Risultati FY2021
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
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Risultati FY2021
I risultati di una strategia multibusiness e la creazione di valore di lungo periodo, per rispondere oggi alle sfide di domani
"Anche nel 2021 il nostro impegno nel perseguire la creazione di valore per l’azienda e per i nostri stakeholder, con uno sviluppo sostenibile, ci ha consentito di ottenere risultati positivi e mettere in campo azioni di sostegno per il tessuto economico in cui operiamo, a partire dai clienti."
"I positivi risultati conseguiti nel 2021 evidenziano un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale e finanziaria dell’azienda, confermata anche dal rapporto debito netto/MOL a 2,66x, in miglioramento rispetto all’esercizio precedente."
"Anche nel 2021 il nostro impegno nel perseguire la creazione di valore per l’azienda e per i nostri stakeholder, con uno sviluppo sostenibile, ci ha consentito di ottenere risultati positivi e mettere in campo azioni di sostegno per il tessuto economico in cui operiamo, a partire dai clienti.
Continueremo a farlo nonostante lo scenario che rimane complesso e guardiamo al futuro puntando su due fattori che hanno sempre contraddistinto la nostra storia ventennale: concretezza e solidità.
La nostra decisione di aumentare il dividendo a 12 centesimi per azione, in linea con quanto annunciato in sede di presentazione del nuovo Piano industriale, va in questa direzione e porterà benefici per i nostri azionisti, che potranno contare su maggiori entrate per affrontare la difficile congiuntura attuale.
La prevenzione e gestione dei rischi, del resto, è una delle direttrici strategiche alla base del nostro stesso Piano e si traduce in un approccio di medio-lungo termine necessario per anticipare le azioni di mitigazione dei rischi a cui sono esposte le utility, affrontare le complessità e continuare a garantire qualità e continuità dei servizi."
Tomaso Tommasi di Vignano
Presidente Esecutivo
"I positivi risultati conseguiti nel 2021 evidenziano un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale e finanziaria dell’azienda, confermata anche dal rapporto debito netto/MOL a 2,66x, in miglioramento rispetto all’esercizio precedente.
La positiva generazione di cassa ci ha consentito di effettuare maggiori investimenti, con ricadute positive per i territori in cui operiamo sia in termini di qualità del servizio sia di indotto creato. Questa nostra maggiore solidità ci consente di affrontare con fiducia il complesso scenario attuale, continuando a garantire investimenti e sostegno per i nostri stakeholder, con la sostenibilità che risulta pienamente integrata nelle strategie di business.
Ne è una conferma l’incremento di oltre il 25% del margine operativo lordo a valore condiviso, salito a 570,6 milioni nel 2021 e pari al 46,6% del MOL complessivo, con l’obiettivo di arrivare al 70% nel 2030."
Stefano Venier
Amministratore Delegato
mln/€ | 2020 | |
---|---|---|
Ricavi | 7.079,0 | |
MOL | 1.123,0 | |
Utile netto | 322,8 | |
Investimenti | 528,5 | |
Pfn | 3.227,0 | |
Pfn/Mol | 2,87 |
mln/€ | 2021 | |
---|---|---|
Ricavi | 10.555,3 | + |
MOL | 1.223,9 | + |
Utile netto | 372,7 | + |
Investimenti | 570,3 | + |
Pfn | 3.261,3 | + |
Pfn/Mol | 2,66 |
Consensus | Hera's results | Δ % | |
---|---|---|---|
Ebitda (mln €) | 1.218,5 | 1.223,9 | +0,4% |
Ebit (mln €) | 629,8 | 611,7 | (2,9%) |
Net profit post min. (mln €) | 341,3 | 333,5 | (2,3%) |
Net Financial Position (mln €) | 3.364,5 | 3.261,3 | (3,1%) |
Preview | Post Results | ||||
---|---|---|---|---|---|
Analista | Broker | Rating | Target Price (€) | Rating | Target Price (€) |
Davide Candela | Banca IMI | Buy | 4,80 | Buy | 4,80 |
Roberto Letizia | Equita Sim | Hold | 3,90 | Hold | 3,90 |
Dario Michi | Exane | Buy | 4,85 | Buy | 4,85 |
Federico Pezzetti | Intermonte | Outperform | 4,30 | Outperform | 4,00 |
Emanuele Oggioni | Kepler Cheuvreux | Buy | 4,10 | Buy | 4,10 |
Enrico Bartoli | Stifel (ex MainFirst) | Buy | 4,20 | Outperform | 4,20 |
Javier Suarez | Mediobanca | Outperform | 4,40 | Outperform | 4,30 |
Media | 4,36 | Media | 4,31 |
Broker | Commento degli analisti ai risultati finanziari |
---|---|
Intesa Sanpaolo | "Hera ha presentato risultati positivi, sostanzialmente in linea con le nostre aspettative. Evidenziamo la solidità patrimoniale, con ulteriore riduzione del costo del debito, debito a tasso fisso al 93% e una durata media superiore a 7 anni che riduce il rischio di tassi di interesse al rialzo." |
Equita Sim | "Nessuna sorpresa dai risultati Hera che ha comunicato recentemente il piano strategico ed ha riportato numeri sostanzialmente in linea con le attese. Le indicazioni sono neutre. Confermiamo stime e raccomandazione." |
Exane | "Una società su cui si può fare affidamento. Hera ha presentato risultati per il quarto trimestre 2021 sostanzialmente in linea con le nostre stime a livello operativo: EBITDA +8% e EBIT +3% anno su anno. La posizione finanziaria netta ha raggiunto 3,26 miliardi di euro, in linea con la nostra stima, con un rapporto Debito netto/EBITDA di 2,66x. Hera distribuirà 12 centesimi per azione di dividendo. Manteniamo il nostro range di valutazione con un prezzo obiettivo minimo di 4,50 e massimo di 5,20 euro." |
Intermonte | "I risultati annuali del 2021 hanno confermato gli ottimi risultati operativi e finanziari presentati a gennaio e, nonostante l'attuale volatilità dei mercati, per il Gruppo il contesto sfavorevole sembra gestibile. Continuiamo a credere che il gruppo sia ben posizionato per beneficiare della crescita nella base clienti Energy, della leadership nel waste e della strategia costruita attorno ai concetti di resilienza, protezione dal rischio e transizione ambientale e digitale. Il gruppo sta trattando a 6,6 volte il multiplo 2022E EV/Ebitda, un livello che consideriamo ancora sottovalutato." |
Kepler Cheuvreux | "I risultati finanziari del 2021 sono in linea con quelli preliminari comunicati a gennaio. Abbiamo aumentato il nostro WACC tenendo conto del rischio premio paese più elevato per l'Italia, sulla base delle linee guida interne. Il WACC più elevato è compensato dal rollover del modello sull'Ebitda 2023E. Abbiamo perfezionato la nostra previsione in base ai risultati dell'esercizio 2021 e confermiamo il nostro target price di 4,10 euro basato sulla somma delle parti." |
Mediobanca | "Hera ha presentato solidi risultati, con Utile Netto a 334 milioni di euro (+10%) e l'Utile Netto adjusted a 320 milioni di euro (+6%). Considerato l'Ebitda al di sopra delle nostre stime del +2%, aggiorniamo il nostro modello di valutazione per riflettere i numeri del '21. Nel nostro modello, la crescita è stata compensata dal maggiore assorbimento di capitale circolante. Di conseguenza, rivediamo le stime del -2% e portiamo la nostra valutazione da Eur 4,40 a Eur 4,30 per azione. Considerata la solidità del nuovo piano industriale e l’esposizione a trend secolari legati all'adozione di modelli circolari, green e sostenibili nei business del waste e del ciclo idrico, riteniamo che Hera sia un core holding nel 2022. Con il titolo che tratta ad un multiplo di EV/Ebitda pari a circa 8x, continuiamo a vedere potenziale sul titolo. Outperform" |
La transizione verso un’economia circolare è un obiettivo prioritario, perciò, da tempo abbiamo definito una strategia per la circolarità che peraltro è strettamente legata a quella per la riduzione delle emissioni. Non solo perché sono entrambe trasversali ai diversi comparti e fortemente orientate al business, ma anche perché una parte rilevante dei progetti collegati all’economia circolare contribuisce in maniera diretta alla riduzione complessiva delle emissioni climalteranti.
Anche il Piano industriale ogni anno riconferma l’economia circolare come una delle leve fondamentali: dai 3,8 miliardi di investimenti previsti nel nuovo piano al 2025, circa 450 mln€ sono riservati a progetti dedicati alla circolarità, circa 400 mln€ permetteranno di migliorare ulteriormente la gestione sostenibile della risorsa idrica mentre quasi 250mln€ andranno alla transizione energetica e rinnovabili.
Ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, rigenerare: le 5 “R” guidano lo sviluppo di un modello di business sempre più sostenibile, per raggiungere i target fissati a Piano al 2025 da traguardare puntando sull’innovazione, sulla ricerca, sulle nuove tecnologie e sulla sinergia fra le filiere dei nostri diversi business. Anche perché, in ottica di un più lungo termine, questi obiettivi determinano la curva di approccio ai target del 2030 e ciò implica attivarsi a 360 gradi.
Tra quelli più rilevanti:
Nel waste, porteremo oltre l’80% il riciclo degli imballaggi - anche se il target fissato dall’UE al 2030 si ferma al 70%, mentre nel riciclo della plastica puntiamo a raggiungere il 150%. Vogliamo non solo incrementare la produzione di plastica riciclata di qualità ma anche scoraggiare il ricorso ai polimeri vergini e combattere la cultura dell’abbandono. Continueremo ad investire anche nella produzione di biocarburanti che ricaviamo dai rifiuti organici e dagli oli esausti, alimentando così una mobilità sostenibile.
Nel ciclo idrico, oltre ad abbattere i nostri consumi e quelli dei nostri partner, stiamo incrementando le quote di acque reflue depurate avviate a riuso per arrivare al 15% di acqua depurata. Queste acque saranno ad esempio disponibili per l’irrigazione, favorendo così la sostenibilità anche nel comparto agricolo. Inoltre, grazie ai progetti in corso, ridurremo le perdite lineari di rete del ciclo idrico a 9,4 mc/km/giorno.
Nell’energy, le iniziative di transizione energetica per contribuire agli obiettivi di neutralità carbonica ci permetteranno di rispettare l’ambizioso target di riduzione del 37% delle emissioni del Gruppo e della sua filiera, certificato da SBTi.
Dato che oltre il 90% delle emissioni di Hera sono prodotte dalle attività dei nostri clienti e fornitori, per raggiungere questo target, servirà l’impegno di tutti. Noi metteremo in campo, oltre ad azioni interne, soluzioni per promuovere l’efficienza energetica e iniziative per incentivare la riduzione dei consumi. Prevediamo inoltre di aumentare la produzione di biometano da FORSU per arrivare a 30 mln mc/ anno e di aumentare la quota di energia elettrica rinnovabile venduta a circa il 50% sul totale.
Sono obiettivi ben precisi che perseguiamo ogni giorno facendo squadra e coinvolgendo tutti gli stakeholder, dalla singola utenza domestica alla grande impresa, nella riduzione dei consumi, nell’efficienza energetica e nella promozione delle rinnovabili per trasformare ogni buona intenzione in progetti e interventi capaci di generare un valore non soltanto concreto, misurabile e condiviso, ma anche e soprattutto duraturo.
Al 2030 il 70% dell’Ebitda sarà riconducibile a attività e iniziative a Valore Condiviso, riaffermando il percorso di crescita, del Gruppo e dell’ecosistema circostante, che coinvolge tutti gli stakeholder per promuovere la prosperità anche nel medio e lungo periodo.
Infatti, la progettualità prevista nel nostro nuovo Piano industriale prende in considerazione sia lo sviluppo dei business presidiati, sia la promozione del benessere delle comunità, dei lavoratori, dei clienti e fornitori e di tutti i soggetti interessati.
Lo dimostra la rilevante quota di investimento, intorno al 66% del cumulato 2021-2025, che riserviamo ai progetti a valore condiviso. Parliamo di oltre 2,5 mld€, sul totale di 3,8 mld € stanziati in arco Piano, che ci permetterà di traguardare il target Ebitda/CSV prefissato.
L’approccio rimane quello di sempre: una costante attenzione nei confronti di tutti gli interlocutori, partendo naturalmente dai dipendenti, la nostra più preziosa risorsa che ci consente ogni giorno di dare risposta alle esigenze di tutti coloro interagiscono con le società del Gruppo.
Le persone sono per noi un valore strategico, grazie alle loro competenze distintive, pertanto investiamo sempre di più in una strategia di formazione continua, per stimolare l’innovazione, creare ambienti di lavoro fertili e aperti, far emergere le potenzialità di ciascuno e valorizzarle al meglio.
Nel 2021 l'azione formativa, in linea con gli obiettivi strategici del Piano, si è focalizzata su iniziative in ambito transizione energetica ed economia circolare, salute e sicurezza, people engagement e digital proficiency e dando continuità alle iniziative di rafforzamento e adeguamento delle competenze manageriali.
Oltre al maggiore investimento nella formazione, con 273 mila ore di formazione erogate (30 ore pro-capite/anno, 15% in più rispetto al 2020), è stato ulteriormente migliorato sia il processo di selezione e onboarding sia il processo di sviluppo: lo confermano le quasi 1.800 nuove assunzioni (+12,5% rispetto al 2020) e l’aumento della quota di donne in ruoli di responsabilità, ora al 30,5%.
Tutto ciò senza dimenticare l’impegno nella promozione del benessere e della tutela della sicurezza dei lavoratori. Al welfare sono stati dedicati 5,3 mln di euro (quasi 20% in più vs 2020) mentre l’incremento di azioni di miglioramento in ambito salute e sicurezza ha contribuito alla radicale diminuzione di giornate di assenza per infortunio: nel 2021 si sono ridotte del -61% (vs il 2013).
Questo impegno sociale del Gruppo è riconosciuto dagli stessi lavoratori e lo attesta l’ultima indagine di clima condotta l’anno scorso, a cui ha partecipato l’82% della popolazione aziendale: l’indice di soddisfazione complessiva ha raggiunto quota 71/100.
Sono tutti indicatori di quanto la crescita delle persone sia il nostro motore. Questa leva è riconfermata nel nuovo Piano Industriale al 2025, che individua diversi Kpi prioritari in chiave “Social” tra cui la gestione del personale, per supportare i dipendenti in un contesto lavorativo in profonda trasformazione, la rateizzazione delle bollette, per agevolare tutti gli utenti in difficoltà e il valore delle forniture da fornitori locali, per continuare ad essere un solido volano per l’economia del territorio.
Anche uno scopo come quello di “rendere il mondo un posto migliore”, fortemente astratto, può diventare concreto se applicato ad un modello di organizzazione che consenta a tutti gli stakeholder coinvolti di riconoscersi in un purpose cui corrispondono prestazioni efficaci e risultati tangibili. Infatti, mentre la mission indica quello che un’azienda si propone di fare, il purpose guarda soprattutto al senso di queste stesse azioni e che va oltre la capacità, pur necessaria, di produrre profitto.
Per ribadire il proprio impegno nella responsabilità sociale d’impresa e nella sostenibilità che da sempre rappresenta un fattore distintivo di Hera, in aprile 2021, l’Assemblea dei Soci ha approvato l’introduzione nello statuto dello "Scopo", ovvero il corporate purpose che il Gruppo si prefigge di raggiungere nello svolgimento della propria attività d’impresa.
L’articolo 3 dello statuto modificato racchiude i nostri valori, i nostri obiettivi ed esprime il ruolo "sociale" che vogliamo ricoprire.
Cosa cambia ora che il purpose è inserito nello Statuto di Hera? Nella routine poco perché la sostenibilità e la creazione di valore condiviso sono da sempre tratti fondanti della nostra azienda. Però questa integrazione ci consente di ribadire con più forza il nostro impegno per la transizione energetica, per la promozione dell’equità sociale e l’economia circolare attraverso l’innovazione e la digitalizzazione. Inoltre, siamo convinti che il principio di “successo sostenibile” possa motivare ulteriormente i nostri lavoratori e coinvolgere clienti e fornitori.
D’altro canto, la creazione di valore condiviso rappresenta ormai da anni un punto di riferimento non solo per la rendicontazione delle attività ma anche per il piano industriale, per garantire, appunto, il successo sostenibile. La definizione del purpose ci permette quindi di indirizzare la strategia in una direzione ben precisa, includendo i driver del valore condiviso nella nostra Politica di remunerazione di Gruppo.
Dal 2021, infatti, l’Ebitda a valore condiviso è un parametro di valutazione nel sistema incentivante che coinvolge tutti i dirigenti e quadri. Dato che la remunerazione variabile si basa sul conseguimento di obiettivi, l’introduzione di questo Kpi ci spingerà ulteriormente ad attuare comportamenti che creano valore tangibile all’interno e all’esterno dell’organizzazione, importanti per dare maggiore forza e concretezza ai valori aziendali che concorrano a migliorare ulteriormente le performance anche in termini di sostenibilità.
Questo cambiamento nella politica di remunerazione e incentivazione è avvenuto in seguito ad una revisione del nostro framework Csv, che nella versione rinnovata consentirà a Hera di rafforzare ulteriormente il suo impegno nella creazione di valore condiviso.
Vogliamo essere non solo un elemento di garanzia per il raggiungimento dello “Scopo” ma anche continuare ad essere un’impresa capace di “lasciare il segno e non l’impronta” e di proiettare le tre dimensioni “Pianeta, Persone e Prosperità” all’orizzonte del proprio modello di business come le ragioni stesse del nostro sviluppo.
Con un prezzo ufficiale di 3,670 euro al 31 dicembre, il titolo Hera ha consuntivato una crescita del 22,6%, in linea con l’andamento del mercato e in controtendenza rispetto all’indice delle utility italiane. Il rialzo del titolo è stato sostenuto dal positivo accoglimento della pubblicazione di risultati trimestrali che hanno mostrato solidi fondamentali, con una reddittività in forte crescita e superiore alle aspettative.
Nel corso del 2021, le borse mondiali hanno consuntivato performance positive grazie alla progressiva normalizzazione dell’attività economica, come conseguenza delle campagne vaccinali, e alla messa a punto di politiche fiscali espansive da entrambi i lati dell’Oceano Atlantico. Nonostante il ritorno alla crescita, le Banche centrali hanno mantenuto un approccio prudente, reiterando le politiche monetarie accomodanti e definendo la pressione inflazionistica, dovuta al rialzo delle materie prime, come transitoria.
In questo contesto di generale ripresa, l’indice italiano Ftse All Share è salito nel periodo di riferimento del 23,7%, mettendo a segno la seconda migliore performance tra le principali borse europee, grazie al positivo apporto dei settori considerati più ciclici, in particolare quello bancario e quello industriale. Di converso, la rotazione settoriale non ha premiato i settori più difensivi come quello delle utility, il cui indice è infatti sceso del 6,7%.
Con un prezzo ufficiale di 3,670 euro al 31 dicembre, il titolo Hera ha consuntivato una crescita del 22,6%, in linea con l’andamento del mercato e in controtendenza rispetto all’indice delle utility italiane. Il rialzo del titolo è stato sostenuto dal positivo accoglimento della pubblicazione di risultati trimestrali che hanno mostrato solidi fondamentali, con una reddittività in forte crescita e superiore alle aspettative.
Il 5 luglio 2021, è stato staccato il diciannovesimo dividendo di Hera. La cedola, pari a 11 centesimi per azione, è cresciuta del 10% rispetto all’anno precedente e in misura superiore alle indicazioni del piano industriale, il quale già incorporava una crescita rispetto al piano precedente. Hera conferma così la sua capacità di remunerare gli azionisti grazie alla resilienza del suo portafoglio di attività, che le ha permesso di distribuire dividendi costanti e in crescita sin dalla quotazione.
euro | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Dps | 0,035 | 0,053 | 0,06 | 0,07 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,08 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,09 | 0,095 | 0,10 | 0,10 | 0,11 |
L’effetto congiunto di una ininterrotta remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo accumulato negli anni, ha permesso al total shareholders’ return dalla quotazione di rimanere sempre positivo e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +316,7%.
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Mediobanca, Stifel, Intermonte, Intesa Sanpaolo, Kepler Cheuvreux, Equita Sim) esprimono quasi all’unanimità raccomandazioni positive. Alla fine dell’anno, il consensus target price è pari a 4,25 euro, superiore a 3,93 euro che veniva raccomandato al termine del 2020, ed evidenzia un potenziale di rialzo del 15,8%.
Al 31 dicembre 2021 la compagine sociale mostra l’usuale stabilità ed equilibrio, essendo composta per il 45,8% da 111 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato, che è stato rinnovato per ulteriori tre anni con decorrenza dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2024, e per il 54,2% dal flottante. L’azionariato è diffuso tra un numero elevato di azionisti pubblici (111 Comuni, il maggiore dei quali detiene una partecipazione inferiore al 10%) e un numero elevato di azionisti privati istituzionali e retail.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato l’ultima volta dall’Assemblea degli Azionisti del 28 aprile 2021 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 240 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Al 31 dicembre del 2021, Hera deteneva in portafoglio 29,2 milioni di azioni.
È continuata nel 2021 l’intensa attività di dialogo, in modalità virtuale, con gli attori del mercato finanziario. Dopo la presentazione del piano industriale 2020-2024, il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato hanno preso parte a incontri con gli investitori delle principali piazze finanziarie per aggiornarli sull’andamento delle attività e sulle prospettive future. Ulteriori occasioni di contatto sono avvenute attraverso la partecipazione alle conferenze di settore organizzate da Borsa Italiana Spa e dai broker che coprono il titolo Hera e tramite singoli incontri richiesti da investitori istituzionali (videochiamate e company visit). L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori e con gli analisti finanziari, oltre che con un selezionato numero di analisti Esg, contribuisce al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Per quanto riguarda le informazioni richieste dall’art. 2428, 3° comma n. 3 e n. 4 del Codice Civile, il numero e il valore nominale delle azioni costituenti il capitale sociale di Hera Spa, il numero e il valore nominale delle azioni proprie in portafoglio al 31 dicembre 2021, nonché per la variazione delle stesse intervenuta nell’esercizio 2021, si rinvia alla nota 25 del paragrafo 3.02.04 e al prospetto delle variazioni del patrimonio netto del paragrafo 3.01.05 del bilancio separato della Capogruppo.
Hera rivolge costante impegno a interpretare i segnali dei contesti in cui opera. Tale impegno è finalizzato a catturare una visione d’insieme del proprio futuro e di quello dei propri stakeholder. Al fine di anticiparne gli sviluppi, di seguito sono rappresentati i principali driver dei fenomeni di cambiamento e la loro inestricabile correlazione; in particolare, sono identificati i macrotrend dei contesti di riferimento, le principali politiche di gestione del Gruppo ovvero la strategia industriale e la correlata sostenibilità (ambientale, tecnologica e relativa al capitale umano).
Macroeconomico e finanziario
Il tessuto economico-sociale mondiale, inficiato dalla pandemia diffusasi nel 2020, nel 2021 ha restituito segnali sempre più incoraggianti, all’insegna dell’espansione economica, favorita altresì dalle misure adottate dai vari Stati. Le stime più recenti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) relative all’anno appena concluso, mostrano un incremento del Prodotto interno lordo mondiale del 5,9% rispetto all’anno precedente. Tutte le economie globali sono cresciute in maniera sostenuta: le economie avanzate segnano un aumento del 5,0%, mentre per le economie in via di sviluppo si prevede un incremento superiore al 6,5% rispetto all’anno precedente. Dalle prime stime disponibili, India e Cina hanno trainato la ripresa, con un aumento del 9,0% e dell’ 8,1% rispetto al 2020; Regno Unito e Stati Uniti si attestano su uno sviluppo rispettivamente del +7,2% e +5,6%.
Le misure di contenimento della pandemia e le azioni straordinarie adottate da parte delle istituzioni nazionali e internazionali a sostegno dell’economia hanno permesso e favorito la ripartenza dei consumi e del commercio globale, nonostante la presenza di alcune criticità. La nuova variante Omicron, più contagiosa delle precedenti, l’aumento dei prezzi dell’energia e la crisi di approvvigionamento delle materie prime per l’industria hanno rappresentato sul finire dell’anno, e rappresentano ancora, sfide di fondamentale importanza per proseguire nel percorso di ripresa economica avviato nel 2021.
Nell’area Euro, la forte espansione economica del primo semestre 2021, ha subito un deciso rallentamento nell’ultima parte dell’anno, principalmente a causa della nuova ondata di contagi e del perdurare delle criticità nell’approvvigionamento di materie prime da parte delle imprese, che hanno messo in difficoltà la produzione manifatturiera. Complessivamente il 2021 si è comunque dimostrato un anno di ripresa per tutti i paesi dell’Unione Europea facendo registrare, secondo le più recenti stime del FMI, una crescita media del 5,2%. Di particolare rilevanza la ripresa francese (+6,7% vs 2020) e italiana (+6,2%), seguite da quella spagnola (+4,9%) e tedesca (+2,7%).
L’inflazione media per l’anno 2021 si attesta intorno al +2,6%. In particolare, già dall’inizio dell’anno, la dinamica inflattiva ha mostrato una spiccata evoluzione, continuando a crescere a ritmi sostenuti soprattutto nel secondo semestre, fino a raggiungere, a dicembre 2021, una variazione del +5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, valore più alto dalla nascita dell’Unione monetaria. L’aumento del prezzo della componente energetica, pari al +26% rispetto ai valori del 2020, è stato determinante ai fini di tale incremento. La Banca centrale europea ha confermato il ricorso agli interventi straordinari legati all’emergenza sanitaria, tra i quali il Pandemic emergency purchase programme o Pepp (1.536 miliardi di euro di titoli pubblici acquistati alla fine di novembre) e il programma Next Generation EU, per cui sono state avviate le prime sovvenzioni a seguito dell’approvazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza dei paesi dell’Unione.
Le più recenti proiezioni del FMI per il prossimo biennio (elaborate prima dell’intervento militare russo in Ucraina) confermano il trend di ripresa iniziato nel 2021. Per l’anno 2022 è previsto un rialzo dell’economia globale pari al 3,9%, mentre per il 2023 l’incremento stimato sarà del 2,6%. Queste prospettive si realizzeranno in maniera non omogenea nei diversi paesi: le economie avanzate, già nel corso del 2022, dovrebbero raggiungere i livelli pre-pandemici di crescita, mentre le economie in via di sviluppo potrebbero mostrare una ripresa più fragile. Secondo le stime dell’Eurosistema, lo sviluppo nell’area Euro dovrebbe attestarsi al +3,9% nel 2022 e al +2,5% nel 2023, superando il drastico calo avvenuto nel 2020 e ritornando così ai livelli del 2019 già a partire dal primo trimestre 2022.
A differenza delle altre economie dell’area Euro, l’economia italiana ha continuato a crescere anche durante il terzo trimestre del 2021 (+2,6% rispetto ai tre mesi precedenti), trainata soprattutto dai consumi delle famiglie, mentre ha iniziato a mostrare segni di rallentamento nell’ultimo trimestre dell’anno. Secondo le prime stime della Banca d’Italia, la crescita del Pil durante questo trimestre è stata di circa mezzo punto percentuale; l’incremento positivo, tra i migliori nell’area Euro, ha raggiunto il 6,2% su base annua rispetto all’anno precedente. La produzione industriale è cresciuta a un tasso di circa l’1,0% a trimestre nel corso dei primi nove mesi del 2021, indebolendosi nell’ultima parte dell’anno. Questo rallentamento, come esposto in precedenza, riflette principalmente le difficoltà di approvvigionamento da parte delle imprese. Relativamente agli altri indicatori, le esportazioni e i consumi delle famiglie hanno continuato a crescere e il mercato del lavoro ha restituito segnali positivi: il tasso di occupazione si è attestato al 59% nel quarto trimestre, in crescita rispetto ai precedenti tre mesi.
Le più recenti stime elaborate dal FMI proiettano per l’Italia una ripresa del 3,8% nel 2022 e del 2,2% nel 2023. Nonostante l’aumento dei contagi registrati a inizio 2022, l’economia dovrebbe continuare a crescere sostenuta dalle favorevoli condizioni finanziarie e dall’espansione del commercio mondiale.
La spinta inflazionistica illustrata precedentemente ha portato le principali banche centrali a rivedere le proprie politiche monetarie, prospettando una graduale riduzione delle misure emergenziali e degli stimoli monetari. A dicembre 2021, la Banca centrale statunitense (Fed), ha annunciato l’accelerazione del processo di riduzione degli acquisti di titoli, anticipandone la conclusione a marzo 2022 (anziché a giugno dello stesso anno), a seguito del quale ci si attende la risalita dei tassi d’interesse. La Banca d’Inghilterra, in modo analogo, ha varato il primo aumento post-pandemia del tasso ufficiale, da 0,10% a 0,25% nel corso del 2021, e ha annunciato all’inizio del 2022 un ulteriore incremento dei tassi dello 0,5%. Nel corso dell’anno appena trascorso, la Bce, diversamente da Stati Uniti e Regno Unito, ha confermato un orientamento accomodante, senza tuttavia escludere un rialzo dei tassi in futuro. A marzo 2022, il Pepp si concluderà in base alle previsioni, mentre proseguiranno, almeno fino al 2024, il programma di quantitative easing (ovvero acquisti di titoli ordinari e reinvestimento dei titoli a maturazione atti a impedire situazioni di crisi di liquidità) e operazioni di agevolazione al credito. La flessibilità rimarrà un elemento fondamentale della politica monetaria europea: in caso di ulteriore frammentazione del mercato connessa alla pandemia, il Pepp consentirà eventuali reinvestimenti fra le varie classi di attività e i vari paesi.
Il miglioramento congiunturale, generato dal rafforzamento del quadro macro-finanziario del 2021 e dal rialzo delle prospettive di crescita per il 2022, ha favorito il minor ricorso a misure di sostegno per l’accesso al credito di famiglie e imprese. Le condizioni di liquidità sui mercati finanziari sono attualmente prive di criticità, tuttavia il rialzo delle curve dei tassi di interesse subìto nel corso dell’esercizio, unitamente alle pressioni inflazionistiche e a modalità e tempistiche di riduzione dell’accomodamento monetario nelle principali economie avanzate, rappresentano un fattore di rischio per la liquidità sui mercati finanziari stessi. Nel breve termine, quindi, i rischi per la stabilità finanziaria nazionale sono previsti moderati, mentre risultano più incerti nel medio termine, in caso di andamenti meno favorevoli rispetto alle attese.
Al fine di assicurare che l’inflazione si stabilizzi al target del 2% nel medio termine, nell’ultimo meeting di febbraio 2022 la Bce ha confermato come pari a zero il tasso di interesse di riferimento, come negativo quello sui depositi (-0,5%) e si è dichiarata in grado di adeguare i suoi strumenti ove opportuno.
Il 2021 ha registrato un incremento della curva dei tassi di interesse di circa 50 bps sulle scadenze di medio lungo termine (tassi swap), segnando il passaggio da tassi negativi a livelli di tassi positivi per le scadenze superiori a 5 anni.
In questo contesto, le condizioni sui mercati dei titoli di Stato dell’area dell’euro non hanno subìto fluttuazioni e riscontrano condizioni di buona liquidità degli scambi, grazie anche alla prosecuzione dei programmi di acquisto della Bce. La volatilità infra-giornaliera dei rendimenti si è mantenuta in media su valori moderati e l’abbondante liquidità disponibile, accompagnata da bassi costi di transazione, ha sostenuto l’attività del mercato.
Il mercato obbligazionario corporate e le misure di sostegno riconducibili a politica monetaria e fiscale hanno consentito una rapida ripresa della raccolta obbligazionaria nel corso del 2021, soprattutto per le imprese con merito creditizio elevato. Le emissioni obbligazionarie per finanziare progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale (green bond) e l’impegno verso i temi ambientali, sociali e di governance (Environment, social and governance, Esg) sono proseguiti e divenuti criteri sempre più rilevanti per l’accesso delle imprese ai mercati dei capitali. Nell’ultimo trimestre dell’anno, gli spread sovrani di alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno registrato un incremento, attribuibile principalmente al timore che un’eventuale riduzione degli stimoli monetari, più rapida delle attese, possa accompagnarsi al riemergere di frammentazioni nei mercati. Gli spread sulle obbligazioni private sono rimasti su livelli storicamente bassi, sia nel comparto investment grade sia in quello high yield.
Per quanto riguarda il Gruppo, gli spread del portafoglio obbligazionario del Gruppo sono rimasti su livelli contenuti, intorno a 40/60 bps in funzione della scadenza, con andamento abbastanza costante nel corso dell’anno. Lo spread decennale di Hera, mostrato nel grafico seguente, ha confermato il trend positivo di merito creditizio del Gruppo, mantenendosi sempre su livelli inferiori dello spread Btp- Bund di medesima durata, e mostrando al tempo stesso una significativa minore volatilità.
Si segnala che le previsioni di sviluppo delle economie mondiali sono state elaborate prima dell’intervento militare russo in Ucraina pertanto tali stime dovranno essere aggiornate dai principali istituti internazionali nei prossimi mesi. Le incertezze inerenti l’evoluzione del conflitto e l’impatto delle sanzioni economiche imposte alla Russia rendono difficilmente quantificabili gli effetti sull’economia globale, pertanto non è stato possibile stimarne gli impatti.
Business e regolazione
La ripresa economica nazionale registrata nel corso dell’anno ha influito anche sui consumi di energia elettrica: i dati elaborati dalla società operatrice delle reti nazionali di trasmissione (Terna) restituiscono per il 2021 un consumo nazionale complessivo di 318,1 TWh, in aumento del 5,6% rispetto al 2020. Circa l’87% della richiesta di energia è stata soddisfatta dalla produzione nazionale, 3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. Questo calo è stato compensato dal saldo estero (+32,9%), all’interno del quale si è registrato il doppio effetto di calo dell’export e incremento dell’import.
La produzione nazionale netta da fonti rinnovabili è stata pari al 40,9% del totale per un valore di 113,8 TWh, in linea rispetto al 2020, traducendosi in una quota di consumi soddisfatti dalle rinnovabili pari al 36%. La produzione idrica si conferma la fonte di energia rinnovabile principale (39%), seppure in riduzione di 2 punti percentuali rispetto al contributo dell’anno precedente. La produzione eolica, al contrario, guadagna 2 punti percentuali sul 2020, mentre si confermano stabili la produzione fotovoltaica (22%), la produzione da biomasse (16%) e geotermica (5%).
Secondo le prime elaborazioni del Gestore dei mercati energetici (Gme), i consumi di gas naturale sono pari a 76,2 miliardi di metri cubi (+8,1% sul 2020), il livello più alto degli ultimi dieci anni. La ripresa dei consumi è stata particolarmente concentrata nei mesi primaverili, che nello stesso periodo del 2020 erano stati duramente colpiti dal lockdown nazionale indotto dall’emergenza sanitaria. I settori termoelettrico e civile, pari rispettivamente a 26,0 e 33,4 miliardi di metri cubi, hanno raggiunto i massimi livelli dal 2012, registrando una crescita rispettivamente del 6,4% e dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Anche i consumi del settore industriale segnano un forte incremento (+6,7%), riportandosi ai livelli pre-pandemici.
La produzione annuale in Italia dei rifiuti urbani che emerge dall’ultima elaborazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), relativa all’esercizio 2020, è di 28,9 milioni di tonnellate, in calo del 3,6% rispetto al 2019, ed equivalente a una produzione media pro-capite di 489 kg. La causa del basso volume di rifiuti urbani prodotti è imputabile essenzialmente agli effetti connessi all’emergenza sanitaria da Covid-19, in particolare alle chiusure degli esercizi commerciali e alle misure di restrizione degli spostamenti adottate a più riprese nel corso dell’anno.
Per quanto concerne i rifiuti speciali, nel suo report più aggiornato l’Ispra ha stimato una produzione di 154 milioni di tonnellate nel 2020, in aumento del 7,3% rispetto all’anno precedente. L’incremento è imputabile principalmente ai rifiuti non pericolosi, e in particolare a quelli da operazioni di costruzione e demolizione che aumentano di oltre 8,5 milioni di tonnellate (+14,2%). Circa il 70% della produzione totale di rifiuti speciali è ascrivibile ai settori delle costruzioni (45,5%) e del trattamento rifiuti e attività di risanamento (25,1%), a seguire dalle attività manifatturiere (18,9%) e altri settori (circa il 10%).
Ad oggi non sono disponibili informazioni relative alla produzione di rifiuti urbani e speciali nel 2021, ma è plausibile supporre che la ripresa economica registrata nel corso dell’anno e la riapertura delle attività commerciali abbiano determinato un incremento della produzione dei rifiuti a livello nazionale rispetto al 2020.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2021, l’Istat ha presentato il rapporto aggiornato sulle statistiche del settore idrico nazionale. In Italia il consumo di acqua dolce prelevata per uso potabile si attesta a poco più di 9 miliardi di metri cubi, in linea con gli anni precedenti. Tale valore posiziona ancora una volta l’Italia quale primo paese nell’UE (a 27) per acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei.
Con riferimento agli utilizzi a cui l’acqua è destinata a livello nazionale, secondo quanto riportato nel Blue Book, il 54% dell’uso idrico è destinato all’agricoltura, il 21% all’uso industriale, il 20% all’uso civile e il 5% all’uso energetico. Da queste evidenze emerge con chiarezza l’importanza degli interventi finalizzati a incentivare il riuso della risorsa idrica in ambito agricolo e industriale.
Nel 2021 tutti i settori presidiati dalle utility si confermano caratterizzati da forte competizione, sia per quanto riguarda i business a libero mercato sia rispetto a quelli regolati.
Per quanto concerne il mercato energy, la pressione commerciale si conferma su livelli molto elevati, sia con riferimento al mercato retail che alle gare nei mercati di ultima istanza. I player hanno dimostrato forte interesse per le gare indette per il superamento del servizio di maggior tutela elettrica di piccole e microimprese. Un’ulteriore conferma della pressione competitiva del mercato retail è riscontrabile negli elevati tassi di churn rate (fonte Arera) sia per la vendita di energia elettrica che di gas. Le società di vendita stanno spostando sempre più la competizione verso prodotti a valore aggiunto (Vas) più complessi, quali possono essere le apparecchiature per l’efficientamento energetico (Hvac), da abbinare alla vendita di commodity, al fine di fidelizzare il cliente e orientarlo a nuove esigenze. L’esperienza legata all’emergenza sanitaria ha accelerato il cambio di comportamento nei clienti, sempre più inclini a sfruttare i canali digitali per scegliere le offerte e interagire con i fornitori dei servizi. Questo cambiamento ha comportato l’affacciarsi sul mercato di numerose società di vendita che stanno sperimentando una nuova modalità di comunicazione al cliente, basata su rapporti completamente digitali.
Nei mercati di ultima istanza, l’interesse dimostrato negli ultimi anni dagli operatori ha fatto registrare una progressiva erosione delle marginalità. Nel corso del 2021, in particolare, si sono svolte le gare per l’assegnazione dei servizi di Ultima Istanza nel settore gas (Default gas e Fornitore Ultima Istanza gas, da ora in avanti svolte con cadenza biennale e non più annuale) ed elettrico (Salvaguardia con durata biennale).
Con riferimento alle attività di trattamento e recupero rifiuti, il contesto competitivo ha assunto una dimensione europea, con grandi player integrati lungo tutta la filiera di riferimento e attivi in operazioni di espansione impiantistica o di aggregazione tra operatori. Ne è un esempio la fusione ormai prossima tra i due colossi francesi Veolia e Suez, la cui integrazione modificherà gli attuali equilibri tra gli operatori del settore. A livello nazionale, nel settore dei rifiuti industriali si registra un aumento degli investimenti destinati ad ampliare le capacità di trattamento degli impianti esistenti, nonché la tipologia di rifiuti trattati e l’integrazione delle attività lungo la filiera. In coerenza con questo trend, la domanda di materiale riciclato è in forte crescita, spinta dalla crescente attenzione da parte dei consumatori verso materiali sostenibili, dagli impegni presi dai grandi produttori internazionali sull’uso di plastica riciclata e dalla normativa europea a favore del riciclo. I player del mercato stanno rispondendo a queste tendenze espandendo progressivamente la propria capacità impiantistica, alimentando di conseguenza una pressione competitiva più spiccata rispetto al passato.
Sul versante dei business regolati, il Gruppo Hera opera all’interno del mercato regolato dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), la quale gestisce e monitora le regole relative alle condizioni di accesso al mercato, il relativo funzionamento e il rispetto degli obblighi di trasparenza.
Nel corso del 2021 sono proseguite le attività connesse alle procedure di gara per gli affidamenti dei servizi di distribuzione gas, ciclo idrico e igiene ambientale. Per quanto riguarda quest’ultimo business, sono state aggiudicate definitivamente, con efficacia da gennaio 2022, le gestioni per gli ambiti di Modena e Bologna, che hanno visto il Gruppo Hera confermarsi quale gestore. Con riferimento al business della distribuzione gas, anche il 2021 si caratterizza per un numero esiguo di gare effettivamente aggiudicate a livello nazionale: tra queste le principali sono gli Atem di Milano 1, Torino 1 e 2, Belluno, Napoli 1, Aosta (quasi tutte oggetto di impugnazione), nonché l’aggiudicazione dell’Atem di Udine 2 da parte del Gruppo Hera (gestore uscente). Con riferimento ai territori nei quali Hera svolge attualmente il servizio, è terminato l’iter di approvazione degli atti di gara per gli Atem di Forlì-Cesena, Modena 1 e Trieste (per il quale attualmente il bando è stato ritirato). Per quanto riguarda il ciclo idrico, a fine 2021 è stata aggiudicata la gara per l’affidamento della provincia di Rimini, con nuova scadenza prevista a fine 2039. Nello stesso anno è stata confermata in regime di proroga all’attuale gestore la concessione (scaduta a fine anno) del servizio idrico per l’ambito bolognese. L’Autorità, infine, ha approvato le istanze di proroga quinquennale delle concessioni di servizio per gli ambiti di Ravenna e di Forlì-Cesena, le scadenze delle quali sono state posticipate dal 2023 al 2028.
In ambito regolatorio, i provvedimenti di maggior rilievo per il Gruppo Hera approvati nel corso del 2021, risultano essere:
In vista dell’avvio del secondo periodo regolatorio del Wacc, attraverso la delibera 614/2021/R/com, pubblicata a fine 2021, Arera ha adeguato i criteri per la determinazione e l’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito per i settori infrastrutturali energetici (gas ed energia elettrica). Il nuovo periodo regolatorio avrà ancora una durata di sei anni (2022-2027) e prevede, oltre all’aggiornamento infra-periodo di cadenza triennale, la possibilità di un eventuale aggiornamento annuale qualora alcuni parametri di controllo dovessero subire forti oscillazioni rispetto ai valori disposti; la delibera 614/2021 quindi, formalmente, definisce i tassi per il solo anno 2022. A fronte della congiuntura macroeconomica e dell’andamento dei mercati finanziari, i livelli di Wacc hanno subìto una contrazione rispetto ai valori 2021 nella misura di 70 bps: il tasso di remunerazione della distribuzione gas passa dal 6,3% riconosciuto nel 2021 al 5,6% del 2022, mentre il Wacc della distribuzione elettrica passa dal 5,9% riconosciuto nel 2021 al 5,2% del 2022. La flessione dei tassi di remunerazione è riconducibile, essenzialmente, all’abolizione del floor del parametro risk free rate, alla revisione del parametro a copertura del rischio paese, alla nuova metodologia per il costo del debito e all’aggiornamento del livello di tassazione riconosciuto.
A fine 2021, con il documento 615/2021/R/com, Arera ha posto in consultazione i primi orientamenti di natura metodologica sulla nuova regolazione per obiettivi di spesa e servizio (Ross). Nelle prospettazioni di Arera, il passaggio verso una regolazione che elimina le distorsioni nelle scelte di investimento dei distributori, e aumenta la produttività totale dei servizi infrastrutturali, sarà graduale e inizierà con l’applicazione di un primo schema tariffario chiamato Ross-base. Tale schema verrà applicato in modo trasversale a tutti gli operatori dei settori infrastrutturali, con decorrenza a partire dai prossimi periodi regolatori (dal 2024 per la distribuzione elettrica e dal 2026 per la distribuzione gas). L’approccio Ross-base sarà incentrato sul controllo della spesa totale dei distributori, sulla definizione di coefficienti di capitalizzazione fissati dal regolatore e sull’estensione dell’efficienza anche ai costi di capitale. Il riconoscimento dello stock di capitale esistente alla data di passaggio al nuovo criterio verrà gestito in sostanziale continuità di criteri. L’approccio più evoluto, cosiddetto Ross-integrale, oltre a includere lo schema Ross-base, comprenderà un’analisi dei business plan delle imprese e una vista integrata con la regolazione output-based. Tale approccio avanzato sarà riservato al gestore della trasmissione elettrica, al principale operatore del trasporto gas e ai principali operatori della distribuzione elettrica (con soglia dimensionale ancora da definire) a decorrere dall’anno 2024.
Con riferimento al settore della distribuzione dell’energia elettrica, si segnala che, nel corso dell’anno 2021, Arera si è espressa in merito all’esigenza di una modifica della regolazione tariffaria dell’energia reattiva. Con l’ultimo documento di consultazione, il 515/2021/R/eel, il Regolatore ha:
In tema di misura dell’energia elettrica, al fine di richiedere l’ammissione al riconoscimento individuale degli investimenti ai sensi della delibera 306/2019/R/eel, si segnala che le imprese distributrici di energia elettrica del Gruppo Hera, Inrete Distribuzione Energia Spa e AcegasApsAmga Spa, hanno inviato ad Arera, nel mese di giugno 2021, i rispettivi piani di messa in servizio dei misuratori di energia elettrica 2G (Pms2). I Pms2 illustrano le tempistiche previste per la sostituzione dei misuratori, i benefici attesi dalla nuova tecnologia smart e le spese previste. Il procedimento istruttorio di Arera è attualmente in corso di svolgimento.
Per quanto attiene l’attività di distribuzione gas, attraverso la delibera 559/2021/R/gas, Arera è intervenuta sul tema degli effetti delle dismissioni dei misuratori tradizionali di piccolo calibro, sancendo che i gestori siano ristorati delle quote ammortamento dei contatori tradizionali indipendentemente dal momento, nell’arco della loro vita utile, in cui avviene la dismissione. Gli importi a recupero dei mancati ammortamenti (c.d. Irma) vengono riconosciuti alle imprese in cinque quote annuali, a partire dall’anno tariffe 2020.
Con delibera 512/2021/R/gas, Arera, al termine di un percorso di consultazione che si è concentrato, tra gli altri aspetti, sul riassetto del servizio di misura ai punti di uscita dalla rete di trasporto (Remi), ha approvato la regolazione del servizio di misura sulla rete di trasporto del gas naturale (Rmtg). La responsabilità dell’attività di metering è mantenuta in capo ai distributori e l’attività di meter reading in capo all’operatore del trasporto. Sono stati introdotti requisiti minimi e ottimali di carattere impiantistico, prestazionale e manutentivo e definiti specifici livelli di qualità del servizio di misura (espressi da opportuni indicatori) e corrispettivi di penalità in caso di mancato rispetto degli stessi. La decorrenza del monitoraggio dei livelli di servizio è prevista dal 2023 mentre l’introduzione dei corrispettivi relativi ai casi di mancato rispetto degli standard dal 2024.
In ambito distribuzione gas, si segnalano ulteriormente il documento per la consultazione (Dco) 167/2021/R/gas, relativo agli orientamenti finali dell’Autorità in merito al riassetto dell’attività di misura nei punti di entrata e uscita della rete di trasporto gas, e il Dco 250/2021/R/gas, relativo all’avvio dei progetti pilota per l’innovazione delle infrastrutture di trasporto e distribuzione del gas. Con gli orientamenti del primo Dco, Arera ambisce a garantire che le misure del gas in entrata e uscita dalla rete di trasporto rispondano a predefiniti canoni di accuratezza e affidabilità, attraverso un’adeguata responsabilizzazione di tutti i soggetti della filiera. A tale scopo è intenzione dell’Autorità introdurre requisiti impiantistici, prestazionali e manutentivi dei sistemi di misura, standard di servizio e adeguati meccanismi di incentivazione che si traducono in corrispettivi economici in caso di mancato rispetto degli standard. Con il Dco 250/2021/R/gas, Arera prospetta invece le modalità di avvio dei progetti pilota per la sperimentazione di soluzioni per la gestione ottimizzata e per utilizzi innovativi delle infrastrutture di trasporto e distribuzione del gas, in termini di tipologie di intervento e soggetti interessati, criteri generali di valutazione e copertura dei costi delle sperimentazioni.
In tema di prescrizione biennale nei settori dell’energia elettrica e nel gas, con la deliberazione 603/2021/R/com, Arera ha ottemperato alle sentenze del Tar Lombardia, disponendo, a partire dal 2023, un assetto definitivo del flusso informativo dai distributori alle società di vendita, in cui il distributore, contestualmente alla messa a disposizione di una misura ultrabiennale per il tramite del sistema informativo integrato, dovrà comunicare agli Utenti della distribuzione (Udd) e del trasporto (Udt) anche le eventuali cause di mancata maturazione della prescrizione nei casi previsti dal Codice Civile (cause non espressamente previste dalla precedente regolazione). Nelle more degli upgrade sui sistemi informativi, che porteranno tale assetto a regime, per il 2022 è previsto un assetto transitorio in cui la società di vendita, ricevuta una richiesta di eccepimento della prescrizione da parte del cliente finale, dovrà richiedere sollecitamente al distributore se sussistono cause di mancata maturazione della stessa; il mancato riscontro entro i successivi 7 giorni lavorativi sarà considerato come risposta negativa, con la conseguenza che il venditore dovrà rinunciare al credito ormai prescritto, ma avrà diritto a rivalersi sul distributore per i corrispettivi di trasporto e di vettoriamento, e sarà altresì legittimato a partecipare al meccanismo di compensazione degli oneri del settlement, come stabilito con delibera 604/2021/R/com. In particolare, nel caso dell’energia elettrica, gli oneri per il finanziamento del meccanismo sono posti a carico dei distributori, a meno che il distributore non comprovi una causa di mancata maturazione della prescrizione biennale; nel caso del gas, invece, gli oneri per il finanziamento del meccanismo compensativo sono al momento posti a carico del sistema, senza alcun effetto economico a carico dei distributori.
Sempre in tema di vendita energy, con delibera 636/2021/R/com Arera ha definito le modalità per la rateizzazione delle bollette emesse nell’arco temporale gennaio-aprile 2022 per le utenze domestiche prevista dalla Legge di Bilancio 2022. Le misure si estendono sia ai servizi di tutela che al mercato libero e dovranno essere offerte ai clienti domestici di energia elettrica e gas naturale che risultino inadempienti al pagamento delle fatture emesse nel periodo considerato. Il piano di rateizzazione dovrà essere senza applicazione di interessi e prevedere una periodicità di rateizzazione pari a quella di fatturazione ordinariamente applicata, con prima rata di valore pari al 50% dell’importo oggetto del piano di rateizzazione.
Con riguardo al servizio idrico integrato, le principali novità regolatorie intervenute nell’anno 2021 concernono le integrazioni alla disciplina del servizio di misura, alcune modifiche alla qualità tecnica (delibera 609/2021/R/idr) e, con riguardo alla regolazione tariffaria, i criteri e i parametri alla base del conguaglio biennale valevole per gli anni 2022-2023 (disciplinati dalla delibera 639/2021/R/idr). La misura idrica sarà impattata dall’introduzione di indicatori prestazionali relativi all’efficacia del servizio (che serviranno per incrementare le valutazioni delle performance dei gestori nel meccanismo incentivante la qualità tecnica), di indicatori di diffusione delle tecnologie smart meter (al momento introdotti solo per una finalità di monitoraggio), di standard specifici correlati al mancato rispetto dei tentativi di lettura e dei preavvisi di passaggio, con alcuni aspetti legati anche alla valenza delle autoletture degli utenti, al fine di rispondere agli obblighi di servizio relativi ai tentativi di lettura, nella direzione di una maggiore efficienza gestionale. Al fine di comprendere la lunghezza delle derivazioni d’utenza (allacci), a seguito di alcuni ricorsi e sentenze del Consiglio di Stato, la qualità tecnica ha inoltre conosciuto una modifica nella costruzione dell’indicatore delle perdite di rete lineari (“M1a”).
Tra le nuove regole relative al conguaglio biennale delle tariffe 2022 e 2023, approvate con delibera 639/2021/R/idr, oltre a una rideterminazione del tasso di riconoscimento degli oneri fiscali e finanziari (che dal 5,24% del biennio 2020-2021, passa al 4,8% per il 2022 e il 2023), merita menzione l’introduzione di un sistema di incentivi o copertura di costi alle utenze condominiali (o utenze raggruppate in unico contatore centralizzato) che opereranno interventi di individualizzazione della fornitura o di creazione di contatori divisionali interni, con un processo di lettura degli stessi organizzato (c.d. divisionalizzazione organizzata). Tale incentivo/copertura dei costi sarà riconosciuto dal gestore idrico il quale, a sua volta, risulterà compensato attraverso l’introduzione di una precisa componente tariffaria (Opmis).
Ancora per il settore idrico, si evidenzia, infine, la delibera 610/2021/R/idr, in materia di prescrizione biennale introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 per alcune tipologie di utenza, che modifica la precedente disciplina e prevede esplicitamente, come per i settori energetici, l’esistenza di cause sospensive della prescrizione (citando gli articoli 2935 e 2941 del Codice Civile), ricordando che queste ultime debbano essere, a decorrere dal 2022, individuate e comunicate puntualmente al singolo utente nelle fatture contenenti importi relativi a conguagli ultra-biennali.
Relativamente al servizio integrato dei rifiuti, la principale novità regolatoria dell’anno 2021 riguarda l’approvazione del secondo metodo tariffario (delibera 363/2021/R/rif, cd Mtr2) che disciplina i criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per il periodo 2022-2025, aggiornando il precedente metodo e introducendo la regolazione tariffaria per il trattamento, laddove si tratti di impianti minimi, ossia essenziali alla chiusura del ciclo (determinati dalle Regioni sulla base delle condizioni definite da Arera), con la sola esclusione degli impianti che trattano la frazione secca della raccolta differenziata. La delibera introduce una durata quadriennale del periodo regolatorio, con aggiornamento annuale dei parametri della tariffa. È stata introdotta, inoltre, la possibilità di compensazioni in arco quadriennale di costi ammessi a riconoscimento che eccedano il limite di crescita tariffaria (stabilito dalla regolazione). Per quanto attiene specificatamente le tariffe degli impianti di trattamento, varranno le logiche Rab-based già individuate per i gestori integrati, con strumenti tariffari e di incentivazione al recupero di materia ed energia, analoghi a quelli applicati alle società di raccolta e ai gestori integrati. Anche per il servizio di trattamento è previsto un limite alla crescita annuale, basato sul livello di inflazione programmata, ma aumentabile fino al 4% annuo per tenere conto delle caratteristiche tecnologiche e ambientali degli impianti. Sono previsti, inoltre, segnali di prezzo all’utenza finale, che permettano benefici maggiori ai fruitori del servizio che si trovano in contesti in cui prevalgono scelte impiantistiche di recupero di materia ed energia e, parallelamente, benefici alle comunità delle aree limitrofe agli impianti. Per quanto concerne il livello del rendimento del capitale investito, per il biennio 2022–2023 il Wacc relativo all’attività di raccolta è fissato, in via almeno provvisoria, pari al 6,3% (delibera 459/2021/R/rif). Il tasso relativo all’attività di trattamento non è ancora stato definito, benché sia prevista omogeneità con i parametri fondamentali alla base del tasso del servizio di raccolta, con differenze legate alla rischiosità specifica del settore.
Sempre per quanto attiene il settore dei rifiuti, il percorso regolatorio della qualità del servizio ha visto susseguirsi nell’esercizio due documenti di consultazione, l’ultimo dei quali (Dco 422/2021/R/rif) dispone l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2023 del primo periodo regolatorio (2022–2025), prevedendo un set di obblighi di servizio di qualità contrattuale (regole omogenee su richieste attivazione, fatturazione, presentazione reclami, ecc) e tecnica (continuità, regolarità e sicurezza del servizio), affiancati da indicatori e relativi standard generali. Sono ipotizzati, infine, futuri meccanismi incentivanti (premi/penalità).
Si riporta di seguito lo schema temporale dei principali periodi regolatori e correlati provvedimenti di riferimento di Arera per i settori di attività del Gruppo.
Nella tabella seguente si riportano infine i principali riferimenti tariffari per ciascun settore regolato, sulla base del quadro normativo in vigore nell’anno 2021 e previsti fino alla fine degli attuali periodi regolatori.
|
Distribuzione e misura gas naturale |
Distribuzione e misura energia elettrica |
Servizio idrico integrato |
Ciclo integrato rifiuti |
---|---|---|---|---|
Periodo regolatorio |
2014-2019 2020-2025 |
2016-2019 2020-2023 |
2016-2019 2020-2023 |
2018-2021 |
Governance regolatoria |
Singolo livello (Arera) |
Singolo livello (Arera) |
Doppio livello (Ente di governo d’ambito, Arera) |
Doppio livello (Ente territorialmente competente, Arera) |
Capitale investito riconosciuto ai fini regolatori (Rab) |
Costo storico rivalutato (distribuzione) Media tra costo standard e costo effettivo (misura) Riconoscimento parametrico (capitale centralizzato) |
Riconoscimento parametrico per asset fino al 2007 Costo storico rivalutato per asset dal 2008 |
Costo storico rivalutato |
Costo storico rivalutato |
Lag regolatorio riconoscimento investimenti |
1 anno |
1 anno |
2 anni |
2 anni |
Remunerazione del capitale investito (3) |
Anno 2019 6,3% Distribuzione Anni 2020-2021 Anno 2022 |
Anni 2019-2021 Anno 2022 |
Anni 2018-2019 Anni 2020-2021 Anni 2022-2023 +1% per investimenti dal 2012, a copertura del lag regolatorio |
Anni 2020-2021 +1% per investimenti dal 2018, a copertura del lag regolatorio Anni 2022-2023 |
Costi operativi riconosciuti |
Valori medi costi effettivi per raggruppamenti di imprese (dimensione/densità), su base 2011 (per ricavi fino al 2019) e 2018 (per ricavi dal 2020) (4) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Valori medi costi effettivi di settore su base 2014 (per ricavi fino al 2019) e (2018 per ricavi dal 2020) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Costi efficientabili: valori effettivi del gestore 2011 inflazionati Costi aggiornabili: valori effettivi con lag 2 anni Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Costi effettivi gestore con lag regolatorio di 2 anni (a partire dalle tariffe 2020 su costi 2018) Costi aggiuntivi per miglioramento qualità e modifiche perimetro gestione (natura previsionale) Conguagli per gli anni 2018-2019 su base costi 2017 in ottica di gradualità Dal 2022: |
Efficientamento annuale costi operativi |
X-factor annuale Anno 2019 Dal 2020 |
X-factor annuale Anno 2019 Dal 2020: |
Meccanismo di efficientamento basato su: sharing efficienze 2016 del gestore Livello di sharing differenziato rispetto alla distanza tra costo effettivo e costo efficiente del gestore |
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Meccanismi incentivanti |
Sharing sui ricavi netti derivanti dal transito della fibra ottica nelle infrastrutture elettriche |
Sharing sui costi dell’energia elettrica in base ai risparmi energetici conseguiti. Riconoscimento del 75% della marginalità da attività volte alla sostenibilità ambientale ed energetica |
Sharing sui ricavi derivanti dalla vendita di materiale ed energia (range 0,3-0,6) e da corrispettivi Conai |
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Limite annuale alla crescita tariffaria |
Su base asimmetrica e in funzione di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
Su base asimmetrica e in funzione della presenza di:
Facoltà di istanza a garanzia dell’equilibrio economico finanziario |
(1) La delibera 443/19 viene applicata ai gestori del ciclo integrato dei rifiuti, comprendendo l’attività di trattamento (a smaltimento o recupero) solo nel caso in cui tali attività siano incluse nel perimetro societario del gestore. È invece rinviata a dedicato provvedimento la regolazione tariffaria dei corrispettivi al cancello degli impianti.
(2) La delibera 363/21 ha aggiornato il precedente periodo regolatorio e ha introdotto la regolazione tariffaria per il trattamento laddove si tratti di impianti minimi, ossia essenziali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani
(3) Per i settori energetici e il settore rifiuti si fa riferimento alla metodologia Wacc, mentre per il servizio idrico integrato i valori si riferiscono al tasso di copertura degli oneri finanziari e fiscali
(4) In merito alla rilevante contrazione del riconoscimento dei costi operativi operata dalla delibera 570/2019, nel mese di febbraio 2020, Inrete Distribuzione Energia Spa, principale distributore del Gruppo, alla stregua di altri operatori del settore, ha impugnato il provvedimento innanzi al Tar Lombardia-Milano.
Climatico e ambientale
Gli interventi normativi ed economici per la gestione del cambiamento climatico e la concretizzazione delle opportunità derivanti dalla presa in carico dei rischi a esso collegati sono priorità delle istituzioni internazionali e nazionali, nonché degli operatori economici di ogni settore. Le priorità del Gruppo per il perseguimento della sostenibilità ambientale sono rappresentate dai 17 obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 (SDGs), ma anche dalle indicazioni dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2º C, nonché dalla strategia climatica di lungo periodo A clean planet for all (adottata dall'Unione Europea) per conseguire, entro il 2050, la neutralità carbonica e contenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5° C. Rappresentano ulteriori indirizzi rilevanti in tale direzione: il cambiamento auspicato dal Green Deal, il piano della Commissione Europea per un’Europa più competitiva nella lotta ai cambiamenti climatici e sempre più capace di trasformare l’economia e la società indirizzandole su un percorso di sviluppo sostenibile e, nel solco di questo, il piano d’azione per l’economia circolare (Ceap). Le azioni messe in campo dalle istituzioni europee e nazionali sono coordinate e convergenti verso gli obiettivi di una transizione equa, sostenibile e inclusiva. L’adozione del Green Deal e delle relative iniziative, volte ad affrontare i problemi climatici e ambientali per il raggiungimento della neutralità carbonica e la transizione verso un modello di crescita rigenerativo e circolare, ambisce a sollecitare una strategia industriale che implementi l’economia circolare in tutti i settori.
Il piano d’azione per l’economia circolare, presentato dalla Commissione lo scorso anno, ha consentito di dipingere il quadro strategico che coniuga in senso circolare lo sviluppo economico dell’Unione Europea e, così facendo, è orientato ad accelerare la transizione e rendere possibile il cambiamento traguardato dal Green Deal.
Le iniziative incentivanti, il riutilizzo e la riciclabilità nei prodotti, la riduzione dell’overpackaging e le regole per le bioplastiche, a tal proposito, hanno assunto sempre maggiore rilievo. Al di là del settore delle plastiche, la promozione dell’economia circolare è incoraggiata anche rispetto alla gestione delle acque, sia in termini di riuso delle acque reflue depurate per l'irrigazione in agricoltura, che in termini di requisiti minimi per l'utilizzo delle acque di recupero.
Le policy nazionali si stanno sviluppando in un contesto europeo dove le priorità sono definite e le risorse disponibili conseguentemente allocate. In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che si avvale dei fondi europei resi disponibili dal dispositivo compreso all’interno del pacchetto NextGenerationEU integrati da un fondo complementare nazionale, orienta l’Italia nella fase esecutiva del Green Deal europeo e, dal momento che ha evidenziato la necessità di introdurre obiettivi climatici progressivamente più sfidanti, è stato aggiornato il piano d’azione con lo scopo di:
Una nuova spinta a decarbonizzare l’economia europea è stata affidata al pacchetto Fit for 55, tuttora in discussione presso le istituzioni UE. Il Fit for 55 intende, in particolare, aumentare gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di penetrazione delle energie rinnovabili nel mix produttivo. In termini di efficienza energetica, gli attuali obiettivi al 2030, rivisti al rialzo per traguardare l’ambizioso target di riduzione delle emissioni, saranno avvicinati tramite un ruolo guida dell’edilizia pubblica nel processo di efficientamento del parco immobiliare europeo. In termini di energie rinnovabili, il cui incremento della produzione è determinante per sostituire le fonti fossili e ridurre l’intensità carbonica, l’elettrificazione dei consumi richiederà ingenti investimenti lungo tutta la filiera e il recupero del calore di scarto dei processi industriali rappresenterà un potenziale rilevante per la programmazione energetica territoriale. Lo sviluppo dei gas rinnovabili, un ulteriore tassello della strategia di decarbonizzazione elaborata a livello europeo, e lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile, tramite la realizzazione di elettrolizzatori alimentati da Fonti di energia rinnovabile (Fer), rappresenteranno inoltre ulteriori priorità.
Nei primi mesi del 2018 la Commissione Europea aveva pubblicato il piano d’azione per la finanza sostenibile che mirava a rispondere a tre obiettivi: riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva, gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali e promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine delle attività economico-finanziarie.
La prima azione concreta si è sostanziata nella definizione, da parte dell’UE stessa, di una Tassonomia per gli investimenti sostenibili, finalizzata a indirizzare i fondi degli investitori verso iniziative sostenibili.
Al fine di risultare allineate a tale Tassonomia, le attività economiche devono rispettare tre principi individuati dal Regolamento:
Dal 1° gennaio 2022, inoltre, le società sottoposte alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria dovranno indicare la quota delle proprie attività eligibili nella Tassonomia Europea.
Le sei missioni strategiche declinano i sei pilastri di intervento previsti dal Regolamento europeo per la ripresa e la resilienza e sono accompagnate da specifiche riforme settoriali. La Missione 2: “rivoluzione verde e transizione ecologica”, la più consistente in termini di dotazione di risorse, indirizza le iniziative di maggiore interesse per il Gruppo Hera.
Per il ciclo idrico e il settore dei rifiuti, il Pnrr punta a modernizzare reti e impianti e a ridurre il divario infrastrutturale fra nord e sud del Paese. Tra gli strumenti in questo senso vale la pena sottolineare il ruolo centrale del piano nazionale del settore idrico ai fini dell’erogazione dei finanziamenti pubblici e l’adozione del programma nazionale per la gestione dei rifiuti.
Nel settore energia, il Pnrr si concentrerà sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sull’ammodernamento delle reti e sulle soluzioni di risparmio energetico. Tra i principali interventi si annoverano quelli sulle reti per aumentarne la digitalizzazione e la resilienza rispetto agli eventi climatici, lo sviluppo integrato della filiera dell’idrogeno, con l’adeguamento delle infrastrutture di trasporto e distribuzione, e il principio dell’efficienza energetica come primo combustibile a emissioni zero.
Nel corso degli ultimi mesi sono stati pubblicati i primi bandi del Pnrr: quelli di interesse per il Gruppo riguardano in particolare l’economia circolare, tra cui il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata urbana, la costruzione, l’ammodernamento e l’ampliamento degli impianti di trattamento per la raccolta differenziata urbana, nonché per prodotti assorbenti, fanghi di acque reflue, rifiuti di pelletteria e tessili, progetti “faro” di economia circolare relativi a reti di raccolta e impianti di trattamento e particolare attenzione alle filiere strategiche: Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), carta e cartone, plastiche, tessile.
A valle dell’accordo di Parigi, la Commissione UE ha imposto agli stati membri la redazione di una strategia per la riduzione delle emissioni climalteranti al 2050. Sebbene il documento sia stato pubblicato con un anno di ritardo rispetto agli obblighi normativi, esso non recepisce ancora i più recenti indirizzi del Green Deal. Lo scopo della strategia è quello di individuare un percorso di cambiamento verso la piena decarbonizzazione del sistema italiano al 2050, ovvero di intensificare le azioni volte ad accrescere la resilienza. La strategia proseguirà verso un miglioramento delle conoscenze in materia di impatti climatici, un’intensificazione della pianificazione e della valutazione del rischio climatico, un’accelerazione delle azioni di adattamento e uno sviluppo della resilienza rispetto ai cambiamenti climatici a livello globale. Le persone, mostrandosi sempre più sensibili ai temi dell’ambiente e dell’inclusione sociale, sono promotrici della crescita della domanda di interventi in tema green & digital, in modo coerente con le raccomandazioni dell’Unione Europea su ripresa economica e resilienza. Al fine di coinvolgere i diversi stakeholder e la società civile nell’adozione di comportamenti sostenibili, la Commissione Europea ha dato corpo al Patto europeo per il clima. Tale iniziativa offre alle persone e alle organizzazioni opportunità per conoscere il problema del cambiamento climatico e trovare soluzioni, e mette a disposizione uno spazio per l’interazione tra individui e per promuovere un movimento europeo per il clima. Le organizzazioni, a tal proposito, possono individuare i propri ambasciatori con una particolare attenzione alla parità di genere e, al fine di supportare l’avvio di azioni concrete, la piattaforma del Patto offrirà la condivisione di esperienze, possibilità di finanziamento e know how.
L’ineluttabilità del cambiamento climatico, che ha indotto la Commissione Europea ad anticipare gli obiettivi di riduzione delle emissioni già al 2030, con l’auspicio di pervenire a una piena decarbonizzazione al 2050, costringe anche gli enti locali a rivedere priorità e linee d’azione. La pandemia, inoltre, avendo reso urgente l’attuazione di azioni capaci di rendere più resilienti le città e i programmi locali, li ha orientati sempre più verso iniziative di economia circolare, mobilità sostenibile, adattamento climatico e digitalizzazione. Lo scenario è sempre più sfidante e offre nuove opportunità al settore delle utility. Tutte le tipologie di clientela (domestica, industriale e pubblica amministrazione) saranno chiamate a introdurre miglioramenti tecnologici in grado di ridurre i loro fabbisogni energetici.
La promozione e la vendita di prodotti e servizi per l'efficientamento dei consumi energetici e il supporto all'efficienza energetica degli edifici sono alcune delle iniziative incentivate.
Gli stakeholder, finanziari e non, sempre più orientati alle tematiche di sostenibilità e, pertanto, anche ai rating di sostenibilità delle aziende, indirizzano sempre più verso opportunità di financing verso prodotti verdi, in grado di raccogliere liquidità sul mercato dei capitali a tassi potenzialmente inferiori alle alternative.
Nella logica di condivisione del valore tra azienda e comunità, orientata alla ricerca di soluzioni a vantaggio di entrambe, l’engagement della comunità e delle singole persone assume un ruolo sempre maggiore. I principali megatrend sono quelli che si innestano sulla Agenda ONU al 2030, sui riferimenti teorici e sulle esperienze di successo di approcci basati sul valore condiviso e sulle nuove opportunità di business.
Le nuove linee di sviluppo continueranno a non poter prescindere da un pieno sfruttamento dei dati (intesi come un vero e proprio asset aziendale) e da una maggiore attenzione alla cybersicurezza, per proteggere l’impresa e i suoi dati. La velocità del cambiamento rende fondamentale definire piani di formazione che permettano alla popolazione aziendale di gestire al meglio il cambiamento (in primis quello digitale), anche – ove serva – nel quadro di una formazione che, benché parcellizzata, sappia darsi la necessaria continuità (autosviluppo).
Tecnologico e del capitale umano
L’evoluzione tecnologica digitale comporta una continua accelerazione di alcuni principali trend dell’Ict e, oltre a superare i paradigmi dei contesti economici e sociali con velocità crescente, altera interi segmenti di mercato e le modalità di relazione sociale. Il potenziamento di Intelligenza artificiale, automazione, Robotic Process Automation, raccolta e gestione dei dati (Internet of Things, data governance e data analytics), cybersecurity e, infine, piattaforme in cloud favorisce l’incremento di dati prodotti e la rapidità di disponibilità degli stessi, generando ulteriori opportunità per le aziende. L’Internet of Things e l’interazione digitale delle persone (esemplificata dall’automazione delle relazioni più standardizzabili con i clienti mediante chatbot) rendono disponibile un flusso continuo e crescente di dati, che consente non soltanto diagnosi tempestive delle diverse situazioni (real time analytics), ma anche una definizione più puntuale delle decisioni e delle azioni da intraprendere, spesso con il supporto dell’Intelligenza artificiale. In questa direzione, la Commissione UE ha definito il percorso per uno sviluppo etico del digitale in Europa, con target chiari al 2030 a beneficio di cittadini e imprese, quali ad esempio: l’80% della popolazione adulta con competenze digitali di base, il 75% delle imprese che favoriscono l’utilizzo di servizi di cloud computing, big data e Intelligenza artificiale, più del 90% delle piccole medie imprese con un livello di base di intensità digitale, il 100% di servizi pubblici digitali disponibili online e il 100% delle famiglie con connettività gigabit e zone abitate coperte dal 5G. L’Italia, pur scontando un ritardo rispetto agli altri paesi europei sulla digitalizzazione, mostra un deciso miglioramento rispetto al passato. Lo smart working è una consolidata modalità di lavoro per il 75% delle grandi aziende del settore pubblico e per il 58% delle piccole e medie imprese. Sono in essere 13,5 milioni di identità Spid per gestire le comunicazioni da e verso le pubbliche amministrazioni. L’Italia si classifica inoltre come terzo Paese per la preparazione al 5G. Gli investimenti in telecomunicazioni, reti, software, automazione e altre infrastrutture tecnologiche, propedeutici al raggiungimento dei target europei, devono essere accompagnati dalla diffusione di una cultura e di una formazione che abilitino alle nuove tecnologie, che devono a loro volta essere orientate verso l’economia sostenibile e circolare, oltre a essere incardinate a digitalizzazione e Intelligenza artificiale. Il Pnrr intende indirizzare, tramite il 22% dei fondi a disposizione, un’accelerazione digitale importante sul territorio nazionale, quale leva per dare un impulso decisivo alla competitività del Paese. Le diverse iniziative mirano a favorire la migrazione al cloud, la piena interoperabilità tra i dati delle amministrazioni, il miglioramento dei servizi digitali offerti ai cittadini, il rafforzamento delle difese di cybersecurity, l’arricchimento delle competenze digitali. Ciò sarà possibile anche grazie agli incentivi fiscali per la trasformazione digitale (industria 4.0), ai contributi per investimenti per produzioni di avanguardia tecnologica, alla copertura di tutto il territorio con reti in banda ultralarga e all’avvio di una riforma del sistema relativo alla proprietà intellettuale. In virtù del loro rapporto con la Pubblica amministrazione e con le Pmi, le utility ricoprirono un importante ruolo di supporto alla trasformazione digitale, tramite in particolare modo servizi digitali per l’ottimizzazione della resa dei processi produttivi, ma anche attraverso i sensori installati per la raccolta e l’analisi dati, senza dimenticare i macchinari connessi per lo svolgimento automatico di mansioni e la manutenzione predittiva. Ne sono un esempio le diverse applicazioni nei business di riferimento, quali le soluzioni di energy management guidate dai dati, grazie agli impianti e dispositivi connessi e dotati di sensoristica intelligente all’interno degli edifici pubblici, oppure i sensori e i dispositivi intelligenti distribuiti sul territorio, coordinati e integrati da piattaforme digitali che ne rielaborano i big data generati per la pianificazione delle risorse e l’ottimizzazione dei servizi. La diffusione capillare della tecnologia digitale investe tutti gli aspetti dell’operatività aziendale, estendendone i cambiamenti al punto da tradursi in ulteriori e nuovi servizi a valore aggiunto. L’aumento delle esigenze infrastrutturali, che continua a orientare la domanda di investimenti su connettività e strumenti di collaborazione a distanza, per le utility ha a oggetto le necessità di connessione e di sicurezza applicate allo smart working e altresì l’interazione multicanale con il cliente, senza dimenticare la gestione e la sensorizzazione delle infrastrutture sul territorio. Il processo di digitalizzazione, inoltre, viene alimentato dagli investimenti incrementali in -Intelligenza artificiale e iperautomazione, Internet of Things e Internet of Behaviors (IoB), cloud distribuito e 5G. L’operation technology (ot) o telegestione, che nel corso degli anni passati si era sviluppata come area di nicchia limitata all’efficacia impiantistica e poco attenta ad aspetti di sicurezza informatica, ha richiesto alle aziende un incremento di investimenti volti a ridurre la fragilità dei sistemi. Il 2021 ha confermato il trend crescente di attacchi di cybersecurity, sia in termini di numerosità che di gravità di impatto. In questo contesto risulta fondamentale continuare a mettere in campo tutte le competenze tecnologiche e le risorse disponibili per aumentare il livello di protezione e l’attenzione verso i rischi di cybersecurity, al fine di contrastare le minacce e minimizzare le possibili conseguenze. I clienti di ogni settore, sempre più inclini all’interazione mediante canali digitali, si attendono risposte in tempo reale e l’ininterrotta disponibilità del servizio, pertanto premiano i fornitori più propositivi in termini di attenzione ai comportamenti e ottimizzazione dei consumi, ma anche, in misura crescente, servizi aggiuntivi come smart house ed e-mobility.
Le piattaforme in cloud hanno reso disponibile connettività ad alta performance e consentito la realizzazione di importanti economie di scala infrastrutturali per uno sviluppo esponenziale della tecnologia, ottimizzando al massimo l’impiego del tempo. La disponibilità di potenze di elaborazione, inoltre, guida la diffusione di applicazioni di Intelligenza artificiale e Robotic Process Automation con integrata Intelligenza artificiale (Irpa), utili per assumere le decisioni di volta in volta più adeguate sulle azioni da compiere. L’identificazione e la formalizzazione di processi operativi che coniugano attività umane e attività automatizzate, bilanciandole in funzione del valore aggiunto al processo, si confermano quindi uno dei temi su cui tutte le organizzazioni dovranno porre particolare attenzione, non soltanto in termini di disegno organizzativo, ma anche dal punto di vista della pratica formativa e del monitoraggio operativo.
La valorizzazione della componente umana risulta altresì fondamentale per un equilibrio tra tecnologia e persone, focalizzando l’organizzazione delle risorse sulle attività a valore aggiunto, secondo uno schema di integrazione intelligente, che non si limita al mero efficientamento dei costi e alle logiche esclusivamente sostitutive, inscrivendosi piuttosto nel più ampio orizzonte della Just Transition traguardata dall’Unione Europea. L’attuale momento storico e l’emergenza sanitaria hanno enfatizzato la necessità di indirizzare le priorità verso cui orientare la cultura aziendale, gli stili e i modelli di leadership. La forte accelerazione della trasformazione digitale e la progressiva alfabetizzazione tecnologica delle persone confermano la necessità di un approccio sempre più sensibile agli aspetti relazionali. A fronte del consolidamento del remote working, pertanto, la capacità delle imprese di sviluppare comunità distintive e inclusive sarà un fattore critico di successo e il suo consolidamento ridurrà il rischio di indebolimento del capitale relazionale derivante da un utilizzo non consapevole del lavoro a distanza. La digital workplace transformation e l’interconnessione su un’unica piattaforma permettono di interagire, condividere informazioni e guadagnare conoscenze e competenze. Alcune ricerche del World Economic Forum in ambito energy e utility, tuttavia, evidenziano che una quota pari all’11,8% di lavoratori risulta essere a rischio ricollocamento, con un tasso di reimpiego di successo pari solo al 51%. I ruoli emergenti su cui indirizzare gli investimenti formativi dipenderanno da competenze legate alla trasformazione digitale, alla transizione energetica (con focus su decarbonizzazione ed energie rinnovabili), alla transizione ambientale (con focus su economia circolare, climate change e green finance) e, non ultimi, al problem solving e al self management, dunque nel segno di un’accresciuta importanza delle cosiddette “soft skills”. La capacità tecnologica di acquisire ingenti moli di dati rende ulteriormente importante investire sulla capacità umana di leggerli e renderli “parlanti”, affinché possano generare il valore atteso. Al tempo stesso, mentre l’adozione sempre più pervasiva di strumenti per la collaborazione a distanza ha creato un cambiamento del modo di lavorare e di misurare le performance, la capacità di offrire un ambiente che risulti connesso anche in termini di relazioni umane diventa, proprio per questo, ricercata e apprezzata. La diffusione della capacità di performance management, necessaria per assicurare il raggiungimento degli obiettivi in un contesto in cui il fattore tempo di lavoro acquisisce sempre minore importanza rispetto al risultato, si è rivelata dirimente. L’employer branding, inoltre, sarà determinante per attrarre e mantenere ingaggiati i talenti; l’engagement e l’inclusione, interconnessi tra loro dall’idea che ogni persona deve essere valorizzata e incoraggiata ad esprimere il proprio potenziale, sono fondamentali per la massimizzazione della performance.
Al fine di generare valore per le persone, appare sempre più necessaria un’evoluzione verso una data governance strutturata e verso lo sviluppo di comportamenti sostenibili e orientati alla circolarità. Abilitare esperienze e percorsi di formazione e sviluppo sempre più determinati da logiche di responsabilizzazione individuale e collettiva consentirà di affrontare scenari futuri mutevoli e non sempre prevedibili. Modelli organizzativi flessibili per aumentare l’agilità e la resilienza, azioni di responsabilizzazione individuale, accompagnate dal ripensamento delle modalità di lavoro, dalla reinterpretazione di spazio e tempo, e dal benessere delle persone, sono pertanto driver per la valorizzazione del capitale umano e, così facendo, verso l’incremento della produttività. A tale proposito, la creazione di contesti equi e inclusivi è imprescindibile per la comunità finanziaria responsabile e l’impegno per la promozione di politiche di inclusione e tutela della diversità devono tradursi sempre di più in una lotta contro la discriminazione sul luogo di lavoro.
L’analisi di scenario è una metodologia per la definizione di input utili ai piani strategici per incrementare l’efficacia del modello di business nel tempo.
Questo tipo di analisi consiste in un processo volto a testare la resilienza della strategia sotto diverse assunzioni che descrivono possibili stati futuri. Per il Gruppo Hera è fondamentale analizzare il potenziale impatto, positivo o negativo, di diversi scenari economico-finanziari, di business, normativi, competitivi, ambientali, tecnologici e del capitale umano che siano differenti tra loro, ma ugualmente plausibili e internamente coerenti.
Lo studio degli scenari è stato declinato anche con riferimento ai cambiamenti climatici, al fine di comprendere come le opportunità e i rischi climatici fisici e di transizione possono plausibilmente condizionare il business e i relativi ambiti dello stesso nel tempo.
Lo schema di riferimento entro cui è stata sviluppata la strategia nei diversi ambiti di riferimento si compone di tre dimensioni:
Ambito macroeconomico e finanziario
La struttura di debito verso cui è orientato il Gruppo Hera è funzionale alle esigenze di business, non soltanto per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, ma anche per l’esposizione ai tassi di interesse; la strategia finanziaria, a sua volta, è adeguata al rischio e orientata a massimizzare il profilo di rendimento pur mantenendo una strategia prudenziale verso il rischio.
Lo scenario di piano prevede un incremento della componente a tasso variabile di breve termine e a tasso fisso sul lungo termine; in questo senso mostra che la struttura finanziaria del Gruppo raggiungerà il 72% di indebitamento a tasso fisso nel 2025, rispettando i limiti della policy sui rischi finanziari. Tali proiezioni si inseriscono nel quadro di un’attenta programmazione a lungo termine delle risorse finanziarie necessarie, che Hera effettua tramite l’analisi e il monitoraggio dei flussi di cassa, prestando attenzione anche alla struttura dell’indebitamento. Il costo medio del debito, in particolare, è costantemente efficientato, sia attraverso attività di financial risk management, che contemplano anche il ricorso a strumenti derivati, sia grazie a valutazioni di operazioni di liability management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli. In arco piano, il costo medio del debito è proiettato in riduzione di circa lo 0,3%. Nell’arco del quinquennio non sono previsti significativi importi in scadenza, a garanzia della tenuta del costo medio del debito anche in scenari maggiormente volatili. Nella stessa direzione, il piano conferma la volontà di far fronte al fabbisogno finanziario tramite emissioni obbligazionarie a tasso fisso, anche di tipo green e/o sustainable, al fine di rispondere con ulteriori incrementi di efficienza alle necessità di investimento del Gruppo e garantire così la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili nei settori ambientale, idrico ed energetico. In coerenza con quanto esposto, nel mese di ottobre 2021 Hera ha lanciato il suo primo sustainability-linked bond del valore di 500 milioni di euro, come parte della strategia di funding della società e rappresentando ancora una volta l’impegno di Hera per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. ll sustainability-linked bond è legato alle azioni inserite nel piano industriale relative a progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’aumento dei quantitativi di plastica riciclata. Il prestito obbligazionario ha riscontrato grande interesse da parte degli investitori internazionali, che hanno effettuato sottoscrizioni per circa quattro volte superiori all’offerta. Il nuovo bond crea valore sia da un punto di vista economico finanziario, attraverso la riduzione degli oneri finanziari e l’allungamento delle scadenze del debito, sia da un punto di vista di immagine perché diffonde nel mercato un concreto segnale di impegno ambientale, ancorando il rendimento del bond al raggiungimento degli obiettivi.
La maggior parte del business del Gruppo è concentrato sul territorio nazionale, pertanto il rating dello stesso è strettamente connesso al rating, al trend macroeconomico e allo scenario politico del paese. Le azioni e le strategie di Hera si confermano orientate a prefigurare il mantenimento e il miglioramento di adeguati livelli di rating; la consueta attività di comunicazione con le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s (S&P) ha confermato riscontri positivi in termini di solidità e ottimo equilibrio del portafoglio di business, nonché in termini di eccellenti performance operative, gestione efficiente e proattiva del rischio e resilienti indicatori di merito creditizio.
Nel 2021, in particolare, il rating di Moody’s è stato confermato a Baa2 con outlook stabile, mentre l’Agenzia di Rating S&P ha ulteriormente migliorato il rating a BBB+ con outlook stabile. Tali riconoscimenti riflettono il percorso di crescita attuato nel corso degli anni e i risultati superiori alle aspettative ottenuti dal Gruppo nel 2020. Il rating ottenuto è fra i più alti del settore delle multiutility a livello europeo e superiore al rating sovrano.
In arco piano, la continua adozione delle best practice di rendicontazione finanziaria sostenibile supporterà il Green financing e i rating del Gruppo. Hera è già impegnata da tempo nel green funding: la multiutility è stata infatti la prima società italiana a emettere un green bond nel 2014, cui ha fatto seguire un finanziamento Esg linked nel 2018, per poi dotarsi, nel 2019, di un vero e proprio Green financing framework (Gff), accompagnato da un’ulteriore emissione obbligazionaria di tipo green. L’atteso e ulteriore miglioramento dei rating di sostenibilità, a sua volta, permetterà di accedere ancora più facilmente alle linee dedicate ai finanziamenti sostenibili, caratterizzati da costi potenzialmente inferiori a quelli delle linee di credito tradizionali. In coerenza con tali indirizzi, è poi in corso il recepimento (da parte del Gruppo) delle raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) del financial stability board, che prevedono la definizione di scenari climatici, rischi e opportunità legate al cambiamento climatico, così come dei processi di gestione di tali rischi, nonché la definizione di target di riduzione delle emissioni climalteranti.
In questo contesto, l’ingresso nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), primo indice in grado di tracciare le performance finanziarie delle società leader a livello mondiale in tema di sostenibilità, attesta la bontà e la credibilità del percorso intrapreso dal Gruppo Hera, schiudendo ulteriori sviluppi. Riconoscimenti di questo tipo, infatti, fungono anche e soprattutto da stimolo e consentono a Hera di individuare le aree da sviluppare per un ulteriore miglioramento delle proprie performance e, insieme, per includere nella platea degli investitori anche i soggetti impegnati nel socially responsable investing (Sri), segmento, come detto, in grande e continua espansione.
Ambito di business: la strategia industriale
A gennaio 2022 è stato presentato il nuovo piano industriale 2021-2025 del Gruppo, il quale definisce per i prossimi anni una strategia in grado di alimentare una crescita economica, industriale e sempre attenta alla sostenibilità, in coerenza con le policy europee, nazionali e con gli obiettivi dell’Agenda ONU al 2030. Lo schema di riferimento adottato conferma l’impostazione strategica precedente, ponendo ancora maggiore attenzione alla sua implementazione. Tutti i progetti sottostanti il piano industriale sono stati declinati puntualmente in modo tale da rispondere a tre dimensioni, in particolare:
Con riferimento ai business a libero mercato, la strategia del Gruppo si concentra in particolare sulle dimensioni dello sviluppo industriale e commerciale, in chiave di decarbonizzazione e di contributo all’economia circolare.
Nei business a mercato del settore energia, il Gruppo punta a consolidare il proprio posizionamento a livello nazionale ampliando la base clienti, fino a raggiungere un target di 4,5 milioni di clienti energy al 2025. In coerenza con lo scenario climatico transizionale che prevede una crescente elettrificazione dei consumi, il Gruppo si è posto l’obiettivo di aumentare la propria base clienti soprattutto nel segmento elettrico, con una crescita di oltre 1 milione di clienti, mantenendola sostanzialmente stabile nel segmento gas. Sulla base delle pianificazioni effettuate, nel 2025 la base clienti relativa all’energia elettrica supererà la base clienti relativa al gas. Tale traguardo sarà perseguito attraverso la crescita commerciale da una parte, e le opportunità derivanti dalla liberalizzazione del mercato di maggior tutela elettrica dall’altra, di cui il Gruppo conta di conquistare una porzione di clienti coerente con la propria quota di mercato. Con riferimento alla crescita commerciale, Heracomm amplierà nei prossimi anni la gamma di Servizi a valore aggiunto (Vas), rafforzando le soluzioni per la riduzione degli sprechi e le proposte per tutelare l’ambiente e risparmiare sui consumi, come la generazione fotovoltaica e la mobilità elettrica e realizzando pertanto importanti sinergie commerciali. Al fine di potenziare la comunicazione tra il fornitore e il cliente e stimolare l’engagement di quest’ultimo verso comportamenti sostenibili, verranno realizzate iniziative orientate alla customer experience, con attenzione agli aspetti economici e di evoluzione digitale, attraverso dedicati programmi di green loyalty. Nei prossimi anni Hera indirizzerà la transizione energetica dei propri clienti anche continuando a valorizzare le opportunità offerte dal superbonus per i condomini, la cui efficacia è stata recentemente prolungata a tutto il 2025, se pur con una rimodulazione delle aliquote e dei soggetti interessati. Rimane infine confermato l’interesse da parte del Gruppo nella partecipazione alle gare nei mercati di ultima istanza, con l’obiettivo di riconfermarsi quale player di riferimento nel panorama nazionale.
Per quanto concerne il business del trattamento e recupero dei rifiuti, il Gruppo Hera intende consolidare la propria posizione di leadership facendo leva sullo sviluppo impiantistico e industriale in ottica di economia circolare, nonché sullo sviluppo commerciale nei settori dei rifiuti industriali e del recupero. In quest’ultimo ambito Hera estenderà la capacità degli impianti dedicati al trattamento delle plastiche flessibili (PET e LDPE), e valorizzerà le partnership strette con importanti operatori del settore, entrando nel segmento delle plastiche rigide, con la realizzazione di un impianto innovativo per la produzione di polimeri riciclati di alta qualità. Sul fronte dello sviluppo industriale in ottica sostenibile il Gruppo prevede di realizzare anche due nuovi impianti di produzione di biometano, replicando il successo conseguito con l’impianto di Sant’Agata Bolognese, per arrivare a raddoppiare la produzione di biometano al 2025 rispetto ai livelli attuali. Sul versante dello sviluppo commerciale verranno rafforzate le soluzioni di Global Waste Management offerte ai clienti industriali, con servizi personalizzati che coprono l’intero ciclo dei rifiuti, la gestione della risorsa idrica e i servizi energetici, andando a valorizzare appieno le sinergie tra i diversi business presidiati dalla multiutility. Il continuo impegno nel raggiungimento di target di sostenibilità trova ulteriore conferma nell’obiettivo di riduzione nell’utilizzo delle discariche per rifiuti urbani al di sotto del 3%. Questo consentirà prospetticamente di mitigare i rischi fisici di questa filiera correlati al cambiamento climatico, per il cui approfondimento si rimanda al capitolo 1.02 “Fattori di rischio: attori, metodologia e ambito di gestione”.
Per quanto riguarda i business regolati, gli assi di sviluppo dei prossimi anni verteranno sul potenziamento della resilienza adattiva e reattiva ai cambiamenti climatici e della asset readiness delle infrastrutture, in termini di ammodernamento, evoluzione digitale, ridondanza e predisposizione per la distribuzione di gas verdi, e sulla riconferma di Hera quale gestore di riferimento nei servizi della distribuzione gas e igiene urbana nei territori attualmente presidiati che si prevede andranno a gara in arco piano.
Nella distribuzione gas ed elettrica, in chiave di prevenzione e mitigazione dei rischi esogeni e a favore del potenziamento e di una maggiore digitalizzazione delle infrastrutture, sono state stanziate risorse in aumento rispetto alla precedente pianificazione. Tra i titoli progettuali più rilevanti in arco piano, rientra il piano di installazione di contatori sempre più evoluti, che oltre a consentire una misurazione più puntuale dei consumi, offriranno alle società di vendita l’opportunità di valorizzare le numerose informazioni relative alle utenze. Nell’ambito della distribuzione gas si prevede l’installazione di 300 mila NexMeter, contatori intelligenti sviluppati da Hera con Panasonic, che permettono di ottenere benefici in termini di sicurezza operativa e tutela ambientale, grazie alla riduzione delle dispersioni di gas in atmosfera. Di questi ne è già stata sviluppata una versione green predisposta per la misurazione dei green gas, in particolare per la miscela di gas metano e idrogeno, e le cui componenti sono realizzate con percentuali significative di plastica riciclata. In relazione alla distribuzione elettrica è in programma la sostituzione completa dei vecchi contatori installati in tutti i territori gestiti dal Gruppo con dispositivi di nuova generazione (2G).
A piano industriale è previsto inoltre l’avvio dell’impianto Power-to-gas, realizzato presso il depuratore Idar di Bologna Corticella, che consentirà di valorizzare le sinergie su diversi business presidiati dal Gruppo (non solo gas ed energia elettrica, ma anche ciclo idrico), e al contempo di avviare le sperimentazioni per la produzione e distribuzione di idrogeno o altri gas verdi.
Nel ciclo idrico proseguiranno gli interventi per rendere le reti più resilienti ai cambiamenti climatici, più intelligenti in termini di automazione e monitoraggio da remoto degli asset e più efficienti nella gestione della risorsa idrica. Coerentemente a questi obiettivi verranno potenziate le dorsali appenniniche, saranno implementati modelli predittivi in grado di anticipare gli approvvigionamenti in caso di rischio siccità prolungata e verrà potenziata la manutenzione predittiva in ottica di rinnovo selettivo della rete. Continua altresì l’attenzione del Gruppo anche nella fase di depurazione a beneficio dell’economia circolare, che è da sempre un obiettivo importante per il Gruppo e sarà ulteriormente perseguito in arco piano. L’estensione dei programmi per il riutilizzo della risorsa idrica in agricoltura agli altri impianti dei territori gestiti permetterà di incrementare l’attuale volume di acque reflue avviate a riuso, fino a raggiungere l’8,5% sul totale riutilizzabile al 2025.
Anche al teleriscaldamento saranno destinati investimenti incrementali rispetto al piano precedente a beneficio della business continuity e dell’evoluzione smart delle infrastrutture. Il progetto di interconnessione fisica di due sistemi di teleriscaldamento a Bologna sarà l’iniziativa più rilevante del business nel prossimo quinquennio e consentirà di ottimizzare la capacità impiantistica fornendo al contempo benefici importanti in termini riduzione delle emissioni di CO2.
Nel business dell’igiene urbana, infine, si conferma l’impegno del Gruppo per raggiungere gli obiettivi di riciclo, concentrando l’impegno sul miglioramento della qualità della raccolta differenziata. A tal fine verranno avviate nuove campagne di comunicazione e azioni di engagement dei cittadini, con particolare attenzione verso le plastiche monouso e gli imballaggi, nonché alla lotta agli abbandoni e al degrado. A sostegno dei comportamenti virtuosi dei cittadini verranno messi a disposizione 62 mila cassonetti Smarty (informatizzati), che interesseranno oltre la metà dell’attuale dotazione impiantistica, i quali potranno essere monitorati da remoto e in tempo reale (control room) al fine di migliorare il servizio e ottimizzare gli interventi degli operatori.
Il percorso di crescita tracciato dalla strategia fin qui descritta consentirà al Gruppo di traguardare i 1.400 milioni di euro di margine operativo lordo (Mol) al 2025, in aumento di 277 milioni di euro rispetto al consuntivo 2020, grazie al contributo sia della crescita organica sia di quella per linee esterne. Un volume di investimenti per oltre 3,8 miliardi di euro stanziati in arco piano sarà alla base dell’evoluzione della marginalità e della realizzazione dei progetti previsti nei prossimi anni, in significativo aumento sia rispetto alla media degli ultimi cinque anni (+59%) che al montante previsto nella precedente pianificazione (+20%). Di tali investimenti circa 1,2 miliardi saranno destinati alla resilienza degli impianti, in ottica di adattamento dei rischi climatici individuati, come ad esempio il rafforzamento della rete di distribuzione elettrica, lo sviluppo di interconnessioni delle reti idriche e delle reti gas. Nonostante il rilevante impegno finanziario il rapporto tra debiti finanziari netti e Mol si manterrà costantemente al di sotto della soglia limite del 3x, grazie alla sostenuta generazione di cassa, nonché all’ottimizzazione della gestione finanziaria e fiscale.
Il Gruppo conferma anche in questo piano industriale la coerenza della propria strategia con le più recenti e ambiziose policy europee, nonché con le raccomandazioni dell'Agenda ONU. Al 2025 il 55% del Mol complessivo di Gruppo contribuirà alla creazione di valore condiviso, alimentato da circa 2,5 miliardi di euro di investimenti in arco piano (pari al 66% sul totale). Da quest’anno è stato fissato anche l’obiettivo al 2030, con un target pari al 70% del Mol totale, in coerenza con la dinamica di crescita registrata negli anni. Prosegue altresì il percorso di Hera verso i target industriali al 2030 fissati e comunicati al mercato un anno fa. Il piano al 2025 conferma, infatti, la convergenza della traiettoria verso gli obiettivi al 2030, su neutralità carbonica, economia circolare e valore condiviso.
La strategia di Hera è stata da sempre fondata su uno stretto rapporto con il territorio e con il proprio ecosistema. L’evoluzione del contesto nelle dimensioni economica, politica, locale e tecnologica, si riverbera sulle attività trasversali del Gruppo e sulle direttrici che caratterizzeranno l’evoluzione delle stesse, stimolandone una sempre maggiore resilienza e accelerando l’evoluzione della cultura aziendale. «Growth», in particolare, rappresenta la sintesi della strategia del Gruppo ed è declinata in diversi ambiti di azione:
Si rimanda ai paragrafi seguenti per maggiori dettagli circa le azioni strategiche sopracitate e per l’attenzione al capitale umano implicata da ognuna di esse.
Climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile
Il framework del valore condiviso Hera, introdotto nel 2016, ha orientato la strategia del Gruppo verso una crescita basata sulle risposte ai problemi del contesto esterno, capace di massimizzare il valore condiviso, sia per l’azienda sia per la comunità. Creare valore condiviso è la prospettiva che integra l’orientamento alla sostenibilità nel cuore stesso dell’approccio strategico del Gruppo.
Nella revisione 2020 del modello sono stati inclusi i temi della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, quello dell’acqua potabile (incluso all’interno dell’ambito che riguarda la gestione sostenibile della risorsa idrica, insieme alla depurazione già presente) e quello della biodiversità, fronti su cui il Gruppo è di fatto impegnato da anni, che vanno a integrare le altre dimensioni in cui si articola il framework Hera (come l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica). L’obiettivo del Gruppo è quello di creare valore condiviso tramite le attività di business fortemente integrate nel tessuto socio-economico del territorio, che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’Agenda Globale, ossia quelle call to action al cambiamento, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale. Il 2021 ha confermato la bontà delle iniziative già avviate dall’Agenda Globale Onu al 2030 per rispondere ai megatrend in essere: pianeta fragile, disruption tecnologica e urbanizzazione accelerata sono stati considerati i più strettamente legati al business di Hera e con un impatto diretto sulle attività aziendali. Il contributo di Hera è preponderante in sette sustainable development goals dell’Agenda 2030: 6. acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 7. energia pulita e accessibile, 9. imprese, innovazione e infrastrutture, 11. città e comunità sostenibili, 12. consumo e produzione responsabili 13. lotta contro il cambiamento climatico e 17. partnership per gli obiettivi.
Si rimanda al sito web del Gruppo (https://www.gruppohera.it/gruppo/sostenibilita) e al Bilancio di sostenibilità (sezione Strategia sostenibile e Valore condiviso) per il maggior dettaglio delle azioni che il Gruppo intende promuovere contribuendo in senso ampio ai 169 target ovvero ai 17 Goal dell’agenda Onu 2030. Si segnala, inoltre, che il Gruppo si è posto chiari obiettivi industriali sia al 2025 che al 2030 per portare un significativo contributo al raggiungimento della neutralità carbonica. Tra i principali contributi si annoverano le soluzioni di efficienza energetica applicate sia al perimetro del Gruppo che ai clienti (valorizzando asset multibusiness), lo sviluppo di nuova impiantistica rinnovabile, la vendita ai clienti di energia verde e il forte impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica della filiera industriale del 37% entro il 2030 (rispetto al 2019) calcolata secondo i riferimenti Science Based Target.
Al fine di diffondere tra l’intera popolazione del Gruppo una cultura legata agli SDGs, sono stati resi disponibili sulla piattaforma formativa aziendale eventi formativi dedicati, in particolare all’economia circolare; l’agenda Onu, inoltre, rientra nella formazione per tutti i neoassunti. Tra le principali azioni si annoverano quelle orientate alla promozione dell’efficienza energetica, alla gestione sostenibile della risorsa idrica, alla selezione di fornitori con qualificazione in termini di aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, allo sviluppo dell’occupazione e delle nuove competenze e alla diffusione dell’innovazione e della digitalizzazione. Per far sì che i principi del Green Deal, declinati operativamente nel piano di azione di economia circolare e nel Next Generation EU, diventino sempre più elementi di consapevolezza per tutte le persone del Gruppo, è programmata l’erogazione di percorsi formativi specifici, che prevedono la valorizzazione delle competenze interne per sviluppare progetti coerenti con il framework SDGs. La consapevolezza della rilevanza del fenomeno di cambiamento climatico è ritenuta dal Gruppo il primo necessario passo verso l’incorporazione nella strategia aziendale di puntuali risposte ai rischi e alle opportunità che ne derivano, e al conseguente riflesso degli effetti di tali risposte nella redazione dei piani pluriennali.
Tra le iniziative individuate per cogliere le opportunità definite attraverso l’analisi degli scenari climatici ipotizzati, le più promettenti sono state incluse nel piano industriale al 2025, che riflette altresì le azioni di mitigazione identificate in risposta ai rischi individuati. In particolare la strategia del Gruppo per attuare la mitigazione dei cambiamenti climatici si concretizza principalmente in:
Anche l’approccio all’economia circolare del Gruppo, guida specifici progetti delle diverse filiere. A titolo esemplificativo, le fasi di progettazione ed esecuzione delle opere di ingegneria mostrano una progressiva attenzione alle tematiche della sostenibilità, della riduzione dell’impronta ambientale e della minimizzazione dell’impiego di suolo vergine. La tecnologia building information modeling (Bim), che rende possibili analisi materiche (anche al momento di demolizione degli impianti), prevede la massimizzazione del riciclo e riutilizzo ed estende l’approccio circolare anche nel fine-vita dell’opera. Lo sviluppo delle attività di riciclo della plastica e l’incremento della produzione di biometano, previsti in arco piano, sono sempre più orientati a dare nuovo valore alla frazione organica del rifiuto solido urbano. Le logiche della circolarità coinvolgono, inoltre, i principali processi di acquisto del Gruppo: l’approccio strategico di Hera prevede sempre maggiore attenzione a materiali o beni che rispondono ai principi dell’economia circolare ed estende l’adozione di criteri ambientali minimi (Cam) per la determinazione delle caratteristiche merceologiche, non solo alle componenti per gli allacciamenti acquedottistici bensì ad altri elementi standard delle reti quali riduttori gas, acqua e sollevamenti fognari.
Il Gruppo conferma il proprio impegno nell’adozione e diffusione di soluzioni di economia circolare con obiettivi industriali di medio e lungo termine e progettualità basate su scadenze definite, tramite soluzioni tecnologiche e comportamentali per migliorare volumi e qualità della raccolta differenziata, nuova capacità impiantistica per il trattamento, recupero e riciclo dei rifiuti urbani speciali, (anche attraverso partnership sul territorio locale) e infine tecnologia per massimizzare il riuso della risorsa idrica e per impiantistica evoluta per la qualità della depurazione. Gli interventi volti a incrementare la resilienza delle attività del Gruppo prevedono altresì l’installazione di accessori e sensoristica telecontrollati in tutte le reti (per garantire monitoraggio e gestione da remoto), l’installazione di contatori intelligenti per ogni business, piuttosto che l’implementazione di strumenti di programmazione e modellazione basati sull’intelligenza artificiale per anticipare eventi critici o ottimizzare la manutenzione. In arco piano, a titolo esemplificativo, sono programmati interventi di revamping e automazione delle cabine primarie di energia elettrica, oltre alla robottizzazione di circa 1.400 cabine secondarie (“piano resilienza appennino”, che indirizzerà la resilienza in ottica di mitigazione dei rischi individuati nell’ambito della distribuzione di energia elettrica). Per ulteriori dettagli si rimanda al paragrafo successivo “Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione”).
La campagna di sensibilizzazione e consapevolezza delle sfide ambientali, continuerà a coinvolgere anche i giovani alunni delle scuole (progetti di educazione ambientale), anche nelle declinazioni per la didattica a distanza pensate in ragione della congiuntura sanitaria, e verrà portata avanti attraverso i principali media a livello locale (press tour sui temi dell’ambiente).
Per supportare la transizione energetica cui è chiamata l’intera Società, il Gruppo Hera prevede azioni mirate a incrementare l’incidenza dell’efficienza energetica presso le diverse categorie di utenza, nonché a sfruttare ogni forma possibile di energia rinnovabile.
Le azioni per ridurre i consumi energetici all’interno del perimetro del Gruppo (-8% al 2025 rispetto al 2013) così come quelle condotte nei confronti di clienti industriali, clienti domestici e pubblica amministrazione proseguiranno pertanto con rinnovato slancio. Il quadro legislativo, mantenendo interessanti opportunità sul settore domestico, faciliterà gli interventi di rinnovamento degli edifici ritenuti necessari per una transizione energetica pienamente efficace. Similmente anche il patrimonio
immobiliare della pubblica amministrazione dovrà assistere a un progressivo efficientamento dei consumi di energia.
Gli asset del parco impiantistico del Gruppo presentano poi ulteriori potenzialità per cogliere opportunità legate allo sviluppo di nuovi vettori energetici rinnovabili, come l’idrogeno. Il Gruppo intende presidiare le diverse fasi della filiera idrogeno, e sta avviando progetti sperimentali in tale senso. Nella fase di produzione di idrogeno sostenibile una soluzione circolare è rappresentata dalle sinergie tra processo elettrolitico e processo di depurazione delle acque, con molteplici flussi circolari di materia tra le due attività (ossigeno come input per la depurazione e biogas da fanghi di depurazione come materia per la metanazione dell’idrogeno). Ancora, gli impianti Waste-to-Energy del Gruppo potranno destinare la quota di energia elettrica biogenica (considerata rinnovabile) all’alimentazione di elettrolizzatori in grado di ottenere idrogeno da destinare alla clientela industriale, alla mobilità o alla rete di distribuzione. Proprio con riferimento alla distribuzione del gas sono in corso sperimentazioni sugli asset del Gruppo per vagliare la percentuale di blending tra metano e idrogeno, ottimale per il funzionamento degli asset di cogenerazione e degli impianti per le utenze industriali e domestiche. Si segnala infine il progetto relativo all’installazione dei contatori “NexMeter” di ultima generazione, predisponibili per la misurazione di miscele idrogeno/metano, come dettagliato nei paragrafi precedenti.
Per Hera la necessità di garantire la qualità e la continuità dei servizi essenziali in un contesto così mutevole e soggetto a un incremento dei rischi climatici, rappresenta un costo, ma allo stesso tempo un’opportunità. Il necessario incremento degli investimenti per aumentare la resilienza dei propri asset pone il Gruppo, grazie alla sua solidità e capacità finanziaria, in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti di minori dimensioni, che potrebbero presentare maggiori difficoltà nell’affrontare tale mole di investimenti.
Il Gruppo, in altri termini, ambisce a sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica e dalla digitalizzazione per estrarre innovazioni, miglioramenti operativi, efficienze di costo e sinergie collegate alla gestione di dati, così da rispondere alle esigenze del territorio e degli stakeholder, assumere un ruolo di rilievo nell’erogazione di servizi e accompagnare le città verso nuovi modelli di sviluppo, presidiando ogni upgrade tecnologico attraverso l’analisi dei suoi impatti e la mitigazione dei suoi effetti collaterali.
Tecnologico e del capitale umano: l’innovazione
Capofila delle evoluzioni tecnologiche sono i progressi dell’industria chimica e dell’ingegneria che interessano la filiera dell’ambiente (plastica in primis) o dell’energia (biocarburanti e biocombustibili) alla ricerca di soluzioni concrete che possono rivelarsi abilitanti nella sfida dell’adattamento al cambiamento climatico o nel contrasto al depauperamento del patrimonio di risorse naturali. Il Gruppo sfrutta strategicamente tali progressi al fine di individuare processi di riciclaggio delle plastiche complementari a quello meccanico e di rendere il processo efficace anche per le frazioni plastiche meno pure e meno pregiate. Gli stessi progressi consentono, ad esempio, di sperimentare soluzioni che utilizzano l’eccesso di energia elettrica rinnovabile (altrimenti inutilizzabile) per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno e convertirla poi in gas metano sintetico con l’addizione di carbonio (da CO2).
Hera si è dotata di una strategia di Gruppo per sfruttare tutte le informazioni disponibili e per poter garantire qualità e scambio di flussi di dati. I principi che hanno guidato l’implementazione della strategia sono quelli di un approccio organizzativo per l’architettura dei dati, che si articola in quattro punti di indirizzo:
Il modello di data strategy del Gruppo e le relative linee guida sono stati oggetto di percorsi di formazione dedicati alle singole unità aziendali, con lo scopo di diffondere il piano strategico su tutti i livelli. Al fine di aumentare la capacità di intercettare eventi anomali, le fonti dati utilizzate con la convergenza tra ambiente gestionale (applicativi) e industriale (impianti del Gruppo) devono essere continuamente estese. Le attività di vulnerability assessment su entrambi gli ambienti, finalizzate alla prevenzione di attacchi ai sistemi e agli impianti, sono fondamentali; a tal fine il modello prevede azioni e responsabilità distribuite e lo stesso sarà ulteriormente rafforzato in arco piano mediante progetti volti all’incremento della capacità di monitoraggio e all’evoluzione degli strumenti di prevenzione.
Il settore utility è frammentato e caratterizzato da forti gap tecnologici, la cui risoluzione risulta essere necessaria per adeguarsi alle nuove direttive europee. Al fine di consolidare il proprio ruolo nel settore delle utility italiane, Hera intende far leva sulle specializzazioni costruite nel tempo attraverso l’implementazione di nuovi metodi analitici e lo sviluppo di progetti di automazione e e digitalizzazione dei processi.. Nello specifico in arco piano sono previsti diversi interventi tra i quali: l’implementazione di ulteriori tipologie di preventivi parametrizzati da inviare ai clienti a seguito dell’inserimento della richiesta nei canali di front office, la realizzazione di uno sportello tecnico che filtri le richieste di preventivo prima del sopralluogo e assista il cliente, con l’obiettivo di ridurre l’uscita in campo dei tecnici, anche grazie a eventuali sopralluoghi virtuali o preventivi online. Nei prossimi anni, inoltre, è previsto il potenziamento del telecontrollo, che gestirà un perimetro di attività considerevolmente più ampio, offrendo una notevole capacità operativa. I processi di trasformazione digitale copriranno diversi ambiti aziendali, per cogliere al meglio le opportunità delle nuove tecnologie. Nei business di vendita (energia e gas), ad esempio, le attività di acquisizione clienti saranno supportate da strumenti avanzati di digital marketing, le infrastrutture tecnologiche dei processi di fatturazione saranno rinnovate per ottimizzare il processo «meter to cash», le offerte sull’energia elettrica saranno proposte con scontistiche personalizzabili grazie alle funzionalità dei contatori di nuova generazione (2G) e, a potenziamento della customer centricity, sarà messa a regime una nuova piattaforma di customer relationship management. Nei business di distribuzione (reti acqua, gas, ed energia elettrica) e di raccolta (rifiuti) è pianificata l’implementazione di funzionalità evolute volte al miglioramento dell’efficacia del servizio, come ad esempio la manutenzione predittiva, la condivisione dell’andamento delle attività operative con i comuni attraverso lo sviluppo di un «sistema duale» o la realizzazione di un controllo virtuale per i contenitori al fine di ottimizzarne la manutenzione.
La progettazione della data strategy è sempre più finalizzata a trasformare il Gruppo in un’azienda data driven, ove le decisioni guidate dai dati, valorizzati come asset aziendale e soggetti a una lettura etica e consapevole, evidenziano una crescente importanza della gestione del dato e delle risorse dedicate alla sua protezione.
Nel 2021 le iniziative di cyber security realizzate nel Gruppo hanno riguardato in modo omogeneo tre principali macrogruppi: le tecnologie, i processi e le persone. Gli interventi di cyber security sono stati distribuiti sia nell'ambito tradizionale Ict che nell'ambito Ics (Industrial Control Systems) o più in generale della cyber security negli impianti industriali (Operation Technology). Oltre a quanto imposto dalle normative nazionali in ambito Operation Technology, il Gruppo Hera ha adottato un paradigma di gestione della sicurezza che estende il perimetro a tutti i sistemi potenzialmente vulnerabili, non limitandosi all'ambito tradizionale delle infrastrutture applicative gestionali e di rete, ma estendendosi agli impianti industriali attraverso i quali vengono erogati i servizi del Gruppo. In questo senso, è stato avviato il percorso di convergenza del monitoraggio della cyber security in ambito IT e OT, che, oltre all'introduzione di nuove sonde di monitoraggio del traffico di rete nell'ambito gestionale, ha consentito l’attivazione di una prima sonda per l'analisi delle anomalie nei protocolli industriali dedicata al contesto OT. È inoltre proseguito il servizio di Threat Intelligence, consolidando la relazione con il Computer Security Incident Response Team (CSIRT) italiano ed i principali enti pubblici e privati. Il Gruppo ha inoltre esteso al contesto OT l’attività dei vulnerability assessment, che già copriva il contesto IT, analizzando alcuni dei principali impianti alla base dell'erogazione dei servizi del Gruppo.
Al fine di una maggiore capacità di reazione agli eventi di cyber security e per integrare le capacità di monitoraggio centralizzate e trasversali nei contesti IT e OT, il Gruppo ha esteso al contesto OT l’attività dei vulnerability assessment. Al fine di limitare gli incidenti informatici e proteggere gli accessi, ma al tempo stesso garantire il minimo impatto in termini di user experience (specie in termini di bilanciamento tra accesso agile alle risorse e adeguatezza dei requisiti di sicurezza) è inoltre proseguita l'attività di protezione delle identità digitali attraverso l'estensione dell'autenticazione a più fattori (multi factor authentication). E’ proseguita la diffusione capillare di una cultura della cyber security attraverso una piattaforma di formazione online dedicata, estesa a tutta la popolazione aziendale, ed esercitazioni periodiche mensili di ethical phishing adattative.
Tali attività, su cui è concentrato il modello strategico Hera, contribuiscono alla riduzione del rischio complessivo, nonché una preparazione del Gruppo rispetto a possibili attacchi, che si concretizza in una maggiore velocità di azione e reazione.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione, sollecitando uno sviluppo continuo delle competenze dei dipendenti e delle conseguenti esigenze formative, conferma come strategica la scelta del Gruppo di introdurre piattaforme cloud-based per l’incremento della produttività individuale e come principali strumenti di collaborazione, poiché la cooperazione tra uomo e tecnologia richiede una continua evoluzione del modo di lavorare. In quest’ottica i progetti di automazione di processo (virtual factory e digital lab) favoriscono la diffusione della cultura dell’integrazione tecnologica, focalizzandosi in iniziative di applicazione di intelligenza artificiale e potenziamento della community, attraverso gli strumenti del digital workplace.
Il Gruppo intende utilizzare i dati per generare valore per le persone e per il business; la progressiva digitalizzazione dei processi di gestione delle risorse umane, nonché la realizzazione dell'architettura di riferimento per l’integrazione di sistemi e dati disponibili in logica prescriptive analytics confermano tale intenzione. Infine, la visione strategica verso le tecnologie di digitalizzazione, in un incrocio logico con la dimensione di sostenibilità ambientale e sociale, ha portato all’introduzione nel 2020 di un framework strategico denominato Corporate Digital Responsibility (Cdr), di cui si da ampia informativa all’interno del Bilancio di Sostenibilità.
Nel contesto caratterizzato dalle transizioni in atto, le direttrici di sviluppo delle risorse umane sono costantemente aggiornate per indirizzare le priorità all’interno dello schema Next GeneHERAtion Growth, e orientare le politiche aziendali. Al fine di far emergere valori e comportamenti etici che possano rappresentare un modello distintivo per il Gruppo, è sempre più favorita una cultura orientata al risultato, alla relazione tra gli individui e a una leadership diffusa. I programmi del Gruppo su cultura e approccio agile per il miglioramento delle performance, attraverso il radicamento di fiducia, responsabilità, autonomia ed etica del lavoro, sono guidati dal continuo sviluppo della cultura work by objectives. Nella strategia di Gruppo è fondamentale far percepire a ognuno quanto il proprio lavoro e il proprio senso di appartenenza siano correlati ai risultati e alle performance complessive dell’azienda. Allo scopo di superare il concetto di uguaglianza, per arrivare a una sostanziale equità di trattamento, riconoscendo quindi le specificità individuali, dal 2021il Gruppo ha attivato un progetto di evoluzione del performance management, con l’obiettivo di rendere sempre più efficace il dialogo tra team leader e team member, orientandolo sulla responsabilizzazione verso obiettivi misurabili e su una maggiore delega e autonomia nell’organizzazione delle attività lavorative. Il percorso orientato al Result management sarà ulteriormente consolidato attraverso una serie di iniziative previste in arco piano. Il Gruppo, anche a tal proposito, prosegue il percorso di progressiva digitalizzazione, che consente di abilitare esperienze, percorsi di formazione, sviluppo e carriera in modo sempre più autodeterminato, confermando la logica di responsabilizzazione individuale e collettiva guidata dal purpose. I processi di gestione e sviluppo delle risorse umane sono disegnati per preservare le competenze e i valori distintivi costruiti nel tempo e, contemporaneamente, per sviluppare i talenti individuali, indipendentemente dal genere e dall’età, ricercando innovazione in tutti gli aspetti che possono generare valore aggiunto e sostenibile nel tempo. La strategia di Hera è incardinata sullo sviluppo continuo di una cultura inclusiva delle diversità, intesa come motore per generare cambiamento, nel cui contesto i dipendenti possono giovarsi di un buon bilanciamento fra le azioni di sviluppo assegnate loro dal manager e le azioni di sviluppo in cui l’iniziativa parte invece dalla loro persona. Non a caso, oltre a mantenere la figura del Diversity Manager (introdotta nel 2011), Hera, firmataria del “Patto Utilitalia – La Diversità fa la differenza”, promuove politiche inclusive a tutti i livelli delle organizzazioni, affina progressivamente le misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro e adotta una gestione del merito non soltanto trasparente, ma anche e soprattutto neutra rispetto alle diversità di genere, età e cultura, con l’adozione congiunturale di sistemi tesi a monitorare i progressi conseguiti e di politiche di sensibilizzazione interne ed esterne. L’intelligenza artificiale e gli strumenti digitali, inoltre, sono ormai consolidati per analizzare i dati emergenti da iniziative di ascolto che consentono di approfondire il livello di soddisfazione dei dipendenti sui temi legati all’ambiente di lavoro e ai valori aziendali, e tradurli in azioni correttive nella direzione di riferimento di ciascun dipendente, ma anche attraverso la mobilità interna tra più direzioni. Al fine di verificare il livello di soddisfazione e di engagement della popolazione aziendale, nel 2021 si è avviata un’ulteriore analisi accurata e quantitativa del fenomeno gender pay gap all’interno dell’azienda, approfondendo le diversità in relazione a ruoli agiti, performance raggiunte e anzianità aziendale.
La strategia del Gruppo concorre alla creazione di valore accelerando anche i processi di ri-progettazione delle attività formative in logica blended learning, la continua evoluzione dei percorsi di academy professionali, l’utilizzo sempre più diffuso di un learning center HerAcademy quale punto di riferimento per il knowledge sharing interno ed esterno al Gruppo, senza dimenticare altri progetti per migliorare ulteriormente i livelli di employee engagement. Dal 2022 sarà finalizzato il percorso di ingaggio degli ambassador con l’obiettivo di sviluppare l’engagement sui canali digitali interni ed esterni all’azienda.
Coerentemente con il percorso aziendale, il Gruppo ha programmato iniziative multidisciplinari per sviluppare progetti coerenti con il framework SDGs, con particolare riferimento al filone dell’economia circolare, e lavorare in ottica di ecosistema con i diversi stakeholder per convergere verso obiettivi comuni in termini di green economy. La divulgazione di una cultura green e di un approccio orientato alla sostenibilità e circolarità è un elemento centrale del piano strategico e presuppone un percorso di cambiamento culturale che, già dall’anno precedente, è stato sostenuto da varie iniziative progettuali. Sta proseguendo l’intervento sulle competenze digitali, personalizzato per tutta la popolazione aziendale, per accompagnare altresì la transizione energetica e ambientale con l’aggiornamento dei ruoli, delle competenze e dell’offerta formativa del gruppo. L’obiettivo di raggiungimento dei risultati in termini di green economy in relazione alla riduzione della carbon footprint di Gruppo, a titolo esemplificativo, è condiviso tramite la valorizzazione del contributo del remote working, oppure tramite il potenziamento dell’offerta green all’interno degli strumenti di welfare aziendale o tramite la sensibilizzazione ai temi green già nel momento dell’assunzione. A partire dal 2022, la propensione a un approccio culturalmente coerente a tali principi diventerà un elemento dirimente dei percorsi di selezione, recruitment e sviluppo del Gruppo.
La visione integrata di evoluzione tecnologica ed esperienza dei dipendenti, accompagnata dall’applicazione di strumenti di Organizational Network Analysis, intelligenza artificiale e business intelligence, ha come obiettivo quello di favorire l’ottimizzazione dei processi organizzativi, di sviluppo del capitale umano e delle capacità decisionali individuali. L’evoluzione di competenze e ruoli in base alle esigenze del business, tramite un dialogo strategico tra le linee di business e la funzione delle risorse umane, consente una condivisione del significato delle sfide di business indirizzate in arco piano, ma anche il senso dei rischi e delle opportunità da esse implicate.
Dopo aver individuato quali sono i fattori di successo per le utility del futuro egli obiettivi di crescita industriale, circolarità e rischi vengono tradotti in altrettante e coerenti policy aziendali.
Governance dei rischi
La struttura organizzativa adottata dal Gruppo Hera è orientata a preservare l’efficacia e la redditività della gestione lungo l’intera catena del valore e contemporaneamente consente di gestire l’esposizione al rischio derivante dai propri business.
Il sistema di corporate governance adottato consente di indirizzare le strategie in modo unitario e coerente. Il principale organo manageriale di indirizzo, monitoraggio e informativa relativamente alle strategie di gestione dei rischi è il Comitato rischi. Accanto a esso, l’organo consiliare - che ha il compito, in applicazione dell’articolo sette del Codice di Autodisciplina, di vigilare sulla funzionalità del sistema di controllo interno, sull’efficienza delle operazioni aziendali, sull’affidabilità dell’informazione finanziaria, nonché sul rispetto delle leggi e dei regolamenti e sulla salvaguardia del patrimonio aziendale - è il Comitato controllo e rischi. Tali organi, al fine di assicurare la massima coerenza alla strategia di gestione, si riuniscono periodicamente. Nel corso del 2021, il Comitato rischi si è riunito quattro volte e il Comitato controllo e rischi si è riunito sette volte.
Il Gruppo ha adottato un approccio di difesa dei rischi articolato su tre livelli, definendo una opportuna separazione tra:
Il Comitato rischi definisce le linee guida generali per il processo di risk management, garantisce la mappatura e il monitoraggio dei rischi aziendali, assicura la definizione delle risk policy, definisce i protocolli informativi verso il Comitato controllo e rischi, la Direzione Internal Auditing e il Collegio sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione approva le risk policy e i parametri di misurazione, svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Comitato controllo e rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in merito alla definizione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato sovrintendono, per quanto di competenza, alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Vice Presidente sovrintende al coordinamento tra Comitato rischi e Comitato controllo e rischi, preservando il suo stato di indipendenza.
Si rappresenta di seguito l’architettura della risk governance:
Metodologia di gestione
Al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione gli elementi utili alla valutazione della natura dei rischi aziendali e alla definizione del profilo di rischio del Gruppo, in particolare nel medio-lungo termine, Hera ha adottato il processo dell’Enterprise risk management (Erm). La definizione del profilo di rischio è esplicitata dallo stesso Consiglio di Amministrazione attraverso l’approvazione della Group risk management policy e dei limiti di rischio in essa definiti.
Il risk management framework è declinato attraverso tre elementi fondamentali:
In data 27 gennaio 2022 è stato presentato al Consiglio di Amministrazione il sesto report Enterprise risk management relativo al piano industriale 2022-2025.
Nel corso del 2021, l’analisi Erm ha realizzato ulteriori approfondimenti e affinamenti metodologici:
L’analisi Erm 2021 non ha evidenziato rischi in area critica né per impatto reputazionale né economico-finanziario.
In area di rischi rilevanti si conferma quello con impatto reputazionale derivante da possibili procedimenti di organi di vigilanza/regolazione/indagine, generati dai gradi di discrezionalità sull’avvio di procedure di verifica/indagine in presenza di orientamenti interpretativi non univoci (pur in presenza di comportamenti del Gruppo sempreconformi alle disposizioni di legge), e quello economico-finanziario derivante da eventi sismici ad alta intensità relativi alle reti. Il rischio derivante dalla possibilità di incendi a impianti di trattamento e recupero dei rifiuti è confermato, ma i relativi impatti in termini di conseguenze sui risultati di Gruppo sono valutati trascurabili, mentre quelli per l’ambiente e la continuità operativa sono a impatto nullo. A causa della crescente sensibilità sociale sul tema, tali eventi possono tuttavia determinare conseguenze reputazionali significative in ragione del rischio percepito. La difficile congiuntura economica, ascrivibile agli effetti di lungo periodo dell’emergenza sanitaria, riverberandosi in varie forme sull’agenda e sulle priorità di tutti gli operatori economici, potrebbe inficiare anche la piena conformità delle azioni intraprese dalle aziende che per conto di Hera sono impegnate tramite appalti esterni sulle reti gestite dal Gruppo. Hera si impegna tuttavia a contenere questo rischio confermando il proprio impegno a controllare in maniera capillare lo stato di salute delle catene del valore interessate dai propri business.
Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio
I rischi esistenti ed emergenti con cui Hera si deve confrontare appartengono a diverse tipologie, si tratta in particolare di rischi derivanti dall’evoluzione dei contesti macroeconomico e finanziario, di business (regolatorio e competitivo), tecnologico, ambientale e del capitale umano, declinati con una sempre maggior attenzione al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo” è riportata un’analisi puntuale dei fattori che costituiscono alcuni dei presupposti fondamentali per l’identificazione di questi rischi.
Per mitigare l’esposizione a tali rischi, introdurre misure di ottimizzazione (anche tecnologica e di efficientamento) delle strutture attuali e sviluppare una pianificazione strategica che dia risposte coerenti Hera svolge le specifiche attività di analisi, misurazione, monitoraggio e gestione che sono descritte nel proseguo.
Ambito Economico-finanziario
Identificazione del rischio prezzo commodity
Il Gruppo opera in maniera integrata nella filiera di approvvigionamento e vendita di elettricità e gas nei diversi stadi della catena del valore. Hera, pertanto, è esposta ai rischi derivanti dalla volatilità dei mercati energetici, mitigabili da una valutazione integrata degli stessi e delle relative strategie di gestione.
I rischi del mercato energetico sono concentrati nella Direzione Centrale Mercato, responsabile delle attività di acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Gestione del rischio prezzo commodity
Con l’intento di uniformare l’approccio al rischio delle varie strutture aziendali coinvolte e con l’obiettivo di ottimizzare il ricorso al mercato per le operazioni di copertura, il Gruppo si è dotato di specifiche policy volte a definire linee guida e modalità operative del processo di controllo e gestione del rischio energetico. Hera ha strutturato i processi in modo da avere un’efficace gestione delle attività di procurement e di hedging, con elevata focalizzazione delle competenze. L’approccio adottato dal Gruppo prevede un’unica interfaccia per la gestione del rischio verso il mercato energetico rappresentata dalla società Hera Trading. Una gestione unitaria dei rischi nel rispetto delle policy assegnate consente vantaggi in termini di raggiungimento di livelli di copertura più elevati, ottimizzazione dei costi per il minor ricorso al mercato e maggiore flessibilità nella strutturazione del procurement e dell’offerta ai clienti.
Identificazione dei rischi relativi al mercato del debito
Il contesto economico-finanziario, oltre alla fluttuazione dei prezzi di energia e delle commodity, presenta variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio, credit spread e possibili crisi di liquidità. Tali fluttuazioni possono riverberarsi sui risultati di Gruppo, sulla futura crescita e sugli investimenti strategici (ad esempio per effetto di costi di rifinanziamento elevati).
Il Gruppo potrebbe non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento per effetto delle difficoltà nel reperire nuovi fondi, o nell’eventualità che gli sia possibile farlo solo a condizioni economiche sfavorevoli, a causa dell’impossibilità di liquidare attività sul mercato, o della mutata percezione della sua rischiosità.. Tra i fattori che definiscono tale rischiosità percepita, il merito creditizio assegnato a Hera dalle agenzie di rating riveste un ruolo determinante, poiché influenza la possibilità di accedere alle fonti di finanziamento e le relative condizioni economiche. La struttura dell’indebitamento del Gruppo non è soggetta a covenant finanziari sulle posizioni debitorie, a eccezione del limite di corporate rating definito su una quota di debito pari a circa 150 milioni di euro (ovvero nell’assegnazione di un rating di un livello inferiore a BBB-). Sulla quota ulteriore del debito in essere, invece, si prevede un rimborso anticipato obbligatorio solo in caso di un cambiamento significativo dell’assetto di controllo del Gruppo (change of control), revoca di una concessione (concession event) o della cessazione di un business rilevante (sale of assets event) che comporti un downgrade del Gruppo a un livello non-investment grade o inferiore, o la cessazione della pubblicazione del rating.
Gestione dei rischi relativi al mercato del debito
La gestione finanziaria di Hera è accentrata nella Direzione Centrale Amministrazione, Finanza e Controllo, che mira a mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento dell’attuale struttura di debito. Al fine di rispettare gli impegni di medio e lungo termine, Hera persegue una strategia che prevede una struttura diversificata delle fonti di finanziamento e un profilo di scadenze equilibrato, monitorando costantemente gli indicatori del rating e la disponibilità di linee di credito a lungo termine. Tale strategia è ritenuta efficace nel minimizzare il rischio di liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici. I debiti finanziari del Gruppo sono per circa il 66% a lungo termine (oltre i cinque anni) e di questi l’86% è rappresentato da bond con rimborso a scadenza. Si rimanda alla nota 26 “Passività finanziarie non correnti e correnti” del bilancio consolidato per maggiori dettagli in termini di worst case scenario.
Le azioni e le strategie del Gruppo, inoltre, sono particolarmente attente e indirizzate a garantire il mantenimento del massimo livello di rating come confermato dall’upgrade del rating a BBB+ con outlook stabile da parte di S&P avvenuto nel mese di maggio 2021.
I processi di controllo e gestione dei rischi finanziari si basano su un attento monitoraggio degli indicatori finanziari del Gruppo, nonché su una costante presenza nei mercati di riferimento al fine di minimizzare l’impatto della volatilità dei tassi e spread per garantire un efficiente servizio del debito. Il Gruppo si avvale, inoltre, di strumenti finanziari derivati per ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio. Al 31 dicembre 2021, il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di variazione dei tassi pari al 7%, mentre il restante 93% del debito è a tasso fisso. L’aumento dell’1% del tasso di interesse di riferimento rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, basato sull'ipotesi di uno shift di tasso cedolare e sulla struttura del debito di Gruppo di piano, determinerebbe un aumento medio degli oneri finanziari pari a circa 7 milioni di euro all’anno.
Identificazione dei rischi da controparte
Hera opera con controparti che potrebbero essere incapaci di adempiere agli obblighi assunti, sia nel rispetto delle condizioni economiche che nell’esecuzione delle previsioni contrattuali (delivery del bene o servizio). ll rischio credito, inoltre, incide in modo trasversale nei vari ambiti ove l’attività commerciale è presente: vendita di commodity energetiche e servizi, attività di trattamento rifiuti e servizi di telecomunicazione.
Gestione dei rischi da controparte
In Hera è presente uno strutturato processo di origination, formalizzato in specifiche procedure di gestione del rischio credito; tale processo consente un’adeguata selezione delle controparti mediante credit check e, ove opportuno, richieste di garanzie. Viene inoltre svolto un costante monitoraggio delle posizioni verso le controparti, prevedendo articolate azioni proattive nella gestione delle stesse, che possono anche comportare il trasferimento esterno del rischio mediante cessione del credito. Le perdite attese sono costantemente stimate e monitorate; il Gruppo utilizza misure di probabilità di default, exposure at default e loss given default sviluppate sulle proprie serie storiche, sul comportamento di pagamento dei clienti e sulla base dei processi del credito vigenti. Al fine di testare la tenuta dei modelli, vengono utilizzate sia informazioni interne che esterne, le quali possono svolgere una funzione di benchmark sull’evoluzione del contesto macroeconomico.
Nell’esercizio 2021, l’unpaid ratio a 24 mesi delle principali società di vendita del Gruppo è pari allo 0,85%.
Ambito di Business e Regolatorio
Identificazione del rischio di natura competitiva ed economica
Hera opera prevalentemente in Italia, dove si è registrata una ripresa dei consumi di energia e dei volumi di rifiuti smaltiti in correlazione all’attenuarsi delle misure restrittive conseguenti alla situazione emergenziale pandemica. Il contesto economico di ripresa rimane tuttavia condizionato da fattori esterni; oltre alla pandemia, la repentina e anomala crescita dei prezzi dell’energia e di altre materie prime, nonché le difficoltà connesse alle catene logistiche globali, concorrono a esercitare una pressione sui margini di vendita che, sommata alla maggiore concorrenza sul mercato libero, può impattare sulla redditività del Gruppo. I cambiamenti sui livelli di consumo di energia al dettaglio, e l’aumentata difficoltà nel prevedere i volumi a copertura dei fabbisogni del portafoglio di vendita, inoltre, potrebbero richiedere a Hera di acquistare o vendere energia supplementare a condizioni sfavorevoli.
La potenziale riduzione della produzione di rifiuti, che deriva non solo dal contesto economico e dagli orientamenti normativi europei e nazionali, ma anche da nuove tendenze comportamentali dei clienti, unita all’eventuale indisponibilità di infrastrutture di trattamento e recupero, potrebbe incidere negativamente sulla capacità del Gruppo di perseguire gli obiettivi prefissati. I rischi del business ambiente relativi alla direzione del parco impiantistico sono concentrati in Herambiente Spa.
Gestione del rischio di natura competitiva ed economica
Il Gruppo ha mantenuto un elevato grado di flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, parallelamente allo sviluppo delle attività di copertura, minimizzando l’esposizione ai rischi operativi della generazione elettrica, consentendo un costante allineamento al mercato e massimizzando il natural hedging.
Nelle attività di gestione e trattamento dei rifiuti, la diversificata dotazione impiantistica del Gruppo è caratterizzata da tecnologie all’avanguardia e performanti in termini di impatto ambientale, che fino a oggi ha permesso di conseguire gli obiettivi strategici assegnati. L’attuazione della strategia in tema di circolarità - mediante il processo di riciclo di materiali polimerici svolto da Aliplast Spa - e lo sviluppo delle linee di riciclo verso ulteriori tipologie di plastiche, permettono inoltre di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione della normativa europea.
Nel corso degli anni, i business a mercato libero hanno assunto un peso crescente nel portafoglio del Gruppo, contribuendo in misura rilevante ai suoi risultati economici, ma esponendolo al tempo stesso a una crescente pressione competitiva. Il Gruppo affronta la sfida della competizione attraverso la continua innovazione dell’offerta commerciale e la tempestiva proposizione della stessa, aumentando la sua presenza e la base clienti sul mercato libero, e assicurando la soddisfazione delle aspettative in termini di gamma e qualità del servizio.
Le analisi del rischio derivanti da variazioni di contesto economico (Pil e inflazione) e dalle condizioni del mercato dell’energia (prezzo del gas e dell’energia elettrica) consentono di quantificare la sensibilità del Mol di Gruppo rispetto alla variazione delle grandezze economico-finanziarie primarie.
In particolare, la riduzione dell’1% di Pil rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 3 milioni di euro.
La riduzione dell’1% del tasso di inflazione rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 5 milioni di euro. La riduzione del prezzo dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso di 1 €/MWh rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 0,5 milioni di euro.
Infine, la riduzione del prezzo del gas di 1 €c/smc rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 0,2 milioni di euro.
Identificazione del rischio di natura regolatoria
Hera svolge parte della sua attività in un mercato regolato, pertanto il suo operato è influenzato dagli interventi normativi delle autorità di settore e del legislatore (in particolare su tariffe e struttura di mercato), dagli incentivi governativi sulle rinnovabili, dalle concessioni messe a gara delle autorità locali (nel caso di attività regolate relative ai servizi di raccolta dei rifiuti, distribuzione di gas, servizio idrico integrato e illuminazione pubblica) e nazionali (nel caso di distribuzione di energia elettrica), nonché dagli impatti attesi da mutamenti della struttura del mercato e dalla sua liberalizzazione, dall’evoluzione della domanda e dell'offerta nei settori energia e ambiente.
I periodici aggiornamenti del quadro normativo e regolamentare, sia a livello nazionale che europeo, possono avere un impatto rilevante, nei settori in cui Hera svolge la propria attività influenzandone la redditività.
I rischi regolamentari impattano sui business a rete (ciclo idrico, distribuzione gas ed energia elettrica) e sul business igiene urbana e si manifestano nell’introduzione o nella modifica di prescrizioni di natura economica, organizzativa e informatica cui Hera è tenuta ad adempiere, nonché su possibili variazioni di assetti di mercato da essi indotti.
Le gare per la distribuzione di gas, servizio idrico integrato e raccolta e spazzamento programmate in arco piano determinano un rischio di perdita di alcuni degli ambiti attualmente gestiti, specie in presenza di contesti competitivi significativi. Va comunque ricordato che, in caso di perdita della gestione, il Gruppo viene indennizzato della quota di capitale investito non ancora ammortizzato.
Si segnala, infine, il rischio derivante dall’incertezza normativa relativa alla fine del regime di maggior tutela, in termini di tempistica di realizzazione.
Gestione dei rischi di natura regolatoria
Il Gruppo si è dotato di una struttura organizzativa che gestisce i rapporti con le autorità nazionali e locali, svolgendo un’ampia attività di interlocuzione con i soggetti istituzionali, partecipando attivamente ai gruppi di lavoro istituiti dalle autorità e adottando un approccio di trasparenza, collaborazione e proattività verso eventuali situazioni di instabilità dell’assetto regolatorio.
Il Gruppo opera valorizzando la propria capacità tecnica e la propria efficienza di gestione. L’attenzione di Hera verso la qualità dei servizi, l’efficienza dei costi e le soluzioni innovative rappresenta, infatti, una leva competitiva in occasione delle gare per i servizi di distribuzione di gas, servizio idrico integrato e per i servizi di raccolta e spazzamento.
Identificazione dei rischi di natura strategica
I rischi strategici riguardano la pianificazione di lungo termine, la sostenibilità finanziaria, la partecipazione a iniziative di valenza strategica e le decisioni di investimento; tale tipologia di rischi incide sul grado di solidità dei risultati declinati per le varie filiere e unità di business. La capacità del Gruppo di raggiungere i propri obiettivi strategici, inoltre, potrebbe essere compromessa nel caso non si riuscisse a mantenere o ottenere le necessarie licenze, le autorizzazioni e i permessi per il regolare svolgimento delle attività.
La realizzazione dei risultati pianificati è pertanto condizionata dai differenti rischi endogeni ed esogeni opportunamente simulati, misurati e controllati.
Gestione dei rischi di natura strategica
Hera ha sviluppato un modello strutturato di analisi del rischio strategico (Erm) volto a misurare la solidità del piano industriale a molteplici scenari di rischio avversi, contribuendo alla rappresentazione integrata dei rischi in logica enterprise wide. Grazie a tale modello è possibile effettuare analisi di scenario, stress testing e what if delle ipotesi di piano, attraverso un’adeguata analisi dei fattori di rischio e delle variabili a essi collegate, consentendo una valutazione opportuna del livello di rischiosità delle varie filiere di business.
Hera presidia costantemente i processi autorizzativi e partecipa proattivamente ai tavoli di lavoro per l’ottenimento di permessi, licenze e autorizzazioni, affinché venga meno la possibilità di compromettere il regolare svolgimento della propria attività.
Ambiti ambientale-catastrofale, climatico, tecnologico e del capitale umano
Eventi sismici, atmosferici e altri eventi climatici possono inficiare le risorse impiegate e conseguentemente le performance del Gruppo. Hera vuole valorizzare tali risorse garantendone la preservazione e lo sviluppo, allo scopo di continuare a goderne i benefici in futuro. In tale ambito, assumono particolare rilevanza i rischi di natura fisica e transizionale correlati ai cambiamenti climatici, nonché gli incidenti alla dotazione impiantistica di Gruppo che, a loro volta, possono generare potenziali danni all’ambiente. A tal proposito il Gruppo ha già sviluppato un’analisi dettagliata delle raccomandazioni della TCFD che ha portato da un lato all’implementazione a livello operativo e strategico delle migliori pratiche di gestione dei rischi e delle opportunità relative ai cambiamenti climatici, dall’altro ha consentito di avviare un graduale allineamento degli attuali strumenti di rendicontazione alle raccomandazioni. Assumono altresì crescente importanza i rischi derivanti da crimini informatici (cybercrime), che Hera valuta anche in termini di impatto sulla continuità del servizio. Diventa inoltre cogente determinare se gli incidenti possono comportare un rischio per i diritti e le libertà delle persone, ovvero se possono cagionare un danno fisico, materiale o immateriale, in base ai parametri e ai valori di soglia di accettabilità definiti dalle policy del Gruppo (pubblicate sul portale web aziendale).
L’approccio di gestione del rischio è articolato in funzione degli specifici ambiti in cui i rischi ambientali, tecnologici e del capitale umano si manifestano.
Identificazione dei rischi ambientali-catastrofali
Hera utilizza risorse naturali per assicurare servizi essenziali ai clienti. Poiché le proprie attività determinano un’impronta ambientale, idrica e di carbonio, il Gruppo è consapevole della necessità di preservare le risorse naturali ovvero di adottare iniziative di mitigazione e adattamento volte a ridurre tali rischi. Coerentemente con l’obiettivo sfidante di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al livello corrente, indicata dagli organismi internazionali, sono stati identificati gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie attività. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo seguente di “Identificazione dei rischi da cambiamento climatico”.
Dal punto di vista degli standard ambientali che Hera deve assicurare nello svolgimento dei propri business, le attività del Gruppo sono sottoposte a diverse norme e regolamenti, tra i quali quelli relativi alle emissioni di CO2, alle emissioni di altre sostanze prodotte da combustione, agli scarichi idrici e alla gestione dei rifiuti pericolosi e solidi. Il mancato rispetto dei limiti relativi alla CO2 favorisce i cambiamenti ambientali, mentre il mancato rispetto dei limiti di legge relativamente agli altri aspetti ambientali determina un peggioramento delle condizioni ambientali medesime, oltre a esporre il Gruppo a sanzioni.
La scarsità di risorse idriche, o la possibile contaminazione delle relative riserve, possono influenzare la regolare fornitura di acqua e provocare interruzioni dei servizi o danni rilevanti sia di natura ambientale che di impatto economico e sociale, accrescendo anche lo stress idrico cui le risorse naturali, al fine di soddisfare la domanda di acqua, sono già costitutivamente sottoposte.
Si segnalano, inoltre, i rischi relativi all’impatto indotto sul Gruppo dalla variabilità delle condizioni meteorologiche sulla domanda di energia elettrica e gas derivante dai diversi scenari. Gli ambiti di impatto prevalente sono quelli della Direzione Centrale Mercato, esposta con l’attività di vendita di energia elettrica, gas e calore e alla variabilità della domanda derivante dai diversi scenari meteorologici.
Gestione dei rischi ambientali-catastrofali
Gli investimenti per la prevenzione e la riduzione della frequenza degli eventi dannosi, nonché quelli che consentono di ottenere misure di mitigazione per la riduzione della loro severità, assumono un ruolo fondamentale.
L’impegno del Gruppo nel ridurre la produzione di anidride carbonica si concretizza nella rendicontazione delle proprie performance e dei propri impegni nei confronti del cambiamento climatico, nei progetti attivati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre i consumi energetici e per fornire ai clienti opportunità finalizzate a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Il Gruppo è impegnato a contribuire alla mitigazione dei rischi ambientali presentati ottemperando agli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore e dalle Nazioni Unite, proseguendo nel miglioramento continuo del parco produttivo e incentivando forme virtuose e responsabili di consumo da parte dei clienti. I fabbisogni elettrici per il funzionamento dei siti produttivi del Gruppo sono soddisfatti interamente mediante energia da fonte rinnovabile. In relazione alle conseguenze di eventi estremi per i quali è attesa una crescente frequenza di accadimento, quale possibile conseguenza dei cambiamenti climatici, Hera ha provveduto a sviluppare importanti azioni, quale ad esempio il piano di salvaguardia della balneazione di Rimini attualmente in corso che, oltre ad assicurare il mantenimento della qualità della risorsa marina, accresce la resilienza dell’infrastruttura di drenaggio delle acque meteoriche a fronte di eventi estremi. Per ulteriori approfondimenti sulle specifiche iniziative si rimanda al paragrafo “Mitigazione dei cambiamenti climatici” del bilancio di sostenibilità del Gruppo Hera.
Hera si è dotata di un adeguato sistema di controllo ambientale, sia per quanto attiene la governance dei processi di certificazione ambientale e relativi audit, sia per quanto attiene la gestione operativa di controlli e rilevazioni. Il Gruppo riesce a far fronte ai rischi ambientali mediante una continua attività di monitoraggio dei potenziali fattori di inquinamento, assicurando trasparenza nelle rilevazioni, nonché tramite significativi investimenti in impianti tecnologici per garantire una qualità dell’aria e dell’acqua costantemente migliore di quanto richiesto dai limiti di legge. Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi “Tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità” e “Gestione sostenibile della risorsa idrica” del bilancio di sostenibilità. Hera, inoltre, in coerenza con la propria strategia di economia circolare, ha già effettuato (e prosegue nella pianificazione di medio-lungo termine) investimenti in impianti di selezione, recupero e compostaggio, incrementando la quota di rifiuti trattati e al contempo riducendo il ricorso alle discariche, riuscendo ad anticipare quanto previsto dalle norme europee e nazionali. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “Transizione verso un’economia circolare” del bilancio di sostenibilità.
Prosegue l’approfondimento della resilienza del sistema di approvvigionamento e distribuzione idrico del Gruppo in una prospettiva di medio-lungo periodo. La riduzione dell’impronta idrica, inoltre, viene perseguita attraverso il sistema di water management, volto a promuovere una gestione sostenibile della risorsa sia all’interno delle attività svolte dal Gruppo (attraverso il contrasto delle perdite di rete, la riduzione dei consumi diffusi, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il lavaggio dei mezzi) sia all’esterno (attraverso il controllo dei consumi domestici e l’offerta di consigli e soluzioni per ottimizzarli, il supporto di soluzioni tecnologiche per il cliente idroesigente, il servizio di supporto alla realizzazione di impianti di trattamento per il riuso/recupero dell’acqua). L’implementazione del servizio idrico integrato dei water safety plan consente, inoltre, un approccio alla gestione della qualità della risorsa idrica basato su valutazione e gestione dei rischi, quindi su prevenzione e controllo.
Relativamente al rischio derivante dalla variabile meteorologica, il Gruppo dispone di avanzati strumenti di previsione della domanda tali da consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle fonti disponibili. Inoltre, è dotato di adeguata flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, che ne assicurano la disponibilità a condizioni di mercato. L’aumento di un grado di temperatura media invernale rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determina una diminuzione media annua di Mol pari a circa 13 milioni di euro.
Identificazione dei rischi da cambiamento climatico
Gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie attività, sono stati declinati in funzione delle potenziali conseguenze sui business e sono stati oggetto di ulteriori valutazioni di impatto e di mitigazione, in relazione alla loro materialità (fenomeni meteorologici estremi quali alluvioni e siccità nonché rischi per la salute e per l’economia sono alcuni esempi).
L’analisi di scenario in ambito climatologico è una metodologia per testare la resilienza dei piani industriali in base a diverse assunzioni di sviluppi futuri. Hera ha selezionato due scenari più rilevanti tra i nove presi come punto di partenza. In particolare, lo scenario di transizione IEA ETP 2DS prodotto dall’International energy agency, scelto come scenario climatico ambizioso, prospetta un’evoluzione futura caratterizzata da forti processi di decarbonizzazione per mantenere l’incremento delle temperature al di sotto di 2°C: tale scenario è stato assunto per l'individuazione dei rischi di transizione. Lo scenario fisico IPCC RCP 8.5, scelto come scenario pessimista, prospetta invece una traiettoria “business-as-usual” e un conseguente forte incremento della temperatura (circa 4° C): tale scenario è stato assunto per l'individuazione dei rischi fisici. I suddetti scenari hanno consentito di individuare 8 rischi fisici e 8 rischi di transizione, associati a relativi impatti sul business. A ogni rischio e opportunità è stato associato un orizzonte temporale, un livello di priorità (definito come combinato disposto del livello di probabilità che il contesto in cui opera Hera si modifichi e dell’impatto del rischio/ opportunità sul business) e le conseguenti modalità di gestione nel caso dei rischi identificata e iniziative di business nel caso delle opportunità individuate.
Tipologia |
Cause |
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Rischi fisici |
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Rischi di transizione |
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Nel corso del 2021 è stata svolta un’analisi di rischio da allagamento, con proiezione temporale sul medio-lungo termine, per valutare potenziali impatti sugli asset del Gruppo derivanti da fenomeni estremi correlati alle dinamiche del cambiamento climatico. La conclusione delle attività di analisi e il conseguente aggiornamento degli scenari sono previsti per l'esercizio 2022.
Si segnala che i rischi fisici sono distribuiti sui due orizzonti temporali di medio e lungo termine, con un numero maggiore di occorrenze nell’orizzonte 2031-2050, in coerenza con la nozione che gli impatti dei cambiamenti climatici diventeranno più evidenti nel lungo termine.
I rischi di transizione sono concentrati prevalentemente nell’orizzonte temporale di medio termine e distribuiti su tutte le categorie della classificazione suggerita dalla TCFD. A ciascun rischio è stata associata anche una o più modalità di gestione: sono state individuate 21 modalità di gestione per i rischi fisici e 12 per i rischi di transizione; alcune delle conseguenti azioni sono già state integrate negli investimenti effettuati, nonché riflesse nel piano industriale. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo “La strategia di Hera per il clima” riportato nel bilancio di sostenibilità. Gli investimenti e le azioni di mitigazione e adattamento ad oggi pianificati, orientati alla transizione energetica verso la carbon neutrality e alla transizione ambientale verso l’economia circolare, nonché per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, sono stati realizzati nelle tempistiche stimate e talvolta accelerati alla luce dei risultati positivi del Gruppo.
Gli scenari del breve e medio termine analizzati dal Gruppo Hera potrebbero essere aggiornati sulla base delle conseguenze dell’intervento militare russo in Ucraina. Le incertezze inerenti l’evoluzione del conflitto potrebbero, infatti, non escludere un’accelerazione dei percorsi di transizione previsti dagli scenari, ovvero dei rischi e delle opportunità emergenti dalle analisi. Per le valutazioni relative ai potenziali effetti in termini di impairment test, specificatamente in relazione al consumo del gas, si rimanda alla nota 31 del bilancio consolidato al paragrafo 2.02.05 “Note di commento agli schemi di bilancio”.
Gestione dei rischi da cambiamento climatico
Hera ha avviato una serie di iniziative con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e contemporaneamente ridurre la propria impronta di carbonio. Le attività di valutazione dei rischi stanno proseguendo con gli opportuni livelli di approfondimento, specie con riferimento ai rischi di transizione e alla loro modellizzazione. Il Gruppo sta sviluppando uno schema analitico ponendosi come obiettivo la quantificazione dei singoli impatti. A seguito degli esiti della prima fase di analisi, sono state individuate una serie di attività di mitigazione e adattamento, e non sono stati riscontrati rischi che – con riferimento alla loro valutazione di manifestazione nell’orizzonte temporale del Piano Industriale – possano determinare la necessità di apportare svalutazioni agli asset del Gruppo.
Tipologia |
Principali iniziative/azioni del Gruppo |
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Attività di mitigazione |
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Attività di adattamento |
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Come anticipato nel paragrafo 1.01.02 “L’approccio strategico e le politiche di gestione – climatico e ambientale: lo sviluppo sostenibile”, Hera attua una politica di gestione del rischio volta al raggiungimento della neutralità carbonica. Tra i principali contributi si annoverano le soluzioni di efficienza energetica tramite la valorizzazione di asset multibusiness, applicate sia al perimetro del Gruppo che ai clienti, lo sviluppo di nuova impiantistica rinnovabile, la vendita ai clienti di energia verde e il forte impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica della filiera industriale del 37% entro il 2030 (rispetto al 2019) calcolata secondo i riferimenti Science Based Target.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Le esternalità negative che vengono generate da eventi eccezionali, nonostante attente pianificazioni e coperture assicurative, possono compromettere la continuità dei business e accrescere il fabbisogno finanziario per il ripristino della regolare operatività. L’erogazione dei servizi di pubblica utilità richiede pertanto lo svolgimento sia di attività preventive che di azioni per contrastare interruzioni, ritardi di servizio o livelli di servizio non adeguati. Tra i rischi in ambito tecnologico si annoverano la sicurezza operativa delle reti di distribuzione (fluidi ed elettricità), la sicurezza logica delle informazioni, la sicurezza delle reti di comunicazione e dei sistemi informativi e l’affidabilità dei sistemi di telecontrollo. Le principali minacce per i sistemi on permise (ospitati presso i data center aziendali) oppure in cloud comprendono il furto di identità, il phishing mirato a prendere il controllo di un personal computer per poi attaccare i sistemi centrali, gli attacchi sui servizi esposti, quali ad esempio i siti web pubblici.
La sicurezza delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate dall’azienda dipende dalle modalità con cui sono gestite e dalle risorse umane e tecnologiche coinvolte. La perdita di riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni aziendali, si tratti di informazioni critiche per il business o di informazioni personali (ovvero qualsiasi dato relativo a persone fisiche, come meglio definito dal Regolamento europeo GDPR e dal codice della privacy D.Lgs. 196/03 e smi) potrebbero causare serie perdite finanziarie con conseguente perdita di immagine sul mercato. E’ stata portata a termine una business impact analysis su tutti i sistemi ICT (BIA) in uso nel Gruppo e annualmente viene effettuata una Security risk Analysis per l’identificazione e la valutazione del rischio attraverso la metodologia basata su un framework che considera le tre dimensioni di sicurezza: disponibilità, integrità e riservatezza.
Gestione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
I sistemi centralizzati di monitoraggio delle reti (telecontrollo fluidi e rete elettrica) permettono una costante attività di monitoraggio e supervisione delle stesse in tempo reale e in alcuni ambiti la gestione da remoto, consentendo di segnalare con tempestività potenziali fattori critici alle strutture tecniche del pronto intervento e, ove possibile, di intervenire direttamente a risoluzione della potenziale criticità. Tali sistemi hanno avuto modo di essere applicati in molteplici situazioni, consentendo il ripristino del servizio in tempi adeguati e garantendo adeguata resilienza ai servizi offerti.
Il Gruppo effettua un monitoraggio costante del livello di rischio della sicurezza informatica, conduce test per valutare continuamente il livello di penetrabilità dei propri sistemi e di sicurezza delle reti, oltre a realizzare campagne di formazione per la sensibilizzazione di tutti gli utenti.
Nel corso del 2021 è proseguita l’esecuzione di interventi finalizzati a garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei sistemi Hera; le principali iniziative, consolidate nella strategia e nella modalità di azione del Gruppo, sono descritte al paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo”. A titolo esemplificativo, nel contesto degli impianti industriali è stato rafforzato il coordinamento delle iniziative di miglioramento della cyber security rivolte al modello di monitoraggio convergente della cyber security tra ambiti IT (information Technology) e OT (Operation Technology). Al fine di intercettare eventuali vulnerabilità presenti su sistemi o applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un attaccante, sono state inoltre intensificate le attività di vulnerability assessment, estendendole all’ambito degli impianti industriali.
Nel corso del 2021, il Gruppo ha ricevuto due reclami aventi ad oggetto temi di privacy o di perdita dati dei propri clienti.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Gli ambiti climatico-ambientale, tecnologico, e del capitale umano hanno come comune denominatore le persone e i relativi comportamenti, che possono influenzare in modo sempre più rilevante l’efficacia delle strategie aziendali. La tutela delle persone resta pertanto elemento cardine, che deve declinarsi nella sicurezza sul lavoro e nella dimensione della protezione sociale. L’identificazione dei pericoli e la valutazione dei rischi sono basate sull’analisi dei ruoli, delle attività lavorative, dei processi, dei luoghi di lavoro, delle attrezzature, dei mezzi, degli impianti e delle sostanze utilizzate. Le esigenze e i bisogni emergenti delle diverse categorie di dipendenti sono oggetto di continua attenzione del Gruppo. Con riferimento alla specificità del proprio business e alla sua presenza territoriale, il Gruppo ha stabilito dei criteri per l’individuazione degli scenari di rischio dovuti alla diffusione del virus Covid-19 in logica Enterprise risk management. Le misure adottate e l’implementazione delle stesse sono periodicamente monitorate. A tal proposito è altresì stata sviluppata una check-list di controllo specifica per il monitoraggio periodico da parte dei responsabili delle varie unità organizzative. Infine, con lo scopo di identificare, misurare e monitorare i rischi che minacciano gli asset del Gruppo, prevenire e mitigare le minacce e gli impatti causati da incendi, indipendentemente dalle cause che possono provocarli (dolosa, colposa o accidentale), è stato implementato un modello di valutazione dei rischi per la sicurezza fisica degli asset.
Gestione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e mitigare il rischio di infortuni, il Gruppo è impegnato costantemente verso iniziative finalizzate a un più efficace monitoraggio e miglioramento dei processi di protezione e prevenzione in tema di sicurezza, volti alla riduzione della frequenza e della severità degli incidenti. Le didattiche scelte per la formazione dei lavoratori non avranno più solo carattere tecnico-normativo ma saranno orientate allo sviluppo della consapevolezza di sé nella percezione del rischio e nel mettere in campo comportamenti sicuri e consapevoli. Le misure di prevenzione messe in atto dal Gruppo hanno l’obiettivo di abbassare il livello di probabilità di accadimento di un evento sfavorevole e le misure di protezione agiscono abbassando la gravità delle conseguenze a seguito dell’evento. Per l’azienda è di fondamentale importanza sviluppare nei lavoratori la consapevolezza dei rischi legati alla propria attività lavorativa. Hera individua sempre più percorsi formativi che inducono le persone a sviluppare una maggior consapevolezza, modificando i propri comportamenti nella percezione del rischio e nell’essere d’esempio virtuoso per gli altri colleghi.
L’attenzione a tali aspetti è elemento imprescindibile dell’operatività per continuare a confermare il continuo decremento del numero di infortuni, dell’indice di frequenza degli stessi, di quello di gravità degli incidenti e del numero di giornate di assenza per infortunio. A tal proposito, sono stati ricevuti importanti riconoscimenti quali la Iso 9001 (sistema di gestione qualità), la Iso 14001 (sistema di gestione ambientale) e la Iso 45001 (salute e sicurezza sul lavoro). Il procedimento di identificazione dei pericoli e di valutazione e controllo dei rischi è eseguito in maniera preventiva e proattiva (piuttosto che reattiva) al fine dell’individuazione di adeguate misure di riduzione e controllo dei rischi.
L’impegno costante delle persone e l’integrazione della sicurezza nei processi e nella formazione sono gli elementi fondanti della cultura della sicurezza del Gruppo. Questo elemento strategico nella gestione del rischio si basa sul presupposto che ciascuno è responsabile della propria salute e sicurezza, così come di quella delle persone con cui interagisce. Tale principio è stato trasposto nella procedura di gestione del processo di identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Questa procedura prevede, in particolare, che ogni dipendente sia tenuto a segnalare e fermare tempestivamente qualsiasi situazione a rischio o comportamento non sicuro. I responsabili delle unità organizzative, inoltre, nel 2021 hanno completato e gestito circa 7 mila check-list di controllo strumentali al monitoraggio delle misure adottate e all’eventuale segnalazione di necessità di procedure specifiche per la gestione dei lavoratori. Con riferimento all’emergenza sanitaria legata al Covid-19, al fine di interrompere tempestivamente eventuali catene di trasmissione del virus negli ambienti di lavoro è stata prevista in determinate condizioni, ad esempio, l’effettuazione di test rapidi, sono state previste attività aggiuntive a quelle standard di pulizia e sanificazione dei locali aziendali, prevedendo l’uso di disinfettanti e intensificandone la frequenza, sono stai posizionati distributori di gel disinfettanti negli accessi e nei luoghi comuni, e sono anche state distribuite dotazioni di mascherine chirurgiche a ogni dipendente. Nei luoghi comuni è stata definita una logistica di gestione degli spazi che consente un congruo distanziamento tra le persone. Sono state definite, infine, le modalità di svolgimento dei servizi sul campo, quali la riduzione degli spostamenti, l’eliminazione dell’utilizzo degli spogliatoi o la rivisitazione dei turni di lavoro per ridurre la sovrapposizione delle squadre operative.
Al fine di mantenere elevata l’efficacia nello svolgimento delle proprie attività e garantire il più elevato livello di sicurezza sul lavoro, il rispetto degli standard ambientali e ridurre i rischi legati alla continuità dei servizi, Hera ha elaborato un progetto tecnico-gestionale che:
Per una migliore gestione degli eventi, ad esempio. sono state messe a frutto sinergie, competenze e risorse del Gruppo tramite la centralizzazione del punto recezione allarmi presso una control room con visione di tutti gli allarmi/segnalazioni riguardanti gli asset, ma anche tramite la gestione di reti e sistemi del global contractor (per l’installazione, la manutenzione degli impianti, e l’attivazione dei servizi di vigilanza). Infine, con riferimento al benessere sociale, con l’obiettivo di favorire un ambiente di lavoro positivo, Hera ha creato un sistema di welfare fondato sull’attenzione alle persone. Tale sistema comprende interventi di natura monetaria e legati alla qualità della vita, quali servizi aventi a oggetto interventi su famiglia, istruzione, conciliazione vita-lavoro, benessere, tempo libero e salute.
Il Gruppo Hera chiude l’esercizio 2021 con indicatori economico-finanziari in crescita rispetto all’anno precedente. La solidità finanziaria, il perseguimento di uno sviluppo sostenibile e la creazione di valore per territori e comunità servite si confermano punti di forza.
I risultati del 2021 si collocano all’interno di un ininterrotto percorso di crescita che fonda le sue solide basi nella ormai consolidata strategia industriale multibusiness, bilanciata tra crescita organica e sviluppo per linee esterne. L’equilibrio tra attività regolamentate e a libera concorrenza, l’attenzione alle opportunità del contesto esterno e l’impegno per uno sviluppo sostenibile, in coerenza con le strategie europee e l’Agenda ONU 2030, continuano a rivelarsi gli elementi fondanti della crescita del Gruppo.
Rispetto al 2020, si evidenzia l’integrazione nell’area ambiente del Gruppo Hera di due realtà, che contribuiscono ad accrescere il presidio commerciale nel centro-nord d’Italia: l’acquisizione del 70% di Recycla Spa, società friulana che gestisce tre piattaforme per rifiuti industriali, e l’acquisto dell’80% del Gruppo Vallortigara, che fornisce servizi a industrie, pubbliche amministrazioni e cittadini e gestisce una piattaforma polifunzionale per il trattamento di rifiuti speciali. Le aree energy beneficiano dell’acquisizione del 100% della società bulgara Atlas Utilities che detiene il 96,9% di Primagas, effettuata da AresGas Ead, e quella relativa al 90% della società Eco Gas Srl da parte di Hera Comm Spa. Per maggiori informazioni si rimanda al capitolo 1.03 “Principali fatti di rilievo”
Si segnala l’aggiudicazione a Hera Comm Spa del servizio a tutele graduali per la fornitura di energia elettrica alle PMI di 9 regioni italiane. Sulla tematica appena evidenziata si daranno informazioni dettagliate nel paragrafo 1.07.02.
Infine, si registra la crescita nei servizi a valore aggiunto offerti ai clienti grazie allo sviluppo della società Wolmann Spa. che opera nel settore dell’installazione di pannelli fotovoltaici.
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2021 e 2020:
Conto economico |
dic-21 |
Inc. % |
dic-20 |
Inc. % |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
10.555,3 |
|
7.079,0 |
|
3.476,3 |
49,1% |
Altri ricavi operativi |
400,1 |
3,8% |
467,8 |
6,6% |
(67,7) |
(14,5)% |
Materie prime e materiali |
(6.668,5) |
(63,2)% |
(3.410,6) |
(48,2)% |
3.257,9 |
95,5% |
Costi per servizi |
(2.464,6) |
(23,3)% |
(2.424,9) |
(34,3)% |
39,7 |
1,6% |
Altre spese operative |
(66,5) |
(0,6)% |
(58,9) |
(0,8)% |
7,6 |
12,9% |
Costi del personale |
(592,8) |
(5,6)% |
(572,7) |
(8,1)% |
20,1 |
3,5% |
Costi capitalizzati |
60,8 |
0,6% |
43,3 |
0,6% |
17,5 |
40,5% |
Margine operativo lordo |
1.223,9 |
11,6% |
1.123,0 |
15,9% |
100,9 |
9,0% |
Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni |
(612,1) |
(5,8)% |
(571,7) |
(8,1)% |
40,4 |
7,1% |
Margine operativo netto |
611,7 |
5,8% |
551,3 |
7,8% |
60,4 |
11,0% |
Gestione finanziaria |
(119,8) |
(1,1)% |
(116,7) |
(1,6)% |
3,1 |
2,7% |
Risultato prima delle imposte |
491,9 |
4,7% |
434,6 |
6,1% |
57,3 |
13,2% |
Imposte |
(131,8) |
(1,2)% |
(111,8) |
(1,6)% |
20,0 |
17,9% |
Risultato netto |
360,1 |
3,4% |
322,8 |
4,6% |
37,3 |
11,6% |
Risultato da special item |
12,6 |
0,1% |
‐ |
0,0% |
12,6 |
100,0% |
Utile netto dell'esercizio |
372,7 |
3,5% |
322,8 |
4,6% |
49,9 |
15,5% |
Attribuibile a: |
|
|
|
|
|
|
Azionisti della Controllante |
333,5 |
3,2% |
302,7 |
4,3% |
30,8 |
10,2% |
Azionisti di minoranza |
39,1 |
0,4% |
20,1 |
0,3% |
19,0 |
94,6% |
RICAVI
(mld/euro)
I ricavi sono in aumento di 3.476,3 milioni di euro, pari al 49,1%, rispetto al 2020. I settori dell’energia presentano una crescita importante complessivamente pari a 3.007 milioni di euro, questa crescita è legata alla maggiore intermediazione per 2.068 milioni di euro, alla maggiore attività di vendita gas per complessivi 554 milioni di euro per maggiori volumi venduti e per l’aumento del prezzo della materia prima gas. Si segnala la maggiore attività di vendita energia elettrica, per complessivi 385 milioni di euro per il maggior prezzo della materia prima, i maggiori ricavi da produzione energia elettrica, ottenuti nonostante la flessione nei volumi venduti, e minori ricavi di vettoriamento extra rete e oneri di sistema.
Si segnala anche la crescita dei servizi energia legati all’efficienza energetica negli edifici abitativi, (bonus facciate e superbonus 110%), e l’aumento delle attività per servizi a valore aggiunto per i clienti; questi effetti complessivamente contribuiscono per circa 243,0 milioni di euro.
Sono in aumento anche i ricavi del settore ambiente, per la produzione di energia, per le maggiori materie plastiche vendute e per le acquisizioni nel mercato industria per circa 134 milioni di euro. I ricavi dei servizi a rete, sia regolati che per commesse conto terzi, per circa 74 milioni di euro e i ricavi del servizio di illuminazione pubblica per la ripresa delle attività e delle telecomunicazioni per circa 18 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari del paragrafo 1.07.
Gli altri ricavi operativi diminuiscono, rispetto all’anno precedente, di 67,7 milioni di euro, pari al 14,5%. Tale andamento è dovuto principalmente ai minori contributi di efficienza energetica per circa 129 milioni di euro per effetto del decreto ministeriale del 21 maggio 2021 che ridetermina gli obblighi dei titoli di efficienza energetica (per maggiori informazioni, si rimanda al capitolo 1.07.01). Tali valori sono compensati dai maggiori ricavi per commesse su beni oggetto di concessione per circa 50 milioni di euro. Infine, si segnalano maggiori altri ricavi legati prevalentemente ai maggiori servizi a valore aggiunto e soluzioni innovative e i maggiori incentivi a sostegno dell'economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata.
I costi delle materie prime e materiali aumentano di 3.257,9 milioni di euro rispetto a dicembre 2020. Questo aumento è speculare all’andamento dei ricavi delle attività energy. Inoltre, sono in aumento anche i costi di acquisto delle materie plastiche per i maggiori volumi venduti. Tale andamento è in parte compensato dai minori costi di acquisto dei titoli di efficienza energetica a seguito del decreto ministeriale citato in precedenza.
Gli altri costi operativi aumentano complessivamente di 47,3 milioni di euro (maggiori costi per servizi per 39,7 milioni di euro e maggiori spese operative per 7,6 milioni di euro). Si evidenziano i maggiori costi nei servizi energia per l’efficienza energetica per circa 192 milioni di euro, maggiori costi per migliorie incrementali su beni oggetto di concessione e opere conto terzi per circa 60 milioni di euro, maggiori costi di raccolta e trattamento rifiuti per circa 43 milioni di euro maggiori costi per i servizi a valore aggiunto per circa 6,0 milioni di euro. La crescita precedentemente indicata è in parte compensata da minori costi per il vettoriamento extra rete e per gli oneri di sistema per circa 258 milioni di euro.
Inoltre, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente si segnala la ripresa delle attività di lavori e cantieri che erano state bloccate dal lockdown a causa dell’epidemia del Covid-19.
Il costo del personale cresce di 20,1 milioni di euro, pari al 3,5%. Questo aumento è legato agli incrementi retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro, ai minori benefici del piano massivo di fruizione delle ferie adottato dal Gruppo lo scorso anno in concomitanza con il lockdown nazionale e alle variazioni di perimetro rispetto a dicembre 2020. Questi effetti sono solo in parte contenuti dalla minore presenza media.
I costi capitalizzati aumentano di 17,5 milioni di euro per le maggiori opere a investimento su beni di proprietà del Gruppo e tra le società stesse.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo cresce di 100,9 milioni di euro, pari al 9,0%. La crescita del margine operativo lordo è da attribuire alle performance delle aree energy che complessivamente crescono di 69,7 milioni di euro contribuendo per circa il 52% ai risultati di Gruppo. L’area ambiente è in crescita di 33,8 milioni di euro, mentre l’area altri servizi è in crescita di 0,7 milioni di euro. Infine, l’area ciclo idrico presenta una contrazione per 3,3 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Gli ammortamenti e gli accantonamenti al 31 dicembre 2021 aumentano di 40,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, pari al 7,1%. Si rilevano maggiori ammortamenti principalmente per i nuovi investimenti nei settori operativi, per un incremento delle provvigioni commerciali nelle società di vendita e per le variazioni di perimetro derivanti dall’entrata nel perimetro di consolidamento di società aventi ad oggetto attività di vendita di gas, energia elettrica e altri prodotti energetici, nonché società specializzate nella gestione dei rifiuti industriali e in attività di servizi in materia ambientale. Complessivamente in aumento anche gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti, in particolare nella società Hera Comm Spa per l’aggiudicazione dei lotti del servizio a tutele graduali.
MARGINE OPERATIVO NETTO
(mln/euro)
Il margine operativo netto è in crescita di 60,4 milioni di euro, pari al 11,0%; l’incremento derivante dalla crescita del Mol è ridotto dai maggiori ammortamenti, come descritto in precedenza.
Il risultato della gestione finanziaria al 31 dicembre 2021, pari a 119,8 milioni di euro, peggiora di 3,1 milioni di euro, pari al 2,7 %, rispetto al 31 dicembre 2020. La variazione è dovuta ai maggiori oneri per circa 25,7 milioni di euro collegati alle cessioni dei crediti fiscali spettanti alle società del Gruppo Hera, Hera Servizi Energia e AcegasApsAmga Servizi Energetici, nell’ambito delle attività operative incentivate ecobonus, in gran parte mitigati dai benefici per minori interessi su bond e finanziamenti per 4,2 milioni di euro ottenuti dalle operazioni di ottimizzazione del debito che hanno visto il riacquisto parziale di alcuni bond, da 4,2 milioni di euro per minori oneri derivanti dalla chiusura di un contenzioso, da 5,7 milioni di euro per minori oneri figurativi derivanti principalmente da attualizzazione dei costi dei post mortem delle discariche e da 5,0 milioni di euro per maggiori utili da collegate e joint venture.
Il risultato prima delle imposte cresce di 57,3 milioni di euro, pari al 13,2%; l’incremento derivante dal margine operativo netto è ulteriormente incrementato dai motivi descritti in precedenza.
Le imposte dell’esercizio passano dai 111,8 milioni di euro del 2020 ai 131,8 del 2021. Il tax rate risulta pari al 26,8%, rispetto al 25,7% registrato nell’esercizio precedente. Nel confronto va tenuto conto che entrambi i tax rate tengono conto dei benefici contabilizzati a seguito dell’affrancamento di alcuni maggiori valori, originatisi a fronte di altrettante operazioni di acquisizione effettuate nei rispettivi esercizi. Al riguardo e per maggiori dettagli, si rinvia alla nota 12 a commento delle imposte del paragrafo 2.02.05 “note di commento agli schemi di bilancio”. Senza considerare tali effetti, il tax rate dell’esercizio 2021 risulterebbe in leggero calo rispetto a quello dell’esercizio precedente. A questo risultato positivo hanno contributo principalmente i benefici colti in termini di maxi e iper-ammortamenti, a fronte dei significativi investimenti che il Gruppo ha effettuato in relazione alla trasformazione tecnologica, digitale e ambientale.
Il risultato netto è in aumento dell’11,6%, per un controvalore di 37,3 milioni di euro; l’incremento derivante dal risultato ante imposte è ridotto dalle maggiori imposte.
Nel 2021 è presente un risultato da special item per un valore complessivo di 12,6 milioni di euro. Le descrizioni di dettaglio sui contenuti sono presenti in apertura del paragrafo 1.07 “Sintesi andamento economico-finanziario e definizione degli indicatori”.
L’utile netto è dunque in aumento del 15,5%, pari a 49,9 milioni di euro, per la somma di tutti gli eventi precedentemente descritti.
UTILE NETTO POST MINORITIES
(mln/euro)
L’utile di pertinenza del Gruppo è in aumento di 30,8 milioni di euro, pari al 10,2%, rispetto al 2020.
Nell’esercizio 2021, gli investimenti netti del Gruppo ammontano a 570,3 milioni di euro, in aumento di 41,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Comprendono investimenti finanziari per 11,0 milioni di euro, principalmente per la partecipazione nella società SEA - Servizi Ecologici Ambientali SRL, in riduzione di 35,9 milioni di euro rispetto agli investimenti finanziari dell’anno precedente che comprendevano la partecipazione in Ascopiave Spa.
I contributi in conto capitale ammontano a 29,4 milioni di euro, di cui 16,8 milioni per gli investimenti FoNI, come previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico integrato. Gli investimenti operativi netti sono pari a 559,2 milioni di euro, in aumento di 77,5 milioni di euro rispetto l’anno precedente.
Di seguito la suddivisione per settore di attività, con evidenza dei contributi in conto capitale:
Totale investimenti (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Area gas |
141,3 |
135,3 |
6,0 |
+4,4% |
Area energia elettrica |
55,3 |
47,7 |
7,6 |
+15,9% |
Area ciclo idrico integrato |
194,6 |
166,2 |
28,4 |
+17,1% |
Area ambiente |
98,2 |
68,3 |
29,9 |
+43,8% |
Area altri servizi |
14,6 |
11,1 |
3,5 |
+31,5% |
Struttura centrale |
84,8 |
77,9 |
6,9 |
+8,9% |
Totale investimenti operativi lordi |
588,7 |
506,4 |
82,3 |
+16,3% |
Contributi conto capitale |
29,4 |
24,8 |
4,6 |
+18,5% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
16,8 |
13,6 |
3,2 |
+23,5% |
Totale investimenti operativi netti |
559,2 |
481,7 |
77,5 |
+16,1% |
Investimenti finanziari |
11,0 |
46,9 |
(35,9) |
(76,5)% |
Totale investimenti netti |
570,3 |
528,5 |
41,8 |
+7,9% |
TOTALE INVESTIMENTI OPERATIVI NETTI
(mln/euro)
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti operativi del Gruppo sono pari a 588,7 milioni di euro, in crescita di 82,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e strutture di telecontrollo. Complessivamente, gli investimenti di struttura aumentano di 6,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente, principalmente per gli interventi sugli immobili delle sedi e sulle flotte aziendali.
Di seguito viene analizzata l'evoluzione dell'andamento del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette |
7.308,0 |
+109,4% |
6.983,6 |
+109,4% |
324,4 |
+4,6% |
Capitale circolante netto |
3,5 |
+0,1% |
53,6 |
+0,8% |
(50,1) |
(93,5)% |
(Fondi) |
(633,4) |
(9,5)% |
(654,9) |
(10,3)% |
21,5 |
+3,3% |
Capitale Investito Netto |
6.678,1 |
+100,0% |
6.382,3 |
+100,0% |
295,8 |
+4,6% |
Patrimonio Netto |
(3.416,8) |
+51,2% |
(3.155,3) |
+49,4% |
(261,5) |
(8,3)% |
Indebitamento finanziario netto non corrente |
(3.633,1) |
+54,4% |
(3.617,1) |
+56,7% |
(16,0) |
(0,4)% |
Indebitamento finanziario netto corrente |
371,8 |
(5,6)% |
390,1 |
(6,1)% |
(18,3) |
(4,7)% |
Indebitamento finanziario netto |
(3.261,3) |
+48,8% |
(3.227,0) |
+50,6% |
(34,3) |
(1,1)% |
Totale fonti di finanziamento |
(6.678,1) |
(100,0)% |
(6.382,3) |
(100,0)% |
(295,8) |
(4,6)% |
L’esercizio 2021 chiude con un capitale circolante netto pari a 3,5 milioni di euro in calo rispetto ai 53,6 milioni di euro di fine 2020, non evidenziando particolari impatti legati alla crisi sanitaria. Il decremento è dovuto principalmente al buon andamento dei crediti commerciali, grazie al continuo e attento controllo dei processi di gestione del credito, e all’incremento dei debiti per fatture da ricevere per l’aumento prezzi della materia prima.
Nel 2021, i fondi ammontano a 633,4 milioni di euro, in riduzione rispetto a quanto registrato alla fine dell’anno precedente di 654,9 milioni di euro. Questa variazione è dovuta principalmente alla riclassifica del fondo ripristino beni di terzi, pari a 39,3 milioni di euro, tra i debiti correnti di natura finanziaria, a seguito dell’aggiudicazione della nuova gara per la gestione del servizio idrico nel territorio della provincia di Rimini. Per i dettagli sui movimenti dei fondi si rimanda alle informazioni contenute nel paragrafo 2.02.05 “Note di commento agli schemi di bilancio”.
Il patrimonio netto sale dai 3.155,3 milioni di euro del 2020 ai 3.416,8 milioni di euro del 2021. Il patrimonio netto rafforza la solidità del Gruppo grazie al positivo risultato netto della gestione 2021, pari a 372,7 milioni di euro, all’effetto delle riserve in cash flow hedge, compensati dall’impatto derivante dalla distribuzione dei dividendi.
Il rendimento sul capitale investito netto (Roi), si attesta a 9,2% nel 2021, in aumento rispetto al Roi del 2020 pari a 8,6%, per effetto del positivo risultato della gestione operativa (EBIT), che registra un incremento più che proporzionale rispetto all’aumento del capitale investito netto (Cin).
ROI
(%)
*adj per partite non ricorrenti
**adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
Il positivo risultato della gestione, fa registrare un rendimento sul capitale proprio (Roe) pari al 10,5%, in aumento rispetto ai livelli registrati nel 2020.
ROE
(%)
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto riclassificato è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro |
|
31-dic-21 |
31-dic-20 |
---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
885,6 |
987,1 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
- |
- |
C |
Altre attività finanziarie correnti |
29,3 |
32,8 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
914,9 |
1.019,9 |
E |
Debito finanziario corrente |
(443,6) |
(302,6) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
(99,5) |
(327,2) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
(543,1) |
(629,8) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
371,8 |
390,1 |
I |
Debito finanziario non corrente |
(461,0) |
(594,2) |
J |
Strumenti di debito |
(2.702,0) |
(2.554,3) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
(3.163,0) |
(3.148,5) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) |
(2.791,2) |
(2.758,4) |
|
Crediti finanziari non correnti |
142,7 |
140,8 |
|
Indebitamento finanziario netto (esclusa opzione di vendita) |
(2.648,5) |
(2.617,6) |
|
Quota nominale - fair value opzione di vendita |
(474,2) |
(456,4) |
|
Indebitamento finanziario netto con opzione di vendita rettificata (NetDebt put option adj) |
(3.122,7) |
(3.074,0) |
|
Quota dividendi futuri - fair value opzione di vendita |
(138,6) |
(153,0) |
|
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(3.261,3) |
(3.227,0) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto risulta pari a 3.261,3 milioni di euro, registrando un incremento di circa 34,3 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
La struttura finanziaria presenta un indebitamento finanziario corrente pari a 543,1 milioni di euro, di cui 99,5 milioni di euro riferiti alla parte corrente dell’indebitamento che comprende 56,1 milioni di euro della quota in scadenza entro l’anno dei finanziamenti bancari a medio termine e 43,4 milioni di euro di debiti in scadenza per leasing. La quota di indebitamento corrente verso altri finanziatori è pari a 378,7 milioni di euro, di cui 266,5 milioni di euro per anticipi di cassa da derivati su commodity e 39,3 milioni di euro per debiti riferiti al fondo ripristino beni di terzi, da corrispondere a seguito dell’aggiudicazione della nuova gara per la gestione del servizio idrico nel territorio della provincia di Rimini. I debiti verso banche compresi nel debito finanziario corrente sono riferiti a interessi passivi su finanziamenti per 41,5 milioni di euro e utilizzi di linee di conto corrente per circa 23,3 milioni di euro.
L’ammontare relativo ai debiti non correnti e obbligazioni emesse si incrementa principalmente per l’effetto complessivo netto dell’operazione di emissione del primo Sustainability-linked bond (a valere sul Programma Euro Medium Term Notes) di 500 milioni di euro e dal riacquisto parziale di cinque prestiti obbligazionari, per un valore complessivo nominale di 405,5 milioni di euro, oltre che dai rimborsi e dalle riclassificazioni nella quota corrente di altri finanziamenti residuali. L’obbligazione, che si inserisce nella strategia di sostenibilità volta alla riduzione delle emissioni e al riciclo delle plastiche, è legata al conseguimento dei target di sostenibilità contenuti nel Sustainability-linked financing framework e ha una durata di 12 anni e mezzo con cedola annuale a tasso fisso dell’1%. A partire dalla data di pagamento degli interessi del 2032, è previsto un eventuale aumento del tasso di interesse nel caso in cui il Gruppo non dovesse raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Greenhouse Gas in tonnellate di CO2 (aumento del tasso di 0,20%) e/o della quantità di plastica riciclata in migliaia di tonnellate (aumento del tasso di 0,15%). Per maggiori dettagli sulla nuova emissione si rimanda al paragrafo 1.03 “Principali fatti di rilievo” della Relazione sulla gestione.
Le disponibilità liquide diminuiscono passando da 987,1 milioni di euro del 2020 a 885,6 milioni di euro del 2021.
Al 31 dicembre 2021 il debito a medio/lungo termine è rappresentato per una quota pari a 85,8% da titoli obbligazionari (bond) con rimborso alla scadenza. Il totale indebitamento presenta una durata residua media di circa sette anni, di cui 65,8% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
L’indebitamento finanziario netto aumenta di 34,3 milioni di euro, passando da 3.227,0 milioni di euro del 2020 a 3.261,3 milioni di euro del 2021.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
(mld/euro)
La gestione caratteristica ha generato flussi di cassa operativi positivi per 379,9 milioni di euro che hanno finanziato integralmente la distribuzione dei dividendi e hanno contribuito al finanziamento della quasi totalità delle operazioni di acquisto di partecipazioni, tra le quali si segnala il 70% di Recycla Spa e l’80% del Gruppo da parte di Herambiente Servizi Industriali Srl, il 90% di Eco Gas Srl da parte di Hera Comm Spa e inoltre l’acquisizione dell’11% di Ascotrade Spa da parte di EstEnergy Spa.
CASH FLOW
(mln/euro)
Il rapporto NetDebt/Ebitda del 2021 è diminuito a 2,66 volte rispetto al 2,87 del 2020.
NET DEBT/EBITDA
(X)
*adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
L’indice Fund from operation (Ffo)/NetDebt si attesta a 26,7% confermando la solidità finanziaria del Gruppo e la capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie, grazie al positivo andamento dei flussi di cassa operativi.
FFO/NET DEBT
(%)
* adj per partite non ricorrenti
** adj per partite non ricorrenti e operazione Ascopiave
*** valore al netto degli special item
L’impegno del Gruppo nella rendicontazione agli stakeholder dei risultati ottenuti nelle dimensioni della creazione di valore condiviso (Csv – creating shared value) e della sostenibilità trova conferma anche quest’anno nella predisposizione del bilancio di sostenibilità, disponibile all’indirizzo bs.gruppohera.it e nel sito del Gruppo nella sezione sostenibilità.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta la dichiarazione consolidata di carattere non finanziario del Gruppo Hera predisposta ai sensi del D.Lgs. 254/16, e costituisce una relazione distinta rispetto alla presente relazione sulla gestione, come previsto dall’art. 5 comma 3, lettera b) del D.Lgs. 254/16. Il bilancio di sostenibilità include anche gli indicatori e le informazioni relative all’ambiente, al personale e alle attività di ricerca e sviluppo.
Di seguito si riporta una sintesi dei principali risultati rendicontati nel bilancio di sostenibilità 2021.
Nel corso del 2021 sono stati conseguiti ulteriori progressi negli ambiti Csv e nelle prospettive della sostenibilità, sia in termini di risultati ottenuti e nuovi progetti avviati sia in termini di misurazione e rendicontazione. Relativamente a questi ultimi aspetti, sono diversi gli elementi che hanno arricchito il profilo di sostenibilità e di accountability del Gruppo:
Il bilancio di sostenibilità 2021 consolida la rappresentazione dei contenuti focalizzata sulla creazione di valore condiviso. I risultati conseguiti e gli obiettivi fissati per il futuro sono affiancati a una sintesi dello scenario relativo ai tre driver per la creazione di valore condiviso:
Uno dei punti di forza della rendicontazione del Gruppo è la quantificazione del Mol a valore condiviso (Mol Csv) ovvero della quota parte di margine operativo lordo che deriva dalle attività di business in grado di rispondere agli obiettivi dell’Agenda Globale, ossia a quelle call to action per una crescita sostenibile (e pertinenti con le attività del Gruppo) sintetizzate nei tre driver richiamati in precedenza.
Nel 2021 il Mol Csv è pari a 570,6 milioni di euro, corrisponde al 46,6% del Mol totale di Gruppo registra un incremento del 25,4% rispetto al valore del 2020 allineato ai nuovi criteri di calcolo, definiti anche per tenere conto della Tassonomia europea delle attività ecosostenibili. Il Mol Csv 2021 si colloca così nella traiettoria segnata dal piano industriale 2021-2025, costruito affinché circa il 55% del Mol al 2025 derivi da attività di business che rispondono alle priorità dell’Agenda Globale. Il contributo del Gruppo alla creazione di valore condiviso passa anche dalla realizzazione di investimenti nei tre driver Csv che nel 2021 ammontano a 452,7 milioni di euro, circa il 68% del totale.
La quantificazione del Mol e degli investimenti a valore condiviso relativi all’anno 2021 è stata sottoposta per il terzo anno consecutivo alla verifica di una società di revisione, con l’obiettivo di avvalorare nei confronti di tutti gli stakeholder tali aspetti distintivi della rendicontazione del Gruppo.
Hera persegue la neutralità di carbonio delle proprie attività e di quelle dei propri clienti attraverso la promozione dell’efficienza energetica e i progetti nell’ambito della transizione energetica e delle energie rinnovabili.
Relativamente all’efficienza energetica si evidenzia che:
Per quanto riguarda la transizione energetica e le energie rinnovabili, Hera ha continuato a promuovere anche nel 2021 la propria proposizione commerciale improntata alla neutralità di carbonio consuntivando a fine anno:
Per il quarto anno consecutivo Hera ha inoltre continuato a garantire energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili a tutti i propri clienti residenziali a mercato libero e nel 2021 ha arricchito la propria proposizione commerciale con l’offerta Hera Fotovoltaico.
Sul fronte interno Hera ha consuntivato nel 2021 una produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti pari a 8 milioni di mc (in lieve crescita rispetto al 2020) e una copertura con energia elettrica da fonti rinnovabili pari all’82% dei propri consumi. Nel 2021 sono state avviate numerose iniziative di sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico finalizzato al suo utilizzo nei settori hard-to-abate, alla sua immissione nelle reti di distribuzione gas e alla costruzione di un impianto power-to-gas strettamente integrato con il processo di trattamento delle acque reflue.
Infine, sulla base della seconda rendicontazione effettuata secondo la metodologia SBTi richiamata in precedenza, le emissioni di gas serra del Gruppo (Scopo 1+2+3 da vendita di energia elettrica e di gas metano downstream) registrano nel 2021, rispetto all’anno base 2019, una riduzione dell’11,6% che si colloca nella traiettoria del target 2030 validato dalla stessa SBTi. In particolare, il 2021 registra una riduzione delle emissioni Scopo 1+2 (market-based) e dell’intensità di carbonio della vendita di energia elettrica (Scopo 3 upstream) rispettivamente del 9,1% e del 27,7%.
Hera rigenera le risorse e chiude il cerchio attraverso iniziative e progetti in tre ambiti: (i) transizione verso un’economia circolare, (ii) gestione sostenibile della risorsa idrica, (iii) tutela dell’aria, del suolo e della biodiversità.
Relativamente alla transizione verso un’economia circolare, il 2021 ha registrato una raccolta differenziata pari al 65,3% (media Italia 2020: 63%) e un ricorso alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti urbani del 3,5% (media Europa 2020: 23%). Su questo aspetto Hera anticipa di quasi 20 anni l’obiettivo Ue in materia di economia circolare e si posiziona ai livelli dei paesi europei più virtuosi. Nell’ottobre dello scorso anno Hera ha pubblicato l’undicesima edizione del report “Sulle tracce dei rifiuti”, verificato da Dnv, fornendo così garanzia ai cittadini dell’effettivo recupero della raccolta differenziata che risulta pari al 90,5%. Il report contiene il posizionamento del territorio servito da Hera rispetto agli obiettivi di riciclo definiti dalla Ue nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare: il tasso di riciclo complessivo, nel quale Hera con il 55% ha già raggiunto l’obiettivo fissato per il 2025, e il tasso di riciclo degli imballaggi, dove il Gruppo con il 73% supera di tre punti percentuali l’obiettivo fissato per il 2030.
Sempre sul fronte dell’economia circolare l’anno 2021 registra una quota di recupero di materia ed energia negli impianti di selezione di Herambiente Spa pari all’80,8% e quantitativi di plastica riciclata dal Gruppo Aliplast pari a circa 81 mila tonnellate, registrando un incremento del 17,5% rispetto al 2020 e del 36% rispetto al 2017, baseline degli impegni presi nel New Plastics Economy Global Commitment promosso dalla Fondazione Ellen MacArthur.
Sul fronte della gestione sostenibile della risorsa idrica, anche nel 2021 è proseguito l’impegno nel comparto fognario-depurativo con il piano pluriennale di adeguamento alla normativa degli agglomerati urbani: a fine 2021, grazie al potenziamento del depuratore di Borgheria (PU), il 99,6% degli agglomerati risulta adeguato in termini di abitanti equivalenti (era il 97,6% nel 2020). Importanti anche le iniziative per preservare la risorsa idrica, come il progetto di water management interno, che ha permesso una riduzione dei consumi del 16,6% nel 2021 (rispetto alla baseline 2017), gli accordi con gli enti del territorio che rendono riutilizzabile il 6% dell’acqua in uscita dai depuratori e il già citato Diario dei consumi che è stato diffuso a circa il 27% dei clienti domestici del servizio idrico.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria si confermano i risultati positivi relativamente alle performance ambientali dei termovalorizzatori del Gruppo, che anche nel 2021 hanno registrato livelli di emissioni in atmosfera molto contenute e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e della centrale di cogenerazione di Imola, con concentrazioni medie di PM10 inferiori del 99% rispetto ai limiti. Infine, per quanto riguarda la tutela del suolo, si segnala che dal 2018 al 2021 la realizzazione di infrastrutture ha comportato un riutilizzo di suolo per il 78% del totale.
Nel 2021, il Gruppo ha conseguito risultati significativi nelle aree Csv collegate allo sviluppo economico e occupazionale del territorio, all’innovazione e alla digitalizzazione; ha realizzato altresì importanti iniziative e progetti finalizzati a garantire la resilienza delle proprie attività operative e quindi del territorio servito.
Il valore economico complessivamente distribuito al territorio è stato pari a 2.224 milioni di euro, pari al 75% del valore economico totale. La quota distribuita ai fornitori locali è stata pari al 67% del totale e ha raggiunto 807 milioni (+9% rispetto all’anno precedente), mentre l’indotto occupazionale è stimato in circa 9.300 persone; tali dati confermano il ruolo primario del Gruppo nello sviluppo del territorio. Relativamente all’indotto occupazionale si segnala l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (pari a 882) in conseguenza delle forniture da cooperative sociali pari a 72,3 milioni di euro nel 2021.
In ambito innovazione, gli investimenti sono pari a oltre 82 milioni di euro e relativi a iniziative in tre ambiti: transizione energetica, economia circolare e trasformazione digitale. Per quanto riguarda la trasformazione digitale, il bilancio di sostenibilità 2021 conferma per 24 progetti la rendicontazione, introdotta per la prima volta nel bilancio 2020, di obiettivi, risultati e impatti sulla base del framework della Corporate digital responsibility, definita come l’insieme di pratiche e comportamenti che aiutano un’organizzazione a utilizzare i dati e le tecnologie digitali in maniera etica e responsabile, dai punti di vista sociale, ambientale, economico e tecnologico. Oltre ai progetti di trasformazione digitale rivolti alla ulteriore ottimizzazione dei processi operativi a vantaggio di qualità, sicurezza e continuità dei servizi, della qualità del lavoro e dell’efficienza interna, nel 2021 è proseguito lo sforzo nello sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti. Le app L’Acquologo e Il Rifiutologo hanno raggiunto a fine 2021 i 775 mila download e superato nel 2021 le 140 mila fotosegnalazioni da parte dei cittadini. La digitalizzazione nelle relazioni con i clienti è anche caratterizzata dal costante incremento delle pratiche gestite attraverso il canale web: nel 2021 i clienti iscritti ai servizi on-line salgono al 27,1%, mentre quelli che hanno richiesto la bolletta elettronica raggiungono quota 30,9%. L’impegno su questo fronte, unito all’attenzione alle comunità locali, è proseguito nel 2021 con la quarta edizione della campagna di promozione della bolletta elettronica e dei comportamenti digitali dei clienti, denominata Digi e Lode, attraverso la quale il Gruppo dal 2017 al 2021 ha elargito 375 mila euro per la digitalizzazione di 150 scuole.
Sempre sul fronte della digitalizzazione, l’esperienza maturata dal Gruppo fin dal 2017 ha consentito, nel 2021, di continuare a gestire in modo resiliente la situazione emergenziale: nel 2021 i lavoratori coinvolti in maniera stabile nel progetto smart working sono quasi 4.200, pari al 77% del totale dei dipendenti a tempo indeterminato, con esclusione dei soli operai.
I risultati conseguiti nel 2021 in termini di valore condiviso generato integrano quelli relativi ai seguenti ambiti che completano il profilo di sostenibilità del Gruppo e rendicontati nella sezione “Con gli attori del cambiamento” del bilancio di sostenibilità:
Nel corso dell’anno 2020 è stato sviluppato un percorso di allineamento alle raccomandazioni della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) che ha coinvolto trasversalmente l’intera organizzazione aziendale e che è proseguito anche nel 2021. La Task force è nata a seguito dell’Accordo di Parigi del 2015, con il quale gli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si sono impegnati a mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, e possibilmente a limitarne l’aumento a 1,5°C entro la fine del XXI secolo. Nello stesso anno, il Financial stability board del G20 ha istituito la TCFD, con lo scopo di facilitare una maggiore trasparenza sulle opportunità e i rischi finanziari associati ai cambiamenti climatici. Nel 2017 la TCFD ha pubblicato le raccomandazioni per la rendicontazione citate in premessa, che oggi rappresentano un riferimento internazionale per la disclosure in materia di cambiamento climatico da parte delle imprese. Le raccomandazioni della Tcfd sono applicabili alle organizzazioni di tutti i settori e sono classificate in quattro aree: governance, strategy, risk management e metrics & targets.
Il percorso avviato dal Gruppo è stato sviluppato in tre passaggi principali:
La tassonomia dell'Unione europea è un sistema di classificazione unico a livello europeo introdotto con il Regolamento 2021/852 che stabilisce un elenco di attività economiche ambientalmente sostenibili. Si tratta di uno strumento di classificazione previsto dall’Action plan on sustainabile finance finalizzato a supportare l'Unione europea nell’incrementare gli investimenti sostenibili e a realizzare il Green Deal.
Seguendo le raccomandazioni del Regolamento delegato 2021/2178 che introduce gli obblighi per la divulgazione delle informazioni inerenti alla tassonomia nella Dnf, nel corso del 2021 è stato sviluppato un processo in diversi step al fine di analizzare l’applicabilità della tassonomia lungo l’intera catena del valore tenendo in considerazione tutte le società consolidate del Gruppo.
Il processo ha riguardato esclusivamente gli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico per i quali il Regolamento delegato 2021/2139 introduce l’elenco delle attività che contribuiscono in modo sostanziale a tali obiettivi e l’elenco dei criteri di vaglio tecnico che tali attività devono rispettare per poter essere classificate come ecosostenibili.
Il processo ha consentito, nel rispetto degli obblighi di disclosure previsti per la Dnf 2021, la quantificazione e la rendicontazione dei kpi economici (fatturato, opex e capex) delle attività gestite dal Gruppo Hera ammissibili alla tassonomia, ossia quelle attività incluse nell’elenco previsto nel Regolamento 2139, indipendentemente dal fatto che soddisfino i criteri di vaglio tecnico.
Nonostante il Regolamento della tassonomia stabilisca l’obbligo di rendicontare nel 2023 la quota di fatturato, opex e capex delle attività allineate alla tassonomia, ovvero quelle attività che rispettano i criteri di vaglio tecnico, il Gruppo Hera si è impegnato a darne evidenza, relativamente all’obiettivo di mitigazione, già nella informativa non finanziaria del 2021. Oltre a ciò, ha deciso di integrare i kpi economici con il Mol derivante dalle attività allineate alla tassonomia (che accompagna e integra il Mol Csv) e introducendo all’interno del Piano Industriale 2021-2025 la quota investimenti in tali attività.
Al riguardo si rinvia al Bilancio di Sostenibilità per la trattazione esaustiva dell’argomento.
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano, teleriscaldamento e servizi energia; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende i servizi di illuminazione pubblica, telecomunicazione e altri servizi minori.
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato, il servizio di raccolta rifiuti e il servizio d’illuminazione pubblica.
Gas
L’anno 2021 mostra un’importante crescita rispetto all’analogo periodo del 2020, sia in termini di marginalità che di volumi venduti, grazie alle opportunità fornite nel segmento Servizi Energia dagli incentivi per efficienza energetica, superbonus 110% e bonus facciate, oltre alla ripresa dei consumi e delle attività produttive che nel 2020 avevano subìto un forte rallentamento a causa della pandemia Covid-19. A questo si aggiungono i benefici legati ai titoli di efficienza energetica, al teleriscaldamento e ai mercati di vendita in tutti i territori serviti. In particolare, nei mercati di Ultima Istanza, Hera Comm Spa si è aggiudicata tramite gara i seguenti lotti su territorio nazionale:
MOL AREA GAS 2021
|
MOL AREA GAS 2020
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
487,6 |
374,4 |
113,2 |
+30,2% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.223,9 |
1.123,0 |
100,9 |
+9,0% |
Peso percentuale |
39,8% |
33,3% |
+6,5 p.p. |
|
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti gas è in lieve calo per 3,6 mila unità, pari allo 0,2%, rispetto all’esercizio precedente. Nei mercati tradizionali la base clienti è stabile, mentre i clienti dei mercati di Ultima Istanza, dopo l’importante incremento registrato nell’ultimo trimestre 2020, in seguito alle gare per il periodo 2020-2021, hanno avuto una contrazione di 4 mila unità.
VOLUMI VENDUTI
(mln/mc)
I volumi di gas complessivamente venduti aumentano di 2.996,8 milioni di mc, pari al 22,6%. I volumi di intermediazione evidenziano una crescita di 2.632,4 milioni di mc, pari al 19,9% sul totale. Gli scambi sono aumentati per soddisfare gli approvvigionamenti interni e cogliere le opportunità presenti sul mercato. I volumi venduti a clienti finali incrementano dell’11,8%, pari a 364,4 milioni di mc, evidenziando la già citata ripresa post Covid-19. I mercati tradizionali crescono di 272,3 milioni di mc (+9,1%, pari al +8,8% sul totale) e i mercati di Ultima Istanza di 92,1 milioni di mc (+96%, pari al +3,0% sul totale).
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
5.969,0 |
|
3.361,3 |
|
2.607,7 |
+77,6% |
Costi operativi |
(5.373,1) |
(90,0)% |
(2.883,4) |
(85,8)% |
2.489,7 |
+86,3% |
Costi del personale |
(126,9) |
(2,1)% |
(116,5) |
(3,5)% |
10,4 |
+8,9% |
Costi capitalizzati |
18,6 |
+0,3% |
13,0 |
0,4% |
5,6 |
+43,0% |
Margine operativo lordo |
487,6 |
8,2% |
374,4 |
11,1% |
113,2 |
+30,2% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi mostrano una crescita di 2.607,7 milioni di euro, pari al 77,6% rispetto all’esercizio precedente. Le ragioni sono principalmente da imputare alle attività di intermediazione che generano maggiori ricavi per 1.870 milioni di euro, ai maggiori volumi venduti per 120 milioni di euro.
L’aumento del prezzo della materia prima gas incide per 441 milioni di euro, con un forte incremento a partire dal mese di ottobre 2021. La componente tariffaria Cmem, che nel mercato tutelato rappresenta l’andamento del costo della materia prima, è cresciuta del 75% fra dicembre e settembre e del 245% rispetto a dicembre 2020.
I maggiori ricavi del business dei Servizi Energia, per le attività legate all’efficienza energetica, bonus facciate e superbonus 110%, sono in aumento di circa 238 milioni di euro. Infine, a questi si aggiungono i maggiori ricavi del teleriscaldamento per 28 milioni di euro, grazie ai maggiori prezzi e volumi venduti, e i maggiori ricavi per le attività in Bulgaria per 13 milioni di euro.
Tale crescita viene contenuta dal calo dei ricavi per i titoli di efficienza energetica, per circa 121 milioni di euro per effetto del Decreto Ministeriale del 21 maggio 2021. Tale decreto, che regola per gli anni 2021-2024 la determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico delle imprese di distribuzione dell'energia elettrica e del gas, ha operato retroattivamente riducendo del 60% il numero dei certificati previsti per l’anno d’obbligo 2020, oltre a definire un numero di certificati significativamente minori per l’obbligo 2021 rispetto al passato.
I ricavi regolati risultano in aumento di 2 milioni di euro. Da un punto di vista normativo, essendo il 2021 il secondo anno del nuovo periodo regolatorio, non vi sono variazioni regolatorie da evidenziare. Pertanto, la crescita riguarda essenzialmente un aggiornamento fisiologico del vincolo principalmente legato all’aggiornamento dei capex.
L’incremento dei ricavi si riflette in maniera proporzionale sulla crescita dei costi operativi che evidenziano un aumento complessivo di 2.489,7 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente alla maggiore attività dei Servizi Energia e di intermediazione, ai maggiori volumi venduti e ai minori costi per l’acquisto di titoli di efficienza energetica.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo aumenta di 113,2 milioni di euro, pari al 30,2%, grazie alla crescita per le attività incentivate di efficienza energetica per circa 42 milioni di euro, all’aumento di marginalità nel business del teleriscaldamento per 4 milioni di euro e ai certificati bianchi per 6,6 milioni di euro, per la riduzione degli obblighi di efficienza energetica sopra descritti. La restante crescita è legata alle attività di vendita per la ripresa dei consumi e l’allargamento del perimetro servito, oltre alle attività di intermediazione sui mercati internazionali. Da evidenziare anche la crescita dei margini del business gas in Bulgaria dell’11%, con un rispettivo aumento di 4 mila clienti pari al 17%.
INVESTIMENTI NETTI GAS
(mln/euro)
Nell’esercizio 2021, gli investimenti netti nell’area gas sono pari a 140,6 milioni di euro, in crescita di 6,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nella distribuzione del gas, si registra complessivamente un aumento di 4,0 milioni di euro che deriva principalmente dalle manutenzioni straordinarie di reti e impianti che sono in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a fronte di una minore incidenza della sostituzione massiva dei contatori ex delibera 554/15, relativa alla messa in servizio degli smart meter gas. Nella vendita gas si registrano investimenti di 10,2 milioni di euro per le attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti, in crescita di 1,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Gli investimenti sono complessivamente in aumento di 0,8 milioni di euro nel servizio di teleriscaldamento e gestione calore, con una crescita nel teleriscaldamento di Hera Spa e una riduzione nei servizi energia con le attività delle società Hera Servizi Energia Srl e AcegasApsAmga Servizi Energetici Spa. Le richieste di nuovi allacciamenti sono complessivamente in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
103,9 |
99,9 |
4,0 |
+4,0% |
Acquisizione clienti Gas |
10,2 |
9,0 |
1,2 |
+13,3% |
Tlr/Servizi Energia |
27,1 |
26,3 |
0,8 |
+3,0% |
Totale gas lordi |
141,3 |
135,3 |
6,0 |
+4,4% |
Contributi conto capitale |
0,7 |
1,2 |
(0,5) |
(41,7)% |
Totale gas netti |
140,6 |
134,1 |
6,5 |
+4,8% |
La Regulatory asset base (Rab) degli asset di proprietà, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al 2020.
RAB
(mld/euro)
Energia elettrica
Alla fine dell’esercizio 2021, la marginalità dell’area energia elettrica registra un calo rispetto all’anno precedente. La ragione del calo è legata al mercato della Salvaguardia per un diverso perimetro servito e alla minore attività di produzione di energia elettrica, in particolare nel mercato dei servizi di dispacciamento che lo scorso anno ha registrato ottime performance nel periodo delle chiusure per la pandemia Covid-19.
Il Gruppo Hera nel mercato di Salvaguardia gestisce nel 2021 il lotto dei clienti in Campania, Abruzzo e Umbria, rispetto ai sette lotti del biennio precedente.
Da evidenziare il risultato positivo dello sviluppo commerciale sui clienti a libero mercato, supportato da offerte innovative, servizi a valore aggiunto e una sempre migliore customer experience per ogni tipo di cliente. A questo si aggiunge che Hera Comm Spa si è aggiudicata tramite gara, per il periodo dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2024, il servizio a tutele graduali per la fornitura di energia elettrica alle PMI di nove regioni italiane: Campania, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, corrispondenti a tre lotti di assegnazione nella gara nazionale indetta dall’Acquirente Unico.
|
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
144,7 |
188,2 |
(43,5) |
(23,1)% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.223,9 |
1.123,0 |
100,9 |
9,0% |
Peso percentuale |
11,8% |
16,8% |
(5,0) pp |
|
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti energia elettrica è in crescita del 5,0% (67,3 mila unità) rispetto al 2020. La crescita è avvenuta nel mercato libero, pari al 9,5% del totale, sia per effetto del rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto per circa 60 mila clienti, sia per l’aggiudicazione del Servizio a Tutele Graduali per circa 51 mila clienti. Tale crescita riesce a mitigare il calo sia di 17 mila clienti a maggior tutela che di 27 mila clienti in Salvaguardia a causa del diverso perimetro dei lotti gestiti.
Parallelamente all’andamento appena citato si affianca la maggiore adesione ai servizi a valore aggiunto ai quali hanno aderito circa 80 mila clienti con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente a dimostrazione di una sempre più crescente fidelizzazione della base clienti.
VOLUMI VENDUTI
(GWh)
I volumi venduti di energia elettrica risultano in calo di 1.105,8 GWh, pari all’8,6%, rispetto al 2020. Tale andamento è causato principalmente dalla flessione dei volumi in Salvaguardia per 1.520,4 GWh, pari all’11,9% rispetto al totale, per il diverso perimetro servito, mentre nei mercati tradizionali si registra un aumento di 414,6 GWh, pari al 3,3% rispetto al totale, grazie al nuovo Servizio a Tutele Graduali già citato in precedenza.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
3.024,6 |
|
2.315,9 |
|
708,7 |
30,6% |
Costi operativi |
(2.846,8) |
(94,1)% |
(2.090,3) |
(90,3)% |
756,5 |
36,2% |
Costi del personale |
(47,0) |
(1,6)% |
(48,7) |
(2,1)% |
(1,7) |
(3,5)% |
Costi capitalizzati |
13,8 |
0,5% |
11,3 |
0,5% |
2,5 |
22,2% |
Margine operativo lordo |
144,7 |
4,8% |
188,2 |
8,1% |
(43,5) |
(23,1)% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi registrano un aumento di 708,7 milioni di euro, pari al 30,6%, rispetto al 2020. Tale andamento è legato principalmente ai maggiori ricavi per attività di intermediazione pari a 243 milioni di euro, al maggior prezzo della materia prima per circa 679 milioni di euro, ai maggiori ricavi di produzione energia elettrica per circa 116 milioni di euro e ai maggiori ricavi per i servizi a valore aggiunto per i clienti per circa 15 milioni di euro. I ricavi del business energia elettrica risentono della crescita del valore medio annuo del Pun in aumento del 222% rispetto all’anno precedente.
Gli incrementi appena citati sono solo in parte mitigati dalla diminuzione dei volumi venduti che genera minori ricavi per circa 90 milioni di euro e minori ricavi di vettoriamento extra rete e oneri di sistema per 252 milioni di euro, invarianti sui costi.
I ricavi regolati registrano una crescita rispetto al 2020 per 2 milioni di euro. Tale variazione è da imputarsi all’incremento tariffario legato ai capex.
L’aumento dei ricavi si riflette in maniera più che proporzionale anche sui costi operativi che evidenziano un aumento di 756,5 milioni di euro. Tale andamento è dovuto al netto aumento dei prezzi della materia prima che impatta sulle attività di vendita, intermediazione e produzione, nonostante i minori volumi venduti e i minori costi per l’acquisto di titoli di efficienza energetica.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo cala di 43,5 milioni di euro, pari al 23,1%, principalmente per la riduzione del perimetro servito sul mercato della Salvaguardia per 29 milioni di euro e le minori chiamate per il mercato dei servizi di dispacciamento per circa 15 milioni di euro, come già evidenziato in precedenza. In crescita le attività a libero mercato, i nuovi servizi a valore aggiunto, l’ottimizzazione della produzione degli impianti e il servizio di distribuzione che compensano le minori marginalità sulle attività di intermediazione.
Nell’area energia elettrica gli investimenti dell’esercizio 2021 ammontano a 55,3 milioni di euro, in crescita di 7,6 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la manutenzione straordinaria di impianti e reti di distribuzione nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia.
Rispetto all’anno precedente, si registra un incremento di 4,7 milioni di euro nella distribuzione energia elettrica per alcune nuove realizzazioni, come la cabina primaria di Modena Est, oltre alle manutenzioni straordinarie di reti e impianti e alle attività di sostituzione contatori, mentre per 2,8 milioni di euro si registra nella vendita di energia, per le attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti. Anche le richieste di nuovi allacciamenti sono in crescita rispetto all’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ENERGIA ELETTRICA
(mln/euro)
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
36,1 |
31,4 |
4,7 |
+15,0% |
Acquisizione clienti EE |
19,2 |
16,4 |
2,8 |
+17,1% |
Totale energia elettrica lordi |
55,3 |
47,7 |
7,6 |
+15,9% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale energia elettrica netti |
55,3 |
47,7 |
7,6 |
+15,9% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al valore dell’esercizio 2020.
RAB
(mld/euro)
Ciclo idrico integrato
Nel 2021 l’area ciclo idrico integrato presenta risultati in leggera flessione rispetto allo scorso anno, registrando un calo di marginalità pari all’1,3%. Dal punto di vista normativo si segnala che il 2021 è il secondo anno di applicazione del metodo tariffario, definito dall’Autorità per il terzo periodo regolatorio (Mti-3), 2020-2023 (delibera 580/2019). A ciascun gestore è riconosciuto un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi operativi e dei costi di capitale, in funzione degli investimenti realizzati, in un’ottica di crescente efficienza dei costi, nonché di misure tese a promuovere e valorizzare interventi per la sostenibilità e la resilienza.
Si evidenzia che a fine 2021 Atersir ha aggiudicato in via definitiva la gara per l’affidamento in concessione a Hera del servizio idrico integrato per la provincia di Rimini, a esclusione del Comune di Maiolo. La nuova convenzione, sottoscritta il 23/12/2021, regola il nuovo rapporto concessorio dal 01/01/2022 fino alla scadenza prevista al 31/12/2039. Grazie all’aggiudicazione della gara, tra le prime bandite in Italia, il nuovo servizio idrico nel riminese sarà all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione e il Gruppo Hera, già gestore uscente nei 24 comuni, avrà la titolarità del servizio per i prossimi 18 anni.
MOL AREA CICLO IDRICO 2021
|
MOL AREA CICLO IDRICO 2020
|
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
262,4 |
265,8 |
(3,4) |
(1,3)% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.223,9 |
1.123,0 |
100,9 |
+9,0% |
Peso percentuale |
21,4% |
23,7% |
(2,3) pp |
|
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti acqua aumenta rispetto allo scorso anno di 7,8 mila, pari allo 0,5%, a conferma della moderata tendenza di crescita organica nei territori di riferimento del Gruppo. La crescita è riferita per il 72,3% al territorio emiliano-romagnolo gestito da Hera Spa, per il 14,3% al territorio servito da AcegasApsAmga Spa e per la restante parte al territorio servito dal Gruppo Marche Multiservizi Spa.
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
QUANTITÀ GESTITE 2021
|
QUANTITÀ GESTITE 2020
|
I volumi erogati tramite acquedotto, che si attestano a 291,5 milioni di mc, presentano una crescita pari al 2,0% rispetto a dicembre 2020, per un ammontare di 5,7 milioni di mc. A dicembre 2021 le quantità gestite relative alla fognatura sono pari a 238,6 milioni di mc, con una leggera flessione dello 0,9% rispetto allo scorso anno, mentre quelle della depurazione si attestano a 234,9 milioni di mc, con una flessione pari allo 0,7%, rispetto al 2020. I volumi somministrati, a seguito della delibera 580/2019 dall’Autorità, sono un indicatore di attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto di perequazione per effetto della normativa che prevede il riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi distribuiti.
ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA
(GWh)
L’energia elettrica consumata dagli impianti evidenzia una crescita di 2,2 GWh. Tale crescita è correlabile prevalentemente ai maggiori volumi erogati nel 2021 già in precedenza descritti.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
964,7 |
|
883,6 |
|
81,1 |
+9,2% |
Costi operativi |
(521,3) |
(54,0)% |
(439,8) |
(49,8)% |
81,5 |
+18,5% |
Costi del personale |
(185,9) |
(19,3)% |
(183,7) |
(20,8)% |
2,2 |
+1,2% |
Costi capitalizzati |
4,9 |
0,5% |
5,8 |
0,7% |
(0,9) |
+(15,6)% |
Margine operativo lordo |
262,4 |
27,2% |
265,8 |
30,1% |
(3,4) |
+(1,3)% |
RICAVI
(mln/euro)
La crescita nei ricavi è legata, per complessivi 42,0 milioni di euro, ai maggiori ricavi per commesse e opere conto terzi realizzate nel corso del 2021. I ricavi da somministrazione presentano una crescita di 33,1 milioni di euro, dovuta principalmente all’incremento dei costi perequabili di energia elettrica e della materia prima acqua e all’adeguamento tariffario del nuovo metodo Mti-3. Infine, si segnalano maggiori ricavi da allacciamento per 3,0 milioni di euro.
L’incremento nei costi operativi nel 2021 è riconducibile prevalentemente ai maggiori costi correlati alle opere realizzate già descritte tra i ricavi per complessivi 42,0 milioni di euro, ai quali si aggiungono i maggiori costi della materia prima acqua e dell’energia elettrica per circa 32,5 milioni di euro. Infine, si segnalano maggiori costi operativi per la gestione di reti e impianti, questi ultimi legati al diverso avanzamento lavori rispetto a dicembre 2020 a causa della pandemia di Covid-19.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo presenta una flessione pari all’1,3%. I maggiori ricavi da allacciamento compensano solo parzialmente la crescita dei costi operativi su reti e impianti legati al diverso avanzamento lavori rispetto a dicembre 2020.
Nell’esercizio 2021 gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 169,0 milioni di euro, in crescita di 25,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli investimenti effettuati ammontano a 194,6 milioni di euro, in aumento di 28,4 milioni di euro.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che agli adeguamenti normativi riguardanti soprattutto l’ambito depurativo e fognario.
Gli investimenti sono stati realizzati per 113,5 milioni di euro nell'acquedotto, per 45,0 milioni di euro nella fognatura e per 36,1 milioni di euro nella depurazione.
INVESTIMENTI NETTI CICLO IDRICO
(mln/euro)
Fra i principali interventi si segnalano: nell’acquedotto, prosegue l’incremento delle attività di bonifica su reti e allacci legate anche alla delibera Arera 917/2017 sulla regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato, l’adeguamento sismico e riqualificazione delle aree dei serbatoi pensili, le importanti manutenzioni delle opere di presa sul torrente Setta a servizio del potabilizzatore di Sasso Marconi e le opere di bonifica della rete di adduzione nel Comune di Bentivoglio, oltre al potenziamento delle reti idriche in altri territori serviti; nella fognatura continua l’avanzamento del piano per la salvaguardia della balneazione di Rimini, con i nuovi lotti di separazione reti fognarie della zona nord, anche se nel 2021 è previsto un minore impatto degli interventi a carico di Hera rispetto all’anno precedente. Proseguono anche gli interventi manutentivi di riqualificazione della rete fognaria in altri territori e le opere di adeguamento scarichi alla Dgr 201/2016, tipologia di interventi in crescita nel 2021; nella depurazione, meritano evidenza gli adeguamenti del depuratore di Lido di Classe, così come il revamping dei dissabbiatori del depuratore IDAR di Bologna e del depuratore di Gramicia a Ferrara.
Le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono in crescita rispetto all’anno precedente, spinti anche dalla ripresa economica, in particolare del settore edilizio.
I contributi in conto capitale, pari a 25,6 milioni di euro, sono comprensivi di 16,8 milioni di euro derivanti dalla componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il Fondo Nuovi Investimenti (FoNI) e risultano in aumento di 2,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Acquedotto |
113,5 |
98,8 |
14,7 |
+14,9% |
Depurazione |
36,1 |
28,2 |
7,9 |
+28,0% |
Fognatura |
45,0 |
39,1 |
5,9 |
+15,1% |
Totale ciclo idrico integrato lordi |
194,6 |
166,2 |
28,4 |
+17,1% |
Contributi conto capitale |
25,6 |
22,9 |
2,7 |
+11,8% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
16,8 |
13,6 |
3,2 |
+23,5% |
Totale ciclo idrico integrato netti |
169,0 |
143,3 |
25,7 |
+17,9% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2020.
RAB
(mld/euro)
Ambiente
Nel 2021 l’area ambiente contribuisce con il 23,8% alla marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo lordo in aumento rispetto al 2020 di 33,7 milioni di euro. In Italia nell’anno 2021 si è riscontrata una ripresa nella produzione industriale e dei rifiuti, seppur lontana dai valori pre-pandemia, e un generalizzato aumento della pressione competitiva. In tale contesto, il Gruppo ha saputo cogliere le opportunità di crescita anche grazie alla propria dotazione impiantistica che continua a essere un asset strategico e distintivo sul mercato. In particolare, si sottolinea la crescita commerciale di Aliplast Spa e l’espansione nel mercato dei rifiuti industriali e delle operazioni di bonifica e ripristino ambientale grazie a diverse operazioni di partnership e acquisizioni societarie che hanno permesso al Gruppo di consolidare la propria leadership. Nel quarto trimestre, il persistere della pandemia e l’inizio del caro energia hanno causato un temporaneo rallentamento dell’attività di alcuni settori economici con ripercussioni anche sui mercati presidiati dal Gruppo.
Si evidenzia inoltre che a fine 2021 Atersir ha aggiudicato in via definitiva alle RTI guidate dal Gruppo Hera, le gare per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati, con un orizzonte temporale di 15 anni, nei bacini territoriali di Modena e Bologna.
Grazie alle profonde competenze operative del Gruppo e delle altre realtà delle RTI aggiudicatarie, i territori compresi nei contratti di servizio saranno dotati di modelli di raccolta con servizi e attrezzature innovativi, con un forte orientamento alla sostenibilità, alla riduzione dei rifiuti e all’incremento dei materiali riciclati.
MOL AREA AMBIENTE 2021
|
MOL AREA AMBIENTE 2020
|
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
291,7 |
258,0 |
33,7 |
+13,1% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.223,9 |
1.123,0 |
100,9 |
+9,0% |
Peso percentuale |
23,8% |
23,0% |
+0,8 p.p. |
|
Nella tabella di seguito riportata è esposta l’analisi dei volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel corso del 2021:
Dati quantitativi (mgl/t) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani |
2.241,8 |
2.219,1 |
22,7 |
+1,0% |
Rifiuti da mercato |
2.334,3 |
2.187,6 |
146,7 |
+6,7% |
Rifiuti commercializzati |
4.576,1 |
4.406,7 |
169,4 |
+3,8% |
Sottoprodotti impianti |
2.200,5 |
2.203,2 |
(2,7) |
(0,1)% |
Rifiuti trattati per tipologia |
6.776,7 |
6.609,9 |
166,8 |
+2,5% |
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia un incremento dei rifiuti commercializzati dovuto sia all’aumento dei rifiuti urbani che dei rifiuti da mercato. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, nel 2021 si evidenzia una crescita pari all’ 1,0% rispetto all’anno precedente.
I volumi da mercato risultano in crescita rispetto al 2020 del 6,7%, grazie al consolidamento dei rapporti commerciali esistenti e allo sviluppo del portafoglio clienti.
Infine, i sottoprodotti degli impianti presentano valori allineati rispetto all’anno precedente principalmente a causa della minore piovosità compensata da maggiori volumi legati alle acquisizioni.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(%)
La raccolta differenziata di rifiuti urbani risulta allineata all’anno precedente, ma se ricalcolata con criteri omogenei la crescita è pari a +1,1 punti percentuali. A partire da luglio 2021 infatti, si è data applicazione al D.Lgs.116/2020, che prevede l’esclusione dei rifiuti da costruzione e demolizione dal calcolo percentuale della raccolta differenziata.
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con 97 impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di rigenerazione dei materiali plastici, incrementando di sette unità il numero rispetto al 2020 grazie alle nuove acquisizioni societarie. Tra i principali impianti si evidenziano: nove termovalorizzatori, 12 impianti di compostaggio/digestori, 15 impianti di selezione.
La cura e l’attenzione al parco impiantistico è da sempre un elemento distintivo della propensione all’eccellenza del Gruppo: proseguono infatti le operazioni per migliorare ulteriormente la sicurezza e allineare gli impianti alle migliori tecnologie disponibili.
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2021
|
RIFIUTI SMALTITI PER TIPOLOGIA IMPIANTO 2020
|
Dati quantitativi (mgl/t) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche |
636,4 |
677,4 |
(41,0) |
(6,1)% |
Termovalorizzatori |
1.205,2 |
1.275,4 |
(70,2) |
(5,5)% |
Impianti di selezione e altro |
550,8 |
530,7 |
20,1 |
+3,8% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione |
498,1 |
509,4 |
(11,3) |
(2,2)% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici |
1.322,4 |
1.208,4 |
114,0 |
+9,4% |
Altri impianti |
2.563,8 |
2.408,7 |
155,1 |
+6,4% |
Rifiuti trattati per impianto |
6.776,7 |
6.609,9 |
166,8 |
+2,5% |
|
|
|
|
|
Plastica riciclata da Aliplast Spa |
80,9 |
68,8 |
12,1 |
+17,6% |
Il trattamento dei rifiuti evidenzia una crescita complessiva, pari al 2,5%, rispetto a dicembre 2020 grazie anche all’incremento del numero di impianti gestiti. Analizzando le singole filiere, si segnalano quantitativi in diminuzione in discarica, principalmente a causa dell’esaurimento degli impianti di Sommacampagna e Ravenna. Per quanto riguarda i termovalorizzatori, l’andamento in diminuzione è dovuto prevalentemente al revamping dell’impianto di Trieste e al fermo impianto per manutenzioni programmate effettuate nel termovalorizzatore di Modena. L’incremento delle quantità negli impianti di selezione è imputabile alle maggiori quantità trattate in tutti gli impianti grazie allo sviluppo della raccolta differenziata. Negli impianti di compostaggio e stabilizzazione i volumi sono in lieve diminuzione, mentre nella filiera degli impianti d’inertizzazione e chimico-fisici i maggiori quantitativi sono riconducibili prevalentemente all’incremento dei volumi dei depuratori in territorio toscano, a quello di Pozzilli che a inizio 2020 non era in attività e ai maggiori volumi per nuove acquisizioni. Infine, si segnala l’incremento anche nella filiera altri impianti.
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.328,4 |
|
1.190,3 |
|
138,1 |
+11,6% |
Costi operativi |
(846,5) |
(63,7)% |
(740,2) |
(62,2)% |
106,3 |
+14,4% |
Costi del personale |
(211,8) |
(15,9)% |
(203,6) |
(17,1)% |
8,2 |
+4,0% |
Costi capitalizzati |
21,7 |
1,6% |
11,4 |
1,0% |
10,3 |
+90,4% |
Margine operativo lordo |
291,7 |
22,0% |
258,0 |
21,7% |
33,7 |
+13,1% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi sono in crescita rispetto allo scorso anno dell’11,6%. Si evidenziano maggiori ricavi da produzione di energia per 20,3 milioni di euro principalmente per l’aumento dei prezzi relativi ai certificati Grin, del mercato e della produzione di energia termica e di biometano, nonostante una riduzione dei volumi sui Wte di 70,2 mgl/t. Si rileva inoltre il maggior contributo di Aliplast Spa per +55,2 milioni di euro rispetto al 2020, pari al +53%, conseguente all’incremento dei prezzi e ai maggiori prodotti venduti principalmente Film PE e Granulo PET.
In evidenza, inoltre, l’incremento di 37 milioni di euro dei ricavi legati a nuove acquisizioni nel mercato Industria e la maggiore valorizzazione dei materiali conseguente all’aumento dei prezzi in particolare di carta, vetro e ferro.
I costi operativi a dicembre 2021 crescono del 14,4%. Nel mercato del trattamento si segnala un incremento costi per l’acquisto di materie prime, per le nuove acquisizioni e per le manutenzioni programmate sugli impianti del Gruppo. Tale crescita è attenuata da efficienze nei costi operativi. Nel mercato recupero si evidenzia l’incremento dei costi di acquisto della materia prima sostenuti da Aliplast Spa correlato all’andamento dei ricavi già in precedenza citati. Per quanto riguarda l’igiene urbana, si segnalano maggiori attività legate allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
L’incremento del margine operativo lordo è dovuto principalmente alle maggiori attività nel recupero della plastica per 20,7 milioni di euro, all’ampliamento del mercato dei rifiuti industriali con le nuove acquisizioni per circa 9 milioni di euro e alla crescita della marginalità dei rifiuti grazie all’incremento dei prezzi. Tali effetti positivi sono solo in parte compensati dall’aumento dei prezzi d’acquisto delle materie prime e dai maggiori costi di manutenzione degli impianti del Gruppo.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti di trattamento rifiuti e ammontano a 96,5 milioni di euro, in aumento di 28,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
La filiera compostaggi/digestori presenta un incremento di 2,8 milioni di euro dovuto principalmente all'avvio delle realizzazioni sulla NewCo Biorg Srl, parzialmente compensati da minori realizzazioni sugli impianti di Voltana, Sant'Agata, Rimini e Cesena, oggetto di importanti interventi nell’anno precedente. Nella medesima filiera si segnala, inoltre, l’attività della società Green Factory Srl nel territorio delle Marche.
Gli investimenti sulle discariche si riducono di 2,5 milioni di euro per gli interventi effettuati l’anno precedente sul 5° lotto dell’impianto del Pago.
La filiera Wte presenta un incremento di 10,6 milioni di euro principalmente attribuibile ai lavori di revamping della linea due dell’impianto di Trieste, oltre a manutenzioni straordinarie eseguite sull'impianto di Modena.
Gli investimenti nella filiera impianti rifiuti industriali sono in crescita di 10,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente e riguardano principalmente le attività di revamping dell’impianto F3 di Ravenna.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta presenta investimenti in crescita per 2,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente e comprende le realizzazioni effettuate sulle isole ecologiche interrate, mentre l’aumento di 6,1 milioni di euro nella filiera degli impianti di selezione e recupero dipende dai maggiori investimenti per i lavori sul nuovo rigeneratore PE della società Aliplast Spa, oltre alla variazione di perimetro delle società Recycla Spa e Gruppo Vallortigara.
INVESTIMENTI NETTI AMBIENTE
(mln/euro)
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori |
7,5 |
4,7 |
2,8 |
+59,6% |
Discariche |
8,3 |
10,8 |
(2,5) |
(23,1)% |
Wte |
24,6 |
14,0 |
10,6 |
+75,7% |
Impianti RI |
17,3 |
6,6 |
10,7 |
+162,1% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta |
16,6 |
14,4 |
2,2 |
+15,3% |
Impianti trasbordo, selezione e altro |
24,0 |
17,9 |
6,1 |
+34,1% |
Totale ambiente lordi |
98,2 |
68,3 |
29,9 |
+43,8% |
Contributi conto capitale |
1,7 |
0,7 |
1,0 |
+142,9% |
Totale ambiente netti |
96,5 |
67,6 |
28,9 |
+42,8% |
Altri servizi
L’area altri servizi raccoglie i business minori gestiti dal Gruppo. Ne fanno parte la pubblica illuminazione, in cui l’impegno del Gruppo Hera è rivolto alla progettazione, realizzazione e mantenimento degli impianti di illuminazione creando sicurezza sul territorio, impiegando tecnologie all’avanguardia e con costante attenzione all’economia circolare e alla sostenibilità; le telecomunicazioni, in cui il Gruppo attraverso la propria digital company offre servizi di connettività per privati e aziende, telefonia e data center; infine, i servizi cimiteriali. A dicembre 2021, il risultato dell’area altri servizi si attesta a 37,4 milioni di euro, in crescita di 0,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
MOL ALTRI SERVIZI 2021
|
MOL ALTRI SERVIZI 2020
|
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo:
(mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
37,4 |
36,7 |
0,7 |
+1,9% |
Margine operativo lordo Gruppo |
1.223,9 |
1.123,0 |
100,9 |
+9,0% |
Peso percentuale |
3,1% |
3,3% |
(0,2) pp |
|
Gli indicatori principali dell’area riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica |
|
|
|
|
Punti luce (mgl) |
563,2 |
571,3 |
(8,1) |
(1,4)% |
di cui a led |
35,2% |
35,1% |
+0,1 |
+0,0% |
Comuni serviti |
184,0 |
188,0 |
(4,0) |
(2,1)% |
Il Gruppo Hera nel corso del 2021 ha acquisito circa 13,7 mila punti luce in 10 nuovi comuni. Le acquisizioni maggiormente significative sono state: in Lombardia per circa 8,9 mila punti luce, nel Lazio per circa 2,3 mila punti luce, in Sardegna e nelle altre regioni del centro Italia per circa 1,5 mila punti luce, in Friuli-Venezia Giulia per mille punti luce. Gli incrementi dell’anno assorbono solo in parte la perdita di circa 21,8 mila punti luce e di 14 Comuni gestiti prevalentemente in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto.
La percentuale dei punti luce che utilizzano lampade a led si attesta al 35,2% e denota l’attenzione costante del Gruppo a una gestione sempre più efficiente e sostenibile dell’illuminazione pubblica.
Tra gli indicatori quantitativi dell’area altri servizi si evidenziano anche i 4.440 Km di rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che il Gruppo Hera possiede attraverso la propria digital company, Acantho Spa. Tale rete serve le principali città del territorio emiliano-romagnolo, Padova e Trieste, e fornisce ad aziende e privati una connettività ad alte prestazioni, elevata affidabilità e massima sicurezza di sistemi, dati e continuità del servizio.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) |
dic-21 |
Inc.% |
dic-20 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
170,8 |
|
147,1 |
|
23,7 |
+16,1% |
Costi operativi |
(114,1) |
(66,8)% |
(92,0) |
(62,5)% |
22,1 |
+24,0% |
Costi del personale |
(21,2) |
(12,4)% |
(20,3) |
(13,8)% |
0,9 |
+4,4% |
Costi capitalizzati |
1,9 |
1,1% |
1,8 |
1,2% |
0,1 |
+5,5% |
Margine operativo lordo |
37,4 |
21,9% |
36,7 |
24,9% |
0,7 |
+1,9% |
RICAVI
(mln/euro)
La crescita dei ricavi è dovuta principalmente all’illuminazione pubblica ed è relativa per il 50% all’avanzamento dei lavori di riqualificazione energetica eseguiti e per l’ulteriore 50% ai conguagli energetici sui canoni di illuminazione pubblica. Il business delle telecomunicazioni concentra le sue maggiori attività nei servizi di telefonia e connettività anche per il Gruppo.
La crescita dei costi operativi è correlata all’andamento dei ricavi sia di illuminazione pubblica che di telecomunicazioni.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il Margine operativo lordo del business degli altri servizi cresce complessivamente dell’1,9% con un controvalore di 0,7 milioni di euro.
Nell’esercizio 2021 gli investimenti netti nell’area altri servizi sono pari a 13,3 milioni di euro, in aumento di 2,2 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.
Nelle telecomunicazioni sono stati realizzati 8,6 milioni di euro di investimenti in rete e in servizi Tlc, in aumento di 0,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Nel servizio di illuminazione pubblica, gli investimenti sono relativi agli interventi di manutenzione, riqualificazione e ammodernamento degli impianti di illuminazione dei territori gestiti e ammontano a 5,9 milioni di euro, in aumento di 2,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente e non comprendono le commesse di illuminazione pubblica soggette a diversa contabilizzazione in base all’Ifric 12.
INVESTIMENTI NETTI ALTRI SERVIZI
(mln/euro)
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri servizi:
Altri Servizi (mln/euro) |
dic-21 |
dic-20 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Tlc |
8,6 |
8,1 |
0,5 |
+6,2% |
Illuminazione pubblica e semaforica |
5,9 |
3,0 |
2,9 |
+96,7% |
Totale altri servizi lordi |
14,6 |
11,1 |
3,5 |
+31,5% |
Contributi conto capitale |
1,3 |
‐ |
1,3 |
+100,0% |
Totale altri servizi netti |
13,3 |
11,1 |
2,2 |
+19,8% |
mln/euro |
note |
2021 |
2020 |
---|---|---|---|
Ricavi |
1 |
10.555,3 |
7.079,0 |
Altri ricavi operativi |
2 |
400,1 |
467,8 |
Materie prime e materiali |
3 |
(6.668,5) |
(3.410,6) |
Costi per servizi |
4 |
(2.464,6) |
(2.424,9) |
Costi del personale |
5 |
(592,8) |
(572,7) |
Altre spese operative |
6 |
(66,5) |
(58,9) |
Costi capitalizzati |
7 |
60,8 |
43,3 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni |
8 |
(612,1) |
(571,7) |
Utile operativo |
|
611,7 |
551,3 |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate |
9 |
13,2 |
8,2 |
Proventi finanziari |
10 |
82,3 |
73,4 |
Oneri finanziari |
10 |
(300,3) |
(198,3) |
Gestione finanziaria |
|
(204,8) |
(116,7) |
Utile prima delle imposte |
|
406,9 |
434,6 |
Imposte |
11 |
(34,2) |
(111,8) |
Utile netto dell'esercizio |
|
372,7 |
322,8 |
Attribuibile: |
|
|
|
azionisti della Controllante |
|
333,5 |
302,7 |
azionisti di minoranza |
|
39,2 |
20,1 |
Utile per azione |
|
|
|
di base |
12 |
0,228 |
0,206 |
diluito |
12 |
0,228 |
0,206 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di conto economico riportato al paragrafo 2.04.01 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
2021 |
2020 |
---|---|---|---|
Utile (perdita) netto dell'esercizio |
|
372,7 |
322,8 |
Componenti riclassificabili a conto economico |
|
|
|
Fair value derivati, variazione del periodo |
20 |
124,7 |
60,8 |
Effetto fiscale relativo alle componenti riclassificabili |
|
(35,3) |
(17,5) |
Componenti non riclassificabili a conto economico |
|
|
|
Utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
27 |
1,6 |
(1,9) |
Partecipazioni valutate al fair value |
17 |
(2,1) |
(3,5) |
Effetto fiscale relativo alle componenti non riclassificabili |
|
(0,2) |
0,4 |
Totale utile (perdita) complessivo dell'esercizio |
|
461,4 |
361,1 |
Attribuibile: |
|
|
|
azionisti della controllante |
|
420,5 |
341,7 |
azionisti di minoranza |
|
40,9 |
19,4 |
mln/euro |
note |
31-dic-21 |
31-dic-20 |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ |
|
|
|
Attività non correnti |
|
|
|
Immobilizzazioni materiali |
13, 31 |
1.941,0 |
1.926,5 |
Diritti d'uso |
14, 31 |
101,6 |
95,9 |
Attività immateriali |
15, 31 |
4.126,7 |
3.924,4 |
Avviamento |
16, 31 |
842,9 |
812,8 |
Partecipazioni |
17, 31 |
198,5 |
187,9 |
Attività finanziarie non correnti |
18, 35 |
142,7 |
140,8 |
Attività fiscali differite |
19 |
229,4 |
156,6 |
Strumenti derivati |
20 |
6,9 |
14,4 |
Totale attività non correnti |
|
7.589,7 |
7.259,3 |
Attività correnti |
|
|
|
Rimanenze |
21 |
368,0 |
171,7 |
Crediti commerciali |
22, 35 |
2.918,0 |
1.971,6 |
Attività finanziarie correnti |
18, 35 |
29,3 |
32,8 |
Attività per imposte correnti |
23, 35 |
21,2 |
11,7 |
Altre attività correnti |
24, 35 |
422,3 |
487,5 |
Strumenti derivati |
20 |
1.797,4 |
113,1 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti |
18 |
885,6 |
987,1 |
Totale attività correnti |
|
6.441,8 |
3.775,5 |
TOTALE ATTIVITÀ |
|
14.031,5 |
11.034,8 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.04.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-21 |
31-dic-20 |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
|
|
|
Capitale sociale e riserve |
|
|
|
Capitale sociale |
25 |
1.459,6 |
1.460,0 |
Riserve |
25 |
1.407,1 |
1.198,1 |
Utile (perdita) dell'esercizio |
|
333,5 |
302,7 |
Patrimonio netto del Gruppo |
|
3.200,2 |
2.960,8 |
Interessenze di minoranza |
25 |
216,6 |
194,5 |
Totale patrimonio netto |
|
3.416,8 |
3.155,3 |
Passività non correnti |
|
|
|
Passività finanziarie non correnti |
26, 35 |
3.716,0 |
3.678,7 |
Passività non correnti per leasing |
14, 35 |
53,2 |
73,5 |
Trattamento di fine rapporto e altri benefici |
27 |
105,4 |
116,7 |
Fondi per rischi e oneri |
28 |
528,0 |
538,2 |
Passività fiscali differite |
19 |
132,1 |
120,5 |
Strumenti derivati |
20 |
13,5 |
20,1 |
Totale passività non correnti |
|
4.548,2 |
4.547,7 |
Passività correnti |
|
|
|
Passività finanziarie correnti |
26, 35 |
499,7 |
616,9 |
Passività correnti per leasing |
14, 35 |
43,4 |
20,1 |
Debiti commerciali |
29, 35 |
2.356,6 |
1.497,5 |
Passività per imposte correnti |
23, 35 |
27,9 |
25,4 |
Altre passività correnti |
30, 35 |
1.435,6 |
1.056,2 |
Strumenti derivati |
20 |
1.703,3 |
115,7 |
Totale passività correnti |
|
6.066,5 |
3.331,8 |
TOTALE PASSIVITÀ |
|
10.614,7 |
7.879,5 |
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
|
14.031,5 |
11.034,8 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.04.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-21 |
31-dic-20 |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte |
|
406,9 |
434,6 |
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative |
|
|
|
Ammortamenti e perdite di valore di attività |
8 |
469,9 |
457,1 |
Accantonamenti ai fondi |
8 |
142,2 |
114,6 |
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto |
9 |
(13,2) |
(8,2) |
(Proventi) oneri finanziari |
10 |
218,0 |
124,9 |
(Plusvalenze) minusvalenze e altri elementi non monetari |
|
25,5 |
(6,7) |
Variazione fondi rischi e oneri |
28 |
(31,2) |
(30,2) |
Variazione fondi per benefici ai dipendenti |
27 |
(12,6) |
(13,5) |
Totale cash flow prima delle variazioni del capitale circolante netto |
|
1.205,5 |
1.072,6 |
(Incremento) decremento di rimanenze |
32 |
(196,7) |
(3,8) |
(Incremento) decremento di crediti commerciali |
32 |
(893,8) |
4,8 |
Incremento (decremento) di debiti commerciali |
32 |
858,5 |
101,9 |
Incremento/decremento di altre attività/passività correnti |
32 |
279,8 |
(65,1) |
Variazione capitale circolante |
|
47,8 |
37,8 |
Dividendi incassati |
32 |
12,0 |
10,1 |
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati |
32 |
32,6 |
37,4 |
Interessi passivi, oneri netti su derivati e altri oneri finanziari pagati |
32 |
(96,2) |
(81,9) |
Imposte pagate |
32 |
(156,3) |
(184,6) |
Disponibilità generate dall'attività operativa (a) |
|
1.045,4 |
891,4 |
Investimenti in immobilizzazioni materiali |
13 |
(171,9) |
(140,6) |
Investimenti in attività immateriali |
15 |
(416,8) |
(365,8) |
Investimenti in imprese controllate e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide |
33 |
(64,1) |
(1,8) |
Investimenti in altre partecipazioni |
33 |
(11,0) |
(46,8) |
Prezzo di cessione di immobilizzazioni materiali e immateriali |
33 |
2,5 |
3,6 |
Disinvestimenti in partecipazioni e contingent consideration |
33 |
0,2 |
2,0 |
(Incremento) decremento di altre attività d'investimento |
33 |
(1,5) |
30,8 |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di investimento (b) |
|
(662,6) |
(518,6) |
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine |
34 |
525,1 |
512,6 |
Rimborsi di debiti finanziari non correnti |
34 |
(519,8) |
(2,0) |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari |
34 |
(252,9) |
(18,9) |
Canoni pagati per leasing |
34 |
(22,5) |
(22,1) |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate |
34 |
(21,0) |
(1,2) |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza |
34 |
(193,0) |
(163,3) |
Variazione azioni proprie in portafoglio |
25 |
(0,2) |
(54,8) |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) |
|
(484,3) |
250,3 |
Incremento (decremento) disponibilità liquide (a+b+c) |
|
(101,5) |
623,1 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio dell’esercizio |
18 |
987,1 |
364,0 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine dell’esercizio |
18 |
885,6 |
987,1 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di rendiconto finanziario riportato al paragrafo 2.04.03 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
Capitale sociale |
Riserve |
Riserve strumenti derivati valutati al fair value |
Riserve utili (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti |
Riserve partecipazioni valutate al fair value |
Utile dell’ esercizio |
Patrimonio netto |
Interessenze di minoranza |
Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 01-gen-20 |
1.474,8 |
1.019,7 |
(37,9) |
(33,8) |
‐ |
385,7 |
2.808,5 |
201,5 |
3.010,0 |
Utile dell'esercizio |
|
|
|
|
|
302,7 |
302,7 |
20,1 |
322,8 |
Altre componenti del risultato complessivo: |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
|
|
43,8 |
|
|
|
43,8 |
(0,5) |
43,3 |
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
|
|
|
(1,3) |
|
|
(1,3) |
(0,2) |
(1,5) |
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio |
|
|
|
|
(3,5) |
|
(3,5) |
|
(3,5) |
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
‐ |
43,8 |
(1,3) |
(3,5) |
302,7 |
341,7 |
19,4 |
361,1 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
(14,8) |
(29,9) |
|
|
|
|
(44,7) |
|
(44,7) |
variazione interessenza partecipativa |
|
|
|
|
|
|
‐ |
(11,3) |
(11,3) |
altri movimenti |
|
2,4 |
|
|
|
|
2,4 |
0,9 |
3,3 |
Ripartizione dell’utile: |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
dividendi distribuiti |
|
|
|
|
|
(147,1) |
(147,1) |
(16,0) |
(163,1) |
destinazione a riserve |
|
238,6 |
|
|
|
(238,6) |
‐ |
|
‐ |
Saldo al 31-dic-20 |
1.460,0 |
1.230,8 |
5,9 |
(35,1) |
(3,5) |
302,7 |
2.960,8 |
194,5 |
3.155,3 |
Saldo al 01-gen-21 |
1.460,0 |
1.230,8 |
5,9 |
(35,1) |
(3,5) |
302,7 |
2.960,8 |
194,5 |
3.155,3 |
Utile dell'esercizio |
|
|
|
|
|
333,5 |
333,5 |
39,2 |
372,7 |
Altre componenti del risultato complessivo: |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
|
|
87,7 |
|
|
|
87,7 |
1,7 |
89,4 |
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
|
|
|
1,4 |
|
|
1,4 |
|
1,4 |
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio |
|
|
|
|
(2,1) |
|
(2,1) |
|
(2,1) |
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
‐ |
87,7 |
1,4 |
(2,1) |
333,5 |
420,5 |
40,9 |
461,4 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
(0,4) |
0,2 |
|
|
|
|
(0,2) |
|
(0,2) |
variazione interessenza partecipativa |
|
(19,8) |
|
|
|
|
(19,8) |
(1,2) |
(21,0) |
Ripartizione dell’utile: |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
dividendi distribuiti |
|
|
|
|
|
(161,1) |
(161,1) |
(17,6) |
(178,7) |
destinazione a riserve |
|
141,6 |
|
|
|
(141,6) |
‐ |
|
‐ |
Saldo al 31-dic-21 |
1.459,6 |
1.352,8 |
93,6 |
(33,7) |
(5,6) |
333,5 |
3.200,2 |
216,6 |
3.416,8 |
|
|
31-dic-21 |
31-dic-20 |
---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
885,6 |
987,1 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
‐ |
‐ |
C |
Altre attività finanziarie correnti |
29,3 |
32,8 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
914,9 |
1.019,9 |
E |
Debito finanziario corrente |
(443,6) |
(302,6) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
(99,5) |
(327,2) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
(543,1) |
(629,8) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
371,8 |
390,1 |
I |
Debito finanziario non corrente |
(1.073,8) |
(1.203,6) |
J |
Strumenti di debito |
(2.702,0) |
(2.554,3) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
(3.775,8) |
(3.757,9) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) |
(3.404,0) |
(3.367,8) |
|
Crediti finanziari non correnti |
142,7 |
140,8 |
|
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(3.261,3) |
(3.227,0) |
Una sintesi delle performance di Hera per consentire agli interessati di investire in Hera con piena consapevolezza dei ritorni che la società si attende dal piano di investimenti e avendo chiara la politica definita nella distribuzione degli utili. I dati presentati sono relativi al Bilancio d'esercizio 2021 e forniscono una panoramica sui diversi business, sui fattori di crescita e sull’approccio sostenibile del Gruppo, mirato alla creazione di valore condiviso.
Hera nasce nel 2002 dalla fusione di 11 multi-utility operanti nel Nord Italia.
La società, quotata alla Borsa di Milano dal 2003, ha mostrato un aumento del 50% degli utili netti già nella sua prima relazione finanziaria annuale.
Tali risultati sono stati conseguiti grazie a diversi fattori:
La crescita ininterrotta ha portato il MOL e il Capitale Investito Netto a un aumento di 6,3 volte e a riconoscere agli azionisti un dividendo per azione costantemente stabile e in crescita.
Oggi il Gruppo è attivo nell’area settentrionale, centrale e nord-orientale dell'Italia e presenta delle ottime prospettive di ulteriore sviluppo, grazie alla sua capacità di accogliere le costanti sfide del mercato e di sfruttare i suoi forti vantaggi competitivi.
Il nostro BUSINESS MULTI-UTILITY
MOL 2021
(M€)
POSIZIONAMENTO DI MERCATO
Basso profilo di rischio
RETI
AMBIENTE
ENERGIA
Rating S&P’s and MOODY’s
Fattori di crescita
Crescita storica del MOL per driver
(M€)
Forte generazione di cassa
Flusso di cassa resiliente e crescita ininterrotta
Debito/MOL
(x)
*Includendo il consolidamento degli effetti non monetari derivanti dal deal con Ascopiave
Creazione di valore
Creazione di valore
(ROI% vs WACC%)
Capex
Sviluppo delle infrastrutture
(M€)
Valutazione
Multipli di Mercato
(P/E, x)
MOL per dipendente
MOL per dipendente
(Ebitda per dipendente in k€)
Evoluzione dell'EPS e del capitale sociale
EPS
(c€)
Aumento del capitale sociale in seguito alle fusioni
(mln di azioni)
Debito/MOL
2002-2012: rinnovamento delle infrastrutture e significativi investimenti
(Debt/Ebitda)
2012-2021: estrazione di valore da una solida base
(Debt/Ebitda)
*Include il consolidamento degli effetti non monetari derivanti dal deal con Ascopiave
Consiglio di Amministrazione (n° di BdD members)
Dividendo garantito stabile/in crescita
Politica di dividendo
(c€)
(al 31/12/2021)
Dividendo per Azione
Dividendo per Azione
(c€)
Payout
Fin dalla sua costituzione, Hera si è sempre impegnata a favore dei propri stakeholder, in un costante tentativo di combinare lo sviluppo economico con quello sociale.
Dal 2016 ha avviato un percorso per identificare l’approccio alla Creazione di valore condiviso (Creating Shared Value, CSV).
Per Hera la creazione di valore condiviso avviene tramite tutte quelle attività di business che generano margini operativi e che rispondono ai driver dell’agenda globale UN, ossia quelle ‘‘call to action’’ al cambiamento per gli ambiti di competenza, indicate dalle politiche a livello mondiale, europeo, nazionale e locale.
Profilo di sostenibilità
Principali indicatori di sostenibilità dell’esercizio 2021
570,6 m€
da attività a valore condiviso
Pari al 46,6% del Mol totale di Gruppo, +25% rispetto al 2020
452,7 m€
investimenti a valore condiviso in arco Piano
Pari al 68% del totale investimenti di Gruppo
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