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Appendice: i parametri oggetto di rendicontazione in questo report

Testata Appendice Parametri

Appendice: i parametri oggetto di rendicontazione in questo report

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In questo report:

Appendice Parametri

Alcalinità totale e Alcalinità da Bicarbonati

L’alcalinità esprime la quantità di sali con proprietà di alcali disciolti nell'acqua. Nell’acqua, indica la sua capacità di reagire con gli ioni idrogeno e rappresenta la capacità dell'acqua a "resistere" a cambiamenti indotti del suo pH. Al crescere dell'alcalinità di norma diminuisce l’aggressività di un'acqua.

L'alcalinità determinata da carbonati e bicarbonati non è pericolosa per la salute umana e quindi la legislazione italiana sulle acque potabili non fissa un particolare valore guida ed un valore massimo ammissibile per questo parametro.

[non esiste un limite di legge per le acque di rete, per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Alchifenoli/polialchilfenoli

Gli alchilfenoli sono sostanze chimiche organiche caratterizzate da un gruppo fenolico cui è legato un gruppo alchilico. Nei polialchilfenoli sono presenti più gruppi alchilici. Comprendono i nonilfenoli, gli octilfenoli e i loro rispettivi etossilati - in particolare il nonifenolo etossilato (NPs) - composti alchil fenolici comunemente utilizzati. I nonilfenoli sono largamente utilizzati dall’industria tessile nei processi di lavaggio e tintura. Sono tossici per la vita acquatica, persistenti nell’ambiente perché non si degradano facilmente e possono accumularsi negli organismi viventi fino ad arrivare all’uomo attraverso la contaminazione della catena alimentare. La loro somiglianza con gli ormoni estrogeni naturali può interferire con lo sviluppo sessuale di alcuni organismi. Nei pesci, in particolare, sono causa di femminilizzazione.

L’Europa applica una rigida regolamentazione sui nonilfenoli che, dal 2005, non possono essere utilizzati nella maggior parte delle applicazioni.

Alluminio

É uno dei metalli più usati dall’uomo e anche uno dei composti più diffusi nella crosta terrestre.

[limite di legge per acque di rete 200 µg/l (parametro indicatore), per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Ammonio

È una sostanza che deriva principalmente dalle deiezioni umane o animali, dove è contenuto assieme all’urea risultante dal metabolismo delle proteine; può anche derivare dai fertilizzanti utilizzati in agricoltura. La sua presenza nelle acque, specialmente in quelle sotterranee, è in alcuni casi dovuta a cause geologiche quali ad esempio la degradazione di materiale in via di fossilizzazione (resti di piante, giacimenti di torba, ecc.). Viene biodegradato nell’ambiente ed è correlato a nitrati e nitriti.

Nelle acque può essere presente per un valore massimo di 0,50 mg/l.

[limite di legge per acque di rete 0,50 mg/l (parametro indicatore), per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Antiparassitari-Totale

Gli antiparassitari sono prodotti chimici normalmente impiegati in agricoltura per controllare, respingere e uccidere organismi animali quali insetti e microbi. Il valore indica la somma dei singoli antiparassitari rilevati e quantificati in occasione delle analisi.

[limite di legge per acque di rete 0,50 µg/l (parametro chimico), per le acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge]

Arsenico

L’arsenico è un elemento chimico distribuito nella crosta terrestre, i cui composti trovano applicazione come pesticidi, erbicidi ed insetticidi. La presenza di arsenico nelle acque è anche dovuta all’interazione che l’acqua ha con rocce di tipo vulcanico.

Può avere impatti significativi sulla salute umana, e pertanto è incluso nella lista degli elementi tossici con una soglia massima di 10 μg/l.

[limite di legge per acque di rete: 10 µg/l (parametro chimico); per acque minerali il parametro (calcolato come Arsenico totale) non deve superare 10 µg/l]

Cadmio

Il cadmio è chimicamente simile allo zinco e come questo elemento si ritrova in natura nelle rocce sulfuree, spesso associato al piombo. Nell’ambiente, elevate concentrazioni di questo metallo in aria, acqua e suolo sono riconducibili ad emissioni antropiche, in particolare ad attività minerarie e lavorazione di metalli. Può essere presente nelle condutture di zinco e nelle saldature. Nelle acque naturali il cadmio è presente principalmente nei sedimenti profondi e nelle particelle sospese. La sua concentrazione nelle acque naturali non inquinate è solitamente bassa (<1 µg/l).

[limite di legge per acque di rete: 5 µg/l (parametro chimico); per acque minerali: 3 µg/l]

Calcio

Il calcio è un metallo alcalino terroso tenero, il quinto elemento in ordine di abbondanza nella crosta terrestre, essenziale per tutta la vita sulla Terra. Il calcio è un importante componente di una dieta equilibrata in quanto una sua mancanza rallenta la formazione e la crescita di ossa e denti, provocandone l’indebolimento: viceversa, nelle persone con malattie renali un eccesso di calcio nella dieta può portare alla formazione di calcoli renali. Nel nostro organismo è presente circa un chilo di calcio, di cui il 99% è fissato nelle ossa e il resto circola libero nel sangue. Quando l'acqua scorre attraverso rocce calcaree o altre rocce carbonatiche, ne scioglie una piccola parte e crea caverne e strutture caratteristiche (le stalattiti e le stalagmiti). Uscendo da queste caverne, l'acqua è satura di carbonati e per questo è detta dura.

[non esiste un limite di legge per le acque di rete; per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Clorito

I cloriti sono tipici sottoprodotti della disinfezione dovuti all’uso di biossido di cloro come disinfettante.

Non vi sono forti preoccupazioni rispetto agli effetti di questi composti sulla salute, tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) individua in 700 μg/l un valore guida provvisorio. Tale valore è stato recepito all’interno della normativa italiana come valore massimo ammissibile.

[Limite di legge per le acque di rete come da D.Lgs. n.31/2001: 0,70 mg/l (parametro chimico); per le acque minerali, il parametro non è previsto.

Limite di legge stabilito dal nuovo D.Lgs. n.18/2023: nei casi in cui per la disinfezione si utilizza un metodo che genera clorito, in particolare diossido di cloro, si applica il valore di parametro di 0,70 mg/l]

Cloro residuo

Tale parametro rappresenta l'indicazione che l'acqua ha subito un processo di disinfezione che ne garantisce la sicurezza, da un punto di vista microbiologico, durante il trasporto nelle reti di distribuzione.

La normativa non fissa un valore obbligatorio, ma consiglia di attenersi ad una concentrazione di 0,2 mg/l se impiegato.

[Parametro con valore consigliato di concentrazione pari a 0,2 mg/l come da D.Lgs. n.31/2001; per le acque minerali, il parametro non è previsto.

Il nuovo D.Lgs. n.18/2023 non prevede limiti]

Cloruro

Gli ioni cloruro presenti in acqua possono essere di origine sia minerale che organica. In quest’ultimo caso, aumenti anomali di concentrazione possono essere collegati a inquinamenti di natura organica. Il cloruro aumenta la conducibilità elettrica delle acque e conseguentemente il residuo secco. Concentrazioni eccessive di cloruro in un’acqua, soprattutto se associate a valori di pH acido, accelerano la corrosione dei metalli nelle reti.

[limite di legge per acque di rete: 250 mg/l (parametro indicatore); per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Concentrazione ioni idrogeno (pH)

Indica il grado di acidità di un’acqua. Valori troppo alti o troppo bassi rispetto alla condizione di neutralità (pH = 7) potrebbero avere un significato indiretto di pericolosità: acque troppo acide (pH < 7) immesse in tubature metalliche, specie in presenza di anidride carbonica aggressiva, possono risultare corrosive e solubilizzare componenti che influiscono negativamente sulla gradevolezza dell’acqua (ferro, manganese, zinco) o comportare un vero e proprio rischio di tossicità (piombo, cadmio).

[limite di legge per acque di rete con valore fra 6,5 e 9,5 (parametro indicatore), per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Conduttività (conducibilità)

La conducibilità elettrica è la proprietà fisica di una sostanza (conduttore) ad essere percorsa da una corrente elettrica. Tanto più elevata è la concentrazione degli ioni, tanto maggiore sarà la conducibilità. La conduttività indica quindi il grado di mineralizzazione dell'acqua: se il valore è elevato si tratta di un'acqua ricca di sali, se è basso si tratta di un'acqua povera di minerali. Tale grandezza pertanto può essere correlata con il residuo secco. Siccome la conducibilità dipende anche dalla temperatura, viene fissato un valore convenzionale di riferimento a 20°C.

[Parametro indicatore di legge per le acque di rete con valore massimo consigliato di 2.500 µScm-1 a 20°C; per le acque minerali, il parametro è previsto ma senza limite]

Durezza

La durezza indica la presenza di sali di calcio e magnesio disciolti nell’acqua. Si misura in gradi francesi (°F) ognuno dei quali corrisponde a 10 mg/l di carbonato di calcio. Una possibile scala di classificazione della durezza considera acque leggere o dolci quelle con durezza inferiore a 20 °F, mediamente dure quelle nel range 20-35 °F, e dure oltre 35 °F. Su indicazione medica può essere consigliato l’utilizzo di acque con particolari gradazioni di calcio. Normalmente il calcio presente nell’acqua è importante per la salute al punto che la legge vieta, nel caso di installazione di un addolcitore domestico, di abbassare il valore della durezza sotto i 15 °F. Al contrario, ben noti sono i danni causati da acque troppo dure a elettrodomestici e sanitari, al punto che molti detersivi contengono sostanze che combattono il calcare.

[Parametro indicatore di legge per le acque di rete con valore consigliato compreso tra 15°F e 50°F per acque sottoposte a trattamenti di addolcimento o di dissalazione come da D.Lgs. n.31/2001; per le acque minerali, il parametro non è previsto.

Il nuovo D.Lgs. n.18/2023 non prevede limiti]

Escherichia coli

È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell’intestino di animali a sangue caldo. La presenza di Escherichia coli nell’acqua è “indice” di contaminazione fecale.

[limite di legge per acque di rete: 0/100 mL (parametro microbiologico); per le acque minerali il parametro deve “risultare assente”]

Ferro

È un metallo ed è uno dei principali componenti della crosta terrestre. Può essere presente nell’acqua potabile anche come risultato dell’uso di flocculanti negli impianti di trattamento per la produzione di acqua potabile, o della corrosione delle condotte in acciaio e ghisa durante la distribuzione dell’acqua. Il ferro è considerato un elemento indesiderabile, in quanto già una concentrazione di circa 0,3 mg/l conferisce all’acqua una colorazione giallina e un sapore metallico sgradevole.

[limite di legge per acque di rete: 200 µg/l (parametro indicatore); per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Fluoruro

Esprime il contenuto di fluoro, elemento indispensabile soprattutto per denti e ossa, ma da assumere a piccole dosi. Un’assunzione eccessiva potrebbe provocare effetti sull’apparato scheletrico e sulla dentatura.

[limite di legge per acque di rete: 1,5 mg/l (parametro chimico); per le acque minerali: 5 mg/l; per acque destinate all’infanzia: 1,5 mg/l]

Magnesio

Il magnesio costituisce circa il 2% della crosta terrestre ed è il terzo per abbondanza tra gli elementi disciolti nell'acqua marina. In natura non esiste allo stato libero, ma si trova complessato con altri elementi. Il magnesio è responsabile di molti processi metabolici essenziali, come la formazione dell’urea, la trasmissione degli impulsi muscolari, la trasmissione nervosa e la stabilità elettrica cellulare.

[Non esiste un limite di legge per le acque di rete, fatta eccezione per le acque sottoposte a desalinizzazioni che devono contenere un valore di parametro di almeno 10 mg/l; per le acque minerali, il parametro è previsto ma senza limite]

Manganese

Elemento chimico assai diffuso in natura, è un oligonutriente assunto quotidianamente attraverso una corretta dieta alimentare. Si ritrova naturalmente presente sia nelle acque superficiali sia nelle acque di falda. Se presente in quantità superiore ai limiti previsti può produrre degli effetti indesiderabili sull’acqua potabile, alterandone le caratteristiche organolettiche (colore, sapore e torbidità).

[limite di legge per acque di rete: 50 µg/l (parametro indicatore); per le acque minerali: 500 µg/l]

Nitrato e Nitrito

I nitrati e i nitriti sono sostanze inquinanti. La presenza di nitriti e nitrati nell’acqua potabile è solo in minima parte naturale: nella maggior parte dei casi dipende da attività umane quali allevamenti, fertilizzanti, rifiuti industriali, scarichi urbani e liquami.

[nitrato: limite di legge per acque di rete: 50 mg/l (parametro chimico); per le acque minerali: 45 mg/l; per acque destinate all’infanzia: 10 mg/l]

[nitrito: limite di legge per acque di rete: 0,50 mg/l (parametro chimico); per le acque minerali: 0,02 mg/l]

Potassio

Il potassio è un metallo alcalino che si trova in natura combinato con altri elementi, nelle acque e in altri minerali. Può essere naturalmente presente nell’ambiente e può aumentare per i contributi dell’attività agronomica. Il potassio è un minerale essenziale nella dieta umana e svolge un ruolo importante in molti processi fisiologici dell’organismo tra cui la distribuzione dei fluidi corporei, la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione muscolare.

[non esiste un limite di legge per le acque di rete; per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Piombo

Il piombo è un metallo molto diffuso. Dal punto di vista dell’acqua potabile, il piombo ha conosciuto in passato un uso pressoché universale nelle condutture degli impianti e come materiale di saldatura nei sistemi di distribuzione. L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto uno studio approfondito sul rischio di contaminazione dell’acqua distribuita a seguito del contatto con tali tipologie di reti da cui è emerso come questo aspetto in Italia non sia rilevante.

[Limite di legge per le acque di rete come da D.Lgs. n.31/2001: 10 µg/l (parametro chimico).

Limite di legge stabilito dal nuovo D.Lgs. n.18/2023: 5,0 µg/l da soddisfare entro il 12 gennaio 2036]

Residuo secco (o residuo fisso) a 180°

Le acque potabili e quelle minerali possono contenere elevate, medie o basse quantità di sali, principalmente carbonati, bicarbonati, cloruri e solfati, combinati con sodio, potassio, calcio e magnesio. Il residuo secco, o residuo fisso, indica la quantità di sali disciolti presenti nelle acque dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°C; più è basso, minore è il contenuto di Sali, e viceversa. Fino a 50 mg/l si ha un’acqua minimamente mineralizzata ossia povera di sali, indicata per favorire la diuresi e per chi soffre di calcoli renali; da 50 a 500 mg/l l’acqua è oligominerale o leggermente mineralizzata, adatta all’uso quotidiano e con una buona azione diuretica; da 500 a 1.500 mg/l l’acqua è mediamente mineralizzata, più adatta a chi pratica attività sportive; oltre i 1.500 mg/l l’acqua è ricca di sali, adatta a scopo curativo e su consiglio medico.

[parametro indicatore per acque di rete con valore massimo consigliato: 1.500 mg/l; per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Sodio

Il sodio è abbondantissimo in natura e pertanto è presente, in misura maggiore o minore, in tutte le acque naturali, sotto forma di cloruro di sodio (il sale comune) e come bicarbonato di sodio. Per il suo contenuto in sodio, l’acqua distribuita da Hera risulta comparabile alle acque minerali in commercio. In riferimento al totale degli apporti dietetici, i valori di sodio contenuti nell’acqua sono in genere irrilevanti: ad esempio bere un litro d’acqua di rubinetto equivale a mangiare poco più di mezzo cracker. La gran parte del sodio ingerito (come cloruro di sodio) proviene dagli altri alimenti, mentre l’acqua ha un ruolo trascurabile.

[limite di legge per acque di rete: 200 mg/l (parametro indicatore); per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Solfato

I solfati sono sali dell’acido solforico, la maggior parte dei quali solubili in acqua. Sono presenti in natura in vari minerali, ragion per cui possono essere rintracciati nell’acqua. La presenza di solfato può causare alterazioni del sapore dell’acqua. Inoltre, la presenza in eccesso può contribuire alla corrosione dei sistemi di distribuzione.

[limite di legge per acque di rete: 250 mg/l (parametro indicatore); per le acque minerali il parametro è previsto ma senza limite]

Tetracloroetilene + Tricloroetilene (Trielina)

Si tratta di due composti chimici presenti nell’acqua per la contaminazione del suolo e del sottosuolo causata da pratiche industriali non corrette.

[limite di legge per acque di rete: 10 µg/l (parametro chimico); per le acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge]

Trialometani-Totale

Rappresentano uno dei più noti sottoprodotti di disinfezione: la loro presenza nelle acque potabili è infatti connessa all’utilizzo dell’ipoclorito di sodio come disinfettante. Si formano infatti dalla reazione delle sostanze organiche naturali presenti nell’acqua con l’ipoclorito di sodio.

[limite di legge per acque di rete: 30 µg/l (parametro chimico); per le acque minerali il parametro non deve “risultare rilevabile con metodi che abbiano i limiti minimi di rendimento analitico” citati dalla legge]

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