto all’analogo periodo del 2016. Nel corso del 2017 l’area ambiente ha visto un rafforzamento della propria struttura organizzativa, attraverso le acquisizioni del Gruppo Aliplast, leader nel riciclo della plastica, e del ramo d’azienda impianti della società pisana Teseco Srl, primaria realtà nel trattamento e recupero dei rifiuti industriali. Queste importanti operazioni hanno permesso al Gruppo Hera di ampliare ulteriormente l’offerta commerciale e la propria dotazione impiantistica. Si evidenzia che l’importante acquisizione del Gruppo Aliplast ha l’effetto di rafforzare il posizionamento del Gruppo Hera come un operatore fortemente integrato nello sviluppo dell’economia circolare, in grado di offrire soluzioni affidabili e integrate e in grado di completare e chiudere il virtuale cerchio della sostenibilità, dal ritiro e recupero dei rifiuti plastici fino alla rigenerazione in nuovi prodotti.
Crescita del Mol: +6,6%
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 246,0 | 230,7 | +15,3 | +6,6% |
Margine operativo lordo Gruppo | 984,6 | 916,6 | +68,0 | +7,4% |
Peso percentuale | 25,0% | 25,2% | -0,2 p.p. |
Nella tabella l’analisi dei volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel corso del 2017:
Dati quantitativi (mgl/t) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani | 2.040,7 | 2.047,7 | -7,0 | -0,3% |
Rifiuti da mercato | 2.526,4 | 2.340,6 | +185,8 | +7,9% |
Rifiuti commercializzati | 4.567,1 | 4.388,3 | +178,8 | +4,1% |
Sottoprodotti impianti | 2.234,5 | 2.479,3 | -244,8 | -9,9% |
Rifiuti trattati per tipologia | 6.801,6 | 6.867,6 | -66,0 | -1,0% |
Rifiuti da mercato +7,9%
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia un aumento del 4,1% dei rifiuti commercializzati dovuto ai rifiuti da mercato che crescono del 7,9%, grazie alle azioni commerciali di sviluppo anche in nuovi mercati e alla crescita della base impiantistica, per l’acquisizione del ramo d’azienda “impianti” della società Teseco Srl e del Gruppo Aliplast. I rifiuti urbani presentano invece una lieve contrazione. In particolare le maggiori quantità di differenziato, in aumento del 2,1%, compensano solo in parte le minori quantità di indifferenziato, che presentano un calo del 3,1%.
La raccolta differenziata di rifiuti urbani registra un ulteriore progresso, passando dal 56,4% del 2016 al 57,7%. Nel 2017 nei territori gestiti da Hera Spa la raccolta differenziata aumenta dello 0,7%, nei territori di Marche Multiservizi Spa aumenta del 6,9% e nel Triveneto la crescita si attesta all’ 1,3%.
Dati quantitativi (mgl/t) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche | 872,3 | 777,7 | +94,6 | +12,2% |
Termovalorizzatori | 1.305,4 | 1.336,3 | -30,9 | -2,3% |
Impianti di selezione e altro | 451,2 | 535,5 | -84,3 | -15,7% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione | 379,4 | 388,2 | -8,8 | -2,3% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici | 1.000,5 | 1.154,2 | -153,7 | -13,3% |
Altri impianti | 2.792,8 | 2.675,8 | +117,0 | +4,4% |
Rifiuti trattati per impianto | 6.801,6 | 6.867,6 | -66,0 | -1,0% |
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con 92 impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di rigenerazione dei materiali plastici. Tra i principali impianti si evidenziano: 10 termovalorizzatori, 11 compostaggi/digestori, 15 impianti di selezione. Le variazioni di perimetro descritte in precedenza aggiungono tre impianti chimico-fisici, un impianto d’inertizzazione e un impianto di stoccaggio grazie al ramo d’azienda di Teseco Srl e ampliano la dotazione con sei impianti di selezione e tre impianti di trasformazione materia del Gruppo Aliplast.
Il trattamento dei rifiuti evidenzia un lieve calo, pari all’1,0% rispetto all’esercizio 2016. Per quanto concerne le discariche, l’aumento dei quantitativi è riconducibile all’ampliamento della disponibilità impiantistica su Ravenna, conseguente alle autorizzazioni ottenute. Sulla filiera dei termovalorizzatori la riduzione dei rifiuti trattati è dovuta prevalentemente al diverso scheduling dei fermi impianto e delle manutenzioni programmate. Il calo delle quantità negli impianti di selezione è imputabile principalmente a una diversa classificazione di alcuni impianti in impianti di inertizzazione e chimico-fisici. La diminuzione dei quantitativi nella filiera degli impianti di inertizzazione e chimico-fisici è riconducibile alla riduzione dei percolati delle discariche per la minore piovosità e alla diversa rappresentazione in questa categoria di alcuni impianti (già citata in precedenza). Infine la filiera impianti terzi/altri impianti beneficia delle acquisizioni del Gruppo Aliplast e del ramo d’azienda impianti della società Teseco Srl.
Marginalità in aumento
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 1.083,8 | 967,3 | +116,5 | +12,0% | ||
Costi operativi | (647,5) | -59,7% | (568,4) | -58,8% | +79,1 | +13,9% |
Costi del personale | (198,6) | -18,3% | (174,4) | -18,0% | +24,2 | +13,9% |
Costi capitalizzati | 8,2 | 0,8% | 6,3 | 0,7% | +1,9 | +30,1% |
Margine operativo lordo | 246,0 | 22,7% | 230,7 | 23,9% | +15,3 | +6,6% |
I ricavi a dicembre 2017 aumentano del 12,0%, pari a 116,5 milioni, passando dai 967,3 milioni di euro al 31 dicembre 2016 ai 1.083,8 milioni di euro dell’esercizio 2017. Al netto della variazione di perimetro relativa all’ingresso del Gruppo Aliplast che ha contribuito per 109,0 milioni di euro, e ai minori ricavi per la vendita dei certificati ambientali per circa 24 milioni di euro (invariante sui costi), l’area ambiente presenta dei ricavi in crescita di circa 32 milioni di euro rispetto allo scorso esercizio. Tale andamento è legato ai maggiori volumi da mercato, grazie allo sviluppo dell’attività commerciale, e al trend positivo dei prezzi dei rifiuti speciali per complessivi 23,0 milioni di euro. I maggiori ricavi da produzione energia elettrica, conseguenti all’incremento dei prezzi dell’energia e degli ex certificati verdi (o convenzioni Grin: Gestione riconoscimento incentivo), compensano la perdita d’incentivi energetici su alcuni impianti e le minori produzioni di energia su alcuni Wte. Positivo è anche il contributo dell’igiene urbana in cui l’incremento dei ricavi è riconducibile agli adeguamenti tariffari deliberati dalle agenzie d’ambito territorialmente competenti.
I costi operativi nel 2017 aumentano del 13,9%, pari a 79,1 milioni di euro passando dai 568,4 milioni di euro del 2016 ai 647,5 milioni di euro dell’esercizio 2017. Al netto dell’ingresso del Gruppo Aliplast che ha contribuito per 77,0 milioni di euro, e all’effetto dei certificati ambientali, già citati in precedenza per circa 24 milioni di euro, l’area ambiente presenta dei costi in crescita di circa 26,1 milioni di euro rispetto al precedente esercizio. Tale andamento è dovuto ai maggiori costi derivanti dall’incremento dei rifiuti commercializzati, all’incremento di costi legati alle opere di manutenzione su alcuni impianti di trattamento rifiuti e ai maggiori costi per lo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata.
L’incremento del costo del personale, al netto delle variazione di perimetro conseguenti all’ingresso del Gruppo Aliplast per circa 14,0 milioni di euro e all’aquisto del ramo d’azienda impianti della società Teseco Srl per circa 2,4 milioni di euro, è pari al 4,5%.
Il margine operativo lordo passa dai 230,7 milioni di euro del 2016 ai 246,0 milioni di euro del 2017 evidenziando una crescita di 15,3 milioni di euro, pari al 6,6%. Tale andamento è dovuto all’ingresso del Gruppo Aliplast nel perimetro del Gruppo Hera per circa 17,0 milioni di euro, ai maggiori volumi nel business del trattamento dei rifiuti e ai maggiori prezzi dei rifiuti speciali, nonostante i maggiori costi di gestione e di manutenzione su alcuni impianti e le perdite di alcuni incentivi.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti e ammontano a 66,9 milioni di euro, in crescita di 16,3 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.
La filiera compostaggi/digestori presenta un sensibile incremento degli investimenti per 11,5 milioni di euro, dovuto principalmente agli interventi sul compostaggio di Sant’Agata Bolognese per le attività legate alla realizzazione dell’impianto di biometano, oltre agli adeguamenti impiantistici dei siti di Cesena e Tre Monti.
Il decremento degli investimenti sulle discariche per 7,1 milioni di euro è da attribuire principalmente ai lavori effettuati nel 2016 per la realizzazione del 9° settore nella discarica di Ravenna e del 5° lotto della discarica di Sommacampagna, verso i nuovi interventi effettuati quest’anno sulla discarica Tre Monti (bonifica vasche e nuovo sistema di recupero energetico), Loria (realizzazione del 4° settore) e Ravenna (sistema gestione del biogas), di minor valore complessivo.
Nella filiera Wte si rileva un incremento di 0,9 milioni di euro rispetto l’anno precedente, principalmente per i lavori di modifica del generatore di vapore nell’impianto di Pozzilli e per interventi minori di mantenimento su altri Wte.
Gli investimenti nella filiera impianti rifiuti speciali sono in diminuzione di 0,5 milioni di euro in seguito ai maggiori lavori effettuati nell’anno precedente sugli impianti di Ravenna.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta registra minori investimenti per 1,0 milioni di euro principalmente per l’implementazione avvenuta nel 2016 nel Triveneto di Hergo Ambiente, il sistema informativo innovativo che gestisce in maniera integrata tutte le attività dei servizi ambientali del Gruppo Hera e per i minori investimenti in attrezzature di raccolta nel territorio di Marche Multiservizi.
L’incremento nella filiera degli impianti di selezione e recupero per 12,8 milioni di euro è imputabile principalmente al consolidamento del Gruppo Aliplast fra cui si evidenzia la realizzazione della nuova linea di lavaggio Pet avviata dalla società Alimpet Srl. Inoltre, la società Waste Recycling Spa sta realizzando il progetto I-waste, una piattaforma gestionale in grado di raccogliere ed elaborare informazioni da diverse tipologie di sensori che raccolgono dati analitici relativi alle prestazioni delle varie apparecchiature e degli impianti di trattamento, relazionandoli con le attività produttive, per l’efficientamento dei processi gestionali, tecnici ed energetici, introducendo l’IoT in modo esteso nella realtà aziendale.
Aumentano gli investimenti operativi
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori | 14,7 | 3,2 | +11,5 | +359,4% |
Discariche | 9,9 | 17 | -7,1 | -41,8% |
WTE | 10,3 | 9,4 | +0,9 | +9,6% |
Impianti Rs | 2,4 | 2,9 | -0,5 | -17,2% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta | 11,3 | 12,3 | -1 | -8,1% |
Impianti trasbordo, selezione e altro | 18,6 | 5,8 | +12,8 | +220,7% |
Totale ambiente lordi | 67,2 | 50,7 | +16,5 | +32,5% |
Contributi conto capitale | 0,3 | 0,1 | +0,2 | +200,0% |
Totale ambiente netti | 66,9 | 50,6 | +16,3 | +32,2% |
Marginalità in crescita
L’area altri servizi raccoglie i business minori gestiti dal Gruppo. Ne fanno parte la pubblica illuminazione, le telecomunicazioni e i servizi cimiteriali. Nel 2017, il risultato dell’area presenta un incremento, pari al 6,1%, rispetto all’esercizio precedente: il margine operativo lordo infatti è passato dai 21,3 milioni di euro del 2016 ai 22,5 milioni di euro dell’esercizio 2017.
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo sono:
(mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area | 22,5 | 21,3 | +1,2 | +6,1% |
Margine operativo lordo Gruppo | 984,6 | 916,6 | +68,0 | +7,4% |
Peso percentuale | 2,3% | 2,3% | +0,0 p.p. |
Gli indicatori principali dell’area riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica | ||||
Punti luce (mgl) | 522,1 | 517,0 | +5,1 | +1,0% |
di cui a led | 13,1% | 6,0% | +7,1 p.p. | |
Comuni serviti | 163,0 | 153,0 | +10,0 | +6,5% |
522,1 mila Punti luce
Dall’analisi dei dati quantitativi dell’illuminazione pubblica emerge una crescita di 5,1 mila punti luce e l’acquisizione di 10 nuovi Comuni gestiti. Il Gruppo Hera nel corso dell’esercizio 2017 ha acquisito circa 36 mila punti luce in 17 nuovi Comuni. Le acquisizioni maggiormente significative sono state in Lombardia per circa 4 mila punti luce in provincia di Bergamo e Cremona, in Abruzzo per circa 12 mila punti luce, nel Lazio per circa sette mila punti e nel Triveneto per circa 13 mila punti luce prevalentemente in provincia di Pordenone e di Venezia. Gli incrementi dell’anno hanno pienamente assorbito la perdita di circa 31 mila punti luce e di sette Comuni gestiti, di cui il decremento maggiormente significativo è relativo alla perdita della gestione di circa 29 mila punti luce nel comune di Rimini. Cresce anche la percentuale dei punti luce che utilizzano lampade a led che, per il 2017 si attesta a 13,1% in crescita di 7,1 punti percentuali. Tale andamento evidenzia l’attenzione costante del Gruppo a una gestione sempre più efficiente dell’illuminazione pubblica e alla promozione dell'applicazione di nuove tecnologie, al fine di generare un vantaggio competitivo, ridurre l’energia consumata per punto luce e ridistribuire sul territorio il patrimonio di conoscenza maturato.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) | dic-17 | Inc% | dic-16 | Inc.% | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi | 136,2 | 131,8 | +4,4 | +3,3% | ||
Costi operativi | (96,3) | -70,7% | (92,7) | -70,4% | +3,6 | +3,9% |
Costi del personale | (19,8) | -14,5% | (19,6) | -14,8% | +0,2 | +1,0% |
Costi capitalizzati | 2,5 | 1,8% | 1,7 | 1,3% | +0,8 | +46,1% |
Margine operativo lordo | 22,5 | 16,6% | 21,3 | 16,1% | +1,2 | +6,1% |
I ricavi dell’area sono in crescita rispetto allo scorso 2016 per 4,4 milioni di euro passando da 131,8 milioni di euro a 136,2 milioni di euro di dicembre 2017. La crescita è dovuta all’apporto positivo di tutti i business che compongono l’area: i ricavi dell’illuminazione pubblica crescono di circa 1,5 milioni di euro grazie al buon andamento della partecipazione alle gare pubbliche. I ricavi delle telecomunicazioni sono in crescita grazie a maggiori collaborazioni commerciali esterne e al contributo al processo di digitalizzazione e innovazione posto in campo dal Gruppo Hera. Infine sono in aumento anche i ricavi dei servizi cimiteriali gestiti da AcegasApsAmga Spa.
Il margine operativo lordo presenta una crescita di 1,2 milioni di euro rispetto al 2016. Tale andamento è dovuto ai maggiori margini dell’illuminazione pubblica e dei servizi delle telecomunicazioni.
Gli investimenti nell’area altri servizi sono pari a 18,7 milioni di euro, in aumento di 2,9 milioni di euro rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente.
Nelle telecomunicazioni sono stati realizzati 9,2 milioni di euro di investimenti in rete e in servizi Tlc e Idc (Internet data center), in aumento rispetto al 2016.
Nel servizio di illuminazione pubblica, gli investimenti per 9,5 milioni di euro sono relativi agli interventi di manutenzione, riqualificazione e ammodernamento degli impianti di illuminazione, con un aumento complessivo di 2,5 milioni di euro che ha riguardato principalmente la gestione del servizio nel perimetro del Gruppo AcegasApsAmga e di Marche Multiservizi per gli interventi nel Comune di Pesaro.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri servizi:
Altri Servizi (mln/euro) | dic-17 | dic-16 | Var. Ass. | Var. % |
---|---|---|---|---|
Tlc | 9,2 | 8,9 | +0,3 | +3,4% |
Illuminazione pubblica e semaforica | 9,5 | 7 | +2,5 | +35,7% |
Totale altri servizi lordi | 18,7 | 15,9 | +2,8 | +17,6% |
Contributi conto capitale | 0 | 0,2 | -0,2 | -100,0% |
Totale altri servizi netti | 18,7 | 15,8 | +2,9 | +18,4% |
Documenti scaricabili
+6,1% consumi di gas in rialzo
Nel 2017 continua la ripresa della domanda di gas naturale che si attesta a 74,7 miliardi di mc in aumento del 6,1% rispetto ai 70,4 miliardi di mc dell’anno precedente confermando così l’inversione di tendenza osservata nel 2015. Nel dettaglio, la maggiore crescita dei consumi gas è ascrivibile all’aumento della domanda delle centrali termoelettriche che si è attestata a 25,3 miliardi di mc rispetto ai 23,3 miliardi di mc del 2016 con un incremento dell’8,6%. Un incremento registrato principalmente nel corso del primo trimestre dell’anno e dovuto sia al minore import di energia elettrica dalla Francia sia al calo della produzione idroelettrica. È stato significativo anche il recupero dei consumi civili, che rappresentano più del 40% della domanda complessiva, con un incremento del 3,5% dai 31,7 miliardi di mc del 2016 ai 32,8 miliardi di mc del 2017. Infine anche i consumi industriali registrano un significativo aumento dell’ 1,1% arrivando a 14,3 miliardi di mc confermando la solidità della ripresa economica.
Ottimizzazione del portafoglio
Le attività di trading sono state indirizzate da un lato all’ottimizzazione del portafoglio, con l’obiettivo di bilanciare la posizione di breve periodo, e dall’altro alla negoziazione e gestione dei nuovi contratti di approvvigionamento per l’anno termico 2017/2018.
Entrando nel dettaglio, gli aggiustamenti di breve periodo, supportati da un’efficiente attività di previsione dei fabbisogni, sono stati effettuati mediante regolazioni in acquisto o in vendita al punto di scambio Virtuale (Psv-Italia), al Virtual trading point (Vtp-Austria), al Title transfer facility (Ttf-Olanda) e al Net connect Germany (Ncg Germania). Tali operazioni sono generalmente avvenute a condizioni favorevoli e hanno consentito di rispettare gli obiettivi di risultato economico previsti.
Da aprile, Hera Trading Srl ha avviato l’approvvigionamento del gas destinato al riempimento dello stoccaggio acquisito in asta, circa 0,33 miliardi di mc, sia del gas destinato al mercato libero delle società di vendita del Gruppo per l’anno termico 2017/2018, circa 0,6 miliardi di mc, attingendo direttamente dal mercato spot e a termine.
Nel corso del mese di aprile, in linea rispetto all’anno precedente, si è proceduto anche alla negoziazione del gas modulato destinato al mercato tutelato sui punti di consegna (c.d. Remi) delle società di vendita del Gruppo, per un quantitativo di circa 1,4 miliardi di mc relativi all’anno termico 2017/2018, in linea con le condizioni di fornitura deliberate dall’Arera a partire da ottobre 2013. La negoziazione ha consentito di ottenere condizioni particolarmente favorevoli sia in termini di prezzi che di condizioni di pagamento.
Nel 2017 i consumi di energia elettrica sono tornati a crescere raggiungendo il valore più alto dal 2013. Secondo i primi dati provvisori elaborati dalla società di trasmissione rete nazionale (Terna), il totale dell’energia elettrica richiesta in Italia nel 2017 è stato pari a 320,4 miliardi di kWh, valore in aumento del 2,0% rispetto al 2016.
Tale aumento non mostra una significativa variazione nelle varie regioni del Paese.
Nel corso del 2017 la domanda è stata soddisfatta per l’89% dalla produzione nazionale che ha registrato un incremento dell’1,9% rispetto al 2016 a 285,1 TWh mentre il saldo con l’estero si è attestato a 37,8 TWh (+2% sul 2016). In particolare è cresciuto il contributo termoelettrico a 199,5 TWh (+4,6%) e in misura più significativa la produzione solare a 24,8 TWh (+14%). Segna invece un nuovo ribasso l’idroelettrico in calo del 14,3% a 24,8 TWh mentre flessioni più modeste riguardano l’eolico a 17,5 TWh (-0,2%) e la produzione geotermica a 5,8 TWh (-1,4%). Complessivamente l’incidenza delle fonti rinnovabili sul totale dei consumi scende dal 34% del 2016 al 32,3% del 2017.
I margini relativi all’esercizio degli impianti termoelettrici e in particolare Teverola e Sparanise hanno mostrato un significativo incremento rispetto a quanto registrato nel 2016. A tale risultato hanno contribuito sia il maggiore ricorso da parte di Terna al Mercato dei servizi di dispacciamento (Msd) sia il significativo aumento del Prezzo unico nazionale (Pun) registrato nel corso dell’anno.
+2,0% consumi elettrici in rialzo
Nel mese di agosto 2017 un incendio divampato nella centrale di Sparanise ha provocato danni a uno dei due moduli della centrale determinando il temporaneo fuori servizio del modulo stesso fino al completamento dei lavori di ripristino previsto per la fine del primo trimestre 2018. Permangono problematiche le performance dell’impianto di Ortona, ubicato in un’area caratterizzata da scarsa richiesta sul Msd, anche se con risultati in miglioramento rispetto all’anno precedente.
Riforma del mercato elettrico
Nel corso del primo semestre è stato avviato da parte dell’Arera con delibera 300/2017 del 5 maggio 2017 una prima fase di progetti pilota per la partecipazione al Msd delle unità di consumo e delle unità non abilitate prevedendo anche varie forme di aggregazione secondo parametri geografici. I progetti pilota definiscono le modalità di remunerazione dei servizi ancillari attualmente non remunerati.
Inoltre, con delibera 419/2017 l’Arera ha approvato la nuova disciplina transitoria relativa agli sbilanciamenti effettivi che prevede l’introduzione dal 1° luglio 2017 dei corrispettivi di non arbitraggio macrozonale, l’applicazione della nuova metodologia di calcolo del segno di sbilanciamento aggregato zonale a partire dal 1° settembre 2017 e il ripristino del meccanismo single pricing per i punti di dispacciamento delle unità non abilitate mantenendo invece per le unità di consumo il sistema misto dual pricing per contrastare le strategie di programmazione non diligenti nei confronti del sistema.
Performance trading elettrico
Per quanto riguarda l’attività di trading di energia elettrica e certificati ambientali, nel 2017 si è registrato un calo della marginalità rispetto al 2016 a causa degli effetti congiunturali di indisponibilità del parco nucleare francese che avevano caratterizzato il quarto trimestre dell’anno precedente.
Particolarmente efficace è risultata la gestione/ottimizzazione del portafoglio acquisti di Hera Comm Srl mediante l’operatività sulla Borsa e sulle piattaforme Over the counter (Otc).
Anche la gestione del rischio commodity e del cambio si è confermata particolarmente adeguata consentendo una gestione unitaria ed efficiente del rischio prezzo a supporto delle attività commerciali delle aree gas ed energia elettrica nel rispetto delle policy di Gruppo.
Adeguamento agli obblighi MiFID II
Con decorrenza 3 gennaio 2018 è entrata in vigore la Direttiva comunitaria 201/65/UE MiFID II. Tale Direttiva accresce le interazioni tra il mondo finanziario e i mercati delle commodity estendendo agli operatori del settore energia una serie di obblighi tipici degli strumenti finanziari. In particolare la nozione di strumento finanziario è stata ulteriormente ampliata per includervi le quote di emissione e gli strumenti derivati su merci regolati con consegna fisica anche se negoziati su un sistema organizzato di negoziazione (Otf) con la conseguenza che le attività di trading su tali beni, prima non regolate, saranno soggette ai requisiti di autorizzazione, governance e capitalizzazione previsti dalla normativa per i servizi di intermediazione finanziaria.
Tuttavia sono previste alcune esenzioni all’applicazione delle norme sull’intermediazione finanziaria per soggetti che operano su quote di emissione e derivati su merci per conto proprio o prestano altri servizi di investimento in strumenti derivati su merci o quote di emissione a favore di clienti o fornitori della loro attività principale.
Le società del Gruppo rientranti nel perimetro di applicazione del regolamento e in particolare Hera Trading Srl hanno provveduto ad adeguarsi, in termini di strumenti e procedure, per essere conformi agli obblighi previsti.
Documenti scaricabili
Il settore utility e l’autority fra la razionalizzazione del comparto e la liberalizzazione dei mercati
Come emerge dall’ultimo rapporto Top Utility stilato da Althesys, il settore dei servizi di pubblica utilità riveste un ruolo di primaria importanza all’interno dell’economia italiana, contribuendo per circa il 7% del Prodotto interno lordo (Pil) nazionale. Un risultato che viene tuttavia raggiunto con livelli di servizio ed efficienza molto eterogenei sul territorio italiano a causa dell’elevata frammentazione degli operatori. L’ultimo censimento del Governo nel 2014 ne contava ben 1.500, un numero molto lontano dagli standard degli altri paesi dell’Unione Europea. Con lo scopo di migliorare l’efficienza e la trasparenza di questi servizi, Governo e Autorità nazionale hanno perciò perseguito delle azioni miranti a una razionalizzazione del settore.
Nella distribuzione del gas, ad esempio, sono in programma nei prossimi cinque anni, su tutto il territorio nazionale, le gare per il rinnovo delle concessioni. Queste procedure competitive sono state pensate per promuovere il consolidamento degli operatori, favorendo al contempo quelli più efficienti e in grado di sostenere i maggiori piani d’investimento. Gli ambiti di gara sono stati infatti ampliati geograficamente su base provinciale, rispetto alla precedente base municipale. Ne deriva che, secondo le stime degli addetti ai lavori, si dovrebbe assistere a una riduzione del numero dei gestori da oltre 200 a circa una ventina/trentina.
Sul finire del 2017 il Governo ha anche stabilito il passaggio della regolamentazione del settore ambientale all’Autorità per l’energia, il gas e il servizio idrico, che è stata così ribattezzata Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Con tale riforma l’Esecutivo si attende una maggiore omogeneità delle tariffe e della qualità del servizio a livello nazionale, da ottenersi anche tramite la definizione di meccanismi di gara per l’assegnazione delle concessioni relative allo spazzamento e alla raccolta dei rifiuti urbani. Grazie a questo cambiamento, simile a quello introdotto per il servizio idrico, il Governo mira a raggiungere, nel medio termine, una razionalizzazione di questo settore, rimasto l’unico senza una regolazione moderna e razionale.
Nei business liberalizzati l’obiettivo del legislatore è quello di promuovere maggiori livelli di competizione sul mercato, a vantaggio dei consumatori finali. Con questo intento nel Disegno Legge Concorrenza del 2017, è stata inserita la previsione di una completa liberalizzazione del mercato elettrico a partire dal 1° luglio 2019. A oggi sono circa 20 milioni gli utenti che non hanno ancora scelto un fornitore di energia sul mercato libero. Pertanto l’avvio di questo processo rappresenta un’opportunità per stimolare la concorrenza e far emergere le società con i migliori livelli di servizio e le maggiori economie di scala.
Il modello aggregativo di Hera
In questo contesto, caratterizzato in tutti i settori dalla presenza di fattori che convergono in direzione di un consolidamento degli operatori di minori dimensioni, Hera opera con l’usuale modello di sviluppo che coniuga lo sfruttamento delle economie di scala e delle sinergie (crescita interna) con l’espansione del proprio perimetro di riferimento (crescita esterna), integrando altre aziende del settore. Sin dalla costituzione del Gruppo sono state fuse 25 società in territori contigui, permettendo a Hera di raggiungere posizioni di mercato di spicco a livello nazionale e quintuplicandone il margine operativo lordo. Un processo favorito anche da un assetto proprietario ampiamente diversificato e che demanda la gestione del Gruppo a una governance che si rifà a logiche di tipo industriale e manageriale.
Hera cresce su più fronti
Anche i risultati del 2017 sono il frutto di questo approccio strategico. Per quanto riguarda la crescita esterna, Hera ha concluso nell’anno appena trascorso alcune importanti acquisizioni sui mercati liberalizzati. Nel business della vendita di energia Hera Comm Srl, la società commerciale del Gruppo, ha perfezionato l’acquisto di alcuni pacchetti di clienti (Verducci Servizi Srl) nella regione Abruzzo, un’area di crescente interesse come testimoniano le acquisizioni dell’ultimo triennio (Alento Gas Srl, Julia Servizi Più Srl, Fucino Gas Srl e Gran Sasso Srl). All’inizio del 2018 alla lista delle aziende acquisite si è aggiunta Blu Ranton Srl, una società di vendita di gas ed energia elettrica operante nelle regioni Marche e Abruzzo con circa 17.000 clienti. Grazie a questa operazione il Gruppo è oggi un operatore di riferimento in questi territori, con circa 225.000 clienti. Sempre nello stesso periodo è stato acquistato da Eni un portafoglio di clienti della provincia di Gorizia, dove il Gruppo già eroga i servizi di distribuzione del gas e dell’energia elettrica.
Nel settore del trattamento dei rifiuti sono state concluse due acquisizioni: Aliplast Spa e Teseco Srl. Quest’ultima risponde all’obiettivo di potenziare la capacità impiantistica dedicata al riciclo dei rifiuti industriali, permettendo l’espansione in uno dei più importanti distretti industriali della regione Toscana, dove il Gruppo era già presente dalla fine del 2015 con Waste Recycling Spa.
Aliplast Spa ha invece permesso di aggiungere un nuovo anello alla catena del valore del settore: grazie a essa Hera è infatti ora in grado di realizzare prodotti finiti partendo da materie prime di recupero. Tale operazione consente inoltre di ridurre l’esposizione dei margini del Gruppo alla ciclicità dei prezzi del materiale riciclato, di perseguire il cross selling dei servizi di trattamento rifiuti sulla vasta base clienti della neo acquisita e di evolvere le attività in direzione dell’economia circolare.
La crescita interna è stata perseguita con l’usuale estrazione di efficienze e sinergie dai business gestiti, in linea con il track record degli ultimi cinque anni, in cui sono stati consuntivati circa 90 milioni di euro di risparmi cumulati. Un risultato ottenuto anche grazie allo sviluppo di alcuni progetti innovativi, come la ricerca satellitare delle perdite di rete idriche o la digitalizzazione del processo di raccolta dei rifiuti urbani (progetto HergoAmbiente). È continuata inoltre la crescita organica sui mercati liberi, dove l’espansione della base clienti è avvenuta attraverso l’azione commerciale e l’allargamento delle regioni servite nei servizi di ultima istanza. Il 2017 è stato infatti il primo anno delle concessioni biennali nei mercati della salvaguardia elettrica e default gas, che il Gruppo si era aggiudicato sul finire del 2016 conquistandosi la co-leadership a livello nazionale.
La strategia di crescita, perseguita con continuità ed efficacia anche nel 2017, ha conservato un perfetto equilibrio tra attività regolate e liberalizzate dei core business. Tale bilanciato mix di portafoglio è propedeutico al mantenimento di un’elevata diversificazione dei rischi.
Il nuovo piano Industriale al 2021
All’inizio di gennaio 2018 è stato presentato il nuovo piano industriale al 2021, il quindicesimo dalla nascita del Gruppo, all’insegna di un’ulteriore crescita. Grazie a uno scenario macroeconomico atteso in miglioramento e alle opportunità di sviluppo offerte dalla razionalizzazione del settore, il margine operativo lordo è visto crescere di 218 milioni di euro, per raggiungere nel 2021 il traguardo di 1,135 miliardi di euro, un target superiore a quello fissato dal precedente piano. Facendo leva sull’attuale posizionamento sui mercati e sulle disponibilità finanziarie accumulate, la crescita sarà alimentata anche da un ambizioso programma di investimenti per circa 2,9 miliardi di euro, in forte accelerazione (+62%) rispetto a quanto investito negli ultimi cinque anni. La strategia di Gruppo prevede infatti un’allocazione efficiente dei capitali, pienamente finanziata dalla generazione di cassa, in buona parte destinata alle reti e che consentirà di conservare l’attuale basso profilo di rischio.
Confermato anche l’obiettivo del mantenimento della solidità finanziaria, con un target di 2,9 volte il rapporto debito su margine operativo lordo. L’aumento del 17% del dividendo per azione, da realizzare progressivamente fino al 2021, lascia comunque ampio spazio per finanziare eventuali ulteriori opportunità di crescita in futuro.
In continuità con il precedente piano industriale, la strategia è supportata dalle usuali cinque leve di sviluppo: crescita, efficienza, innovazione, eccellenza e agilità. Tali orientamenti, che hanno già dato prova di validità negli anni passati, sono alla base di tutti i progetti del prossimo quadriennio, i quali rispondono alle principali evoluzioni del settore: economia circolare, utility 4.0 e customer experience.
Economia circolare
La strategia al 2021 si mostra in linea con la filosofia dell’economia circolare, che spinge la gestione sostenibile oltre i limiti del riuso e del riciclaggio dei materiali provenienti da raccolta differenziata. Il Gruppo, che in tale ambito ha già raggiunto con largo anticipo i target fissati dagli organismi sovranazionali (UE e ONU), compirà nel quinquennio il passo decisivo per arrivare a produrre direttamente beni rilocabili sul mercato, attraverso l’impiego di materiali riciclati.
Utility 4.0
Il Gruppo intende poi indirizzarsi verso l’utility 4.0 attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali in tutte le aree di business. Reti intelligenti, analisi dei big data e internet of things rappresentano infatti delle opportunità per rendere più efficienti i processi e le infrastrutture gestite e contribuire concretamente allo sviluppo smart delle città servite.
Customer experience
È prevista poi una grande attenzione alla customer experience e alle relative attività che consentono l’evoluzione degli strumenti di customer relationship management. Il target è una sempre maggiore capacità e velocità di analisi dei big data al fine di strutturare strategie di miglioramento della qualità dei servizi offerti, nonché l’individuazione delle offerte commerciali maggiormente rispondenti alle richieste dei clienti.
La creazione di valore condiviso
Il piano presenta target e progetti che il Gruppo ambisce perseguire in modo sostenibile, creando valore per tutti gli stakeholder. Prima in Italia, Hera ha rendicontato nel 2017 il valore condiviso (Csv, dall’acronimo inglese Creation of shared value). Con questo indicatore viene calcolata la marginalità del Gruppo derivante da attività in linea con gli obiettivi globali dell’Agenda dell’ONU e, in modo più specifico, rispondenti alla call to action di 10 dei 17 punti presentati, ovvero: uso efficiente delle risorse, uso intelligente delle risorse, innovazione e sviluppo del territorio. Nell’esercizio precedente (2016) il valore condiviso ha rappresentato circa il 30% del margine operativo lordo, una quota destinata a salire al 40% nel 2021, considerando che due terzi della crescita prevista nel piano sono riconducibili a progetti in linea con l’Agenda globale dell’ONU.
Documenti scaricabili
Il contesto macroeconomico
Nel 2017 l’economia mondiale ha visto confermarsi la ripresa avviata nel 2016, con tassi di sviluppo più robusti e con una maggiore diffusione geografica. La maggior parte delle aree economiche mondiali infatti ha fatto registrare nel 2017 un tasso di crescita superiore alla media degli ultimi anni nonostante alcuni fattori di rischio a livello globale, tra cui le tensioni geopolitiche con la Corea del Nord e i negoziati tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit.
Le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale mostrano il Prodotto interno lordo (Pil) mondiale in crescita del 3,7% nel 2017, in aumento dello 0,5% rispetto alla crescita registrata l’anno precedente. Per oltre 120 paesi (pari al 75% del Pil mondiale) il 2017 ha fatto segnare il maggiore tasso di crescita annuale dal 2010 a oggi. Permangono tuttavia tassi di sviluppo ancora significativamente disomogenei tra le diverse aree del mondo. Il mercato asiatico, in particolare Cina e India, si conferma traino della crescita mondiale con tassi del +6,5% rispetto al 2016. L’area a influenza russa ha consolidato i segnali di ripresa registrati lo scorso anno facendo segnare tassi di sviluppo superiori al 2%, grazie anche al recupero delle quotazioni delle materie prime energetiche. Crescono a un ritmo superiore al 2% anche gli Stati Uniti, in aumento rispetto a quanto registrato nel 2016, ma inferiore alle attese degli analisti. Appare invece in rallentamento l’economia britannica che mostra una crescita dell’1,7% rispetto al 2016, in ribasso di 0,2 punti rispetto allo sviluppo del Pil dello scorso anno, quale esito delle incertezze legate alla scelta di rendersi indipendente dall’Unione Europea.
Per quanto riguarda l’area euro, secondo le ultime stime l’economia ha esibito un notevole rialzo guidato dall’espansione degli investimenti e dal fondamentale contributo della politica monetaria espansiva della Bce: il Pil dell’eurozona ha fatto registrare una crescita del 2,4% rispetto al 2016, dato più alto registrato dal 2007. A questo risultato hanno contribuito in particolare l’economia tedesca (+2,5%) e spagnola (+3,1%). L’inflazione si dovrebbe attestare all’1,5%, in risalita rispetto allo scorso anno grazie anche alla ripresa dei prezzi dei prodotti energetici. Infatti, escludendo i prodotti energetici dal paniere, l’aumento dei prezzi al consumo si ferma al di sotto dell’1%. Il tasso di disoccupazione dell’area euro è in lenta ma continua riduzione, anche se permangono ampie differenze tra i singoli Paesi.
L’economia italiana nel 2017 ha fatto segnare un notevole rafforzamento, con una crescita del Pil del +1,5% rispetto allo scorso anno, massimo rialzo registrato dal 2010. Il traino principale alla crescita è rinvenibile nella ripresa dei consumi finali e degli investimenti.
I consumi, in particolare quelli privati, sono aumentati grazie al miglioramento della fiducia delle famiglie e all’andamento positivo del reddito disponibile. Sul fronte delle imprese è cresciuta la produzione industriale e gli investimenti nella seconda parte dell’anno hanno accelerato in maniera significativa, stimolati anche dagli incentivi fiscali legati al pacchetto Industria 4.0.
Per quanto riguarda il commercio con l’estero le esportazioni in volume sono cresciute del 5,4%, in particolare verso i Paesi dell’UE non appartenenti all’eurozona e quelli extra UE. Dopo la flessione del 2016 l’inflazione è tornata in campo positivo nel 2017 e secondo le ultime stime si dovrebbe attestare a +1,3%, sostanzialmente in linea con i dati dell’eurozona. Sul fronte del mercato del lavoro il tasso di disoccupazione a fine 2017 dovrebbe attestarsi intorno all’11%, in progressiva riduzione rispetto al 11,7% del 2016.
Con particolare riferimento ai territori presidiati dal Gruppo Hera, è interessante evidenziare come i tassi di crescita dell’economia del 2017 in Veneto e Friuli Venezia Giulia siano superiori alla media nazionale, e come in Emilia-Romagna il Pil regionale sia addirittura cresciuto del +1,8%, facendola diventare una delle due regioni “locomotiva” del Paese insieme alla Lombardia.
Il contesto competitivo
Le utility si muovono all’interno di un contesto caratterizzato da un crescente grado di competizione. Questa evoluzione è riscontrabile sia con riferimento ai business regolati, sia nel caso dei business a libero mercato.
Nei business regolati si segnala l’avvicinarsi dell’appuntamento con le gare per l’assegnazione in concessione dei servizi, che introdurrà una maggiore spinta alla competizione attraverso le forme di concorrenza per il mercato. Nel corso del 2017 il processo di assegnazione delle concessioni per il servizio di distribuzione gas ha compiuto importanti passi avanti, con la pubblicazione di diversi bandi di gara e la recente conclusione della prima aggiudicazione. A valle delle prime esperienze completate a livello nazionale, è ragionevole aspettarsi una progressiva pubblicazione dei bandi e di avvio delle procedure nella maggior parte degli ambiti. Nel caso dell’igiene urbana per i prossimi anni sono attese le procedure competitive per l’assegnazione del servizio nel territorio emiliano-romagnolo e proprio nelle ultime settimane del 2017 è stato pubblicato il primo bando, inerente la gestione del servizio nell’area del ravennate e del cesenate.
I business a mercato, invece, sono naturalmente caratterizzati da forme di concorrenza nel mercato e anche nel 2017 si è registrato un’intensificazione della competizione tra operatori. Per quanto riguarda le attività di vendita di energia, l’Arera, nel suo più recente rapporto di monitoraggio del mercato retail, ha riscontrato come il numero di operatori attivi nel mercato libero sia stato in incremento nel quinquennio 2012-2016, fino a raggiungere i 373 operatori sia nella vendita di gas che nella vendita di energia elettrica. Con particolare riferimento al settore elettrico, il 47% degli operatori è attivo su più della metà delle regioni italiane, a conferma di un’intensa concorrenza tra le società di vendita per acquisire il cliente finale. Nel 2017 si è registrata anche l’uscita dal mercato di alcuni operatori i cui business model si fondavano su un’eccessiva rischiosità, quale esito di un processo di selezione virtuosa tra i concorrenti.
Con riferimento alle attività di smaltimento, trattamento e recupero dei rifiuti il contesto attuale è caratterizzato da varie complessità, anche di natura internazionale. Dai primi mesi del 2018 la Cina ha ridefinito in modo restrittivo la qualità minima dei materiali che possono essere importati sul suolo cinese al fine di essere trattati. La conseguente riduzione dei flussi in uscita verso la Cina si sta traducendo in Europa (ma non solo) in una maggiore disponibilità di materiali di bassa qualità da raccolta differenziata, che devono essere indirizzati verso gli impianti di trattamento e smaltimento europei. Il contesto europeo è dunque caratterizzato da un forte capacity gap, con la domanda di trattamento che negli ultimi anni è stata superiore alla reale disponibilità impiantistica. Analogamente, nel segmento di mercato dei rifiuti pericolosi industriali si rileva una situazione di mercato corto, quale conseguenza della forte crescita dei principali settori industriali trainanti (in particolare dei settori chimico e farmaceutico).
Documenti scaricabili
Contesto macroeconomico e focus sul settore petrolio, gas ed energia elettrica
Normativa di riferimento
Tra i provvedimenti legislativi del 2017 di maggior impatto per il Gruppo Hera sono certamente da annoverare l’entrata in vigore del Testo unico sulla governance delle società pubbliche e l’approvazione, con fiducia, del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.
Testo unico sulla governance delle società pubbliche
Il 26 giugno 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica 147 il c.d. decreto correttivo al “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica”. Il provvedimento ha risposto a una duplice esigenza: da un lato, quella di dare completa attuazione alla Legge Delega 124/2015, che prevedeva la possibilità per il Governo di perfezionare il D.Lgs. 175/2016 attraverso decreti correttivi da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di quest’ultimo; dall’altro, quella di adeguamento alla sentenza della Corte Costituzionale 251/2016, con la quale era stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della Legge Delega, nella parte in cui era ivi disciplinata la modalità procedurale di adozione dei decreti attuativi della riforma.
Con l’emanazione del Testo unico è stato creato un corpus normativo unitario in tema di società a partecipazione pubblica, che ha avuto il merito di disciplinare in maniera organica una materia ampia e complessa, la cui normativa di riferimento si presentava frammentata, e in molti casi, non coordinata e disomogenea. Il nuovo Testo unico, infatti, partendo dall’analisi dei requisiti da rispettare affinché le pubbliche amministrazioni possano acquistare o detenere partecipazioni societarie, ha esteso il suo perimetro applicativo a pressoché tutti gli aspetti connessi alla gestione di tali società: dalle attività ammesse alle finalità perseguibili, dai requisiti degli amministratori alle norme finanziarie per gli Enti.
Arera: Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente
Il 29 dicembre 2017 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale della Repubblica la Legge di Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. I commi dal 305 al 308 hanno attribuito all’Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico funzioni di regolazione e controllo del ciclo dei rifiuti, espressamente incluso tra i servizi a rete. In conseguenza all’ampliamento delle competenze, l’Autorità ha assunto la denominazione di Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.
Tra le funzioni riconosciute all’Autorità vi sono l’emanazione di direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione, l’indicazione dei livelli di qualità dei servizi e la vigilanza sulle modalità di erogazione degli stessi, la definizione e l’aggiornamento della metodologia per la determinazione delle tariffe, l’approvazione delle tariffe proposte dall’ente di governo d’ambito per il servizio integrato e dai singoli gestori degli impianti di trattamento, la definizione dei contratti di servizio tipo, la verifica della corretta redazione dei piani di ambito nonché la predisposizione di una relazione annuale al Parlamento sullo stato della regolazione del servizio.
Regolazione gas, energia elettrica e servizio idrico integrato
Fra le novità regolamentari approvate nel 2017 dall’Autorità di maggior rilievo per il Gruppo Hera sono da annoverare: la regolazione propedeutica all’abolizione dei regimi di tutela energy, la determinazione di nuove modalità di riconoscimento dei costi relativi all’attività di misura gas, la ridefinizione della struttura tariffaria degli oneri generali per i clienti non domestici elettrici, nonché il completamento della regolazione del servizio idrico integrato.
Transizione verso il superamento dei regimi di tutela: le offerte Placet e a condizioni non derogabili
L’Autorità ha proseguito nell’adozione di provvedimenti finalizzati ad accompagnare il settore verso la fine dei regimi di tutela nei mercati retail e la loro conseguente completa liberalizzazione, che decorrerà dal 1° luglio 2019.
In particolare l’Autorità, con delibera 555/2017/R/com, ha approvato la disciplina delle offerte a Prezzo libero a condizioni equiparate di tutela (c.d. offerte Placet), caratterizzate da condizioni generali di fornitura fissate dall'Autorità con l'eccezione delle condizioni economiche che dovranno essere obbligatoriamente inserite da ciascun operatore del mercato libero nel proprio menu di offerte. L’Arera ha inoltre ridefinito la disciplina delle condizioni contrattuali minime inderogabili nell'ambito di tutte le offerte del mercato libero diverse dalle offerte Placet. Il provvedimento ha stabilito infine che, per i contratti di “Tutela Simile” che giungono al loro naturale termine di 12 mesi, in assenza di una diversa scelta da parte del cliente, il contratto possa proseguire per un altro anno alle medesime condizioni contrattuali ed economiche (senza tuttavia prevedere una nuova applicazione dello sconto una tantum); solo a valle di questo secondo anno di vigenza delle condizioni di “Tutela Simile” sarà prevista l'applicazione, in mancanza di diversa scelta del cliente finale, di una offerta Placet secondo modalità definite dall'Autorità. Con delibera 848/2017/R/com, l'Autorità ha inoltre disposto l’avvio del Portale offerte che avrà la funzione di raccogliere e comparare le offerte vigenti sul mercato retail, avvalendosi del sistema informativo integrato.
Disciplina transitoria in tema di esazione degli oneri generali di sistema del settore elettrico
A seguito delle pronunce del Tar e del Consiglio di Stato sui ricorsi proposti avverso la precedente disciplina sugli oneri di sistema delineata nel Codice di Rete Distribuzione Energia Elettrica (Cade), l’Autorità con la delibera 50/2018/eel per le imprese distributrici e la consultazione 52/2018/R/eel per le imprese di vendita, dà attuazione alla disciplina transitoria (nelle more dell’intervento del legislatore) in tema di esazione degli oneri generali di sistema del settore elettrico. La delibera 50/2018 conferma l’attuale sistema di esazione degli oneri generali di sistema, introducendo un meccanismo di reintegrazione degli oneri di sistema versati dalle imprese di distribuzione a Csea e al Gse e non riscossi e non recuperabili dalle imprese di vendita. Analogamente con il Dco 52/2018 l’Autorità ha illustrato i propri orientamenti in merito alle regole di rimborso alle società di vendita degli oneri di sistema già versati alle imprese di distribuzione ma non riscossi e non recuperabili a seguito della morosità dei clienti finali. Il Dco prospetta l’inclusione nel meccanismo degli esercenti la salvaguardia a partire dall’esercizio 2019.
Con delibera 904/2017/R/gas l’Autorità ha adottato disposizioni in materia di riconoscimento dei costi relativi al servizio di misura gas per il biennio 2018-2019. Le principali indicazioni hanno riguardato, in primis, i costi di capitale e operativi relativi ai sistemi di telelettura e telegestione e ai concentratori, per i quali è stato previsto per il 2018 un cap al riconoscimento a valori di bilancio pari a 5,24 euro/punto di riconsegna dotato di misuratore elettronico in servizio, con un progressivo decalage di 0,50 euro/anno per gli anni successivi. Sono stati inoltre fissati i costi standard da applicare ai misuratori installati negli anni 2018 e 2019 e modulata in senso asimmetrico la quota di sharing rispetto ai valori di bilancio. È stata rivista la modalità di riconoscimento dei costi relativi alle verifiche metrologiche, prevedendo logiche di riconoscimento a consuntivo per il biennio 2018-2019, in considerazione dell’impatto di nuovi obblighi normativi in materia. Nella medesima delibera l’Autorità ha inoltre rinviato a febbraio 2018 la determinazione degli obblighi al 2020 inerenti il piano di sostituzione dei misuratori tradizionali con i misuratori elettronici. Infine, la delibera ha posticipato a fine 2018 la definizione da parte dell’Autorità del metodo di riferimento a costi standard per il riconoscimento degli investimenti dell’attività di distribuzione, che quindi è previsto decorrere dalle tariffe 2020 con riferimento agli investimenti 2019.
Primi orientamenti sulla regolazione Totex della distribuzione elettrica
Nel corso del 2017 l’Autorità ha sottoposto a consultazione i primi orientamenti circa la nuova regolazione tariffaria per trasmissione e distribuzione di energia elettrica incentrata sul controllo della spesa complessiva (Totex): stando al Dco 683/17/R/eel solo i primi cinque operatori nazionali della distribuzione rientrerebbero nel perimetro di applicazione, mentre le società del Gruppo ne risulterebbero escluse. L’orientamento espresso dall’Autorità nel suddetto Dco è quello, da un lato, di assicurare una gradualità di implementazione del nuovo approccio, preservando per lo stock di capitale esistente il valore già riconosciuto in tariffa e mantenendo una struttura tariffaria a building block (remunerazione del capitale, ammortamenti, costi operativi), dall’altro, quello di inserire elementi innovativi come il sistema di incentivazione agli operatori che riescono ad effettuare previsioni di spesa veritiere e che, soprattutto, riescono a consuntivare una spesa totale inferiore a quella di riferimento individuata dall’Autorità.
Ancora in merito alla distribuzione elettrica, l’Autorità ha differito di un anno, portandola al 1° gennaio 2019, l’ultima fase della riforma tariffaria dei clienti domestici che prevede l’abbandono della tariffa differenziata per scaglioni di consumo anche per gli oneri generali di sistema. L’Autorità ha invece concluso la ridefinizione della struttura tariffaria degli oneri generali per i clienti non domestici, con decorrenza 1° gennaio 2018, prevedendo due raggruppamenti: oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione (Asos), differenziati tra clienti energivori e clienti agevolati, e rimanenti oneri (Arim) per i quali verrà applicata una struttura trinomia con suddivisione del costo tra quota energia, quota fissa annua e quota fissa potenza.
Il completamento della regolazione del servizio idrico integrato e la direzione della futura disciplina
Nel 2017 l’Autorità ha pressoché completato il processo di regolazione del servizio idrico integrato, uniformandola sotto molti aspetti alla già matura regolazione dei servizi energetici, ma tenendo conto delle caratteristiche specifiche del settore.
Di grande rilevanza per il servizio idrico integrato è la delibera 917/2017/R/idr, che ha approvato il testo integrato della qualità tecnica del servizio (Rqti), con entrata in vigore dal 1° gennaio 2018 per il monitoraggio degli indicatori e dal 2020 per il relativo sistema incentivante. La regolazione ha previsto sia standard specifici legati alle sospensioni programmate del servizio, sia sei macro-indicatori (cui sono associati alcuni altri standard generali), ciascuno dei quali declinato in diversi cluster di appartenenza ove saranno collocati i gestori. Per ogni classe è stato individuato un obiettivo di miglioramento (o di mantenimento) da raggiungere annualmente, per il quale andrà definito, entro il 30 aprile 2018, il piano degli investimenti relativo agli interventi infrastrutturali necessari. Al conseguimento dell’obiettivo è stato associato un meccanismo premi/penalità cui è possibile accedere solo rispettando preliminarmente alcuni prerequisiti, che valgono a livello di singolo ambito territoriale. Il sistema incentivante è sostenuto da una componente perequativa tariffaria e, solo in parte, da un’aliquota sui costi operativi, ancora da definire. Il meccanismo si basa su due livelli di premi/penalità: un primo livello per i gestori che si trovano ex ante nella classe più alta (c.d. classe di mantenimento, ovvero gli operatori già maggiormente performanti) e un secondo livello di premi/penalità a seconda della variazione delle performance raggiunte dall’operatore anno dopo anno.
La regolazione della qualità tecnica è strettamente associata a quella tariffaria, che attraverso la delibera 918/17/R/idr ha definito le modalità di aggiornamento biennale previsto dal testo Mti-2, volte ad aggiornare il moltiplicatore tariffario per gli anni 2018 e 2019. Il conguaglio biennale sarà basato sull’adeguamento dei dati economico-patrimoniali sulla base dei dati consuntivi 2016 e preconsuntivi 2017, dei tassi di inflazione per l’aggiornamento dei costi operativi, nonché della variazione del deflatore degli investimenti fissi lordi per l’aggiornamento dei costi di capitale. Con riferimento al riconoscimento degli oneri finanziari e fiscali si segnala la crescita del parametro water utility risk premium da 1,5% a 1,7%. L’aggiornamento ha inoltre previsto un allineamento alla normativa fiscale vigente in materia di imposta sul reddito d’esercizio, riducendo l’aliquota Ires da 27,5% a 24%, nonché una conseguente contrazione del parametro T, che esprime il tax rate complessivo, da 34,2% a 31,9%.
Ancora in tema tariffario, con riferimento ai corrispettivi applicati agli utenti del servizio, la delibera 665/2017/R/idr ha approvato il Testo integrato dei corrispettivi del servizio idrico (Ticsi) con cui viene conferito il mandato agli Enti di governo d’ambito (Egato) di deliberare la nuova articolazione tariffaria entro il 30 giugno 2018, prevedendo l’applicazione di una tariffa pro capite in tutti i territori dal 1° gennaio 2022, con un periodo transitorio 2018-2022, disciplinato nell’attesa di disporre di un’anagrafica d’utenza completa. Nel provvedimento è stata altresì inserita la nuova modalità di calcolo della tariffa per i reflui industriali che scaricano in pubblica fognatura, nella direzione di applicare in modo concreto ed evidente il principio comunitario del “chi inquina paga”. Sulla nuova articolazione tariffaria inciderà poi il nuovo bonus sociale idrico istituito con delibera 897/17/R/idr (Tibsi), previsto per gli utenti domestici residenti. Nella prima fase di avvio del sistema, gli utenti potranno farne richiesta a partire dal 1° luglio 2018, con decorrenza della validità del bonus dal 1° gennaio 2018. Verrà introdotto a tal fine il sistema Sgate-Anci utilizzato per la gestione del bonus sociale dei settori energetici. Il bonus sociale sarà determinato sulla base della tariffa agevolata definita da ciascun Egato e finanziato da una componente perequativa a maggiorazione del corrispettivo del servizio acquedotto. Il bonus potrà essere aumentato da un’agevolazione integrativa, coperta attraverso una nuova componente tariffaria Op social. La delibera ha concesso inoltre la facoltà al gestore di trattenere il bonus per l’ammontare insoluto oggetto di costituzione in mora, comunicando tale facoltà all’utente moroso. In merito alla regolazione della morosità il procedimento è in fase conclusiva: il Dco 80/2018/R/idr ha proposto orientamenti analoghi ai settori energetici, per esempio nel processo di costituzione in mora, contenendo allo stesso tempo rilevanti strumenti di tutela dei clienti morosi.
Distribuzione gas: quadro tariffario
Il 2017 è stato il quarto anno del quarto periodo regolatorio (2014-19) del sistema tariffario della distribuzione e misura del gas, disciplinato dal testo integrato Rtdg, aggiornato per il triennio 2017-19 dalla delibera 775/2016/R/gas.
Il sistema tariffario è in continuità con l’anno precedente e assicura a ciascun distributore un vincolo ai ricavi ammessi totale determinato dall’Autorità sulla base dei costi riconosciuti, espressi dalle tariffe di riferimento (funzione degli investimenti effettuati e dell’inflazione), a cui è applicato il numero medio di punti di riconsegna serviti nell’anno; tale meccanismo fa sì che i ricavi riconosciuti siano indipendenti dalla dinamica dei volumi distribuiti. Questo risultato viene ottenuto attraverso opportuni meccanismi perequativi che consentono ai distributori di regolare con la Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea) le differenze tra il proprio vincolo ai ricavi e il ricavo conseguito dalla fatturazione verso le società venditrici (determinato dall’applicazione ai clienti di tariffe obbligatorie fissate dall’Arera per ambiti macro-regionali). In particolare:
Sulla base di tali principi, con delibera 220/2017/R/gas l’Autorità ha approvato le tariffe di riferimento provvisorie per il 2017 (basate su una stima degli investimenti del 2016), mentre entro febbraio 2018 è prevista dalla regolazione la pubblicazione delle tariffe di riferimento definitive, che includeranno gli investimenti 2016 a valore consuntivo. Nel perimetro di consolidamento del Gruppo Hera, relativamente ai servizi di distribuzione e misura gas, operano al 31 dicembre 2017 le società Inrete Distribuzione Energia Spa, AcegasApsAmga Spa e Marche Multiservizi Spa.
Nel presente bilancio è imputato, per competenza, il ricavo a copertura del sottostante costo di ammortamento relativo agli investimenti realizzati dal 2016.
Sulla base del quadro sopra descritto, i ricavi conseguiti dal Gruppo Hera in relazione all’attività di distribuzione e misura gas sono risultati, per il 2017, pari a 234,3 milioni di euro, a fronte di volumi distribuiti per 2.951 milioni di metri cubi (mc) e di un corrispondente ricavo unitario pari a 7,94 euro cent/mc. Detto ricavo considera già una previsione delle tariffe di riferimento definitive e, quindi, un’adeguata stima degli effetti della perequazione tariffaria. Rispetto all’esercizio 2016, a fronte di volumi distribuiti in aumento dello 0,5%, si rileva un aumento dei ricavi di 3,7 milioni di euro. Tale risultato deriva da vari fattori, tra i quali l’aumento della componente a copertura del servizio di commercializzazione riconosciuta dall’Arera, il riconoscimento di costi operativi di esercizi pregressi relativi ai sistemi di telelettura e concentratori nonché l’incremento degli investimenti in quota misura, cui è associata una vita utile regolatoria più breve rispetto alla distribuzione.
Distribuzione e misura gas - ricavi regolati | 31-dic-17 | 31-dic-16 | Var. % |
---|---|---|---|
Consolidato Gruppo Hera | |||
Ricavo (mln/euro) | 234,3 | 230,6 | 1,6% |
Volumi (mln/mc) | 2.951 | 2.935 | 0,5% |
Ricavo medio unitario (euro cent/mc) | 7,94 | 7,86 | 1,1% |
I ricavi fanno riferimento a una Rab al 31 dicembre 2017 pari a circa 1.086 milioni di euro, relativamente agli asset di proprietà del Gruppo.
Distribuzione energia elettrica: quadro tariffario
Il 2017 è stato il secondo anno del quinto periodo regolatorio, normato dalla delibera 654/2015/R/Eel, con cui l’Autorità ha approvato i testi integrati per la trasmissione, la distribuzione e la misura elettrica. La durata del periodo è stata estesa a otto anni e suddivisa in due distinti quadrienni (Npr1 2016-2019 Npr2 2020-2023). I criteri tariffari utilizzati nel Npr1 sono in sostanziale continuità di metodo con la regolazione vigente fino al 2015 a meno di qualche elemento di novità: la riduzione del regulatory lag a un anno per la parte remunerazione del capitale, un recupero tariffario investimenti più lento in linee elettriche e connessioni a causa dell’allungamento delle relative vite utili regolatorie, e infine il riconoscimento puntuale degli investimenti in commercializzazione e in misura in bassa tensione. I costi operativi riconosciuti per il 2017 sono stati aggiornati applicando ai livelli del 2016 il metodo del price cap, aggiornati per l’inflazione con una variazione pari a -0,12%, ed efficientati sulla base di un X-factor, pari a 1,9% per la distribuzione e 1% per la misura. I livelli di X-factor sono stati fissati dall’Autorità con l’obiettivo di riassorbire gradualmente la parte dei recuperi di produttività conseguiti nel terzo e nel quarto periodo regolatorio.
Nel presente bilancio è imputato, per competenza, il ricavo a copertura del sottostante costo di ammortamento relativo agli investimenti realizzati dal 2016.
Nel quadro sopra descritto, l’Autorità per le società del Gruppo Hera interessate (Inrete Distribuzione Energia Spa e AcegasApsAmga Spa):
Entro febbraio 2018 è prevista dalla regolazione la pubblicazione delle tariffe di riferimento definitive 017 di distribuzione e misura, perfezionate rispetto alle provvisorie perché inclusive degli investimenti consuntivi 2016.
Il tasso di remunerazione del capitale investito per il triennio 2016-2018 per le attività di distribuzione e misura elettrica risulta pari a 5,6%, in accordo con la regolazione introdotta dal c.d. Tiwacc (delibera 583/2015/R/Com). Nel contesto sopra delineato, i ricavi per le attività di trasmissione, distribuzione e misura di energia elettrica per il 2017 del Gruppo sono risultati pari a 92,8 milioni di euro, in aumento di 2,2 milioni di euro rispetto all’esercizio 2016; anche i volumi distribuiti risultano in aumento. In un quadro tariffario stabile la crescita dei ricavi è legata essenzialmente all’aggiornamento fisiologico del vincolo (riconoscimento investimenti ed effetti inflativi e di efficientamento) e recuperi di competenze pregresse.
I ricavi fanno riferimento a una Rab per la distribuzione e misura elettrica stimabile in circa 379 milioni di euro, in massima parte riconducibile ad asset di proprietà del Gruppo.
Ciclo idrico: quadro tariffario
Il 2017 è il secondo anno del periodo tariffario quadriennale Mti-2 definito dall’Autorità con delibera 664/2015/R/idr. La regolazione tariffaria nazionale del sistema idrico è stata assunta da parte dell’Autorità a partire dal 2012, con un primo biennio (2012-2013) di regolazione transitoria (Mtt), un successivo biennio 2014-2015 a regime (Mti) e un secondo periodo regolatorio 2016-2019 (Mti-2); la regolazione per il 2016-2019 risulta in continuità con il biennio 2014-2015; a ciascun gestore è assicurato un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi operativi e di capitale ammessi a riconoscimento dal citato metodo tariffario, rendendo i ricavi indipendenti dalla dinamica dei volumi distribuiti.
Ciò è assicurato dal meccanismo di conguaglio tariffario che consente ai gestori di recuperare (nel Vrg dei due anni successivi) le differenze fra il ricavo riconosciuto (Vrg) e quanto effettivamente fatturato in funzione dei volumi venduti.
I costi operativi riconosciuti sono suddivisi in: a) costi endogeni (per i quali è stato anche previsto un criterio di efficentamento), b) costi esogeni aggiornabili, relativi principalmente ai costi di acquisto della materia prima, dell’energia elettrica, dei canoni; i primi sono riferiti all’annualità 2011, inflazionati con l'indice inflativo Foi pubblicato dall'lstat; i secondi sono aggiornati con riferimento all’annualità tariffaria di competenza e costituiscono elemento di conguaglio per recuperare gli scostamenti fra quanto inserito all’interno del Vrg e quanto effettivamente sostenuto e riconosciuto.
I costi di capitale sono riferiti agli investimenti realizzati fino a due anni precedenti e coprono i costi di ammortamento e i costi degli oneri finanziari e fiscali.
Nel presente bilancio è imputato, per competenza, il ricavo a copertura del sottostante costo di ammortamento relativo agli investimenti realizzati dal 2016.
Nel 2014 inoltre, per effetto di quanto stabilito dalla delibera tariffaria dell’Autorità 643/2013/R/idr, sono state determinate dall’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) le poste di conguaglio tariffario relative a periodi antecedenti il 2012 e non già considerate ai fini del calcolo di precedenti determinazioni tariffarie; tali poste, sono state previste a recupero a partire dal 2015 e termineranno nel 2018.
I ricavi da tariffa aumentano rispetto al 2016 del 3,6% per effetto dell’adeguamento tariffario derivante dall’applicazione del Vrg deliberato e delle premialità sulla qualità contrattuale (attivata a partire dal 1/7/2016) per effetto dell’impegno su standard migliorativi rispetto a quelli previsti dalla delibera dell’Autorità 655/2015/R/idr.
Gruppo Hera consolidato ciclo idrico - ricavi da tariffa | 31-dic-17 | 31-dic-16 | Var.% |
---|---|---|---|
Rricavi da tariffa (mln/euro) | 625,5 | 603,9 | 3,6% |
Volumi (mln/mc) | 303 | 300 | 1,0% |
Ricavo medio unitario (euro cent/mc) | 206,6 | 201,3 | 2,6% |
Igiene urbana: quadro tariffario
Il servizio di gestione rifiuti urbani è svolto sulla base di convenzioni stipulate con le Agenzie d’ambito provinciali territorialmente competenti (oggi confluite nell’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti – Atersir) che regolano, oltre alle modalità e organizzazione del servizio, anche gli aspetti economici del rapporto contrattuale. Il corrispettivo spettante al gestore per le prestazioni svolte è definito annualmente in coerenza con quanto previsto dal Dpr 158/1999, integrato, a partire dal 2013, dalla normativa dapprima sulla Tares e poi sulla Tari.
Attraverso la Tari, i singoli Comuni acquisiscono le risorse a copertura dei costi sostenuti dai gestori per lo svolgimento dei servizi di spazzamento, raccolta, smaltimento; a partire dall’anno di istituzione della Tares (2013) l’attività di accertamento e riscossione è stata posta in capo ai Comuni che, in alcuni casi, l’hanno affidata a Hera.
Nel rispetto del principio di continuità del servizio pubblico, ai sensi delle convenzioni in essere, il gestore è tenuto alla prosecuzione del servizio nei territori ove è già stata superata la data di scadenza dell’affidamento e fino alla decorrenza dei nuovi affidamenti; per le concessioni scadute sono già state avviate da parte di Atersir le procedure per i nuovi affidamenti.
A dicembre 2017 il servizio di gestione dei rifiuti urbani è stato erogato in 188 comuni, il 32% dei quali ha scelto di affidare l’accertamento e la riscossione della Tari al Gruppo Hera.
Il confronto puntuale su dati omogenei del Gruppo Hera consolidati fa emergere le seguenti evidenze:
Gruppo Hera consolidato igiene urbana - ricavi da tariffa | 31-dic-17 | 31-dic-16 | Var.% |
---|---|---|---|
Rricavi da tariffa (mln/euro) | 534,4 | 525,1 | 1,8% |
Abitanti serviti | 3.310 | 3.310 | 0,0% |
Ricavo medio unitario (euro/abitante) | 161,4 | 158,7 | 1,7% |
I ricavi regolamentati dello Sgrua aumentano dello 1,8% per effetto degli adeguamenti tariffari deliberati dalle Ato, in particolare conseguenti allo sviluppo dei servizi di raccolta differenziata.
Documenti scaricabili
Indagini congiunturali confermano un ottimo stato di salute dell’eurozona
L’eurozona presenta condizioni macroeconomiche decisamente robuste, ben segnalate dall’andamento impulsivo del clima di fiducia che si conferma nell’area dei massimi dal 2011. L’indice del sentimento economico (Esi) nella zona euro conferma il posizionamento favorevole del ciclo economico in una fase di espansione del sistema. L’orientamento accomodante della politica fiscale, intensificatosi nell’anno passato e destinato a persistere nel prossimo biennio, è un altro fattore a sostegno della congiuntura economica.
Anche l’Italia registra una buona ripresa economica, che accelera anche grazie alle riforme e a un sistema bancario più solido, come confermato dall’upgrade dell’agenzia di rating Standard & Poor’s (S&P) avvenuto lo scorso 28 ottobre.
Il sistema economico europeo ormai si presenta esente dai rischi deflazionistici da cui era avvinto sino allo scorso anno, ma la crescita dei prezzi è ancora inadeguata al conseguimento degli obiettivi della Banca centrale. Le aspettative di inflazione non mostrano ancora impulsi di ripresa apprezzabili, il tasso di inflazione generale si attesta infatti sotto l’1,4%, mentre l’indice di inflazione core (nettato delle componenti più volatili date dai prezzi del petrolio e alimentari) è ancor più modesto, pari a 0,9%. La resilienza della crescita seguita a non tradursi in aumento delle pressioni sui prezzi.
Bce: tassi di interesse invariati e graduale riduzione del Qe
Le modeste pressioni sui prezzi giustificano il prolungamento del quantitative easing (qe) deciso dalla Bce: acquisti protratti per altri 9 mesi al passo ridotto, da gennaio 2018, di 30 miliardi al mese fino a settembre. Durante la riunione del 14 dicembre, Draghi ha confermato la rotta tracciata in ottobre, sottolineando che i progressi dell’inflazione devono essere in grado di sostenersi da soli senza la spinta della politica monetaria. Le stime di crescita sono state riviste nettamente in rialzo mentre l’inflazione si prevede all’1,7% non prima del 2020.
Sul fronte dei tassi di interesse non si avranno segnali di incremento fino a quando la normalizzazione della politica monetaria non sia completata.
La Banca centrale americana (Fed) invece ha rialzato i tassi di 25 bps, nella riunione del 13 dicembre, in quanto si trova in una posizione ciclica differente rispetto all’eurozona. Anche se al momento la crescita è più forte e solida in Europa rispetto agli Stati Uniti, questi ultimi sono in uno stadio più avanzato per quanto riguarda il comportamento dei salari nominali, che hanno risposto al miglioramento dell’occupazione, mentre questo fenomeno non è ancora avvenuto in Europa.
Lo spread tra titoli di stato europei, nonostante il qe lo abbia molto stemperato, continua a misurare il differenziale di rischio sovrano tra i paesi membri dell’eurozona. Lo spread tra Btp e Bund a fine anno si è mantenuto intorno agli stessi livelli dell’anno precedente, nonostante un primo semestre di rialzi con dei picchi di oltre 200 bps.
Ciò nonostante lo spread a 10 anni di Hera non ha subito ripercussioni grazie alla consolidata fiducia degli investitori e al suo stabile merito creditizio, dimostrato da un livello inferiore di circa 73 bps rispetto a quello del Btp-Bund di medesima durata.
Pre-hedge per ottimizzare il costo del debito
Il Gruppo mantiene costantemente l’attenzione su una gestione finanziaria che consenta di massimizzare il profilo di rendimento pur mantenendo una strategia prudenziale verso il rischio. Il costo medio del debito è costantemente efficientato attraverso attività di liability e financial risk management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli. In particolare, in marzo, è stata effettuata un’operazione di pre-hedge sulla prossima scadenza da rifinanziare nel 2019, consentendo di fissare per la prossima emissione un livello di tasso particolarmente basso, inferiore all’1%.
Per sostenere gli indicatori di rischio liquidità e ottimizzare il costo-opportunità del funding, il Gruppo dispone di linee di credito committed per 300 milioni di euro con durata media di due anni e otto mesi.
La strategia di gestione dei rischi finanziari
Di seguito sono elencate le politiche e i principi per la gestione e il controllo dei rischi finanziari, come il rischio liquidità e correlato rischio controparte e covenant sul debito, il rischio tasso, il rischio cambio e il rischio di merito creditizio (rating).
Rischio liquidità
Gestione proattiva della liquidità
Il Gruppo ha l’obiettivo di mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento dell’attuale struttura di debito.
Il rischio di liquidità è il rischio che l’impresa, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare attività sul mercato, non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento.
L’obiettivo del Gruppo è di assicurare un livello di liquidità tale da consentire di far fronte ai propri impegni contrattuali sia in condizioni di normalità che in condizioni di crisi attraverso il mantenimento di linee di credito disponibili, liquidità e tempestivo avvio delle negoziazioni sui finanziamenti in corso di maturazione, ottimizzando il costo del funding sulla base delle condizioni di mercato in corso e future.
Liquidità adeguata a un worst case scenario
Nella tabella che segue viene rappresentato il worst case scenario, in sostanza lo scenario peggiore, dove le attività (liquidità, crediti commerciali, ecc.) non sono prese in considerazione, mentre vengono riportate le passività finanziarie, nella quota capitale e interessi, i debiti commerciali e i contratti derivati su tassi di interesse. Le linee finanziarie a revoca sono fatte scadere a vista mentre gli altri finanziamenti sono fatti scadere alla data in cui possono essere chiesti a rimborso.
Worst case scenario | 31-dic-17 | 31-dic-16 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
(mln/euro) | da 1 a 3 mesi | oltre 3 mesi fino a 1 anno | da 1 a 2 anni | da 1 a 3 mesi | oltre 3 mesi fino a 1 anno | da 1 a 2 anni |
Obbligazioni | 38 | 76 | 471 | 38 | 76 | 76 |
Debiti e altre passiv ità finanziarie | 191 | 63 | 59 | 76 | 77 | 57 |
Debiti verso fornitori | 1.396 | 0 | 0 | 1.271 | 0 | 0 |
Totale | 1.625 | 139 | 530 | 1.386 | 153 | 133 |
Al fine di garantire liquidità sufficiente a coprire ogni impegno finanziario almeno dei prossimi due anni, orizzonte temporale del worst case scenario riportato, il Gruppo dispone, al 31 dicembre 2017, di 451 milioni di euro di liquidità, linee di credito committed non utilizzate per 300 milioni di euro e, di ampi spazi su linee di credito uncommitted (720 milioni di euro circa).
Le linee di credito e la relativa attività finanziaria non sono concentrate su nessun finanziatore specifico, ma distribuite fra i principali istituti bancari italiani e internazionali con un utilizzo largamente inferiore al totale disponibile.
La struttura finanziaria del Gruppo si presenta solida ed equilibrata in termini di composizione e di durata consentendo di minimizzare il rischio liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici.
La quota di debito che scade entro l’anno è pari a 7,3% e la quota di debito a lungo termine è pari a circa il 92,7% rispetto al totale debiti finanziari, di cui circa il 78,6% è rappresentato da bond con rimborso a scadenza. La durata residua media è di oltre sette anni, di cui circa il 66% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
Di seguito si riportano i flussi nominali attesi sulle fasce di scadenza annuali fino a cinque anni e la quota oltre cinque anni.
Flusso nominale debito (mln/euro) | 31-dic-18 | 31-dic-19 | 31-dic-20 | 31-dic-21 | 31-dic-22 | Oltre 5 anni | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Obbligazioni | 0 | 0 | 395 | 0 | 290 | 1.935 | 2.620 |
Debiti bancari / v erso altri | 243 | 54 | 49 | 47 | 46 | 275 | 713 |
Totale | 243 | 54 | 443 | 47 | 336 | 2.210 | 3.333 |
Rischio default e covenants sul debito
No covenants finanziari
Il rischio consiste nella possibilità che i contratti di finanziamento sottoscritti contengano disposizioni che prevedano la facoltà da parte del finanziatore di chiedere il rimborso anticipato del finanziamento se si verificano determinati eventi, generando così un potenziale rischio liquidità.
Al 31 dicembre 2017 una parte significativa dell’indebitamento finanziario del Gruppo è rappresentata da contratti di finanziamento che prevedono un insieme di clausole, in linea con la prassi internazionale, che impongono alcuni divieti. Le clausole principali prevedono l’impegno del Gruppo di pari trattamento del debito emesso rispetto agli altri suoi debiti non garantiti (pari passu) e l’impegno nei confronti degli obbligazionisti di non concedere ad altri finanziatori successivi, dello stesso status, garanzie migliori e/o privilegi sui beni che formano le sue attività (negative pledge).
Relativamente alle clausole di rimborso anticipato obbligatorio, non sono previsti covenants finanziari sul debito tranne quello del limite del corporate rating da parte anche di una sola agenzia di rating al di sotto del livello di investment grade (BBB-) su una quota di debito pari a circa 150 milioni di euro.
Sulla parte restante del debito si prevede un rimborso anticipato obbligatorio solo in caso di un cambiamento significativo dell’assetto di controllo del Gruppo (change of control) che ne comporti un downgrade a un livello non-investment grade, o inferiore, ovvero la cessazione della pubblicazione del rating.
Rischio tasso
Un modello di gestione attiva e prudenziale verso il rischio tasso
Gruppo utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito finanziario a medio lungo termine, diverse tipologie di linee di credito a breve termine e impiega la liquidità disponibile prevalentemente in conti di deposito a breve termine immediatamente smobilizzabili. Le variazioni nei livelli dei tassi di interesse di mercato influenzano sia gli oneri finanziari associati alle varie forme tecniche di finanziamento, sia i proventi delle differenti forme di impiego della liquidità, incidendo pertanto sui flussi di cassa e sugli oneri finanziari netti del Gruppo.
La politica finanziaria del Gruppo ha l’obiettivo di individuare un mix ottimale delle fonti di finanziamento tra tasso fisso e variabile, nell’ambito di una strategia prudenziale verso il rischio di oscillazione dei tassi. La gestione del rischio tasso d’interesse punta a stabilizzare i flussi finanziari in modo da garantire i margini e la certezza dei flussi di cassa derivanti dalla gestione caratteristica.
L’applicazione della politica di gestione del rischio tasso si traduce, di volta in volta, in base alle condizioni di mercato, in una precisa combinazione di strumenti finanziari a tasso fisso, a tasso variabile e di coperture finanziarie con prodotti derivati.
Il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di variazione dei tassi, comprensivo dell’effetto dei derivati, pari al 14% mentre l’86% del debito è a tasso fisso.
86% del debito a tasso fisso
Indebitamento finanziario lordo (*) | 31-dic-17 | 31-dic-16 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
(mln/euro) | senza derivati | con derivati | % con derivati | senza derivati | con derivati | % con derivati |
Tasso fisso | 2.692 | 2.714 | 86% | 2.693 | 2.712 | 84% |
Tasso variabile | 454 | 431 | 14% | 520 | 501 | 16% |
Totale | 3.146 | 3.146 | 100% | 3.213 | 3.213 | 100% |
Rischio cambio non connesso al rischio commodity
Il Gruppo adotta una strategia prudenziale di esposizione al rischio valutario, per cui tutte le posizioni in valuta vengono nettate o coperte tramite strumenti derivati (cross currency swap). Attualmente il Gruppo detiene un bond in valuta di 20 miliardi di yen giapponesi, totalmente coperto con un Cross currency swap.
Rating
Il rating conferma i punti di forza costruiti dal Gruppo nel tempo
Hera Spa ha i rating sul lungo termine di Moody’s BAA1 outlook negativo e di S&P BBB outlook positivo.
Il 13 marzo 2018, in occasione della review annuale, S&P ha migliorato l’outlook da stabile a positivo lasciando invariato il merito di credito a lungo e a breve termine, pari a BBB/A-2. S&P ha evidenziato che le buone prospettive di crescita, confermate dalle previsioni dell’ultimo business plan, potrebbero consentire al Gruppo di migliorare stabilmente il rating purché sia mantenuta dal management la strategia di crescita, il miglioramento dei flussi di cassa e una prudenziale politica di remunerazione degli azionisti.
Il 5 maggio 2017 Moody’s ha rilasciato una credit opinion in cui conferma il livello di rating BAA1 e l’outlook negativo, valutando positivamente il profilo di rischio del Gruppo in termini di solidità e buon equilibrio del portafoglio di business gestiti, nonché buone performance operative e la strategia consolidata del Gruppo. L’outlook negativo è conseguenza del deterioramento del rischio sovrano, in quanto la maggior parte dell’Ebitda del Gruppo deriva da business domestico e quindi esposto al trend macroeconomico del Paese. Tuttavia, il Gruppo rimane un notch sopra il rating sovrano grazie alla diversificazione e solidità del portafoglio di attività regolate con basso profilo di rischio, dal buon profilo di liquidità e da resilienti indicatori di merito creditizio.
Dato l’attuale contesto di perdurante incertezza sulle prospettive del rischio sovrano, le azioni e le strategie del Gruppo sono sempre particolarmente attente e indirizzate a garantire il mantenimento e il miglioramento di adeguati livelli di rating.
Documenti scaricabili
La Direzione Sistemi Informativi è responsabile di garantire l’evoluzione e l’efficienza dei sistemi informativi di Gruppo a supporto del business; assicura inoltre l’adeguamento continuo dei sistemi ai requisiti regolatori di settore e alle esigenze di business riducendone i rischi in ambito tecnologico e di sicurezza in piena sintonia con le linee guida strategiche e degli obiettivi di sostenibilità del Gruppo.
Armonizzazione sistemi di altre società
Prosegue il piano pluriennale di armonizzazione per AcegasApsAmga Spa . E’ stato completato il roll-out dei sistemi per i servizi di distribuzione energia elettrica, mentre il roll-out per il gas è previsto nella prima metà del 2018. Per le società Amga Energia & Servizi Srl e Amga Calore & Impianti Srl è stato effettuato il rilascio in produzione del progetto di armonizzazione dei servizi infrastrutturali, nel corso del 2018 sarà completato anche la componente applicativa.
Sono state completate le attività per adeguare i sistemi di Gruppo alle normative relative a letture, fatturazione e indennizzi; sono state inoltre portate a termine le progettualità relative al recupero Iva massivo sui crediti relativi ai contratti cessanti, allo split payment (D.L. 96/17) e alla morosità per il settore energia elettrica e gas (delibera 258/15).
Supporto al business
Tra le numerose attività completate si possono citare l’introduzione della firma biometrica (per dematerializzare la documentazione del processo di contrattualizzazione clienti), le nuove offerte commerciali, il sistema di monitoraggio dell’avanzamento della propria pratica e di alert per i clienti, l’evoluzione del portale servizi on line e della app commerciale, integrati con l’offerta di nuovi servizi (autoletture, stato fatture e pagamenti, presentazione offerte,…)
Tra l’altro si segnala l’avvio in produzione del nuovo Crm dedicato alle aziende, l’introduzione del sistema di gestione della pianificazione e portofolio management per la Direzione Sistemi Informativi e il rilascio della soluzione Vendor invoice management (Vim) per la gestione del processo fatture passive.
All’interno del processo di continua innovazione tecnologica e di miglioramento delle performance dei sistemi informativi di Gruppo si evidenziano l’upgrade di diverse piattaforme e lo svolgimento, con successo, del test annuale di disaster recovery. Sono state completate le scelte progettuali per il rinnovo tecnologico dell’intera infrastruttura di Gruppo presente nel data center di Acantho Spa a Imola, che sarà completato nel corso del 2018.
Sicurezza dei sistemi informativi
La sicurezza dei sistemi informativi, delle informazioni aziendali e il rispetto delle normative in ambito data protection rientrano tra gli obiettivi primari della Direzione Sistemi Informativi. Continua l’impegno nelle attività di prevenzione e monitoraggio di eventuali attacchi informatici, attraverso la pianificazione/esecuzione periodica dell’analisi dei rischi (vulnerability assessment) sui sistemi in produzione, l’aggiornamento dei sistemi già in essere e attività di sensibilizzazione degli utenti.
È stato eseguito con esito favorevole un audit in ambito qualità sicurezza e ambiente nell’area delivery e sono state avviate le attività di internal auditing della Direzione competente, che si completeranno entro metà dell’esercizio 2018.
Documenti scaricabili
Risorse umane
I dipendenti del Gruppo Hera a tempo indeterminato al 31 dicembre 2017 sono 8.683 (perimetro consolidato), con la seguente divisione per qualifica: dirigenti (154), quadri (537), impiegati (4.612), operai (3.380). Questo assetto è la conseguenza di 284 entrate e di 324 uscite e delle variazione di perimetro in ingresso di Aliplast Spa, Sinergie Spa Ramo Sud e Isole, Teseco Spa e Verducci Srl che ha portato 356 nuove unità e della variazione di perimetro in uscita di SiGas Doo per sette unità. Le assunzioni sono state frutto essenzialmente di un turnover qualitativo con inserimento di personale qualificato.
Organizzazione
Integrazione industriale e operativa: il modello Hera
Il modello Hera si distingue nel panorama delle multiutility per aver realizzato un’integrazione industriale e operativa con a capo una holding che, attraverso direzioni centrali con compiti d’impostazione e controllo, garantisce una governance complessiva del Gruppo.
La gestione delle filiere di business è affidata alle singole direzioni e società che fanno riferimento al vertice di Hera Spa e che, per quanto riguarda i settori energia, servizio idrico integrato e servizi ambientali, sono oggetto di coordinamento della Direzione Generale Operations.
Il settore delle utility è sempre più caratterizzato da rapidi cambiamenti, con dinamiche competitive e un contesto normativo orientati alla specializzazione e da alcuni elementi chiave come ad esempio la normativa del settore idrico e dei servizi ambientali, le gare per l’affidamento dei servizi e la regolazione regionale. In sintesi è uno scenario dove la crescita è connessa alla capacità delle imprese di portare innovazione continua nei processi industriali, sfruttando le sinergie di scala e garantendo la massima efficacia di servizio.
Innovazione e semplificazione dei meccanismi di funzionamento
In risposta a tale contesto competitivo e in coerenza con le linee guida strategiche di Gruppo, sono stati sviluppati nel 2017 iniziative di sviluppo organizzativo che hanno consolidato ulteriormente il nostro modello attraverso interventi orientati alla semplificazione e razionalizzazione dei processi, all’analisi delle possibili opportunità di sinergie, e alla continua ricerca di agilità ed eccellenza del servizio.
Di seguito la macrostruttura organizzativa del Gruppo al 1° gennaio 2018
Principali evoluzioni in ambito Direzione Generale Operations
Nel dettaglio, nel corso del 2017 è stato ulteriormente razionalizzato il modello organizzativo di Heratech Srl, attraverso la semplificazione dell’organizzazione fondamentale della società.
I principali ambiti di intervento hanno riguardato la Direzione Ingegneria, in cui sono confluite tutte le attività di progettazione e realizzazione di impianti e sistemi a rete con l’obiettivo di migliorare il servizio al cliente e la funzione Servizio Tecnico Clienti che ha visto una maggiore focalizzazione verso tutte le attività del distributore verso i clienti legate alle prestazioni non commerciali. Infine, le attività di misura e telegestione sono confluite verso la società Inrete Distribuzione Energia Spa.
In ambito Direzione Servizi Ambientali è stata implementata una revisione del modello organizzativo che ha visto la costituzione dell’area Ravenna, e la confluenza di tutte le attività e risorse connesse alla gestione dei centri di raccolta verso ciascuna area, per ambito territoriale di competenza. Con decorrenza 1°gennaio 2018, il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani del bacino dei comuni dell’area forlivese della provincia di Forlì-Cesena, gestito da Hera Spa, è stato assegnato, da parte di Atersir, alla società Alea Ambiente Spa secondo la procedura dell’in-house providing.
Principali evoluzioni in ambito del Gruppo Herambiente
Nell'ambito del Gruppo Herambiente è stata realizzata una revisione del modello organizzativo che ha visto la focalizzazione delle strutture commerciali su due specifici segmenti di business: il primo, facente capo alla Direzione Mercato Industria, orientato alla commercializzazione di prodotti e servizi afferenti il mercato dei rifiuti di derivazione industriale e il secondo facente capo alla Direzione Sviluppo Pianificazione e Mercato Utilities, orientato al mercato dei rifiuti speciali di derivazione urbana.
Nella Direzione Mercato Industria, in particolare, nell’ottica di favorire la massima sinergia tra le strutture operanti nel mercato dei rifiuti industriali, sono confluite le Società Herambiente Servizi Industriali Srl e Waste Recycling Spa, che in corso d’anno ha acquisito il ramo d’azienda “Impianti” di Teseco Spa, e le strutture di Herambiente Spa impegnate nelle attività di bonifica e di global service operativo.
Nella Direzione Sviluppo Pianificazione e Mercato Utilities sono confluite le strutture di vendita afferenti il mercato dei rifiuti urbani e speciali provenienti dal mondo utilities e quelle operanti nel mercato del recupero materia. Accanto alle strutture di vendita, è confluita la funzione Logistica che opera trasversalmente a tutti i segmenti di business.
Infine, si segnala, a partire da aprile 2017, l’inserimento della società Aliplast Spa nell’ambito del Gruppo Herambiente.
Principali evoluzioni in ambito Direzione Centrale Mercato
Nell'ambito della Direzione Centrale Mercato si segnalano in particolare:
Principali evoluzioni in ambito enti centrali
In ambito enti centrali si segnalano in particolare:
In ambito Direzione Centrale Innovazione si segnalano in particolare:
Armonizzazione del modello organizzativo del Gruppo
Infine, nel corso del secondo semestre 2017, è stato definito il percorso di razionalizzazione societaria del Gruppo, perfezionato con decorrenza 1°gennaio 2018 e caratterizzato dalle seguenti operazioni:
I Comitati: management e business review
Oltre ai comitati interni costituiti direttamente dal Consiglio di Amministrazione con ruolo consultivo e propositivo nell’ambito delle specifiche materie di competenza, la gestione del Gruppo prevede due comitati collegiali:
Documenti scaricabili
mln/euro | note | 2017 | 2016 rettificato |
---|---|---|---|
Ricavi | 1 | 5.612,1 | 5.131,3 |
Altri ricavi operativi | 2 | 524,8 | 430,2 |
Consumi di materie prime e materiali di consumo | 3 | (2.606,8) | (2.176,8) |
Costi per servizi | 4 | (1.952,3) | (1.896,7) |
Costi del personale | 5 | (551,6) | (524,1) |
Altre spese operative | 6 | (84,6) | (75,0) |
Costi capitalizzati | 7 | 43,0 | 27,8 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni | 8 | (523,7) | (459,6) |
Utile operativo | 460,9 | 457,1 | |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate | 9 | 14,7 | 13,8 |
Proventi finanziari | 10 | 105,0 | 80,1 |
Oneri finanziari | 10 | (221,2) | (211,3) |
Gestione finanziaria | (101,5) | (117,4) | |
Utile prima delle imposte | 359,4 | 339,7 | |
Imposte | 11 | (92,6) | (119,3) |
Utile netto del periodo | 266,8 | 220,4 | |
Attribuibile: | |||
Azionisti della Controllante | 251,4 | 207,3 | |
Azionisti di minoranza | 15,4 | 13,1 | |
Utile per azione | 12 | ||
di base | 0,171 | 0,141 | |
diluito | 0,171 | 0,141 |
Documenti scaricabili
mln/euro | note | 2017 | 2016 |
---|---|---|---|
Utile / (perdita) netto del periodo | 266,8 | 220,4 | |
Componenti riclassificabili a conto economico | |||
Fair value derivati, variazione del periodo | 19 | 6,6 | 0,6 |
Effetto fiscale relativo alle altre componenti di conto economico complessivo riclassificabili | (1,9) | (0,2) | |
Altre componenti di conto economico complessivo imprese valutate a patrimonio netto | 0,1 | ||
Componenti non riclassificabili a conto economico | |||
Utili / (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | 27 | (3,2) | (4,1) |
Effetto fiscale relativo alle altre componenti di conto economico complessivo non riclassificabili | 0,9 | (0,1) | |
Totale Utile / (perdita) complessivo del periodo | 269,3 | 216,6 | |
Attribuibile: | |||
Azionisti della controllante | 253,8 | 203,5 | |
Azionisti di minoranza | 15,5 | 13,1 |
Documenti scaricabili
mln/euro | note | 31-dic-17 | 31-dic-16 rettificato |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ | |||
Attività non correnti | |||
Immobilizzazioni materiali | 13 | 2.015,7 | 2.019,2 |
Attività immateriali | 14 | 3.127,0 | 2.968,0 |
Avviamento | 15 | 384,1 | 375,7 |
Partecipazioni | 16 | 148,8 | 148,5 |
Attività finanziarie non correnti | 17 | 125,2 | 110,2 |
Attività fiscali differite | 18 | 150,5 | 80,3 |
Strumenti finanziari derivati | 19 | 66,1 | 109,5 |
Totale attività non correnti | 6.017,4 | 5.811,4 | |
Attività correnti | |||
Rimanenze | 20 | 121,2 | 104,5 |
Crediti commerciali | 21 | 1.760,9 | 1.645,2 |
Attività finanziarie correnti | 17 | 41,5 | 29,4 |
Attività per imposte correnti | 22 | 29,8 | 33,9 |
Altre attività correnti | 23 | 303,3 | 252,7 |
Strumenti finanziari derivati | 19 | 40,2 | 56,5 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti | 17, 31 | 450,5 | 351,5 |
Totale attività correnti | 2.747,4 | 2.473,7 | |
Attività destinate alla vendita | 24 | 22,9 | - |
TOTALE ATTIVITÀ | 8.787,7 | 8.285,1 |
mln/euro | note | 31-dic-17 | 31-dic-16 rettificato |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ | |||
Capitale sociale e riserve | 25 | ||
Capitale sociale | 1.473,6 | 1.468,1 | |
Riserve | 820,2 | 742,5 | |
Utile (perdita) del periodo | 251,4 | 207,3 | |
Patrimonio netto del Gruppo | 2.545,2 | 2.417,9 | |
Interessenze di minoranza | 160,8 | 144,2 | |
Totale patrimonio netto | 2.706,0 | 2.562,1 | |
Passività non correnti | |||
Passività finanziarie non correnti | 26 | 2.892,2 | 2.933,1 |
Trattamento fine rapporto e altri benefici | 27 | 142,3 | 145,8 |
Fondi per rischi e oneri | 28 | 432,5 | 397,6 |
Passività fiscali differite | 18 | 45,5 | 27,2 |
Strumenti finanziari derivati | 19 | 34,5 | 44,1 |
Totale passività non correnti | 3.547,0 | 3.547,8 | |
Passività correnti | |||
Passività finanziarie correnti | 26 | 279,6 | 182,3 |
Debiti commerciali | 29 | 1.395,9 | 1.274,1 |
Passività per imposte correnti | 22 | 37,9 | 21,0 |
Altre passività correnti | 30 | 769,4 | 633,0 |
Strumenti finanziari derivati | 19 | 46,0 | 64,8 |
Totale passività correnti | 2.528,8 | 2.175,2 | |
TOTALE PASSIVITÀ | 6.075,8 | 5.723,0 | |
Passività associabili ad attività destinate alla vendita | 24 | 5,9 | - |
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ | 8.787,7 | 8.285,1 |
Documenti scaricabili
mln/euro | note | 31-dic-17 | 31-dic-16 rettificato |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte | 359,4 | 339,7 | |
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative: | |||
Ammortamenti e perdite di valore di immobilizzazioni materiali | 167,2 | 157,1 | |
Ammortamenti e perdite di valore di attività immateriali | 216,3 | 189,0 | |
Accantonamenti ai fondi | 140,2 | 113,5 | |
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto | (14,7) | (13,8) | |
(Proventi) / Oneri finanziari | 116,2 | 131,2 | |
(Plusvalenze) / Minusvalenze e altri elementi non monetari (inclusa valutazione derivati su commodity) |
21,2 | 4,4 | |
Variazione fondi rischi e oneri | (30,2) | (22,1) | |
Variazione fondi per benefici ai dipendenti | (9,3) | (10,0) | |
Totale cash flow prima delle variazioni del capitale circolante netto | 966,3 | 889,0 | |
(Incremento) / Decremento di rimanenze | (7,8) | 10,7 | |
(Incremento) / Decremento di crediti commerciali | (205,7) | (199,8) | |
Incremento / (Decremento) di debiti commerciali | 99,7 | 141,7 | |
Incremento / Decremento di altre attività/passività correnti | 92,8 | 36,6 | |
Variazione capitale circolante | (21,0) | (10,8) | |
Dividendi incassati | 11,1 | 9,9 | |
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati | 74,9 | 64,1 | |
Interessi passivi e altri oneri finanziari pagati | (129,0) | (151,2) | |
Imposte pagate | (147,5) | (137,9) | |
Disponibilità generate dall'attività operativa (a) | 754,8 | 663,1 | |
Investimenti in immobilizzazioni materiali | (150,3) | (133,2) | |
Investimenti in attività immateriali | (290,2) | (251,2) | |
Investimenti in imprese e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide |
31 | (116,3) | (19,0) |
Prezzo di cessione di immobilizzazioni materiali e immateriali (incluse operazioni di lease-back) |
7,8 | 20,5 | |
Disinvestimenti in partecipazioni e contingent consideration | 0,2 | 0,4 | |
(Incremento) / Decremento di altre attività d'investimento | (10,0) | 5,3 | |
Disponibilità generate / (assorbite) dall'attività di investimento (b) | (558,8) | (377,2) | |
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine | - | 88,2 | |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari | 33,0 | (401,9) | |
Canoni pagati per locazioni finanziarie | (3,1) | (3,3) | |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate | (1,6) | - | |
Aumento capitale sociale | 0,2 | - | |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza | (140,9) | (145,4) | |
Variazione azioni proprie in portafoglio | 15,4 | (13,4) | |
Altre variazioni minori | - | (0,2) | |
Disponibilità generate / (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) | (97,0) | (476,0) | |
Effetto variazione cambi su disponibilità liquide (d) | - | - | |
Incremento / (Decremento) disponibilità liquide (a+b+c+d) | 99,0 | (190,1) | |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio del periodo | 351,5 | 541,6 | |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine del periodo | 450,5 | 351,5 |
Documenti scaricabili
mln/euro | Capitale sociale | Riserve | Riserve strumenti derivati valutati al fair value | Riserve utili / (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti | Utile dell’ esercizio | Patrimonio netto | Interessenze di minoranza | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 31 dicembre 2015 | 1.474,2 | 729,8 | (0,6) | (25,5) | 180,5 | 2.358,4 | 144,7 | 2.503,1 |
Utile dell'esercizio | 207,3 | 207,3 | 13,1 | 220,4 | ||||
Altre componenti del risultato complessivo: | ||||||||
fair value derivati, variazione del periodo | 0,2 | 0,2 | 0,2 | 0,4 | ||||
utili / (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | (4,0) | (4,0) | (0,2) | (4,2) | ||||
altre componenti imprese valutate a patrimonio netto | - | - | ||||||
Utile Complessivo dell'esercizio | - | 0,2 | (4,0) | 207,3 | 203,5 | 13,1 | 216,6 | |
variazione azioni proprie in portafoglio | (5,9) | (7,6) | (13,5) | (13,5) | ||||
variazione interessenza partecipativa | 2,1 | 2,1 | (2,1) | - | ||||
altri movimenti | (0,2) | 0,1 | (0,1) | (0,1) | (0,2) | |||
Ripartizione dell’utile: | ||||||||
dividendi distribuiti | - | (132,5) | (132,5) | (11,4) | (143,9) | |||
destinazione ad altre riserve | 39,5 | (39,5) | - | - | ||||
Saldo al 31 dicembre 2016 | 1.468,1 | 772,4 | (0,4) | (29,5) | 207,3 | 2.417,9 | 144,2 | 2.562,1 |
Utile dell'esercizio | 251,4 | 251,4 | 15,4 | 266,8 | ||||
Altre componenti del risultato complessivo: | ||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio | 4,5 | 4,5 | 0,2 | 4,7 | ||||
utili / (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti | (2,2) | (2,2) | (0,1) | (2,3) | ||||
altre componenti di conto economico complessivo imprese valutate a patrimonio netto | 0,1 | 0,1 | 0,1 | |||||
Utile Complessivo del periodo | 0,1 | 4,5 | (2,2) | 251,4 | 253,8 | 15,5 | 269,3 | |
variazione azioni proprie in portafoglio | 5,5 | 9,9 | 15,4 | 15,4 | ||||
versamenti azioni di minoranza | - | 0,2 | 0,2 | |||||
variazione interessenza partecipativa | (9,5) | (9,5) | 7,9 | (1,6) | ||||
variazione area consolidamento | - | 1,0 | 1,0 | |||||
Ripartizione dell’utile: | ||||||||
dividendi distribuiti | - | (132,4) | (132,4) | (8,0) | (140,4) | |||
destinazione a riserve | 74,9 | (74,9) | - | - | ||||
Saldo al 31 dicembre 2017 | 1.473,6 | 847,8 | 4,1 | (31,7) | 251,4 | 2.545,2 | 160,8 | 2.706,0 |
Documenti scaricabili
mln/euro | 31-dic-17 | 31-dic-16 | |
---|---|---|---|
a | Disponibilità liquide | 450,5 | 351,5 |
b | Altri crediti finanziari correnti | 41,5 | 29,4 |
Debiti bancari correnti | (187,0) | (72,1) | |
Parte corrente dell'indebitamento bancario | (55,3) | (71,7) | |
Altri debiti finanziari correnti | (35,3) | (36,2) | |
Debiti per locazioni finanziarie scadenti entro l'esercizio successivo | (2,0) | (2,3) | |
c | Indebitamento finanziario corrente | (279,6) | (182,3) |
d=a+b+c | Indebitamento finanziario corrente netto | 212,4 | 198,6 |
Debiti bancari non correnti e obbligazioni emesse | (2.825,3) | (2.847,8) | |
Altri debiti finanziari non correnti | (21,4) | (5,0) | |
Debiti per locazioni finanziarie scadenti oltre l'esercizio successivo | (13,9) | (14,9) | |
e | Indebitamento finanziario non corrente | (2.860,6) | (2.867,7) |
f=d+e | Posizione finanziaria netta - comunicazione Consob n. 15519/2006 | (2.648,2) | (2.669,1) |
g | Crediti finanziari non correnti | 125,2 | 110,2 |
h=f+g | Indebitamento finanziario netto | (2.523,0) | (2.558,9) |
Documenti scaricabili
3. Consumi di materie prime e materiali di consumo
8. Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni
9. Quota di utili, perdite di joint venture e società collegate
10. Proventi e oneri finanziari
13. Immobilizzazioni immateriali
17. Attività finanziarie non correnti e correnti
18. Attività e passività fiscali differite
19. Strumenti finanziari derivati
22. Attività e passività per imposte correnti
24. Attività e passività destinate alla vendita
25. Capitale sociale e riserve
26. Passività finanziarie non correnti e correnti
27. Trattamento fine rapporto e altri benefici
32. Commenti al rendiconto finanziario
33. Classificazione di attività e passività finanziarie ai sensi dell'IFRS 7
contatta Luca per informazioni relative ai dati finanziari, all’investor kit e al titolo Hera
Luca Cimatti
+39 051 28.70.34
contatta Marzia per informazioni sugli eventi finanziari, sui road show e sulla comunicazione ESG
Marzia Faggioli
+39 051 28.70.40
mob. +39 329 88 43 904
Tomaso Tommasi di Vignano
Presidente esecutivo
I numeri del Bilancio 2017, qui presentati in HTML per una sempre più tempestiva e trasparente fruizione multi-stakeholder arricchita inoltre da strumenti responsive e interattivi, mostrano ancora una volata la crescita che Hera ha seguito a partire dalla sua fondazione.
Mentre coglievamo le opportunità offerteci, integrando le 25 società acquisite, in questi 15 anni non abbiamo realizzato solo un’espansione dimensionale: nel tempo siamo divenuti anche più efficienti e produttivi, come prova il MOL per dipendente, un indicatore che è quasi triplicato, essendo cresciuto da 41 mila € del 2002 a 113 mila € del 2017.
La flessibilità finanziaria che ci caratterizza, unita alla robusta generazione di cassa, ci consentono inoltre di guardare con interesse a nuove opzioni di investimento e rendono credibile la strategia presentata nell’ultimo Piano Industriale.
Alla luce di tali risultati, il CdA propone all’Assemblea la distribuzione di un dividendo per azione di 9,5 centesimi di euro, in crescita del 5,5% rispetto a quello distribuito per l’esercizio 2016 e in linea con la politica dichiarata lo scorso gennaio, mirata a una sempre maggiore creazione di valore per gli azionisti di Gruppo.
Stefano Venier
Amministratore Delegato
I risultati del passato esercizio, frutto di una strategia di sviluppo coerente e costante rispetto al Piano Industriale, mostrano l’efficacia di un modello di business caratterizzato da innovazione, agilità ed eccellenza che, applicate a tutte le aree di attività di Gruppo, hanno portato a una crescita del +7,4% dell’Ebitda.
Il 2017, inoltre, ha evidenziato numeri significativi in ambito sostenibilità: la riduzione del 3,6% dei consumi energetici rispetto al 2013, l’incremento di acquisto e produzione di energia rinnovabile, con una riduzione del 16% dell’impronta di carbonio rispetto al 2015, un minore ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani (7% vs. media Italia 2016 del 28%), la produzione di circa 103 mila tonnellate di plastica “circolare”, ovvero realizzata da materiali riciclati poi trattati negli impianti di Aliplast, l’utilizzo sempre crescente delle app Acquologo e Rifiutologo, il lancio di MyHera nel 2017, per implementare ulteriormente il dialogo digitale con i nostri clienti, il 18,9% dei quali era iscritto ai servizi online a fine 2017, mentre il 20,2% ha utilizzato l’opzione della bolletta elettronica.
Tali cifre mostrano la validità di progetti e investimenti messi in campo in ottica di Valore Condiviso, che hanno prodotto 329 mn€, oltre un terzo dell’EBITDA complessivo d’esercizio, valore destinato a crescere in arco piano, fino a una percentuale del 40% al 2021.
Stefano Venier
Amministratore Delegato
Hera è la multiutility italiana che
migliora ogni giorno, nel rispetto
dell'ambiente, la qualità dei suoi
servizi ambientali, idrici ed
energetici attraverso un
forte radicamento territoriale e la
capacità di innovazione.
SEDE LEGALE
Viale Carlo Berti Pichat nr. 2/4
40127 Bologna
tel. 051 287111 - fax 051 287525
CAPITALE SOCIALE
€ 1.489.538.745 i.v.
C.F./P.IVA e REA 04245520376