Risultati FY2024
Numeri che raccontano azioni, risultati che creano valore:
insieme per un futuro sostenibile
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Risultati FY2024
Numeri che raccontano azioni, risultati che creano valore:
insieme per un futuro sostenibile
"I risultati ottenuti confermano la capacità del Gruppo Hera di proseguire nel proprio percorso di creazione di valore ambientalmente sostenibile. L’incremento dei principali indicatori economico-finanziari e il continuo miglioramento del rendimento sul capitale investito (...) sono chiari segnali della solidità del nostro modello industriale."
"Nel 2024 il Gruppo Hera conferma la propria solidità e capacità di crescita, registrando un incremento di oltre il 30% dell’utile netto di pertinenza degli Azionisti, che sale a quasi 500 milioni di euro. Un risultato a cui contribuiscono tutti i business e che dimostra la capacità del Gruppo Hera di continuare a crescere in un contesto macroeconomico complesso."
“I risultati ottenuti confermano la capacità del Gruppo Hera di proseguire nel proprio percorso di creazione di valore ambientalmente sostenibile. L’incremento dei principali indicatori economico-finanziari e il continuo miglioramento del rendimento sul capitale investito, con un ROI che sale al 10,4% e un rendimento per gli azionisti (TSR) che supera il 35%, sono chiari segnali della solidità del nostro modello industriale. Abbiamo registrato una crescita significativa sia nelle attività a mercato sia in quelle regolate, con un MOL che nel 2024 è arrivato a sfiorare gli 1,6 miliardi di euro, mentre gli investimenti operativi lordi hanno raggiunto gli 860,3 milioni di euro, superiori del 35% alla media del quinquennio precedente, e per il 76% sono stati finalizzati a perseguire decarbonizzazione, resilienza ed economia circolare. Anche la crescita stessa del MOL a valore condiviso, in valore assoluto e percentuale, testimonia la nostra costante attenzione alla creazione di valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale. Ne è evidenza il valore economico distribuito sui territori nei quali operiamo, che nel 2024 ha raggiunto i 2,1 miliardi di euro. Alla crescita infrastrutturale abbiamo affiancato anche quella commerciale su tutti i business a mercato e, in particolare, nelle forniture energetiche dove abbiamo raggiunto i 4,6 milioni di clienti, consuntivando un incremento del 20%. Grazie a questo ulteriore sviluppo, più del 13% della popolazione italiana riceve almeno un servizio dal Gruppo Hera. Alla luce dei risultati raggiunti e della solidità finanziaria del Gruppo, proporremo all’Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo pari 15 centesimi di euro per azione, in crescita del 7,1% rispetto all’ultimo dividendo pagato. Un aumento di cui beneficerà a cascata tutta l’intera politica dei dividendi degli anni successivi. I risultati del 2024 riconfermano, quindi, la validità della visione strategica del nostro Gruppo e costituiscono il primo tassello del nostro Piano industriale”.
Cristian Fabbri
Presidente Esecutivo
“Nel 2024 il Gruppo Hera conferma la propria solidità e capacità di crescita, registrando un incremento di oltre il 30% dell’utile netto di pertinenza degli Azionisti, che sale a quasi 500 milioni di euro. Un risultato a cui contribuiscono tutti i business e che dimostra la capacità del Gruppo Hera di continuare a crescere in un contesto macroeconomico complesso. Le positive performance operative sono state supportate da una gestione finanziaria efficace: il 2024, infatti, raccoglie i frutti delle attività di liability management e razionalizzazione del debito avviate fin dall’inizio della crisi dei mercati energetici, che hanno contribuito a mantenere il rapporto debito netto su MOL di 2,5x, garantendo al Gruppo una solidità e flessibilità finanziaria significativa. Questa solidità economico-finanziaria ci consente di portare avanti il percorso di crescita per linee esterne, in piena coerenza con gli obiettivi definiti nel Piano industriale. Inoltre, abbiamo continuato ad accelerare il nostro impegno nella transizione green, con un focus su decarbonizzazione, economia circolare e tutela delle risorse, anche grazie al contributo della linea di finanziamento BEI. Nel 2024 gli investimenti operativi lordi hanno raggiunto gli 860,3 milioni di euro, proseguendo una tendenza pluriennale di sviluppo infrastrutturale mirato a migliorare la qualità dei servizi e l’efficienza degli asset, rendendo così i territori serviti sempre più vivibili, competitivi e resilienti. Il Gruppo Hera ha dimostrato, quindi, ancora una volta la capacità di coniugare sviluppo economico e sostenibilità, contribuendo in maniera significativa alla creazione di valore nei territori serviti e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, utilizzando la leva dell’innovazione che ci garantisce efficienza e nuove opportunità di crescita. Ricordiamo, infine, che quest’anno abbiamo redatto una Rendicontazione di sostenibilità che copre tutti gli standard tematici previsti dagli ESRS (European Sustainability Reporting Standards)”.
Orazio Iacono
Amministratore Delegato
mln/€ | 2023 | |
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Ricavi | 15.331,1 | |
MOL | 1.494,7 | |
Utile netto | 375,2 | |
Investimenti | 779,2 | |
Pfn/Mol | 2,56 |
mln/€ | 2024 | |
---|---|---|
Ricavi | 12.889,7 | - |
MOL | 1.587,6 | + |
Utile netto | 494,5 | + |
Investimenti | 812,1 | + |
Pfn/Mol | 2,50 | - |
Consensus | Risultati Hera | Δ % | ||
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Ebitda (mln €) | 1.555,2 | 1.587,6 | +2,1% | |
Ebit (mln €) | 811,3 | 829,9 | +2,3% | |
Net profit post min. (mln €) | 445,0 | 494,5 | +11,1% | |
Net Financial Position (mln €) | 4.040,7 | 3.963,7 | (1,9%) |
Preview | Post Risultati | ||||
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Analista | Broker | Rating | Target Price (€) | Rating | Target Price (€) |
Francesco Sala | Banca Akros | Accumulate | 3,80 | Accumulate | 4,20 |
Davide Candela | Banca Intesa Sanpaolo | Buy | 4,00 | Buy | 4,00 |
Roberto Letizia | Equita SIM | Hold | 3,70 | Hold | 3,70 |
Federico Pezzetti | Intermonte | Outperform | 4,00 | Neutral | 4,20 |
Emanuele Oggioni | Kepler Cheuvreux | Buy | 4,30 | Buy | 4,40 |
Javier Suarez | Mediobanca | Outperform | 4,50 | Outperform | 4,50 |
Media | 4,05 | Media | 4,17 |
Broker | Commento degli analisti ai risultati finanziari |
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Banca Akros | "I risultati di Hera sono stati buoni e superiori alle nostre stime (rispettivamente +2% e +3% per l'Ebitda e l'utile netto), mentre il livello di indebitamento è stato più basso (2,5x net debt/Ebitda rispetto a 2,6x "indicato" nei risultati preliminari). Il leverage della società è significativamente inferiore alla media del settore italiano (~2,9x esclusi gli operatori totalmente regolati). Abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime sugli utili per azione per il periodo 2025-2028 (+3% in media) e, dopo il roll-over del modello, abbiamo aumentato il nostro target price a 4,2 €. Raccomandazione Accumulate confermata." |
Intesa Sanpaolo | "La performance di Hera nel 2024 è stata solida, con risultati operativi superiori alla guidance preliminare e leggermente al di sopra al nostro consensus per il 4° trimestre e l'intero anno 2024. I risultati a livello di utile netto sono in linea con le nostre stime su base adjusted, principalmente a causa di accantonamenti più elevati registrati nel 4Q, che tuttavia sono diminuiti su base annua. Alla luce dei risultati del 2024 e dei messaggi veicolati nella conference call, riteniamo che il consensus per il 2025 possa registrare una crescita di qualche punto percentuale." |
Equita Sim | "I risultati FY24 sono stati leggermente migliori delle attese e dei risultati preliminari annunciati a fine gennaio (insieme al nuovo Piano industriale 2024-2028), principalmente grazie al business gas. Il DPS è stato confermato a 15 centesimi (yield <4%), in linea con le indicazioni del Piano. Le indicazioni della call sono in sostanziale continuità con quanto indicato dalla società in occasione della presentazione del Piano al 2028. Confermiamo raccomandazione e target price a €3,70." |
Intermonte | "A seguito dei risultati del 4Q24, aumentiamo le nostre stime di Ebitda per il 2025-2026 in media dell'1,5% e l’EPS del 3,5%. Continuiamo a ritenere che il Gruppo sia ben posizionato per beneficiare della sua leadership nel settore Waste e dell'ulteriore crescita della base clienti retail. Inoltre, la flessibilità finanziaria di Hera (oltre 1,0 mld €) le consente di continuare a cogliere opportunità di crescita nei suoi mercati core, che restano altamente frammentati. Portiamo la nostra raccomandazione a Neutral. Grazie alla revisione delle stime (incluso un minore indebitamento netto), il nostro target price passa da €4,00 a €4,20." |
Kepler Cheuvreux | "I risultati FY2024 sono positivi rispetto alla guidance data a gennaio. Sottolineiamo la forte generazione di cassa e il minor indebitamento. Come di consueto, il management non ha fornito una guidance per l'anno in corso. Il Presidente Esecutivo ha dichiarato che il 2025 è iniziato bene e che la minore redditività dei clienti del Servizio di Tutela Graduale sarà più che compensata dalla crescita degli altri business. Il titolo è scambiato a multipli interessanti (<7x EV/EBITDA 2025/26E e circa 12x P/E), considerando l’alta qualità e la bassa volatilità nella crescita dell’EPS. Confermiamo il nostro rating Buy e aumentiamo leggermente il target price, basato sulla somma delle parti, da €4,30 a €4,40." |
Mediobanca | "I risultati del 2024, superiori del 2% rispetto alle nostre stime e consensus, confermano la solidità del modello di business di Hera, esposto a trend di lungo periodo grazie alla sua posizione di leadership nei settori Waste e Water. L’Utile Netto reported include una plusvalenza di 48 m€ derivante dall’esercizio anticipato della put option da parte di Ascopiave su EstEnergy. L’Indebitamento Netto a 4,0 mld€, corrispondente a un rapporto Net Debt/Ebitda di 2,5x, meglio dell’ultima guidance di 2,6x, offre all'azienda ampie opportunità finanziarie. Affiniamo le nostre stime per includere i dati FY 2024, con un impatto trascurabile di circa l’1% sulle nostre previsioni. Manteniamo invariati il target price di €4,50 e la nostra raccomandazione Outperform." |
Il 2024 è stato un anno positivo per i mercati azionari mondiali, sostenuti dalla resilienza della crescita economica e dal calmieramento dell’inflazione che ha condotto le banche centrali ad avviare il ritiro delle politiche monetarie restrittive.
L’indice italiano Ftse All Share, trainato dal settore bancario, è cresciuto del +12,0%, mentre il settore delle utility ha esibito una performance positiva più contenuta (+2,5%).
Il 2024 è stato un anno positivo per i mercati azionari mondiali, sostenuti dalla resilienza della crescita economica e dal calmieramento dell’inflazione che ha condotto le banche centrali ad avviare il ritiro delle politiche monetarie restrittive.
L’indice italiano Ftse All Share, trainato dal settore bancario, è cresciuto del +12,0%, mentre il settore delle utility ha esibito una performance positiva più contenuta (+2,5%).
In questo contesto, Hera è riuscita a mettere a segno una performance del +15,1%, di gran lunga superiore all’indice di riferimento, grazie al positivo accoglimento da parte del mercato del piano industriale al 2027, incentrato sulla creazione di valore e su chiari commitment di ritorno per gli azionisti, così come ai solidi risultati consuntivi presentati trimestralmente nel corso del 2024. L’andamento del titolo, che ha recuperato pienamente lo stacco del dividendo, è stato anche sostenuto dal road show sulle principali piazze finanziarie e alla partecipazione alle conference di settore a cui ha preso parte il management del Gruppo: è stata infatti l’occasione per illustrare di persona ai portfolio manager dei principali fondi istituzionali mondiali la strategia e i risultati raggiunti.
Il Consiglio di Amministrazione di Hera, riunitosi nella seduta del 26 marzo 2024 per l’approvazione dei risultati annuali 2023, ha deciso di sottoporre all’Assemblea degli Azionisti la proposta di un dividendo per azione di 14 centesimi, in crescita del +12% in linea con le indicazioni contenute nel piano industriale. A seguito dell’approvazione dei soci, avvenuta nel corso dell’assise del 30 aprile 2024, lo stacco cedola è avvenuto il 24 giugno, con pagamento il 26 giugno. Hera conferma così la sua capacità di remunerare gli azionisti grazie alla resilienza del suo portafoglio di attività che le ha permesso di distribuire dividendi costanti e in crescita sin dalla quotazione.
L’effetto congiunto della crescita del titolo e della distribuzione del dividendo ha garantito nel 2024 un total shareholders return del +20,5%. L’ininterrotta remunerazione degli azionisti tramite la distribuzione di dividendi e il rialzo del prezzo del titolo accumulato negli anni ha permesso al total shareholders return del gruppo di rimanere sempre positivo dalla quotazione del 2002 e di attestarsi, alla fine del periodo di riferimento, a oltre il +327,7%.
Gli analisti finanziari che coprono il titolo (Banca Akros, Equita Sim, Intermonte, Intesa Sanpaolo, Kepler Cheuvreux, Mediobanca) esprimono raccomandazioni positive quasi all’unanimità, con un target price medio pari a 3,94 euro che evidenzia un potenziale di rialzo del 15,1%.
Al 31 dicembre 2024 la compagine sociale mostra l’usuale stabilità ed equilibrio, essendo composta per il 45,8% da 111 soci pubblici dei territori di riferimento riuniti in un patto di sindacato e per il 54,2% dal flottante. L’azionariato è diffuso tra un numero elevato di azionisti pubblici (111 Comuni, il maggiore dei quali detiene una partecipazione inferiore al 10%) e un numero elevato di azionisti privati istituzionali e retail.
Dal 2006, Hera ha adottato un piano di riacquisto di azioni proprie, rinnovato l’ultima volta dall’Assemblea degli Azionisti del 30 aprile 2024 per un periodo di ulteriori 18 mesi, per un importo massimo complessivo di 240 milioni di euro. Tale piano è finalizzato a finanziare le opportunità d’integrazione di società di piccole dimensioni e a normalizzare eventuali fluttuazioni anomale delle quotazioni rispetto a quelle delle principali società comparabili italiane. Al 31 dicembre 2024, Hera detiene in portafoglio 48,0 milioni di azioni.
Anche nel 2024 è continuata l’intensa attività di dialogo con gli attori del mercato finanziario. Dopo il road show del piano industriale del primo trimestre, il management ha preso parte a conference organizzate dai broker sia in Italia che all’estero, in cui gli investitori sono stati aggiornati sull’avanzamento dei progetti inseriti nel Piano industriale. L’intensità dell’impegno che il Gruppo profonde nel dialogo con gli investitori contribuisce al rafforzamento della sua reputation sui mercati e costituisce un intangible asset a vantaggio del titolo e degli stakeholder di Hera.
Il Gruppo Hera (nel seguito anche Hera o Gruppo) rivolge costante impegno a interpretare i segnali dei contesti in cui opera. Tale impegno è finalizzato a catturare una visione d’insieme del proprio futuro e di quello dei propri stakeholder. Al fine di anticiparne gli sviluppi, di seguito sono rappresentati i principali driver dei fenomeni di cambiamento e la loro inestricabile correlazione. In particolare, sono identificati i macrotrend dei contesti di riferimento, in modo da poter conseguentemente declinare le principali politiche di gestione del Gruppo, ovvero la strategia industriale coerente al purpose aziendale.
Macroeconomico
Lo scenario di gennaio 2025 elaborato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) nel World economic outlook report (Weo) evidenzia un aumento del +3,2% del Prodotto interno lordo globale (Pil) per il 2024 (in lieve riduzione rispetto al +3,3% del 2023). La crescita mondiale appare quindi stabile anche se debole, influenzata da diversi elementi di rischio e incertezza, come l’inasprimento delle tensioni di natura geopolitica, l’indebolimento dell’interscambio commerciale, le crisi debitorie e uno sviluppo inferiore alle attese di grandi potenze come la Cina, condizionata in particolare dalla fragilità del settore immobiliare e da un rallentamento della produzione industriale.
L'inflazione globale, dopo il picco del 9,4% raggiunto nel terzo trimestre del 2022, è gradualmente diminuita grazie agli effetti delle politiche monetarie restrittive adottate dalle principali banche centrali, raggiungendo il 5,8% al termine del 2024. Seppur il percorso discendente dell’inflazione possa favorire altri tagli dei tassi d’interesse, il Fmi sottolinea che le banche centrali dovranno rimanere vigili e pronte ad adeguare le loro politiche monetarie in base all’evoluzione delle condizioni economiche globali che possono variare molto rapidamente e invertire i trend attuali.
L’area euro, penalizzata dalla scarsa vivacità di consumi e investimenti nonché dalla flessione delle esportazioni, registra la crescita più modesta tra le economie avanzate, con un incremento del Pil del +0,8% nel 2024 (seppur in miglioramento rispetto al +0,4% registrato nel 2023). A partire dal secondo semestre del 2024, l'inflazione nell’area euro, in linea con l’andamento globale, è scesa progressivamente fino a posizionarsi a un livello prossimo all’obiettivo di riferimento defintio dalla Banca centrale europea (Bce) del 2% (rispetto al 3% dello stesso mese del 2023).
Secondo le stime del Fmi, nel prossimo biennio, la crescita dell’economia mondiale rimarrà modesta per via dei rischi legati all’acuirsi delle tensioni internazionali, che potrebbero aumentare la volatilità dei mercati e rendere il contesto economico meno stabile, tra cui l’inasprimento della politica commerciale statunitense appena annunciato dalla nuova amministrazione. Il Pil mondiale è previsto in aumento del +3,3% sia nel 2025 che nel 2026, in linea con lo sviluppo registrato nell’ultimo biennio, ma ancora al di sotto della media storica (+3,7%) riferita al decennio precedente la pandemia. Nell’eurozona, invece, si prevede che la crescita rimarrà più contenuta con un Pil che si espanderà del +1,1% nel 2025 e del +1,4% nel 2026, risentendo di una lenta ripresa delle esportazioni e delle spese delle famiglie.
L’aspettativa per i prossimi due anni è che l'inflazione globale continuerà la sua discesa, attestandosi al 4,2% nel 2025 e al 3,5% nel 2026, mentre quella europea si stabilizzerà intorno all’obiettivo del 2%, con i mercati che prospettano nuove riduzioni dei tassi d’interesse da parte della Bce.
A livello nazionale, le più recenti proiezioni di Banca d’Italia stimano un incremento dell’attività economica del +0,5% nel 2024, risentendo come nel resto dell’area euro della persistente debolezza del settore manifatturiero e del rallentamento del terziario. Nel prossimo biennio le previsioni indicano un aumento modesto del Pil italiano, stimando un +0,8% nel 2025 e un +1,1% nel 2026. Tali prospettive di crescita contenuta sono principalmente riconducibili al rallentamento degli investimenti per effetto del ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale e al lento recupero della domanda sia estera che interna (determinata da una riduzione della fiducia di famiglie e imprese).
Secondo le stime preliminari di Banca d’Italia, nel 2024 l'inflazione media in Italia è stata leggermente superiore all'1%, principalmente a causa della diminuzione dei prezzi dell’energia e dei beni intermedi. Per il biennio 2025-2026, le previsioni indicano un incremento dell'inflazione all’1,5%, attribuibile prevalentemente a un’accelerazione delle retribuzioni, che potrebbe esercitare pressioni al rialzo sui prezzi al consumo.
Finanziario
Il 2024 si chiude con un bilancio complesso per i mercati finanziari globali, segnato da eventi significativi che hanno determinato oscillazioni rilevanti sui principali indici e asset. Nonostante i momenti di turbolenza e le tensioni geopolitiche, è stato un anno particolarmente positivo nel settore tecnologico, sostenuto dalla crescente domanda di soluzioni di intelligenza artificiale e dalle innovazioni nella blockchain per le criptovalute. Gli indici azionari hanno proseguito la dinamica di forte ascesa già iniziata nel 2023, anche se con rilevanti differenze geografiche: se infatti la borsa statunitense ha realizzato un incremento pari al +25%, l’area euro si è attestata a un +10% (Borsa Italiana ha registrato un rendimento del +18%) e i mercati emergenti, in aggregato, a poco meno del +14%. Anche gli indici obbligazionari governativi hanno registrato, seppur con andamenti altalenanti, risultati positivi, beneficiando di un restringimento degli spread e di un contesto favorevole di crescita economica. Sul mercato dei cambi si è assistito a un marcato indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro (-6,7%) e della sterlina (-4,8%), e a un significativo apprezzamento verso lo yen (+4,5%) e il franco svizzero (+1%). La dinamica inflattiva, commentata precedentemente, ha influenzato la quotazione dell’oro, che ha registrato delle ottime performance per effetto dell’incremento di domanda da parte delle banche centrali, al fine di diversificare le proprie riserve.
Le decisioni di politica monetaria di Federal Reserve (Fed) e Banca centrale europea (Bce), seppur con diverse valutazioni prospettiche, hanno influenzato in maniera importante gli andamenti dei mercati finanziari. Infatti, se la Bce ha considerato percorribile il raggiungimento del target del 2% dell’inflazione, la Fed si è mostrata invece molto prudente sul futuro percorso di diminuzione dei tassi, data anche la resilienza dell’economia statunitense all’elevato costo del denaro. Dopo circa un anno di rialzi dei tassi, mirati a contrastare la crescita dell’inflazione e una fase di arresto nella prima parte dell’anno, le banche centrali hanno gradualmente cambiato direzione, inaugurando nel secondo semestre del 2024 una stagione di tagli dei tassi di riferimento per la trasmissione della loro politica monetaria, pur mantenendo un approccio cauto e dipendente dai dati. La Bce, per la prima volta nella propria storia, ha anticipato la Fed e il 12 giugno ha iniziato a ridurre il costo del denaro di 25 punti base, per poi tagliare i tassi altre 3 volte nel corso dei mesi successivi, così da portare a fine anno il livello del tasso di rifinanziamento ufficiale dal picco di 4,5% al 3,15% e il tasso sui depositi dal 4% al 2,75%. La Fed, invece, ha iniziato a tagliare i tassi di 50 punti base in settembre, a cui sono seguiti altri 2 tagli in novembre e dicembre fino a portare il tasso di riferimento al 4,5%.
Il taglio dei tassi da parte della Bce ha avuto un effetto immediato sui tassi euribor di breve termine che, a fine anno, hanno chiuso con un livello più basso di circa 120 punti base medi, rispetto alla chiusura dell’anno precedente. Sul fronte dei tassi euro-swap (Irs) di medio-lungo termine, il 2024 è stato caratterizzato da una forte volatilità, per le incertezze alimentate sia dalle tensioni geopolitiche, sia da un contesto in cui nella prima parte dell’anno non è stato ben chiaro l’orientamento di politica monetaria da parte delle banche centrali, oltre alle preoccupazioni sulle prospettive di crescita, messe a rischio anche da un possibile ritorno a politiche più protezionistiche in alcune economie avanzate. Nel corso dell’anno, i tassi Irs hanno registrato una variabilità nel range tra il 2% minimo a un valore di oltre il 3%, per chiudere poi a fine anno intorno a un livello medio del 2,3%, in riduzione, ancorché contenuta, di circa 20 punti base medi rispetto alla chiusura di dicembre 2023. Per quanto riguarda le stime future sui possibili livelli dei tassi di interesse, il consensus di mercato vede il ritorno, fra un anno, di una curva di tassi non più invertita, e quindi con tassi a breve termine più bassi dei tassi di medio-lungo termine. In particolare, si prevedono tassi euribor (1-6 mesi) intorno al 2% medio e tassi euro-swap (2-15 anni) sostanzialmente flat intorno al 2,3% medio e quindi in linea con i valori medi di chiusura del 2024.
Lo spread decennale tra Btp italiano e Bund tedesco si è ridotto rispetto all’anno precedente di 50 punti base (Bps), arrivando a 116 punti base, grazie al miglioramento delle prospettive di crescita del Paese, anche alla luce dell’allentamento della politica monetaria da parte della Bce. Al 31 dicembre 2024 il rendimento del Bund a dieci anni è sceso a quota 2,36% rispetto al rendimento del decennale italiano che si attesta al 3,52%. Sul mercato secondario le quotazioni hanno subito l’effetto della volatilità dei tassi di rendimento sul medio-lungo termine che, seppur con impatto limitato, ha comportato un incremento degli spread dei Bond Hera in alcuni momenti, per poi ritornare verso livelli sostanzialmente allineati alle quotazioni di mercato. In particolare, lo spread del Bond Hera con scadenza 2034 (10 anni benchmark) registra, al 31 dicembre 2024, un livello di 116 Bps, in crescita di 10 Bps rispetto alla chiusura di dicembre 2023, ma comunque in linea con i livelli attesi dagli investitori e con lo spread Sovrano, rispetto al quale risulta annullato il differenziale di 60 punti base registrato nella chiusura del 2023.
Andamenti di business
Il mercato europeo del gas resta fragile, con elevata volatilità dei prezzi dovuta principalmente alla crescita insufficiente dell’offerta di gas naturale liquefatto (Gnl) e alle tensioni geopolitiche. Il 2024 si è chiuso con prezzi del gas all’ingrosso in rialzo fino a circa 50 euro/MWh, il doppio dei minimi registrati a febbraio 2024 e con la conferma, a partire dal 1° gennaio 2025, della fine del transito del gas russo attraverso l'Ucraina. Il nostro Paese nell’ultimo anno ha registrato una diminuzione del consumo di gas del 2,5%, stabilizzandosi a 61,7 miliardi di metri cubi, portandosi al riferimento più basso degli ultimi 15 anni per effetto sia delle temperature più miti sia delle spinte contenitive indotte dai livelli dei prezzi. Il calo dei consumi appare assorbito principalmente dalle forniture Gnl (-10,1%) e dall’import via gasdotto (-0,9%), in particolare per il minor contributo del gas proveniente dal Nord Africa.
Nel 2024, il mercato elettrico europeo ha registrato un significativo incremento della produzione da fonti rinnovabili che, nei primi sei mesi dell’anno, hanno generato circa il 50% dell'energia elettrica nell’UE, contribuendo così a una maggiore stabilità dei prezzi dell'energia. Sul fronte nazionale, i dati elaborati da Terna hanno registrato per l’anno 2024 un aumento dei consumi del 2,2% rispetto al 2023, per un consumo nazionale di 312,3 TWh. In linea con la dinamica europea, emerge una produzione nazionale di energia rinnovabile in significativa crescita (+13,4% rispetto all'anno precedente), in grado di coprire il 41,2% del totale dei consumi energetici (rispetto al 37,1% del 2023), grazie al contributo positivo di tutte le fonti, in particolare di idroelettrico e fotovoltaico.
Con riferimento ai business dell’ambiente e dell’idrico, non essendo ancora disponibili i dati riferiti all’anno 2024, si riportano qui di seguito i valori più recenti pubblicati dai principali istituti nazionali.
Per il settore ambiente, le ultime elaborazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani 2024) riportano una produzione nazionale di rifiuti urbani in Italia nel 2023 di 29,3 milioni di tonnellate, evidenziando un aumento di 211 mila tonnellate rispetto al 2022 (+0,7%), per un valore medio pro capite di 496 kg di rifiuti prodotti. Questo aumento è in parte legato alla crescita del Pil nazionale (+0,7%) e all’aumento dei consumi delle famiglie, che storicamente influenzano la produzione dei rifiuti. Il dato sulla raccolta differenziata è migliorato, salendo al 66,6%, con un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2022. La suddivisione territoriale evidenzia un divario ancora significativo fra Nord (73,4%) e Sud (58,9%), seppur in progressiva riduzione.
Il Blue Book 2024, rapporto completo dei dati nazionali del settore idrico integrato realizzato dalla Fondazione Utilitatis, evidenzia come la gestione del servizio in Italia sia ancora fortemente frammentata, soprattutto al Sud. Nonostante l’83% della popolazione (48 milioni di abitanti) sia servito da un unico soggetto, il restante 17% risiede in comuni in cui la gestione è suddivisa tra più operatori o avviene in economia, con l'amministrazione comunale che gestisce direttamente almeno uno dei tre servizi: acquedotto, fognatura o depurazione. Il rapporto rileva come il superamento della frammentazione sia determinante per incrementare gli investimenti nel settore idrico e migliorare la gestione della risorsa e la qualità del servizio.
Nel 2022, l’acqua immessa nelle reti di distribuzione è stata di circa 8 miliardi di metri cubi (dati Istat), cifra stabile rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, le perdite nelle reti continuano a rappresentare una problematica significativa, con circa il 42,4% dell’acqua immessa (pari a 3,4 miliardi di metri cubi) che va sprecata a causa di inefficienze infrastrutturali. A queste sfide si aggiunge l’effetto del cambiamento climatico che sta intensificando la frequenza di eventi estremi come siccità e alluvioni. Le estati sempre più calde e le precipitazioni irregolari riducono la disponibilità di risorse idriche in diverse regioni, con conseguenti impatti sugli approvvigionamenti per uso civile, agricolo e industriale.
Nel settore energy si è registrato un crescente livello di competitività, alimentato dal progressivo superamento dei regimi di tutela. Dal 1° gennaio 2024, il servizio di maggior tutela per i clienti non vulnerabili gas è stato definitivamente superato e tutti i consumatori rientranti in questa categoria sono stati trasferiti al mercato libero. Il 1° luglio 2024 ha segnato invece la conclusione del servizio di maggior tutela per i clienti domestici elettrici non vulnerabili. I clienti che non hanno scelto un’offerta nel mercato libero sono stati automaticamente trasferiti al servizio a tutele graduali (Stg), gestito da fornitori selezionati tramite aste competitive. Questo passaggio rappresenta un ulteriore passo verso la piena liberalizzazione del mercato, incentivando la concorrenza tra i fornitori e offrendo ai consumatori l’opportunità di accedere a soluzioni più vantaggiose.
Nel 2023 il tasso di switching (cambio fornitore) dei clienti domestici è aumentato nel settore elettrico di 1 p.p., rispetto all’anno precedente e di circa 1,5 p.p. nel settore gas (rapporto annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente 2024). Questo incremento conferma l’attitudine dei consumatori italiani a cambiare fornitore in cerca di condizioni migliori, sia in termini di tariffe che di servizi. Negli ultimi anni, infatti, la competizione non si è limitata più solo alla componente commodity, ma si è estesa anche ai servizi a valore aggiunto (Vas). Gli operatori in particolare stanno sempre più orientando le loro offerte verso soluzioni sostenibili, attente al risparmio energetico e alle esigenze dei consumatori.
Nel settore del trattamento e recupero dei rifiuti si conferma l’orientamento dei principali operatori verso l’acquisizione sul mercato di realtà specializzate dotate di impiantistica e competenze. Si registra altresì un trend di crescente attenzione da parte delle aziende, anche di medie dimensioni, verso la sostenibilità e il miglioramento delle performance ambientali, anche in considerazione dei target europei di riciclo e di conferimento dei rifiuti in discarica. Le aziende operanti in questo settore devono affrontare sfide legate alla gestione efficiente dei materiali, alla riduzione dei costi e all'innovazione tecnologica. La legislazione europea e nazionale in materia di rifiuti e riciclo sta incentivando la creazione di impianti sempre più avanzati, con l’obiettivo di ottimizzare i processi di recupero e ridurre l'impatto ambientale: in particolare, le evoluzioni normative comunitarie stanno promuovendo la gestione di prossimità dei rifiuti, ponendo nuovi limiti alle esportazioni degli stessi. Inoltre, la concorrenza tra le aziende si estende anche alla capacità di offrire soluzioni integrate, in grado di ottimizzare l’intero ciclo di vita dei materiali, dalla raccolta al recupero finale.
Business regolati
Con riferimento ai business regolati, la pressione competitiva si sostanzia nelle procedure di assegnazione delle concessioni dei servizi e nella successiva gestione.
In relazione agli aspetti normativi, tra gli interventi di maggior rilievo per il Gruppo, emanati nel corso del 2024, si segnalano:
Con riferimento alla produzione regolatoria, i provvedimenti di maggior interesse per il Gruppo, adottati nel 2024 dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), sono i seguenti:
Ponendo l’attenzione sulle attività più rilevanti del Gruppo, si riportano nel proseguo alcuni specifici approfondimenti relativi alla nuova metodologia tariffaria dei settori infrastrutturali energetici, ai piani di sviluppo delle reti elettriche e il metodo tariffario del settore dei rifiuti.
Con riferimento ai settori infrastrutturali energetici, si evidenzia che Arera ha approvato per la prima volta le tariffe di riferimento (seppur provvisorie) sulla base della metodologia tariffaria Ross-base (delibera 206/2024/R/eel). Stando a questa nuova metodologia, che entra in vigore dal 2024 (delibere 163/2023/R/com e s.m.i. e 497/2023/R/eel), i costi riconosciuti dipendono dalla spesa effettiva (totale) dei distributori, che viene confrontata annualmente con una spesa di riferimento definita dal Regolatore (c.d. baseline). Il perimetro dei costi rientranti nella nuova metodologia comprende tutte le tipologie di costi sostenuti dagli operatori dall’anno 2024, con l’esclusione dei soli costi di capitale afferenti ai sistemi di smart metering 2G, per i quali l’Autorità aveva già definito un riconoscimento ad hoc. È utile segnalare che il trattamento tariffario dello stock di capitale esistente alla data di passaggio alla nuova metodologia è attuato in continuità di criteri. La novità più importante riguarda la quantificazione della baseline dei costi operativi, che è differenziata per ciascuna impresa sulla base del livello dei propri costi effettivi dell’anno 2022. Inoltre, è stato stabilito che il recupero di efficienza totale è totalmente allocato alla gestione operativa, pertanto, la spesa ammissibile ai riconoscimenti tariffari è data dalla somma della spesa effettiva totale e degli incentivi all’efficienza allocati alla gestione operativa. A ciascun distributore è stata inoltre data la possibilità di scegliere il grado di condivisione con gli utenti delle eventuali efficienze/inefficienze conseguite (Arera ha introdotto due opzioni del menu degli incentivi: basso potenziale di incentivo e alto potenziale di incentivo). È stata inoltre regolata la velocità del rilascio tariffario della spesa ammissibile introducendo un tasso di capitalizzazione regolatorio differenziato per impresa sulla base del trend storico che suddivide la spesa in due porzioni: slow money, che rappresenta i costi di capitale, e fast money che rappresenta i costi operativi. Si segnala infine che Arera, per le rivalutazioni monetarie, nella nuova metodologia Ross, tiene conto dell’aggiornamento inflativo effettivamente allineato al perimetro dei costi di capitale e operativi rientranti nell’anno tariffario.
Arera ha introdotto nuove disposizioni per le imprese con più di 100 mila clienti finali, per la predisposizione dei Piani di sviluppo delle reti elettriche a partire dall’edizione 2025, con la finalità di promuovere uno approccio selettivo degli interventi di sviluppo in una logica di prioritizzazione di quelli a maggior valore aggiunto per i clienti finali.
In particolare, con la delibera 521/2024 sono state approvate le linee guida per la redazione dei Piani di sviluppo, che hanno definito puntualmente le principali sezioni del Piano, i contenuti nonché i documenti di accompagnamento, incluse le informazioni relative allo stato di avanzamento temporale ed economico di ciascun intervento di sviluppo, con l’obiettivo di garantire trasparenza verso gli utenti finali.
Con la delibera 472/2024, l’Autorità ha, inoltre, completato la regolazione relativa al meccanismo incentivante (facoltativo) finalizzato a premiare gli interventi di sviluppo, in grado di generare benefici significativi per gli utenti finali. Tali incentivi sono, ad esempio, destinati a incrementare la resilienza della rete, a favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e, in generale, a garantire maggiore sicurezza, affidabilità e sostenibilità agli utenti della rete.
Con riferimento alla regolazione tariffaria del settore dei rifiuti, si segnala che la delibera 7/2024/R/rif oltre ad abrogare il metodo tariffario del trattamento per il biennio 2022-2023 (posponendone la decorrenza al 2024) ha disposto per gli anni 2022-2023 l’applicazione dei regimi antecedenti la regolazione nazionale, al fine di ottemperare alle sentenze del Consiglio di Stato in materia di annullamento dei criteri di identificazione degli impianti minimi del trattamento. Con questo provvedimento Arera ha sostanzialmente confermato l’istituto degli impianti di chiusura del ciclo “minimi” pur facendone decorrere gli effetti dal biennio 2024-2025. Rimane quindi inalterato il quadro di riferimento metodologico per le tariffe di accesso agli impianti che saranno soggetti a regolazione tariffaria, pur nell’attesa del riordino della materia da parte del legislatore statale, cui è stata riconosciuta la competenza esclusiva in materia di tutela dell’ambiente e della concorrenza.
Si riporta di seguito lo schema temporale dei principali periodi regolatori e correlati provvedimenti di riferimento di Arera per i settori di attività del Gruppo:
Nella tabella seguente si riportano infine i principali riferimenti tariffari per ciascun settore regolato, sulla base del quadro normativo in vigore nell’anno 2024 e previsti fino alla fine degli attuali periodi regolatori.
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Distribuzione e misura gas naturale |
Distribuzione e misura energia elettrica |
Servizio idrico integrato |
Ciclo integrato rifiuti |
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Periodo regolatorio | 2023-2025 II sottoperiodo del V periodo regolatorio (delibera 737/22) |
2024-2027 VI periodo regolatorio (delibera 616/23) (1) |
2024-2029 Il sottoperiodo dell’Mti-4 (delibera 639/23) |
2024-2025 II sottoperiodo dell’Mtr-2 (delibera 389/23) (2) |
Governance regolatoria | Singolo livello (Arera) | Singolo livello (Arera) | Doppio livello (ente di governo d’ambito, Arera) | Doppio livello (ente territorialmente competente, Arera) |
Capitale investito riconosciuto ai fini regolatori (Rab) | Costo storico rivalutato (distribuzione) Media ponderata tra costo effettivo e costo standard (misura) Riconoscimento parametrico (capitale centralizzato) |
Dal 2024: Introduzione del Ross che, lato costi di capitale della distribuzione, conferma la metodologia del costo storico rivalutato Dal 2022: Riconoscimento basato sul confronto tra i costi pianificati presentati ad Arera (istanza RARI) e la spesa effettiva (misura) |
Costo storico rivalutato | Costo storico rivalutato |
Lag regolatorio riconoscimento investimenti | 1 anno | 1 anno | 2 anni | 2 anni |
Remunerazione del capitale investito (3) (real, pre-tax) |
Anno 2024 6,5% |
Anno 2024 6,0% |
Anni 2024-2025 6,1% +1% per investimenti dal 2012, a copertura del lag regolatorio |
Anni 2024-2025 (4) 6,3% Raccolta 6,6% Trattamento +1% per investimenti dal 2018, a copertura del lag regolatorio |
Anno 2025 5,9% |
Anno 2025 5,6% |
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Costi operativi riconosciuti | Valori medi costi effettivi per raggruppamenti di imprese (dimensione/densità), su base 2011 (per ricavi fino al 2019) e 2018 (per ricavi dal 2020) (5) Sharing delle efficienze conseguite rispetto ai costi riconosciuti Aggiornamento con price-cap |
Dal 2024: Costo effettivo del gestore + incentivo all’efficienza sui costi operativi calcolato sulla base di un menu regolatorio che prevede uno sharing, con la clientela, del delta tra il costo medio effettivo del gestore su base 2022 (per ricavi fino al 2027), chiamato baseline, e il costo effettivo del gestore sostenuto nell’anno |
Costi efficientabili: valori effettivi del gestore 2011 inflazionati Costi aggiornabili: valori effettivi con lag 2 anni Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Raccolta e trattamento Costi effettivi gestore con lag regolatorio di 2 anni Costi aggiuntivi per miglioramento qualità e modifiche perimetro gestione (natura previsionale) Oneri aggiuntivi per specifiche finalità (natura previsionale) |
Efficientamento annuale costi operativi | X-factor annuale Dal 2020: Distribuzione: 3,39% imprese grandi 4,62% imprese medie Misura: 0% Commercializzazione: 1,57% |
Dal 2024: Distribuzione + Misura: 0,5% in caso di scelta del menu ad alto potenziale 0% per il menu a basso potenziale |
Meccanismo di efficientamento basato su: Sharing efficienze 2016 del gestore Livello di sharing differenziato rispetto alla distanza tra costo effettivo e costo efficiente del gestore |
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Meccanismi incentivanti | Dal 2024 Z-factor: riconoscimento di extra costi legati alla transizione energetica Contributi pubblici: riconoscimento del 10% del valore in tre quote |
Sharing sui costi dell’energia elettrica in base ai risparmi energetici conseguiti Riconoscimento del 75% della marginalità da attività volte alla sostenibilità ambientale ed energetica |
Raccolta Sharing sui ricavi derivanti dalla vendita di materiale ed energia (range 0,3-0,6) e da corrispettivi Conai Trattamento Sharing non esplicitamente riconosciuto dal metodo sebbene riconducibile ai princìpi generali a sostegno dello sviluppo dell’economia circolare |
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Limite annuale alla crescita tariffaria |
Su base asimmetrica e in funzione di:
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Raccolta
Raccolta e trattamento |
(1) La delibera 616/23 definisce la regolazione tariffaria dei servizi di distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo 2024-2027 recependo, per la determinazione del costo riconosciuto, i criteri applicativi della nuova regolazione Ross (Regolazione per Obiettivi di Spesa e Servizio), disciplinati dalla delibera 497/23/R/com.
(2) La delibera 389/23 segue la 363/2021/R/rif che ha aggiornato il precedente periodo regolatorio e ha introdotto la regolazione tariffaria per il trattamento laddove si tratti di impianti minimi, ossia essenziali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani.
(3) Per i settori energetici e il settore rifiuti si fa riferimento alla metodologia Wacc, mentre per il servizio idrico integrato i valori si riferiscono al tasso di copertura degli oneri finanziari e fiscali.
(4) Per gli anni 2022-2023, il provvedimento di riferimento per il Wacc del settore dei rifiuti è la delibera 68/2022/R/rif; per gli anni 2024-2025, il provvedimento di riferimento per il Wacc è la delibera 7/2024/R/rif
(5) In merito alla rilevante contrazione del riconoscimento dei costi operativi operata dalla delibera 570/2019, nel mese di febbraio 2020, Inrete Distribuzione Energia Spa, principale distributore del Gruppo, alla stregua di altri operatori del settore, ha impugnato il provvedimento innanzi al Tar Lombardia-Milano.
Climatico e ambientale
In tale variegato contesto di profondi mutamenti economici e tecnologici, anche il cambiamento climatico nelle sue sempre più frequenti manifestazioni rappresenta una sfida ineludibile per tutte le organizzazioni. Gli interventi normativi ed economici per la gestione del cambiamento climatico e la concretizzazione delle opportunità derivanti dalla presa in carico dei rischi a esso collegati sono priorità delle istituzioni internazionali e nazionali, nonché degli operatori economici di ogni settore. Le priorità del Gruppo per il perseguimento della sostenibilità ambientale sono rappresentate dagli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 (SDGs), ma anche dalle indicazioni dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2º C, nonché dalla strategia climatica di lungo periodo “A clean planet for all” (adottata dall'Unione europea) per conseguire, entro il 2050, la neutralità carbonica e contenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5° C. Rappresentano ulteriori indirizzi rilevanti in tale direzione: il cambiamento auspicato dal Green Deal, il piano della Commissione europea per un’Europa più competitiva nella lotta ai cambiamenti climatici e sempre più capace di trasformare l’economia e la società indirizzandole su un percorso di sviluppo sostenibile e, nel solco di questo, il Piano d’azione per l’economia circolare (Ceap). Le azioni messe in campo dalle istituzioni europee e nazionali sono coordinate e convergenti verso gli obiettivi di una transizione equa, sostenibile e inclusiva.
Le policy nazionali si stanno sviluppando in un contesto europeo dove le priorità sono definite e le risorse disponibili conseguentemente allocate. In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che si avvale dei fondi europei resi disponibili dal dispositivo compreso all’interno del pacchetto NextGenerationEU integrati da un fondo complementare nazionale, orienta l’Italia nella fase esecutiva del Green Deal europeo con lo scopo di:
La spinta a decarbonizzare l’economia europea è stata affidata a misure di lungo periodo, in particolare al pacchetto “Fit for 55” che prevede una serie di provvedimenti volti a ridurre del 55% le emissioni climalteranti al 2030 puntando su un aumento delle energie rinnovabili nel mix produttivo. Gli obiettivi di efficienza energetica saranno perseguiti tramite un ruolo guida dell’edilizia pubblica nel processo di efficientamento del parco immobiliare europeo. In termini di energie rinnovabili, il cui incremento della produzione è determinante per sostituire progressivamente le fonti fossili e ridurre l’intensità carbonica, l’elettrificazione dei consumi richiederà ingenti investimenti lungo tutta la filiera e, per quanto riguarda la programmazione energetica territoriale, ci si attende che il recupero del calore di scarto dei processi industriali possa configurare un potenziale rilevante per i territori. Rappresenterà, inoltre, ulteriore priorità lo sviluppo dei gas rinnovabili, tra cui l’idrogeno, tramite la realizzazione di elettrolizzatori alimentati da fonti di energia rinnovabile.
Per quanto concerne il contesto italiano, per il ciclo idrico e il settore dei rifiuti, il Pnrr punta a modernizzare reti e impianti e a ridurre il divario infrastrutturale fra nord e sud del Paese, assegnando un ruolo centrale al Piano nazionale del settore idrico (ai fini dell’erogazione dei finanziamenti pubblici) e al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Nel settore energia, il Pnrr si concentra sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sull’ammodernamento delle reti elettriche (per aumentarne la digitalizzazione e la resilienza rispetto agli eventi climatici) e sulle soluzioni di risparmio energetico. Tra i principali interventi si annoverano, inoltre, lo sviluppo integrato della filiera dell’idrogeno, promuovendo contestualmente progetti lato produzione e lato consumo, e il principio dell’efficienza energetica come primo combustibile a emissioni zero.
L’ineluttabilità del cambiamento climatico, che ha indotto la Commissione europea ad anticipare gli obiettivi di riduzione delle emissioni già al 2030 con l’auspicio di pervenire a una piena decarbonizzazione al 2050, costringe anche gli enti locali a rivedere priorità e linee d’azione, orientando le politiche territoriali sempre più verso iniziative di economia circolare, mobilità sostenibile, neutralità carbonica e digitalizzazione. Questo scenario offre nuove opportunità specialmente al settore delle utility, poiché tutte le tipologie di clientela (domestica, industriale e pubblica amministrazione) saranno chiamate a introdurre miglioramenti tecnologici in grado di ridurre i loro fabbisogni energetici. La promozione e la vendita di prodotti e servizi per l'efficientamento dei consumi energetici e il supporto all'efficienza energetica degli edifici sono alcune delle iniziative incentivate.
Le nuove linee di sviluppo sono strettamente connesse al pieno sfruttamento dei dati (intesi come un vero e proprio asset aziendale) e da una maggiore attenzione alla cybersicurezza, per proteggere l’impresa e i suoi dati. La velocità del cambiamento rende fondamentale definire piani di formazione che permettano alla popolazione aziendale di gestire al meglio il cambiamento (in primis quello digitale), anche nel quadro di una formazione che, benché parcellizzata, sappia darsi la necessaria continuità (autosviluppo).
Evoluzione tecnologica
L’evoluzione tecnologica digitale comporta una continua accelerazione di alcuni dei principali trend dell’Information and communication technology (Ict) e, oltre a superare i paradigmi dei contesti economici e sociali con velocità crescente, altera interi segmenti di mercato e le modalità di relazione sociale. Il potenziamento di Intelligenza artificiale, inclusa quella Generativa, Robotic Process Automation, raccolta e gestione dei dati (Internet of Things, data governance e data analytics), cyber security e, infine, piattaforme in cloud favoriscono l’incremento di dati prodotti e la rapidità di disponibilità degli stessi, generando nuove opportunità per le aziende. L’Internet of Things e l’interazione digitale delle persone (esemplificata dall’automazione delle relazioni più standardizzabili con i clienti mediante chatbot) favoriscono un flusso continuo e crescente di dati, che consente non soltanto analisi tempestive delle diverse situazioni (real time analytics), ma anche una definizione più puntuale delle decisioni e delle azioni da intraprendere, spesso con il supporto dell’Intelligenza artificiale che si sta dimostrando ogni giorno qualitativamente più efficace. In questa direzione, la Commissione UE, adottando la comunicazione Bussola digitale per il 2030, ha confermato il percorso per uno sviluppo etico del digitale in Europa.
In questo contesto, viene monitorato con attenzione l’evoluzione normativa legata all’Intelligenza artificiale e in particolare all’AI Act dell’Unione europea, nell’intento di adottare fin da subito i regolamenti per fornitori e fruitori dell’AI per sfruttare il grande potenziale di questa tecnologia attraverso soluzioni con profili di rischio ampiamente all’interno del quadro normativo.
I benefici dello sviluppo digitale consapevole sono stati colti in Italia dalla Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, che presenta tra le sfide principali l’accelerazione del passaggio verso una società digitale, propedeutica al raggiungimento dei target europei. Tale strategia intende innovare tutelando la sostenibilità economica, ambientale e sociale e garantendo pari opportunità di partecipazione. Anche il Pnrr intende indirizzare un’accelerazione digitale importante sul territorio nazionale, quale leva per dare un impulso decisivo alla competitività del Paese. In virtù del loro rapporto con la Pubblica amministrazione e con le Pmi, le utility ricoprirono un importante ruolo di supporto alla trasformazione digitale, prevalentemente attraverso la fornitura di servizi digitali per l’ottimizzazione della resa dei processi produttivi, ma anche attraverso i sensori installati per la raccolta e l’analisi dati, senza dimenticare i macchinari connessi per lo svolgimento automatico di mansioni e la manutenzione predittiva. Ne sono un esempio le diverse applicazioni nei business di riferimento, quali le soluzioni di energy management guidate dai dati, grazie agli impianti e dispositivi connessi e dotati di sensoristica intelligente all’interno degli edifici pubblici, oppure i sensori e i dispositivi intelligenti distribuiti sul territorio, coordinati e integrati da piattaforme digitali che ne rielaborano i big data generati per la pianificazione delle risorse e l’ottimizzazione dei servizi.
Risorse umane
L’analisi dell’attuale contesto presenta nuove sfide e trend interconnessi che richiedono un approccio integrato alla strategia in ambito risorse umane, capace di valorizzare le persone e supportare adeguatamente il business.
Un primo elemento di contesto fa riferimento al concetto di purpose. La ricerca di allineamento di senso tra azienda e individuo è la chiave per mettere in moto l'engagement delle persone e trasformarlo in comportamenti virtuosi, andando oltre la soddisfazione dei clienti e la remunerazione degli azionisti. Valori quali coerenza e trasparenza, unite a fiducia, responsabilizzazione e intelligenza emotiva diventano centrali per offrire alle persone un’esperienza aziendale di valore.
Altra dimensione importante è quella sociale e culturale che fa emergere un contesto di "permacrisi" che evidenzia una crisi diffusa e stagnante su diversi fronti, destinata a perdurare a lungo. Si assiste al fenomeno della longevity, con persone che resteranno più a lungo nel mondo del lavoro, a un aumento dei tassi di disoccupazione e della popolazione cosiddetta NEET (Not in Education, Employment or Training) oltre a una crescente attenzione al divario di genere e alla salute mentale e al benessere individuale. L'ecosistema socioculturale in evoluzione richiede una gestione ottimale delle generazioni, delle diversità e della multiculturalità, per una maggiore equità percepita.
A questa dimensione si aggiungono le transizioni energetica, ambientale e tecnologica, che richiedono un ripensamento dello sviluppo delle competenze, aumentando gli investimenti specialmente nelle discipline Stem. Le aziende devono implementare percorsi di change management e di reskilling, soprattutto per gestire opportunamente l'impatto dello sviluppo dell'Intelligenza artificiale.
In un contesto di innovazione così rapida, di innalzamento dell'età media della popolazione lavorativa e caratterizzato dalla crescente necessità di riconversione professionale, la formazione diventa quindi un asset strategico per colmare il gap tra fabbisogno industriale e sistema educativo.
Per rimanere competitive, le aziende devono di conseguenza rispondere molto rapidamente ai cambiamenti del mercato, anticipando le tendenze emergenti e adattando i modelli organizzativi con un focus più spinto sul capitale umano, con grande attenzione ad attività quali talent attraction ed engagement, adottando pratiche abilitanti per indirizzare la business agility attraverso l’adozione di soluzioni flessibili e tempestive.
Il purpose aziendale è il riferimento cardine per definire le linee guida alla strategia del Gruppo Hera. In particolare, il percorso di sviluppo del Gruppo per generare valore per gli azionisti e creare valore condiviso per i propri stakeholder è fondato su cinque riferimenti strategici e una leva abilitante:
Il perseguimento di questi riferimenti strategici farà leva sul supporto offerto dall’innovazione e dalla digitalizzazione, per alimentare l’evoluzione delle attività del Gruppo, grazie alle opportunità offerte dalle più avanzate tecnologie, con l’obiettivo di accrescere efficienza e qualità dei servizi erogati, moltiplicando le occasioni per l’engagement degli stakeholder e accelerando la diffusione di comportamenti e competenze capaci di rispondere alle sfide di un contesto in continua evoluzione.
Come si evince chiaramente da quanto appena rappresentato, i temi della sostenibilità pervadono la strategia del Gruppo Hera e ne sono al tempo stesso parte integrante e punto di riferimento. Per una rappresentazione di dettaglio di obiettivi e risultati, come meglio declinati dagli standard di riferimento, si rimanda al capitolo 1.07 “Rendicontazione consolidata di sostenibilità” (nel prosieguo Rendicontazione di sostenibilità) della presente relazione.
La struttura di debito verso cui è orientato il Gruppo Hera risponde alle esigenze di business, non soltanto per quanto riguarda la durata dei finanziamenti, ma anche per l’esposizione ai tassi di interesse; la strategia finanziaria, a sua volta, è orientata a minimizzare il profilo di onerosità, pur mantenendo un approccio prudenziale di minimizzazione del rischio.
La struttura finanziaria è definita nell’ambito di un’attenta programmazione a lungo termine delle risorse finanziarie necessarie, che il Gruppo effettua, partendo dal Piano industriale, tramite la stima, l’analisi e il monitoraggio dei flussi di cassa prospettici, prestando attenzione a mantenere una struttura finanziaria flessibile ed efficiente. Il costo medio del debito, in particolare, è costantemente attenzionato, sia attraverso attività di financial risk management, aventi lo scopo di limitare il rischio di fluttuazioni dei tassi d’interesse, sia grazie a valutazioni di operazioni di liability management volte a cogliere opportunità di mercato favorevoli e a mantenere un profilo di rimborso del debito omogeneamente distribuito nel tempo.
A fronte di una struttura finanziaria del Gruppo che oggi presenta una quota di debito a tasso fisso pari al 96,7%, al termine dell’orizzonte di piano industriale, nel 2028, si prevede che residuerà il 50% dell’attuale debito, di cui il 49% a tasso fisso e l’1% a tasso variabile. Per il restante 50% è stato pianificato il rifinanziamento in relazione al fabbisogno residuo, la cui tipologia di tasso sarà definita in base alle condizioni di mercato future, nel rispetto dei limiti della policy sui rischi finanziari. Inoltre, si conferma la strategia di far fronte al fabbisogno finanziario tramite emissioni obbligazionarie, anche di tipo green e/o sustainable, e tramite linee di finanza agevolata (tra i quali i finanziamenti erogati dalla Banca europea degli investimenti), al fine di rispondere con ulteriori incrementi di efficienza alle necessità di investimento del Gruppo e garantire così la realizzazione di progetti innovativi e sostenibili nei settori ambientale, idrico ed energetico. La strategia di funding è riflessa nelle azioni inserite nel Piano industriale relative a progetti per la riduzione delle emissioni di gas serra e l’aumento dei quantitativi di plastica riciclata.
La maggior parte del business del Gruppo è concentrato sul territorio nazionale, pertanto, il rating di Hera è strettamente connesso al rating, al trend macroeconomico e allo scenario politico dell’Italia. Le azioni e le strategie di Hera sono orientate al mantenimento e al miglioramento di adeguati livelli di rating; la consueta attività di comunicazione con le agenzie di rating Moody’s e Standard & Poor’s (S&P) ha confermato riscontri positivi in termini di solidità e ottimo equilibrio del portafoglio di business, nonché in termini di eccellenti performance operative, gestione efficiente e proattiva del rischio e resilienti indicatori di merito creditizio. Nel 2024, il rating di Moody’s è stato confermato a Baa2, con outlook stabile, in linea con l’outlook del rating sovrano (nonostante il riconoscimento della solidità e sostenibilità del business, il rating di una società non può essere superiore di 1 notch rispetto a quello del Paese in cui opera). Il rating di S&P è stato anch’esso confermato a BBB+ con outlook stabile, livello che risulta essere superiore di un notch al rating Sovrano e tra i migliori rispetto ad altre utility nazionali ed estere, a conferma dell’importante percorso di crescita attuato nel corso degli anni e dei risultati sempre allineati alle previsioni pluriennali.
In arco piano, l’adozione delle best practice di rendicontazione finanziaria di sostenibilità supporterà il Green financing e i rating del Gruppo. Hera è già impegnata da tempo nel green funding: è stata la prima società italiana a emettere un Green Bond nel 2014, per poi dotarsi, nel 2019, di un Green financing framework (Gff). Nel 2022 il Green financing framework è stato aggiornato e allineato alle ultime novità normative in materia di sostenibilità, diventando Taxonomy compliant. Negli anni il Gruppo Hera ha emesso ulteriori tre Green Bond, nel 2019, nel 2022 e nel 2025. Ad ottobre 2021, Hera ha pubblicato il Sustainability-linked financing framework, aggiornato a dicembre 2023, che prevede due indicatori ambientali e i relativi target intermedi e di lungo periodo. In particolare, il primo indicatore riguarda le emissioni di gas serra del Gruppo (Scopo 1+2+3 da vendita energia elettrica e gas downstream), mentre il secondo è relativo al quantitativo di plastiche riciclate dal Gruppo. Nell’ambito di tale framework, il Gruppo ha emesso nel 2021 e nel 2023 due Sustainability-linked bond, ampliando il proprio portafoglio di debito con strumenti di funding sostenibili.
In questo contesto, l’inclusione del Gruppo Hera nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), come leader a livello mondiale in tema di sostenibilità nel settore di riferimento, attesta la bontà e la credibilità del percorso intrapreso. Riconoscimenti di questo tipo, infatti, fungono anche e soprattutto da stimolo e consentono a Hera di individuare le aree da sviluppare per un ulteriore miglioramento delle proprie performance e, insieme, per includere nella platea degli investitori anche i soggetti impegnati nel Socially responsible investing (Sri), segmento, come detto, in grande e continua espansione.
Il Gruppo Hera ha recentemente approvato il piano industriale 2024-2028, nel quale si conferma come obiettivo la creazione di valore sostenibile a beneficio di tutti gli stakeholder attraverso lo sviluppo di un portafoglio di business equilibrato, creando assetti industriali resilienti anche in uno scenario caratterizzato da continua volatilità e da una sempre maggiore frequenza di eventi metereologici estremi connessi al cambiamento climatico.
L’attenzione a una transizione giusta alimenterà un percorso di eccellenza nella generazione di valore condiviso, con il 77% degli investimenti previsti tra il 2024 e il 2028, in grado di contribuire a 11 dei 17 obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030. Tali investimenti si collocano nei tre ambiti di generazione di valore condiviso definiti dal Gruppo: perseguire la neutralità di carbonio, rigenerare le risorse e chiudere il cerchio, abilitare la resilienza e innovare.
In particolare, il 22% degli investimenti complessivi saranno dedicati ad accelerare il percorso di decarbonizzazione, principalmente attraverso lo sviluppo di impiantistica rinnovabile, iniziative di efficienza energetica e progettualità a supporto della transizione degli stakeholder. Relativamente a questo impegno, in linea con gli obiettivi di riduzione del 37% delle emissioni climalteranti al 2030 (rispetto al 2019) validati dal network internazionale Science Based Targets initiative (SBTi), il Gruppo Hera nel proprio Piano di transizione climatica, redatto nel 2024, si è prefisso di raggiungere emissioni Net Zero al 2050.
Con riferimento invece alla rigenerazione delle risorse, il 39% degli investimenti previsti consentiranno di ridurre il consumo delle risorse naturali mediante lo sviluppo e l’adozione di soluzioni e modelli di economia circolare.
Contestualmente, per permettere all’organizzazione di rispondere efficacemente ai sempre più frequenti e intensi fenomeni esogeni, il 47% degli investimenti di Piano sarà destinato a incrementare ulteriormente la resilienza degli asset gestiti e delle attività di Gruppo, garantendo qualità e continuità del servizio.
Il 61% degli investimenti sarà destinato ai business regolati, mentre il restante 39% sarà riservato ad alimentare la crescita dei business a mercato.
Con riferimento ai business a libero mercato, le principali linee guida del Gruppo indirizzano tre leve strategiche: lo sviluppo della base clienti, l’ampliamento e la diversificazione dell’offerta commerciale e il rafforzamento del parco impiantistico.
Nella vendita energy, il Gruppo, oggi terzo operatore nazionale per numero di clienti, intende continuare a sviluppare la propria customer base partendo dai 3,8 milioni del 2023 per raggiungere i 4,5 milioni al 2028, con una crescita consistente dei clienti energia elettrica che raggiungeranno i 2,4 milioni superando il numero dei clienti gas, grazie all’importante contributo derivante dall’aggiudicazione di 7 lotti della gara del Servizio a tutele graduali nel 2024 e allo sviluppo di un ricco e diversificato portafoglio di servizi per la decarbonizzazione.
La crescente richiesta di soluzioni energetiche integrate, da parte delle Pubbliche amministrazioni, condomini e clienti industriali porterà le Energy service companies (Esco) del Gruppo a introdurre nuove proposte commerciali multi-business con un’integrazione e differenziazione dell’offerta, che si svilupperà su servizi di riqualificazione energetica, mobilità sostenibile, illuminazione pubblica e smart city.
Per raggiungere gli ambiziosi target di decarbonizzazione, sul fronte della generazione di energia elettrica fotovoltaica il Gruppo Hera conferma l’obiettivo di installare oltre 300 MW entro il 2028, prediligendo sia soluzioni impiantistiche presso i centri di consumo e sui siti del Gruppo che non prevedono ulteriore consumo di suolo, come gli impianti agrivoltaici e i numerosi progetti in via di realizzazione su discariche o impianti del ciclo idrico, sia le installazioni presso i clienti anche di comunità energetiche rinnovabili.
Nel mercato del trattamento e recupero dei rifiuti, il Gruppo mira a consolidare ulteriormente la propria leadership a livello nazionale e a rafforzarla a livello europeo facendo leva sull’integrazione tra sviluppo impiantistico e crescita commerciale, indirizzando i fabbisogni di una clientela sempre più diversificata e qualificata.
Grazie al proprio assetto impiantistico, composto da oltre cento impianti all’avanguardia (con cinque nuove strutture in programma entro il 2028) che trattano rifiuti urbani e speciali, il Gruppo Hera prevede di arrivare a un totale di circa 9,6 milioni di tonnellate complessive smaltite e commercializzate al 2028 rispetto ai 7,7 milioni di tonnellate del 2023 (+24% di rifiuti trattati).
Con riferimento allo sviluppo commerciale, le opportunità di collaborazione guideranno lo sviluppo in ambito bonifiche (data la necessità del paese di bonificare oltre 13 mila siti), in cui il Gruppo Hera ha significativamente rafforzato la propria leadership di mercato attraverso l’integrazione della modenese A.C.R. di Reggiani Albertino Spa (ACR Spa).
Nel mercato del recupero delle plastiche, la controllata Aliplast Spa, tra i principali operatori nazionali nel segmento delle plastiche flessibili, continuerà il suo percorso di crescita, incrementando i volumi riciclati e parallelamente, ampliando la gamma di polimeri trattati grazie allo sviluppo di un’innovativa impiantistica multi-matrice. La sempre maggiore spinta legislativa europea, con la Single Use Plastics (Sup) e la Packaging and packaging waste regulation (Ppwr) determinerà una crescita progressiva della domanda, a fronte della quale il Piano prevede il raddoppio degli stabilimenti a Novara per la rigenerazione del polietilene (PE) e del polietilene tereftalato (PET) e progetti innovativi, quali l’impianto per il recupero delle fibre di carbonio a Imola, inaugurato a marzo 2025, e quello per la rigenerazione delle plastiche rigide di alta qualità in corso di realizzazione a Modena.
Nei business regolamentati, la strategia del Gruppo si baserà sullo sviluppo infrastrutturale in linea con le esigenze del territorio e del sistema, dovendo affrontare sfide significative legate alla gestione della scarsità e dell'eccesso delle risorse idriche, alla decarbonizzazione e all’elettrificazione dei consumi, mantenendo elevati standard qualitativi ed efficientamento delle operations.
In particolare, le iniziative del Gruppo nel ciclo idrico integrato si concentreranno sulla realizzazione di opere volte a garantire la sicurezza e la stabilità degli approvvigionamenti e sull’implementazione di soluzioni tecnologiche e digitali avanzate per garantire una maggiore resilienza ai fenomeni esogeni, sempre più frequenti e intensi, ottimizzando gli usi finali. L’applicazione di tecnologie innovative e di manutenzione predittiva permetteranno, ad esempio, di ridurre le perdite di rete, supportate dall’implementazione della distrettualizzazione e della bonifica della rete, oltre all’installazione entro il 2028 di oltre 640 mila smart meter. Inoltre, sono previste iniziative per l'adeguamento dei sistemi depurativi e fognari che consentiranno un miglior deflusso delle acque e la promozione del riutilizzo e della rigenerazione delle risorse a supporto della transizione ecologica.
Per quanto riguarda la distribuzione elettrica, l’incremento dell’elettrificazione dei consumi richiederà iniziative per assicurare affidabilità e flessibilità degli asset per una ulteriore qualità e continuità del servizio, come l’evoluzione delle reti elettriche per migliorare la gestione dell’energia e incrementare l’hosting capacity (+400 MW al 2028, +30% rispetto al 2023). Il rinnovamento degli asset abiliterà, inoltre, un’ancora migliore governo dell'elettrificazione attraverso l'automazione e lo sviluppo tecnologico, assicurati anche dalla diffusione degli smart metering 2G (464 mila installazioni al 2028).
Per favorire la decarbonizzazione della distribuzione del gas il Gruppo punterà sull’abilitazione delle reti a trasportare anche molecole verdi, come nel caso della sperimentazione in corso sulla rete di distribuzione cittadina di Castelfranco Emilia (Mo). Parallelamente, la multiutility si concentrerà anche su soluzioni innovative come l’installazione dei contatori intelligenti NexMeter gas brevettati dal Gruppo (523 mila al 2028), con funzioni di sicurezza avanzate in caso di fughe o terremoti e utilizzabili anche per miscele di metano e green gas, o come l’impianto power-to-gas di Bologna che permetterà di riutilizzare le acque depurate per produrre dapprima idrogeno rinnovabile e poi biometano, impiegando l’ossigeno di scarto per i processi depurativi.
Infine, tra gli asset abilitanti la transizione energetica dei territori serviti, il Gruppo ha incluso nella propria strategia l’ulteriore sviluppo del teleriscaldamento, per adeguare la rete di distribuzione e ottimizzare la gestione, rendendo i sistemi più efficienti e ridurre l’impronta carbonica del calore prodotto.
Nel campo dell'igiene urbana, grazie al recente rinnovo delle concessioni a lungo termine, si punta a migliorare ulteriormente l'efficienza e la completezza del servizio offerto al territorio, anche attraverso l'introduzione di nuovi dispositivi e infrastrutture innovative e il coinvolgimento attivo di cittadini e stakeholder. La validità di questa strategia è dimostrata dai risultati già ottenuti dal Gruppo, che ha raggiunto in anticipo gli obiettivi prefissati per il tasso di riciclo e la riduzione dei rifiuti destinati in discarica rispetto ai target comunitari: entro il 2028, la percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica scenderà sotto il 3%, rispetto al limite europeo fissato al 10%. Inoltre, il tasso di riciclo raggiungerà il 64% al 2028, superando l'obiettivo dell'UE del 60% previsto per il 2030, mentre il riciclo degli imballaggi si attesterà al 68%, rispetto al target UE del 70% al 2030.
La strategia industriale fin qui delineata proietta al 2028 un obiettivo per il margine operativo lordo di 1.700 milioni di euro. Si prevede altresì un’importante evoluzione del margine operativo lordo a valore condiviso, che nel 2028 supererà i 1.100 milioni di euro rispetto ai 776 milioni del 2023, raggiungendo il 66% del totale del Margine operativo lordo (Mol) di Gruppo, in linea con il target del 70% al 2030.
Il margine operativo lordo a valore condiviso è la porzione del margine operativo lordo del Gruppo generato da attività che generano valore condiviso nei tre ambiti definiti dal Gruppo (perseguire la neutralità di carbonio, rigenerare le risorse e chiudere il cerchio, abilitare la resilienza e innovare) e che contribuiscono a 11 dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
In arco Piano sono previsti 5,1 miliardi di euro di investimenti lordi, in crescita di oltre il 6% verso il precedente documento strategico e in aumento del 46% rispetto alle risorse investite nell’ultimo quinquennio consuntivato. Di questi, 500 milioni provengono dalle risorse dei fondi Pnrr e da contributi di altri istituti, mentre i restanti 4,6 miliardi di euro saranno direttamente finanziati dal Gruppo.
In termini di distribuzione per filiera, alle reti sarà dedicata oltre la metà degli investimenti (2,5 miliardi di euro) per garantire la resilienza e l’adattamento degli asset, confermandosi così come la filiera a maggiore intensità di capitale. Segue l’ambiente con il 24% del totale degli investimenti (1,1 miliardi di euro) e l’energia con il 21% del totale (1 miliardo di euro).
In linea con i dettami della disciplina europea, il Gruppo stima che 2,6 miliardi di euro dei propri investimenti operativi attesi (pari al 96% degli investimenti ammissibili) saranno allineati alla Tassonomia europea per progettualità sostenibili, potendo quindi accedere a pieno titolo agli strumenti agevolati di finanza sostenibile, con un beneficio anche in termini di costi finanziari.
L’importante impegno finanziario richiesto nel quinquennio per sostenere il piano investimenti a beneficio dello sviluppo industriale e per ampliare il perimetro con operazioni di crescita esterna, sarà finanziato da una significativa generazione di cassa da parte del Gruppo, che consentirà di mantenere in arco Piano la leva finanziaria al di sotto della soglia prudenziale del 3x (2,8x al 2028), riconfermando la solidità finanziaria. La robusta generazione di cassa ha consentito anche di rivedere al rialzo la curva prospettica dei dividendi, per arrivare a 17 centesimi di euro al 2028, in aumento del 21% rispetto all’ultima cedola pagata.
Per Hera la necessità di garantire qualità e continuità dei servizi essenziali in un contesto così mutevole e soggetto a un incremento dei rischi climatici, rappresenta un costo ma allo stesso tempo un’opportunità. Il necessario incremento degli investimenti per aumentare la resilienza dei propri asset pone il Gruppo, grazie alla sua solidità e capacità finanziaria, in una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti di minori dimensioni, che potrebbero incontrare maggiori difficoltà nell’affrontare tale mole di investimenti. Il rafforzamento delle competenze interne, inoltre, accompagnato da crescita per linee esterne e gare, consentirà di cogliere nel modo più efficace tutte le opportunità di sviluppo che si presenteranno.
Nel capitolo 1.07 Rendicontazione di sostenibilità sono rappresentate in modo ampio e articolato, secondo quanto previsto dalla Corporate sustainability reporting directive (Csrd), le azioni che il Gruppo promuove e intende promuovere rispetto ai temi della resilienza e dell’adattamento ai cambiamenti climatici, nonché obiettivi e metriche che guidano la strategia ambientale.
Capofila delle evoluzioni tecnologiche nei processi produttivi sono i progressi dell’industria chimica e dell’ingegneria, che interessano la filiera dell’ambiente (plastica in primis) o dell’energia (biocarburanti e biocombustibili), alla ricerca di soluzioni concrete che possono rivelarsi abilitanti nella sfida dell’adattamento al cambiamento climatico o nel contrasto al depauperamento del patrimonio di risorse naturali. Il Gruppo sfrutta strategicamente tali progressi al fine di individuare processi di riciclo delle plastiche complementari a quello meccanico e di rendere il processo efficace anche per le frazioni plastiche meno pure e meno pregiate. Gli stessi progressi consentono, ad esempio, di sperimentare soluzioni che utilizzano l’eccesso di energia elettrica rinnovabile (altrimenti inutilizzabile) per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno e convertirla poi in gas metano sintetico con l’addizione di carbonio (da CO2).
Hera si è dotata di una strategia di Gruppo per utilizzare al meglio tutte le informazioni disponibili e poter garantire elevata qualità e velocità nello scambio di flussi di dati. I principi che hanno guidato l’implementazione della strategia sono quelli di un approccio organizzativo per l’architettura dei dati, che si articola nell’organizzazione delle informazioni per domini, nello sviluppo secondo una strategia di prodotto, su una piattaforma tecnologica self-service e con l’adozione di un modello di governance federato.
Il modello di data strategy del Gruppo e le relative linee guida sono oggetto di percorsi di formazione dedicati alle singole unità aziendali, con lo scopo di diffondere il piano strategico su tutti i livelli. Al fine di aumentare la capacità di intercettare eventi anomali, le fonti dati utilizzate con la convergenza tra ambiente gestionale (applicativi) e industriale (impianti del Gruppo) devono essere continuamente estese. Le attività di vulnerability assessment su entrambi gli ambienti, finalizzate alla prevenzione di attacchi ai sistemi e agli impianti, sono fondamentali: a tal fine il modello prevede azioni e responsabilità distribuite e lo stesso sarà ulteriormente rafforzato in arco piano, mediante progetti volti all’incremento della capacità di monitoraggio e all’evoluzione degli strumenti di prevenzione.
Il dinamismo dei principali settori in cui opera il Gruppo, in un contesto di mercato e di regolamentazione caratterizzati da forte instabilità e scenari in continua evoluzione, richiede la capacità di evolvere in tempi rapidi nella sperimentazione di nuove soluzioni digitali e tecnologiche. Diventa quindi determinante costruire e consolidare processi agili di adozione e applicazione delle nuove tecnologie, per dare valore ad attività di open innovation in tempi utili alle strategie di adattamento e resilienza del Gruppo.
Lo sviluppo della data strategy è sempre più finalizzato a trasformare il Gruppo in un’azienda data driven, ove le decisioni guidate dai dati, valorizzati come asset aziendale e soggetti a una lettura etica e consapevole, evidenziano una crescente importanza della gestione del dato e delle risorse dedicate alla sua protezione.
L’evoluzione della tecnologia e della digitalizzazione, sollecitando uno sviluppo continuo delle competenze dei dipendenti e delle conseguenti esigenze formative, conferma come strategica la scelta del Gruppo di introdurre piattaforme cloud-based per l’incremento della produttività individuale e come principali strumenti di collaborazione, poiché la cooperazione tra uomo e tecnologia richiede una continua evoluzione del modo di lavorare. Sulla base di questo approccio sono state introdotte nei digital workplace, funzionalità evolute basate sull’Intelligenza artificiale generativa. Congiuntamente è stato avviato un programma di adozione che segue i dipendenti dalle prime fasi di conoscenza delle nuove funzionalità, fino a definire le best practice nell’uso dell’AI in suddetti applicativi e stimolare iniziative dei dipendenti per la creazione o scoperta di nuove applicazioni dell’AI nei processi di business.
Il Gruppo intende utilizzare i dati per generare valore per le persone e per il business; la progressiva digitalizzazione dei processi di gestione delle risorse umane, nonché la realizzazione dell'architettura di riferimento per l’integrazione di sistemi e dati disponibili in logica prescriptive analytics confermano tale intenzione.
Alla luce delle sfide e delle transizioni descritte, la strategia del Gruppo Hera sul capitale umano si fonda sulla seguente people value proposition: “vogliamo generare valore per le persone, l’azienda e la comunità, sviluppando approcci innovativi guidati dal nostro purpose e basati su responsabilità individuale, competenze, benessere e unicità delle persone”.
Dal contesto e dall’indirizzo strategico definito discendono cinque assi di sviluppo principali per la valorizzazione delle persone del Gruppo Hera:
Governance dei rischi
La struttura organizzativa adottata dal Gruppo Hera è orientata a preservare l’efficacia e la redditività della gestione lungo l’intera catena del valore e contemporaneamente consente di monitorare e gestire l’esposizione al rischio derivante dai propri business.
Il sistema di corporate governance adottato permette di indirizzare le strategie in modo unitario e coerente. Il principale organo manageriale di indirizzo, monitoraggio e informativa relativamente alle strategie di gestione dei rischi è il Comitato rischi. Accanto a esso, l’organo consiliare che ha il compito, in applicazione dell’articolo sette del Codice di Autodisciplina, di vigilare sulla funzionalità del sistema di controllo interno, sull’efficienza delle operazioni aziendali, sull’affidabilità dell’informazione finanziaria, nonché sul rispetto delle leggi e dei regolamenti e sulla salvaguardia del patrimonio aziendale, è il Comitato controllo e rischi. Tali organi, al fine di assicurare la massima coerenza alla strategia di gestione, si riuniscono periodicamente. Nel corso del 2024, il Comitato rischi si è riunito cinque volte e il Comitato controllo e rischi si è riunito nove volte.
Il Gruppo ha adottato un approccio di difesa dei rischi articolato su tre livelli, definendo un’opportuna separazione tra:
Il Comitato rischi definisce le linee guida generali per il processo di risk management, garantisce la mappatura e il monitoraggio dei rischi aziendali, assicura la definizione delle risk policy, definisce i protocolli informativi verso il Comitato controllo e rischi, la Direzione Internal Auditing e il Collegio sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione approva le risk policy e i parametri di misurazione, svolge un ruolo di indirizzo e di valutazione dell'adeguatezza del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Comitato controllo e rischi supporta il Consiglio di Amministrazione in merito alla definizione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi.
Il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato sovraintendono, per quanto di competenza, alla funzionalità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Il Vice Presidente sovraintende al coordinamento tra Comitato rischi e Comitato controllo e rischi, preservando il suo stato di indipendenza.
Si rappresenta di seguito l’architettura della risk governance:
Metodologia di gestione
Al fine di fornire al Consiglio di Amministrazione gli elementi utili alla valutazione della natura dei rischi aziendali e alla definizione del profilo di rischio del Gruppo, in particolare nel medio-lungo termine, Hera ha adottato il processo dell’Enterprise risk management (Erm). La definizione del profilo di rischio è esplicitata dallo stesso Consiglio di Amministrazione attraverso l’approvazione della Group risk management policy e dei limiti di rischio in essa definiti.
Il risk management framework è declinato attraverso tre elementi fondamentali:
In data 26 febbraio 2025 è stato presentato al Consiglio di Amministrazione il decimo report Enterprise risk management relativo al piano industriale 2025-2028. Nel corso del 2024 l’analisi Erm ha realizzato ulteriori approfondimenti e affinamenti metodologici, volti ad integrare nel modello dei rischi di Gruppo i rischi Esg, per una loro migliore intelligibilità. L’analisi Erm non ha evidenziato, al tempo stesso, rischi in area critica né per impatto reputazionale né economico-finanziario.
Nell’area dei rischi rilevanti, rispetto all’anno precedente, non vengono rilevati nuovi rischi, mentre non è più compreso lo scenario dei potenziali impatti derivanti dal downgrading del rating, grazie a una struttura finanziaria in linea con le prospettive di crescita del Piano.
Nella stessa area, si confermano il rischio con impatto reputazionale derivante da possibili procedimenti di organi di vigilanza/regolazione/indagine, generati dai gradi di discrezionalità sull’avvio di procedure di verifica/indagine, in presenza di orientamenti interpretativi non univoci (pur in presenza di comportamenti del Gruppo sempre conformi alle disposizioni di legge) e quello economico-finanziario derivante da eventi sismici ad alta intensità relativi alle reti.
Il rischio derivante dalla possibilità di incendi a impianti di trattamento e recupero dei rifiuti, pur essendo confermato, ha impatti trascurabili in termini di conseguenze sui risultati di Gruppo e nulli per l’ambiente e la continuità operativa. A causa della crescente sensibilità sociale sul tema, tali eventi possono tuttavia determinare conseguenze reputazionali significative in ragione del rischio percepito.
Nell’ambito di un processo di continuo sviluppo e affinamento del proprio sistema di controllo e gestione del rischio, le società del Gruppo di dimensione più rilevante hanno adottato un modello di tax control framework, al fine di consentire la rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, inteso come rischio di incorrere in violazione di norme tributarie o contrasto con principi e finalità dell’ordinamento.
Il Gruppo, in particolare, si è dotato di una strategia fiscale che declina i principi per la gestione della variabile fiscale e le linee strategiche volte ad assicurare il rispetto delle norme, nonché di processi e procedure a mitigazione del rischio fiscale, prevedendo una escalation decisionale correlata alla magnitudine del rischio.
Il Consiglio di Amministrazione visiona annualmente la relazione sull’andamento della gestione del rischio fiscale ed è l’organo aziendale deputato ad assumere le decisioni finali in presenza delle fattispecie che presentano il più elevato profilo di rischio per effetto di incertezza nell’interpretazione normativa.
Ambiti di rischio: identificazione e gestione dei fattori di rischio
I rischi esistenti ed emergenti con cui Hera si deve confrontare appartengono a diverse tipologie: si tratta, in particolare, di rischi derivanti dall’evoluzione dei contesti economico e finanziario, di business (regolatorio e competitivo), ambientale, tecnologico e del capitale umano, declinati con una sempre maggior attenzione al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 1.01 “Trend di contesto, approccio strategico e politiche di gestione del Gruppo” è riportata un’analisi puntuale dei fattori che costituiscono alcuni dei presupposti fondamentali per l’identificazione di questi rischi.
Per mitigare l’esposizione ai rischi, introdurre misure di ottimizzazione (anche tecnologica e di efficientamento) delle strutture attuali e sviluppare una pianificazione strategica che dia risposte coerenti, Hera svolge le specifiche attività di analisi, misurazione, monitoraggio e gestione che sono descritte nel prosieguo.
Ambito economico-finanziario
Identificazione del rischio prezzo commodity
Il Gruppo opera in maniera integrata nella filiera di approvvigionamento e vendita di elettricità e gas nei diversi stadi della catena del valore. Hera, pertanto, è esposta ai rischi derivanti dalla volatilità dei mercati energetici, mitigabili da una valutazione integrata degli stessi e delle relative strategie di gestione. I rischi del mercato energetico sono concentrati nella Direzione Centrale Mercato, responsabile delle attività di acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Gestione del rischio prezzo commodity
Con l’intento di uniformare l’approccio al rischio delle varie strutture aziendali coinvolte e con l’obiettivo di ottimizzare il ricorso al mercato per le operazioni di copertura, il Gruppo si è dotato di specifiche policy volte a definire linee guida e modalità operative del processo di controllo e gestione del rischio energetico. Hera ha strutturato i processi per una efficace gestione delle attività di procurement e di hedging, con elevata focalizzazione delle competenze.
L’approccio adottato dal Gruppo prevede un’unica interfaccia per la gestione del rischio verso il mercato energetico rappresentata dalla società Hera Trading.
Una gestione unitaria dei rischi nel rispetto delle policy assegnate consente vantaggi in termini di raggiungimento di livelli di copertura più elevati, ottimizzazione dei costi per il minor ricorso al mercato e maggiore flessibilità nella strutturazione del procurement e dell’offerta ai clienti.
Identificazione dei rischi relativi al mercato del debito
L’ambito economico-finanziario, oltre a essere caratterizzato dalla fluttuazione dei prezzi di energia e commodity, può presentare scenari diversi per effetto delle variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio, del credit spread e per effetto di possibili crisi di liquidità. Tali fluttuazioni possono avere impatti sui risultati di Gruppo, sulla futura crescita delle linee di business e sugli investimenti strategici (ad esempio a causa di costi di rifinanziamento elevati).
Il Gruppo potrebbe non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento in conseguenza delle difficoltà nel reperire nuovi fondi, oppure potrebbe essere in grado di farlo solo a condizioni economiche sfavorevoli, a causa dell’impossibilità di liquidare attività sul mercato o della mutata percezione della sua rischiosità.
Tra i fattori che definiscono tale rischiosità percepita, il merito creditizio assegnato a Hera dalle agenzie di rating riveste un ruolo determinante, poiché influenza la possibilità di accedere alle fonti di finanziamento e le relative condizioni economiche.
La struttura dell’indebitamento del Gruppo non è soggetta a covenant finanziari sulle posizioni debitorie. Si prevede un rimborso anticipato obbligatorio del debito solo in caso si verifichi il cambiamento significativo dell’assetto di controllo del Gruppo (change of control), o la revoca di una concessione che abbia un peso rilevante per il Gruppo (concession event) o la cessazione di un business rilevante (sale of assets event) che comporti un downgrade del Gruppo ad un livello sub-investment grade o la cessazione della pubblicazione del rating da parte di almeno un’Agenzia di rating.
Gestione dei rischi relativi al mercato del debito
La gestione finanziaria di Hera è accentrata nella Direzione Centrale Amministrazione, Finanza e Controllo, che mira a mantenere un adeguato bilanciamento delle scadenze delle poste dell'attivo e del passivo, correlando gli impieghi a coerenti fonti di finanziamento in termini di durata e modalità di rimborso, tenendo conto delle necessità di rifinanziamento dell’attuale struttura di debito.
Al fine di rispettare gli impegni di medio e lungo termine, Hera persegue una strategia che prevede una struttura diversificata delle fonti di finanziamento e un profilo di scadenze equilibrato, monitorando costantemente gli indicatori del rating e la disponibilità di linee di credito a lungo termine. Tale strategia è ritenuta efficace nel minimizzare il rischio di liquidità anche in caso di scenari particolarmente critici. I debiti finanziari del Gruppo sono per circa l’87% a medio- lungo termine (di cui il 44% oltre i cinque anni) e di questi il 74% è rappresentato da bond con rimborso a scadenza. Si rimanda alla nota 19 Passività finanziarie del bilancio consolidato per maggiori dettagli in termini di worst-case scenario.
Le azioni e le strategie del Gruppo, inoltre, sono particolarmente attente e indirizzate a garantire il mantenimento di un adeguato livello di rating, come emerge dal rating BBB+, con outlook stabile, confermato da S&P, o dal rating Baa2 outlook stabile confermato da Moody’s.
I processi di controllo e gestione dei rischi finanziari si basano su un attento monitoraggio degli indicatori finanziari del Gruppo, nonché su una costante presenza nei mercati di riferimento al fine di minimizzare l’impatto della volatilità di tassi e spread per garantire un efficiente servizio del debito. Il Gruppo si avvale, inoltre, di strumenti finanziari derivati, ove necessario, per ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni dei tassi di interesse e dei tassi di cambio.
Al 31 dicembre 2024, il Gruppo presenta un’esposizione al rischio di variazione dei tassi pari al 3,3%, mentre il restante 96,7% del debito è a tasso fisso.
L’aumento dell’1% del tasso di interesse di riferimento per la quota di debito a tasso variabile in essere al 31 dicembre 2024, rispetto a quanto assunto nello scenario tassi di previsione per il piano industriale al 2028, determinerebbe un aumento medio degli oneri finanziari pari a circa 0,8 milioni di euro medi annui.
Identificazione dei rischi da controparte
Hera opera con controparti che potrebbero essere incapaci di adempiere agli obblighi assunti, sia nel rispetto delle condizioni economiche che nell’esecuzione delle previsioni contrattuali (delivery del bene o servizio). ll rischio credito, inoltre, incide in modo trasversale soprattutto negli ambiti ove l’attività commerciale è presente: vendita di commodity energetiche e servizi, attività di trattamento rifiuti e servizi di telecomunicazione.
Gestione dei rischi da controparte
Hera si è dotata di uno strutturato processo di origination, formalizzato in specifiche procedure di gestione del rischio credito; tale processo consente un’adeguata selezione delle controparti mediante credit check e, ove opportuno, richieste di garanzie. Viene, inoltre, svolto un costante monitoraggio delle posizioni verso le controparti, prevedendo articolate azioni proattive nella gestione delle stesse, che possono anche comportare il trasferimento esterno del rischio mediante cessione del credito.
Le perdite attese sono costantemente stimate e monitorate: il Gruppo utilizza misure di probabilità di default, exposure at default e loss given default sviluppate sulle proprie serie storiche, sul comportamento di pagamento dei clienti e sulla base dei processi del credito vigenti. Al fine di testare la tenuta dei modelli, vengono utilizzate sia informazioni interne che esterne, le quali possono svolgere una funzione di benchmark sull’evoluzione del contesto macroeconomico.
Nell’esercizio 2024, la stima dell’unpaid ratio a 24 mesi relativo al fatturato emesso nel 2023 dalle principali società di vendita del Gruppo è pari a 0,72%.
Ambito di business e regolatorio
Identificazione del rischio di natura competitiva ed economica
Nell’ambito del mercato finale di riferimento, che è prevalentemente quello italiano, il contesto economico e geopolitico, la volatilità dei prezzi dell’energia e di altre materie prime, nonché le difficoltà connesse alle catene logistiche globali, concorrono a esercitare una pressione sui margini di vendita che, sommata alla maggiore concorrenza sul mercato libero, può impattare sulla redditività del Gruppo.
La difficoltà nel prevedere i volumi a copertura dei fabbisogni del portafoglio di vendita, in continua evoluzione anche per effetto del contenimento dei consumi e dell’efficientamento del settore, potrebbe inoltre richiedere a Hera di acquistare o vendere energia supplementare a condizioni potenzialmente sfavorevoli.
La potenziale riduzione della produzione di rifiuti, correlata al contesto economico, dagli orientamenti normativi europei e nazionali e da rinnovate tendenze comportamentali dei clienti, unita all’eventuale indisponibilità di infrastrutture di trattamento e recupero, potrebbe inficiare la capacità del Gruppo di perseguire gli obiettivi prefissati. I rischi del business ambiente relativi alla direzione del parco impiantistico sono concentrati in Herambiente Spa.
Gestione del rischio di natura competitiva ed economica
Il Gruppo conserva un elevato grado di flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, parallelamente allo sviluppo delle attività di copertura, minimizzando l’esposizione ai rischi operativi della generazione elettrica, consentendo un allineamento al mercato e massimizzando il natural hedging.
Nelle attività di gestione e trattamento dei rifiuti, la diversificata dotazione impiantistica del Gruppo è caratterizzata da tecnologie all’avanguardia e performanti in termini di impatto ambientale, che fino a oggi hanno permesso di conseguire gli obiettivi strategici assegnati. L’attuazione della strategia in tema di circolarità – ad esempio mediante il processo di riciclo di materiali polimerici svolto da Aliplast Spa – e lo sviluppo delle linee di riciclo verso ulteriori tipologie di plastiche, permettono inoltre di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione della normativa europea.
Il portafoglio del Gruppo accoglie business a mercato libero, che assumono un peso progressivamente crescente e contribuiscono in misura rilevante ai risultati economici, ma espongono al tempo stesso a una crescente pressione competitiva. Il Gruppo affronta la sfida della competizione attraverso la continua innovazione dell’offerta commerciale e la tempestiva proposizione della stessa, aumentando la sua presenza e la base clienti sul mercato libero e mirando ad assicurare la soddisfazione delle aspettative in termini di gamma e qualità del servizio.
Le analisi del rischio derivanti da variazioni di contesto economico (Pil e inflazione) e dalle condizioni del mercato dell’energia (prezzo del gas e dell’energia elettrica) consentono di quantificare la sensibilità del Mol di Gruppo rispetto alla variazione delle grandezze economico-finanziarie primarie.
In particolare, la riduzione dell’1% di Pil rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale, determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 3,7 milioni di euro.
La riduzione dell’1% del tasso di inflazione rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa a 8 milioni di euro (mercato regolato). L’aumento di 1 euro/MWh del prezzo del gas e conseguente aumento di 2 euro/MWh dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 1 milioni di euro, impatto previsto in diminuzione in considerazione dell’intervento regolatorio dell’Arera sul business del teleriscaldamento.
Identificazione del rischio di natura regolatoria
Hera svolge parte della sua attività in un mercato regolato, pertanto il suo operato è influenzato dagli interventi normativi delle autorità di settore e del legislatore (in particolare su tariffe e struttura di mercato), dalle concessioni messe a gara dalle autorità locali (nel caso di attività regolate relative ai servizi di raccolta dei rifiuti, distribuzione di gas, servizio idrico integrato e illuminazione pubblica) e nazionali (nel caso di distribuzione di energia elettrica), nonché dagli impatti attesi da mutamenti della struttura del mercato e dalla sua liberalizzazione, dall’evoluzione della domanda e dell'offerta nei settori energia e ambiente.
I periodici aggiornamenti del quadro normativo e regolamentare pertanto, sia a livello nazionale che europeo, possono avere un impatto rilevante nei settori in cui Hera svolge la propria attività, influenzandone conseguentemente la redditività.
I rischi regolamentari sui business a rete (ciclo idrico, distribuzione gas, energia elettrica e teleriscaldamento), sul business igiene urbana e relativo trattamento dei rifiuti, si manifestano nell’introduzione o nella modifica di prescrizioni di natura economica, organizzativa e informatica cui Hera è tenuta a adempiere, nonché su possibili variazioni di assetti di mercato da essi indotti.
Le gare per la distribuzione di gas, servizio idrico integrato e raccolta e spazzamento programmate in arco piano determinano un rischio di perdita di alcuni degli ambiti attualmente gestiti, specie in presenza di contesti competitivi significativi, solo parzialmente mitigato dall’indennizzo della quota di capitale investito non ancora ammortizzato.
Gestione dei rischi di natura regolatoria
Il Gruppo si è dotato di una struttura organizzativa che gestisce i rapporti con le autorità nazionali e locali, svolgendo un’ampia attività di interlocuzione con i soggetti istituzionali, partecipando attivamente ai gruppi di lavoro istituiti dalle autorità e adottando un approccio di trasparenza, collaborazione e proattività verso eventuali situazioni di instabilità dell’assetto regolatorio.
Il Gruppo opera valorizzando la propria capacità tecnica e la propria efficienza di gestione. L’attenzione di Hera verso la qualità dei servizi, l’efficienza dei costi e le soluzioni innovative rappresenta, infatti, una leva competitiva in occasione delle gare per i servizi di distribuzione di gas, servizio idrico integrato e per i servizi di raccolta e spazzamento.
Identificazione dei rischi di natura strategica
I rischi strategici riguardano la pianificazione di lungo termine, la sostenibilità finanziaria, la partecipazione a iniziative di valenza strategica e le decisioni di investimento; tale tipologia di rischi incide sul grado di solidità dei risultati declinati per le varie filiere e unità di business. La capacità del Gruppo di raggiungere i propri obiettivi strategici, inoltre, potrebbe essere compromessa nel caso non si riuscissero a mantenere od ottenere le necessarie licenze, le autorizzazioni e i permessi per il regolare svolgimento delle attività.
La realizzazione dei risultati pianificati è pertanto condizionata dai differenti rischi endogeni ed esogeni opportunamente simulati, misurati e controllati.
Gestione dei rischi di natura strategica
Hera ha sviluppato un modello strutturato di analisi del rischio strategico volto a misurare la solidità del piano industriale a molteplici scenari di rischio avversi, contribuendo alla rappresentazione integrata dei rischi in logica enterprise wide. Grazie a tale modello è possibile effettuare analisi di scenario, stress testing e what if delle ipotesi di piano, attraverso un’adeguata analisi dei fattori di rischio e delle variabili a essi collegate, consentendo una valutazione opportuna del livello di rischiosità delle varie filiere di business.
Hera presidia costantemente i processi autorizzativi e partecipa proattivamente ai tavoli di lavoro per l’ottenimento di permessi, licenze e autorizzazioni, affinché venga meno la possibilità di compromettere il regolare svolgimento della propria attività.
Ambiti climatico-ambientale, tecnologico e del capitale umano
Eventi sismici, atmosferici e altri eventi climatici possono impattare le performance del Gruppo. Hera intende proseguire le attività di valorizzazione delle proprie risorse garantendone la preservazione e lo sviluppo, allo scopo di continuare a goderne i benefici in futuro.
I rischi di natura fisica e transizionale correlati ai cambiamenti climatici, nonché gli incidenti alla dotazione impiantistica, possono generare potenziali danni all’ambiente; pertanto, l’implementazione a livello operativo e strategico delle migliori pratiche di gestione dei rischi e delle opportunità relative ai cambiamenti climatici rappresentano un obiettivo fondamentale per il Gruppo.
I rischi derivanti da crimini informatici (cybercrime), che Hera valuta anche in termini di impatto sulla continuità del servizio, permangono particolarmente attenzionati.
Dal momento che gli incidenti possono comportare altresì un rischio per i diritti e le libertà delle persone, ovvero possono cagionare un danno fisico, materiale o immateriale, le policy del Gruppo circa i parametri e i valori di soglia di accettabilità sono condivise sul portale web aziendale.
L’approccio di gestione del rischio è articolato in funzione degli specifici ambiti in cui i rischi ambientali, tecnologici e del capitale umano si manifestano.
Identificazione dei rischi ambientali-catastrofali
Hera, pur consapevole della necessità di preservare le risorse naturali, le utilizza per assicurare servizi essenziali ai clienti. Le attività del Gruppo, a loro volta, impiegano risorse ambientali, idriche e di carbonio, pertanto le iniziative di mitigazione e adattamento, volte a ridurre i rischi ambientali-catastrofali, risultano sempre più cogenti.
Coerentemente con l’obiettivo sfidante di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto al livello corrente indicato dagli organismi internazionali, sono stati identificati gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le attività del Gruppo. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo seguente di “Identificazione dei rischi da cambiamento climatico”.
Con riferimento agli standard ambientali che Hera deve assicurare nello svolgimento dei propri business, le attività del Gruppo sono sottoposte a diverse norme e regolamenti, tra i quali quelli relativi alle emissioni di CO2, alle emissioni di altre sostanze prodotte da combustione, agli scarichi idrici e alla gestione dei rifiuti pericolosi e solidi. Il mancato rispetto dei limiti relativi alla CO2 favorisce i cambiamenti climatici, mentre il mancato rispetto dei limiti di legge relativamente agli altri aspetti ambientali determina un peggioramento delle condizioni ambientali medesime, oltre a esporre il Gruppo a sanzioni.
La scarsità di risorse idriche o la possibile contaminazione delle relative riserve possono influenzare la regolare fornitura di acqua e provocare interruzioni dei servizi o danni rilevanti, sia di natura ambientale che di impatto economico e sociale, accrescendo anche lo stress idrico cui le risorse naturali, al fine di soddisfare la domanda di acqua, sono già costitutivamente sottoposte.
Si segnalano, inoltre, i rischi relativi all’impatto indotto sul Gruppo dalla variabilità delle condizioni meteorologiche sulla domanda di energia elettrica e gas derivante dai diversi scenari.
Gestione dei rischi ambientali-catastrofali
Gli investimenti diretti alla prevenzione e alla riduzione della frequenza degli eventi dannosi, nonché quelli che consentono di ottenere misure di mitigazione per la riduzione della loro severità, assumono un ruolo fondamentale.
L’impegno del Gruppo nel ridurre la produzione di anidride carbonica è rappresentato nella rendicontazione delle proprie performance e dei propri impegni nei confronti del cambiamento climatico, nei progetti attivati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, per ridurre i consumi energetici e per fornire ai clienti opportunità finalizzate a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Il Gruppo è impegnato a contribuire alla mitigazione dei rischi ambientali ottemperando agli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore e dalle Nazioni Unite, proseguendo nel miglioramento continuo del parco produttivo e incentivando forme virtuose e responsabili di consumo da parte dei clienti. I fabbisogni elettrici per il funzionamento dei siti produttivi del Gruppo sono soddisfatti interamente mediante energia da fonte rinnovabile. In relazione alle conseguenze di eventi estremi per i quali è attesa una crescente frequenza di accadimento, quale possibile conseguenza dei cambiamenti climatici, Hera ha provveduto a sviluppare importanti azioni.
Hera si è dotata di un adeguato sistema di controllo ambientale, sia per quanto attiene la governance dei processi di certificazione ambientale e relativi audit, sia per ciò che riguarda la gestione operativa di controlli e rilevazioni. Il Gruppo riesce a far fronte ai rischi ambientali mediante una continua attività di monitoraggio dei potenziali fattori di inquinamento, assicurando trasparenza nelle rilevazioni, nonché tramite significativi investimenti in impianti tecnologici per garantire una qualità dell’aria e dell’acqua costantemente migliore di quanto richiesto dai limiti di legge. Hera, inoltre, in coerenza con la propria strategia di economia circolare, ha già effettuato (e prosegue nella pianificazione di medio-lungo termine) investimenti in impianti di selezione, recupero e compostaggio, incrementando la quota di rifiuti trattati e al contempo riducendo il ricorso alle discariche, riuscendo ad anticipare quanto previsto dalle norme europee e nazionali.
La riduzione dell’impronta idrica viene perseguita attraverso il sistema di water management, volto a promuovere una gestione sostenibile della risorsa sia all’interno delle attività svolte dal Gruppo (attraverso il contrasto delle perdite di rete, la riduzione dei consumi diffusi, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi e il lavaggio dei mezzi) sia all’esterno (con il controllo dei consumi domestici e l’offerta di consigli e soluzioni per ottimizzarli, il supporto di soluzioni tecnologiche per il cliente idroesigente e il servizio di supporto alla realizzazione di impianti di trattamento per il riuso/recupero dell’acqua). L’implementazione del servizio idrico integrato dei water safety plan consente, inoltre, un approccio alla gestione della qualità della risorsa idrica basato su valutazione e gestione dei rischi, quindi su prevenzione e controllo.
Per una disanima più approfondita di tutte le iniziative realizzate dal Gruppo per la gestione dei rischi ambientali, si rimanda alla sezione 1.07.01 della “Rendicontazione di sostenibilità”.
Relativamente al rischio derivante dalla variabile meteorologica, il Gruppo dispone di adeguati strumenti di previsione della domanda energetica tali da consentire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle fonti disponibili. Inoltre, è dotato di adeguata flessibilità nelle fonti di approvvigionamento di commodity energetiche, che ne assicurano la disponibilità a condizioni di mercato. L’aumento di un grado di temperatura media invernale rispetto a quanto assunto nello scenario di piano industriale determinerebbe una diminuzione media annua di Mol pari a circa 15 milioni di euro.
Identificazione dei rischi da cambiamento climatico
Gli scenari di rischio da climate change, fisici e transizionali, rilevanti per le proprie attività, sono stati declinati in funzione delle potenziali conseguenze sui business e sono stati oggetto di ulteriori valutazioni di impatto e di mitigazione, in relazione alla loro materialità (fenomeni meteorologici estremi quali alluvioni e siccità nonché rischi per la salute e per l’economia sono alcuni esempi).
L’analisi di scenario in ambito climatologico è una metodologia per testare la resilienza dei piani industriali in base a diverse assunzioni di sviluppi futuri. Hera ha selezionato i due scenari più rilevanti, in particolare, lo scenario di transizione IEA ETP 2DS prodotto dall’International energy agency, scelto come scenario climatico ambizioso, prospetta un’evoluzione futura caratterizzata da forti processi di decarbonizzazione per mantenere l’incremento delle temperature al di sotto di 2 °C: tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi di transizione.
Lo scenario fisico IPCC RCP 8.5, scelto come scenario pessimista, prospetta invece una traiettoria business-as-usual e un conseguente forte incremento della temperatura (circa 4 °C): tale scenario è stato assunto per l’individuazione dei rischi fisici.
I suddetti scenari hanno consentito di individuare otto rischi fisici e otto rischi di transizione, associati a relativi impatti sul business. Per maggiori dettagli metodologici si rimanda al paragrafo “L’analisi dei rischi climatici basata sulle Raccomandazioni TCFD” riportato nel capitolo 1.07 della presente relazione.
Al fine di valutare potenziali impatti sugli asset del Gruppo derivanti da fenomeni estremi correlati alle dinamiche del cambiamento climatico, nel 2022 è stata portata a termine l’analisi di rischio da allagamento, con proiezione temporale sul medio-lungo termine. Le attività di valutazione dei rischi stanno inoltre proseguendo con gli opportuni livelli di approfondimento, specie con riferimento ai rischi di transizione e alla loro modellizzazione. In base alle attuali analisi non si riscontrano rischi che possano determinare la necessità di apportare svalutazioni agli asset del Gruppo.
Per le valutazioni relative ai potenziali effetti in termini di impairment test, specificatamente in relazione al consumo del gas, si rimanda alla nota 25 del bilancio consolidato al capitolo 2.02 “Note esplicative”.
Gestione dei rischi da cambiamento climatico
Hera ha avviato una serie di iniziative con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e contemporaneamente ridurre la propria impronta di carbonio. A ciascun rischio è stata associata una o più modalità di gestione: sono state individuate 21 modalità di gestione per i rischi fisici e 13 per i rischi di transizione; alcune delle conseguenti azioni sono già state integrate negli investimenti effettuati, nonché riflesse nel piano industriale. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo 1.07.01, in particolare all’analisi dei rischi climatici basata sulle raccomandazioni TCFD. Gli investimenti e le azioni di mitigazione e adattamento ad oggi pianificati, orientati alla transizione energetica verso la carbon neutrality e alla transizione ambientale verso l’economia circolare, nonché per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, fanno ormai parte del modus operandi del Gruppo e sono spesso realizzati in anticipo rispetto alle tempistiche stimate alla luce dei risultati positivi del Gruppo.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Le esternalità negative che vengono generate da eventi eccezionali, nonostante attente pianificazioni e coperture assicurative, possono compromettere la continuità dei business e accrescere il fabbisogno finanziario per il ripristino della regolare operatività. L’erogazione dei servizi di pubblica utilità richiede pertanto lo svolgimento sia di attività preventive che di azioni per contrastare interruzioni, ritardi di servizio o livelli di servizio non adeguati. Tra i rischi in ambito tecnologico si annoverano la sicurezza operativa delle reti di distribuzione (fluidi ed elettricità), la sicurezza logica delle informazioni, la sicurezza delle reti di comunicazione e dei sistemi informativi e l’affidabilità dei sistemi di telecontrollo. Le principali minacce per i sistemi on permise (ospitati presso i data center aziendali) oppure in cloud comprendono il furto di identità, il phishing mirato a prendere il controllo di un personal computer per poi attaccare i sistemi centrali, gli attacchi sui servizi esposti, quali ad esempio i siti web pubblici.
La sicurezza delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate dall’azienda dipende dalle modalità con cui sono gestite e dalle risorse umane e tecnologiche coinvolte. La perdita di riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni aziendali, sia che si tratti di informazioni critiche per il business che di informazioni personali (ovvero qualsiasi dato relativo a persone fisiche, come meglio definito dal Regolamento europeo GDPR e dal codice della privacy D.Lgs. 196/03) potrebbero causare serie perdite finanziarie con conseguente perdita di immagine sul mercato. È stata portata a termine una business impact analysis su tutti i sistemi Ict in uso nel Gruppo e annualmente viene effettuata una security risk analysis per l’identificazione e la valutazione del rischio attraverso la metodologia basata su un framework che considera le tre dimensioni di sicurezza: disponibilità, integrità e riservatezza.
Gestione dei rischi sulla sicurezza operativa e Ict
Il principale servizio per la gestione dei rischi operativi è il monitoraggio centralizzato delle reti (telecontrollo fluidi e rete elettrica) che permette una costante attività di monitoraggio e supervisione delle stesse in tempo reale e, in alcuni ambiti, la gestione da remoto. In termini operativi il monitoraggio centralizzato consente di segnalare con tempestività potenziali fattori critici alle strutture tecniche del pronto intervento e, ove possibile, di intervenire direttamente a risoluzione della potenziale criticità. Tali sistemi hanno avuto modo di essere applicati in molteplici situazioni, consentendo il ripristino del servizio in tempi adeguati e garantendo adeguata resilienza ai servizi offerti.
Con riferimento alla cybersecurity, è attivo il Security operation center (Soc) di Gruppo, cioè il servizio centralizzato di monitoraggio in tempo reale degli eventi che interessano i sistemi informatici, le infrastrutture IT, e gli ambiti industriali (OT). In termini operativi il servizio funziona attraverso l'utilizzo di sonde hardware e agenti software, e vede un continuo aumento delle segnalazioni provenienti sia da fattori esterni (continuo aumento degli attacchi e del loro livello di sofisticazione), sia dall'aumento del perimetro analizzato dovuto all'incremento dei sistemi informatici e industriali afferenti al Gruppo. Il servizio è in continuo sviluppo in termini di nuove regole di correlazione e regolazione delle regole in essere, per contrastare i falsi positivi e non perdere di efficacia nell'individuazione degli eventi anomali nei primi stadi delle possibili catene di compromissione. Oltre al servizio del Soc, come ogni anno, sono proseguite le attività di vulnerability asessment per valutare continuamente il livello di penetrabilità dei sistemi esposti e di sicurezza delle reti, attraverso l'analisi del perimetro di Gruppo esposto su Internet. Con riferimento al rischio del fattore umano, sono proseguite le campagne di incremento della consapevolezza rivolte a tutti i dipendenti del Gruppo, oltre alle simulazioni periodiche di ethical phising e alle esercitazioni tecniche rivolte agli specialisti informatici. Nel corso del 2024 è proseguita l’attuazione di interventi finalizzati a garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei sistemi Hera. A titolo esemplificativo, nel contesto degli impianti industriali, è proseguito lo sviluppo del modello di monitoraggio convergente della cyber security tra ambiti It (information technology) e Ot (operation technology). Al fine di intercettare eventuali vulnerabilità presenti su sistemi o applicazioni che potrebbero essere sfruttate da un attaccante sono proseguite le attività di vulnerability assessment anche per l'ambito degli impianti industriali.
Identificazione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Le persone e i relativi comportamenti influenzano in modo sempre più rilevante l’efficacia delle strategie aziendali. La tutela delle persone resta pertanto elemento cardine, sia in termini di salute e sicurezza sul lavoro che in termini di protezione sociale. Le esigenze e i bisogni emergenti di tutti i dipendenti sono pertanto oggetto di continua attenzione del Gruppo.
Il procedimento di Hera strutturato per l’identificazione dei pericoli e della relativa valutazione dei rischi in ambito salute e sicurezza permea sull’analisi dei ruoli, delle attività lavorative, dei processi, dei luoghi di lavoro, delle attrezzature, dei mezzi, degli impianti e delle sostanze utilizzate. Con riferimento alla specificità del proprio business e alla sua presenza territoriale, il Gruppo ha integrato nelle proprie valutazioni dei rischi in logica Enterprise risk management.
Le misure di mitigazione dei rischi adottate e l’efficacia della loro implementazione sono periodicamente monitorate e riesaminate. A tal proposito è stata sviluppata una check-list di controllo specifica per il monitoraggio periodico dei comportamenti del personale da parte dei responsabili delle varie unità organizzative.
Con lo scopo di identificare, misurare e monitorare i rischi che minacciano gli asset del Gruppo e la continuità della erogazione dei servizi essenziali, è stato implementato un modello di valutazione dei rischi per la sicurezza fisica degli asset. Questo modello si pone l’obiettivo di prevenire e mitigare le minacce e gli impatti causati da eventi (dolosi, colposi o accidentali) quali ad esempio incendi, furti, atti di sabotaggio/vandalismo, atti terroristici.
Gestione dei rischi sulla sicurezza e sullo sviluppo delle persone
Al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e mitigare il rischio di infortuni, il Gruppo è impegnato costantemente verso iniziative finalizzate a un più efficace monitoraggio e miglioramento dei processi di protezione e prevenzione in tema di sicurezza, volti alla riduzione della frequenza e della gravità degli incidenti.
Le misure di prevenzione e protezione messe in atto dal Gruppo hanno l’obiettivo di minimizzare la probabilità di accadimento di un evento sfavorevole, ovvero la gravità delle conseguenze a seguito dell’evento.
Per maggiori dettagli metodologici si rimanda alla sezione dedicata ai “Lavoratori nella catena del valore” del paragrafo 1.07.03 "Informazioni sociali".
Nel 2024 il Gruppo Hera continua il suo percorso di crescita, sia sotto l’aspetto economico che degli investimenti realizzati. Sotto il profilo economico il margine operativo lordo adjusted è pari a 1.587,6 milioni di euro in aumento del 6,2%; il margine operativo netto adjusted è in crescita del 12,0%, e l’utile netto adjusted è in crescita del 28,5%. Anche dal punto di vista degli investimenti, si segnala una crescita pari al 4,2% rispetto al 2023, a riprova dell’attenzione continua del Gruppo alla crescita, alla valorizzazione e al rafforzamento della resilienza degli asset gestiti. Dal punto di vista finanziario si conferma una struttura patrimoniale solida: il rapporto NetDebt/Ebitda adjusted si attesta a un valore pari a 2,5x, il Roi adjusted raggiunge il 10,4% e il Roe adjusted il 12,2%.
I risultati del 2024 si collocano all’interno di uno scenario esterno che ha evidenziato andamenti meno volatili dei prezzi delle commodities energetiche, riportando il Gruppo Hera ad operare in un contesto di mercato più stabile anche se non ancora ai livelli pre-crisi.
Le performance consuntivate sono sempre guidate dalla strategia multibusiness, bilanciata tra attività regolamentate e a libero mercato, con l’attenzione verso la sostenibilità e l’economia circolare. Il Gruppo Hera persegue questo modello sia nella crescita organica che nelle opportunità offerte dal mercato attraverso lo sviluppo per linee esterne, con l’obiettivo di fornire ai clienti soluzioni innovative, competitive e sempre più complete.
In particolare, si segnala che nel 2024 il Gruppo Hera ha continuato ad ampliare il proprio perimetro societario soprattutto nell’area ambiente mediante l'acquisto del 70% di TRS Ecology Srl, società che gestisce una piattaforma polifunzionale per il trattamento di rifiuti speciali a Caorso (Pc). Si tratta di un’importante realtà focalizzata sul trattamento e recupero dei rifiuti industriali, e che conta un parco di circa 2.700 clienti. Sulla tematica appena evidenziata si daranno informazioni dettagliate nel paragrafo 1.06.04.
Si segnala l’aggiudicazione a Hera Comm Spa di sette lotti nella gara nazionale indetta dall’Acquirente Unico per il Servizio a Tutele Graduali dei clienti domestici non vulnerabili, determinando l’ingresso nel portafoglio della multiutility, dal 1° luglio 2024, di oltre 1 milione di nuovi clienti elettrici. Sulla tematica appena evidenziata si daranno informazioni dettagliate nel paragrafo 1.06.02.
Di seguito vengono illustrati i risultati economici al 31 dicembre 2024 e 2023:
Conto economico |
Dic-24 |
Inc. % |
Dic-23 |
Inc. % |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
12.889,7 |
0,0% |
15.331,1 |
0,0% |
(2.441,4) |
(15,9)% |
Altri proventi |
154,7 |
1,2% |
234,0 |
1,5% |
(79,3) |
(33,9)% |
Materie prime e materiali |
(7.056,4) |
(54,7)% |
(9.765,2) |
(63,7)% |
(2.708,8) |
(27,7)% |
Costi per servizi |
(3.724,9) |
(28,9)% |
(3.655,9) |
(23,8)% |
69,0 |
1,9% |
Altre spese operative |
(97,3) |
(0,8)% |
(90,3) |
(0,6)% |
7,0 |
7,8% |
Costi del personale |
(667,5) |
(5,2)% |
(641,1) |
(4,2)% |
26,4 |
4,1% |
Costi capitalizzati |
89,3 |
0,7% |
82,1 |
0,5% |
7,2 |
8,8% |
Margine operativo lordo * |
1.587,6 |
12,3% |
1.494,7 |
9,7% |
92,9 |
6,2% |
Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni |
(757,7) |
(5,9)% |
(753,7) |
(4,9)% |
4,0 |
0,5% |
Margine operativo netto * |
829,9 |
6,4% |
741,0 |
4,8% |
88,9 |
12,0% |
Gestione finanziaria |
(153,8) |
(1,2)% |
(214,8) |
(1,4)% |
(61,0) |
(28,4)% |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate |
12,3 |
0,1% |
10,3 |
0,1% |
2,0 |
19,4% |
Risultato prima delle imposte * |
688,4 |
5,3% |
536,5 |
3,5% |
151,9 |
28,3% |
Imposte |
(200,3) |
(1,6)% |
(146,4) |
(1,0)% |
53,9 |
36,8% |
Risultato netto * |
488,1 |
3,8% |
390,1 |
2,5% |
98,0 |
25,1% |
Attribuibile a: |
|
|
|
|
|
|
Azionisti della Controllante adjusted* |
446,7 |
3,5% |
348,3 |
2,3% |
98,4 |
28,2% |
Azionisti di minoranza |
41,4 |
0,3% |
41,8 |
0,3% |
(0,4) |
(1,0)% |
Risultato da special item |
47,8 |
0,4% |
26,9 |
0,2% |
20,9 |
100,0% |
Utile netto del periodo * |
535,9 |
4,2% |
417,0 |
2,7% |
118,9 |
28,5% |
Attribuibile a: |
|
|
|
|
|
|
Azionisti della Controllante * |
494,5 |
3,8% |
375,2 |
2,4% |
119,3 |
31,8% |
Azionisti di minoranza |
41,4 |
0,3% |
41,8 |
0,3% |
(0,4) |
(1,0)% |
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
RICAVI
(mld/euro)
I ricavi a dicembre 2024 sono in calo di 2.441,4 milioni di euro rispetto all’equivalente periodo del 2023. I settori dell’energia presentano una flessione pari a 1.819 milioni di euro, principalmente per il calo dei prezzi delle commodity energetiche e per i minori volumi di gas venduti ai clienti finali riconducibili sia all’aumento delle temperature medie sia ai minori consumi della base clienti per effetto dei sempre più diffusi interventi di risparmio energetico in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Tale contrazione viene parzialmente mitigata dai maggiori volumi intermediati di Gas e dai maggiori volumi venduti di energia elettrica, grazie al rilevante sviluppo commerciale indirizzato dal Gruppo e dai maggiori ricavi da oneri di sistema.
Inoltre, si segnala la riduzione delle attività incentivate sui servizi per il risparmio energetico, negli edifici abitativi, come principale conseguenza della sostanziale conclusione del superbonus 110% e una leggera flessione per i servizi a valore aggiunto per i clienti. Questi effetti complessivamente contribuiscono per circa 884 milioni di euro alla riduzione dei ricavi.
Infine, crescono i ricavi nei servizi a rete per complessivi 174 milioni di euro, dovuti a maggiori ricavi tariffari in conseguenza alle delibere dell’Autorità che hanno definito nuovi riferimenti di rendimento, per tutti i business regolati, i cui effetti sono descritti al capitolo 1.06 delle aree d’affari. Si rilevano inoltre i maggiori ricavi per allacci, prestazioni a clienti e per commesse su beni oggetto di concessione. Le crescite sopracitate sono solo in parte compensate dai minori ricavi nel business del teleriscaldamento, per l’applicazione del metodo tariffario transitorio che prevede una regolazione tariffaria sulla base del criterio del costo evitato.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari del capitolo 1.06.
Gli altri proventi a dicembre 2024 sono in calo di 79,3 milioni di euro, rispetto all’equivalente periodo del 2023. La contrazione è dovuta principalmente alla rilevazione nel 2023 dei contributi a ristoro di costi sostenuti per la gestione dell’emergenza alluvionale che ha colpito l’Emilia-Romagna e alcune regioni limitrofe a maggio 2023, e al termine dei contributi gas ed energia elettrica erogati dal Governo per far fronte all’emergenza del caro energia.
I costi delle materie prime e materiali si riducono di 2.708,8 milioni di euro rispetto a dicembre 2023. Questo decremento è prevalentemente correlato all’andamento dei ricavi energy in relazione al calo dei prezzi delle materie prime energetiche, grazie a una maggiore stabilità dei mercati, e ai sopraccitati minori volumi di gas venduti ai clienti finali. Tali effetti sono parzialmente compensati dall’aumento dei volumi venduti di energia elettrica come descritto in precedenza tra i ricavi.
Gli altri costi operativi aumentano di 76 milioni di euro (maggiori costi per servizi per 69 milioni di euro e maggiori spese operative per 7 milioni di euro). Si evidenziano complessivamente circa 791 milioni di euro di maggiori costi nei settori dell’energia legati prevalentemente agli oneri di sistema relativi ai business del gas e dell’energia elettrica, in seguito alla conclusione degli interventi normativi eccezionali degli anni precedenti per far fronte alla crisi energetica. I servizi energia per l’efficienza energetica registrano minori costi per lavori per circa 789 milioni di euro come conseguenza principale della fine degli incentivi come descritto tra i ricavi. Si rilevano, maggiori costi per circa 18 milioni di euro per lo sviluppo di progetti di raccolta differenziata, per servizi integrativi nel servizio di igiene urbana, per maggiori costi di trasporto legati ai maggiori volumi di rifiuti trattati e per la recente acquisizione societaria nel mercato industria. Infine, si segnalano complessivamente maggiori costi legati a commesse su beni in concessione per circa 13 milioni di euro e maggiori altri costi legati al rialzo dei listini di tutte le principali prestazioni di servizi.
Il costo del personale cresce del 4,1% rispetto a dicembre 2023, per un controvalore di 26,4 milioni di euro. Questo aumento è legato agli incrementi retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro e la maggior presenza media anche per la recente acquisizione societaria nel mercato industria descritta in precedenza.
I costi capitalizzati si attestano a dicembre 2024 a 89,3 milioni di euro e sono in crescita rispetto all’anno precedente per le maggiori opere a investimento su beni di proprietà del Gruppo.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
Il margine operativo lordo adjusted cresce di 92,9 milioni di euro rispetto a dicembre 2023, con una variazione pari al 6,2%. Tale andamento è riconducibile al contributo complessivo delle aree energy per 50,2 milioni di euro, al contributo positivo del ciclo idrico per 25,7 milioni di euro, alle buone performance dell’area ambiente, in crescita di 13,6 milioni di euro, e degli altri servizi per 3,4 milioni di euro.
Per approfondimenti, si rimanda all’analisi delle singole aree d’affari.
Ammortamenti e accantonamenti al 31 dicembre 2024 aumentano di 4,0 milioni di euro rispetto all’anno precedente, pari allo 0,5%. Si rilevano maggiori ammortamenti principalmente per i nuovi investimenti operativi, in particolare nei settori regolati e nel trattamento dei rifiuti, e per un incremento delle attività per l’acquisizione di nuovi clienti nei mercati energy. Complessivamente in aumento anche gli accantonamenti per rischi in particolare nella società di vendita Hera Comm e nelle reti, in parte compensati dai minori accantonamenti specifici del 2023 legati al bonus condomini e al trattamento. Diminuiscono gli accantonamenti al fondo svalutazione crediti principalmente in relazione all’andamento dei prezzi delle commodities energetiche e dell’unpaid ratio.
MARGINE OPERATIVO NETTO*
(mln/euro)
Gli effetti positivi sopra citati, sono parzialmente mitigati da 27 milioni di svalutazione partecipazioni (di cui 22,1 milioni di euro relativi a SET Spa e 4,9 milioni di euro relativi ad Aimag Spa), ai quali vanno aggiunti i maggiori oneri da attualizzazione e i minori proventi da indennità di mora.
La gestione finanziaria risulta pari a 153,8 milioni di euro, in miglioramento di 61,0 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I proventi generati dall’attualizzazione del valore dei crediti fiscali legati ai lavori incentivati 2023, oltre ai minori oneri da valutazione sui lavori incentivati di competenza 2024, contribuiscono per circa 92,4 milioni di euro alla riduzione della gestione finanziaria. Si conferma inoltre una significativa riduzione di 12,5 milioni di euro degli oneri collegati al debito per finanziamenti, grazie alle attività di ottimizzazione della struttura finanziaria. Gli effetti positivi sopra citati, sono parzialmente mitigati da 27 milioni di svalutazione partecipazioni (di cui 22,1 milioni di euro relativi a SET Spa e 4,9 milioni di euro relativi ad Aimag Spa), ai quali vanno aggiunti i maggiori oneri da attualizzazione e i minori proventi da indennità di mora.
Le quote di utili e perdite di joint venture e società collegate comprendono gli effetti generati dalla valutazione con il metodo del patrimonio netto delle società rientranti nell’area di consolidamento. I valori suddetti si attesta a dicembre 2024 a 12,3 milioni di euro in crescita di 2 milioni rispetto all’anno precedente. Per maggiori dettagli si rinvia alla sezione 2.02.02 “Perfomance operativa e finanziaria” della nota integrativa.
Il risultato ante-imposte adjusted evidenzia un aumento pari al 28,3% rispetto a dicembre 2023; alla crescita derivante dal margine operativo netto si aggiunge l’andamento della gestione finanziaria, come descritto in precedenza.
Le imposte di competenza dell’esercizio 2024 sono pari a 200,3 milioni di euro, in incremento rispetto ai 146,4 milioni di euro del 2023, il cui valore tiene conto delle rettifiche gestionali. Il significativo incremento del carico fiscale, in termini assoluti, è da attribuire al maggior risultato prodotto dal Gruppo. In termini percentuali, il tax rate dell'esercizio si attesa al 29,1%, in incremento rispetto al 27,3% del periodo di confronto. Tale variazione è riconducibile al venir meno o alla diluizione degli effetti di alcuni benefici di cui il Gruppo ha beneficiato in passato (in primis l'agevolazione Ace), ad alcune svalutazioni effettuate nell'esercizio non aventi rilevanza fiscale e allo stralcio del credito correlato alla richiesta di rimborso per il contributo extraprofitti dell'anno 2022. Si segnala, infine, che il tax rate dell’esercizio di confronto risentiva positivamente delle agevolazioni straordinarie, riconosciute sottoforma di credito d’imposta, per l’acquisto di energia elettrica e gas durante la crisi energetica degli esercizi precedenti, che rappresentavano componenti di reddito non tassate.
Il risultato netto adjusted è in aumento del 25,1%, per un controvalore di 98,0 milioni di euro; l’incremento derivante dal risultato ante imposte è ridotto dalle maggiori imposte.
Nel 2024 è presente un risultato da special item per un valore complessivo di 47,8 milioni di euro, il quale nel 2023 aveva un valore di 26,9 milioni di euro. Le descrizioni di dettaglio sui contenuti sono presenti in apertura del paragrafo 1.04 “Sintesi andamento economico-finanziario e definizione degli indicatori”.
Come sintesi di tutti gli eventi precedentemente descritti, l’utile netto adjusted è in crescita di 118,9 milioni di euro rispetto al valore di dicembre 2023.
Al termine dell’esercizio 2024, gli investimenti netti del Gruppo sono pari a 812,1 milioni di euro, in crescita di 32,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Tale aumento è riconducibile principalmente ai maggiori investimenti operativi che recuperano anche il rallentamento riscontrato l’anno precedente nella realizzazione delle opere a causa degli eventi alluvionali registrati a maggio 2023
I contributi in conto capitale ammontano a 48,6 milioni di euro, di cui 6,8 milioni per gli investimenti FoNI, come previsto dal metodo tariffario per il servizio idrico integrato e sono complessivamente in aumento rispetto l’anno precedente di 12,1 milioni di euro.
Di seguito la suddivisione per settore di attività, con evidenza dei contributi in conto capitale:
Totale investimenti (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Area gas |
180,5 |
191,8 |
(11,3) |
(5,9)% |
Area energia elettrica |
127,2 |
128,4 |
(1,2) |
(0,9)% |
Area ciclo idrico integrato |
261,1 |
228,2 |
32,9 |
+14,4% |
Area ambiente |
162,3 |
150,8 |
11,5 |
+7,6% |
Area altri servizi |
11,0 |
9,8 |
1,2 |
+12,2% |
Struttura centrale |
118,1 |
106,7 |
11,4 |
+10,7% |
Totale investimenti operativi lordi |
860,3 |
815,8 |
44,5 |
+5,5% |
Contributi conto capitale |
48,6 |
36,5 |
12,1 |
+33,2% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi Investimenti) |
6,8 |
19,5 |
(12,7) |
(65,1)% |
Totale investimenti operativi netti |
811,7 |
779,2 |
32,5 |
+4,2% |
Investimenti finanziari |
0,4 |
‐ |
0,4 |
+100,0% |
Totale investimenti netti |
812,1 |
779,2 |
32,9 |
+4,2% |
TOTALE INVESTIMENTI OPERATIVI NETTI
(mln/euro)
Al lordo dei contributi in conto capitale, gli investimenti operativi del Gruppo sono pari a 860,3 milioni di euro, in crescita di 44,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente, e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.
I commenti sugli investimenti delle singole aree sono riportati nell’analisi per area d’affari.
Nella struttura centrale, gli investimenti riguardano gli interventi sugli immobili nelle sedi aziendali, sui sistemi informativi, sul parco automezzi, oltre a laboratori e strutture di telecontrollo.
Complessivamente, gli investimenti di struttura ammontano a 118,1 milioni di euro, in crescita di 11,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente, principalmente per gli investimenti sui sistemi informativi di Gruppo e per gli interventi effettuati sulle sedi del Gruppo.
Di seguito viene analizzata l'evoluzione del capitale investito netto e delle fonti di finanziamento del Gruppo per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024.
Capitale investito e fonti di finanziamento (mln/euro) |
31-dic-24 |
Inc.% |
31-dic-23 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Immobilizzazioni nette |
8.496,4 |
+106,9% |
8.119,2 |
+107,1% |
377,2 |
+4,6% |
Capitale circolante netto |
227,2 |
+2,9% |
166,0 |
+2,2% |
61,2 |
+36,9% |
(Fondi) |
(773,0) |
(9,7)% |
(705,9) |
(9,3)% |
(67,1) |
(9,5)% |
Capitale Investito Netto |
7.950,6 |
+100,0% |
7.579,3 |
+100,0% |
371,3 |
+4,9% |
Patrimonio Netto |
3.986,9 |
+50,1% |
3.751,6 |
+49,5% |
235,3 |
(6,3)% |
Indebitamento finanziario netto non corrente |
4.051,3 |
+51,0% |
4.315,4 |
+56,9% |
(264,1) |
+6,1% |
Indebitamento finanziario netto corrente |
(87,6) |
(1,1)% |
(487,7) |
(6,4)% |
400,1 |
(82,0)% |
Indebitamento finanziario netto |
3.963,7 |
+49,9% |
3.827,7 |
+50,5% |
136,0 |
(3,6)% |
Totale fonti di finanziamento |
7.950,6 |
+100,0% |
7.579,3 |
+100,0% |
371,3 |
(4,9)% |
L’esercizio 2024 chiude con un capitale circolante netto pari a 227,2 milioni di euro in aumento rispetto ai 166,0 milioni di euro di fine 2023. La variazione risente della valutazione del fair value degli strumenti derivati su commodity in decremento di 66,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente, con corrispondente impatto sul patrimonio netto per i contratti di copertura contabilizzati in cash flow hedge e, in misura residuale, sul conto economico dell’esercizio per i derivati di trading. Le variazioni di capitale circolante che hanno determinato un corrispondente impatto sull’indebitamento finanziario netto sono principalmente riconducibili:
Per quanto attiene il valore dei crediti commerciali non si evidenziano criticità sulle performance degli incassi.
Nel 2024 i fondi ammontano a 773,0 milioni di euro, in aumento rispetto a quanto registrato alla fine dell’anno precedente (705,9 milioni di euro). Questo risultato è la conseguenza, principalmente, degli accantonamenti di periodo e degli adeguamenti dei fondi post mortem discariche e ripristino beni di terzi che hanno più che compensato le uscite per utilizzi.
Il patrimonio netto si incrementa dai 3.751,6 milioni di euro del 2023 ai 3.986,9 milioni di euro del 2024, rafforzando la solidità del Gruppo grazie al risultato netto delle gestione del 2024, pari a 535,9 milioni che ha più che compensato la riduzione delle riserve in cash flow hedge, la distribuzione dei dividendi e i movimenti delle azioni proprie.
Il rendimento sul capitale investito netto adjusted (Roi*) si attesta a 10,4% nel 2024, in aumento rispetto al Roi del 2023 pari al 9,8%, per effetto dell’incremento più che proporzionale del risultato della gestione operativa (Ebit) rispetto all’aumento del capitale investito netto (Cin).
ROI*
(%)
* adj per partite non ricorrenti
Il risultato della gestione fa registrare un rendimento sul capitale proprio adjusted (Roe*) pari al 12,2%, in aumento rispetto ai livelli registrati nel 2023. L’aumento è legato a un incremento del risultato netto proporzionalmente superiore all’incremento del patrimonio netto.
ROE*
(%)
* adj per partite non ricorrenti
L’analisi dell'indebitamento finanziario netto riclassificato è riportata nella tabella qui di seguito esposta:
mln/euro |
|
31-dic-24 |
31-dic-23 |
---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
1.315,6 |
1.332,8 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
‐ |
‐ |
C |
Altre attività finanziarie correnti |
23,1 |
90,9 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
1.338,7 |
1.423,7 |
E |
Debito finanziario corrente |
(525,8) |
(411,9) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
(474,1) |
(524,1) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
(999,9) |
(936,0) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
338,8 |
487,7 |
I |
Debito finanziario non corrente |
(712,6) |
(703,9) |
J |
Strumenti di debito |
(3.401,3) |
(3.391,2) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
(4.113,9) |
(4.095,1) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) |
(3.775,1) |
(3.607,4) |
|
Crediti finanziari non correnti |
158,0 |
162,8 |
|
Indebitamento finanziario netto (esclusa opzione di vendita) |
(3.617,1) |
(3.444,6) |
|
Quota nominale - fair value opzione di vendita |
(318,4) |
(337,2) |
|
Indebitamento finanziario netto con opzione di vendita rettificata (NetDebt put option adj) |
(3.935,5) |
(3.781,8) |
|
Quota dividendi futuri - fair value opzione di vendita |
(28,2) |
(45,9) |
|
Indebitamento finanziario netto (NetDebt) |
(3.963,7) |
(3.827,7) |
Il valore complessivo dell’indebitamento finanziario netto risulta pari a 3.963,7 milioni di euro, registrando un incremento di 136 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Nel corso dell’esercizio il Gruppo ha effettuato operazioni di riscadenziamento di debiti commerciali tramite lettere di credito, per complessivi 321,3 milioni di euro (404,6 milioni di euro nel precedente esercizio). Al termine dell’esercizio non vi sono operazioni ancora in essere. Tramite queste operazioni il Gruppo ha ottimizzato i propri termini di pagamento, mantenendo iscritto il medesimo importo tra i debiti commerciali, poiché rientrante nella propria gestione tipica del circolante. Si precisa, infatti, che il Gruppo presenta debiti commerciali, con differenti termini di pagamento, in base agli accordi contrattuali definiti con le singole controparti dei vari business in cui opera, che oscillano dai 7 giorni ai 60 giorni dalla data di emissione delle fatture.
Si evidenzia una diminuzione delle attività finanziarie correnti pari a circa 67,8 milioni di euro, dovuta principalmente alla cessione di 43,6 milioni di crediti d'imposta di Hse Spa contabilizzati nelle attività finanziarie a dicembre 2023 con incasso a gennaio 2024.
La struttura finanziaria presenta un indebitamento corrente totale pari a 999,9 milioni di euro, in aumento di 63,9 milioni di euro rispetto a dicembre 2023. La quota pari a 525,8 milioni di euro è riferita a debiti verso banche, quali utilizzi bancari, a ratei per interessi passivi sul debito finanziario e altri debiti. In particolare, fra gli altri debiti si segnala una riduzione per 154,1 milioni di euro dovuta alla riclassificazione da debito finanziario a debito commerciale degli anticipi ricevuti in relazione al processo di settlement del gas, compensata da altri debiti verso banche legati ad operazioni di cessioni pro-soluto.
La parte corrente del debito finanziario non corrente è pari a 474,1 milioni di euro e comprende 375 milioni di linee bancarie in scadenza ad inizio agosto 2025 e riclassificate pertanto da lungo a breve termine. Sono inclusi, inoltre, 15 milioni di prestito obbligazionario residuo denominato "Private Placement 32" in scadenza a maggio 2025 e 24,4 milioni di euro di debiti correnti per contratti di leasing.
L’ammontare relativo all’indebitamento finanziario non corrente è pari a 4.113,9 milioni di euro e si mantiene in linea con il periodo precedente. Si segnala che nei mesi di luglio e agosto sono stati rimborsati 438,1 milioni di euro di prestiti obbligazionari in scadenza (Green Bond per 288,3 milioni di euro e Aflac per 149,8 milioni di euro), ed è stata richiesta nel mese di settembre l’erogazione della linea di credito Bei pari a 460 milioni di euro, stipulata in luglio 2023.
Le disponibilità liquide sono pari a 1.315,6 milioni di euro, mantenendosi allo stesso livello di quelle dell'anno precedente (1.332,8 milioni di euro).
Al 31 dicembre 2024 il debito a medio-lungo termine è rappresentato per una quota pari al 74% da titoli obbligazionari (bond) con rimborso alla scadenza. Il totale indebitamento a medio-lungo termine, di cui il 97% è a tasso fisso, presenta una durata residua media di circa cinque anni e due mesi. Il 44% del debito ha scadenza oltre i cinque anni.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO (NETDEBT)
(mld/euro)
Il Cash flow operativo presenta un saldo positivo di 108,5 milioni di euro, dopo aver finanziato sia 811,7 milioni di euro di investimenti operativi di periodo, sia la variazione del capitale circolante netto e riuscendo a finanziare parzialmente il pagamento dei dividendi di 251,5 milioni di euro.
Tra le operazioni di acquisto di partecipazioni si segnala l’acquisizione del 70% di TRS Ecology Srl, società che gestisce una piattaforma polifunzionale per il trattamento di rifiuti speciali a Caorso (Pc).
CASH FLOW
(mln/euro)
Il rapporto NetDebt/Ebitda del 2024 è pari a 2,50 volte, in linea con il 2,56 del 2023.
NET DEBT/EBITDA*
(X)
L’indice Ffo*/NetDebt si attesta a 28,7% confermando la solidità finanziaria del Gruppo e la capacità di fare fronte alle proprie obbligazioni finanziarie.
FFO*/NET DEBT
(%)
Informazioni generali
Hera opera in tutto il territorio nazionale ed eroga servizi pubblici regolamentati in 316 comuni distribuiti in cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Toscana). La società AresGas, controllata da AcegasApsAmga, fornisce servizi di distribuzione e vendita di gas metano e vendita di energia elettrica a circa 29 mila clienti in Bulgaria. Il Gruppo è presente anche in altri paesi europei anche attraverso la controllata Aliplast con propri impianti di riciclo della plastica.
Si rinvia al corrispondente capitolo riportato qui di seguito per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Informazioni ambientali
L’analisi di doppia rilevanza, unitamente all’analisi dei rischi climatici basata sulle raccomandazioni TCFD a integrazione dell’analisi Erm, ha identificato tra i temi maggiormente rilevanti i cambiamenti climatici, declinato nei seguenti sotto-temi: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici ed energia.
Il tema cambiamenti climatici è correlato alle seguenti aree d’impatto di creazione di valore condiviso presentati nel capitolo Informazioni generali: promozione dell’efficienza energetica; transizione energetica e rinnovabili; resilienza e adattamento. Per ogni ambito di creazione di valore condiviso sono rendicontate, successivamente all’interno di questo capitolo, le azioni e gli obiettivi relativi ai cambiamenti climatici.
Si rinvia al corrispondente capitolo riportato qui di seguito per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Informazioni sociali
L’analisi di doppia rilevanza ha identificato la forza lavoro propria come uno dei temi maggiormente rilevanti per il Gruppo Hera, declinato nei sotto-temi relativi a: condizioni di lavoro, parità di trattamento e di opportunità per tutti.
Il tema forza lavoro propria è correlato all’area d’impatto di creazione di valore condiviso, presentata nel capitolo Informazioni generali: sviluppo dell’occupazione e delle nuove competenze. Per questo ambito di creazione di valore condiviso sono rendicontate, successivamente all’interno di questo capitolo, le azioni e gli obiettivi relativi alla forza lavoro propria.
Si rinvia al corrispondente capitolo riportato qui di seguito per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Informazioni di governance
L’analisi di doppia rilevanza ha identificato tra i temi maggiormente rilevanti la condotta delle imprese, declinato nei seguenti sotto-temi: cultura di impresa, impegno politico e attività di lobbying, gestione dei rapporti con i fornitori, comprese le prassi di pagamento.
Si rinvia al corrispondente capitolo riportato qui di seguito per la trattazione esaustiva degli argomenti.
Di seguito saranno analizzati i risultati della gestione realizzati nelle aree di business del Gruppo: area gas, che comprende i servizi di distribuzione e vendita di gas metano, teleriscaldamento e i servizi energia; area energia elettrica, che comprende i servizi di produzione, distribuzione, vendita di energia elettrica e i servizi di illuminazione pubblica; area ciclo idrico integrato, che comprende i servizi di acquedotto, depurazione e fognatura; area ambiente, che comprende i servizi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti; area altri servizi, che comprende, telecomunicazione e altri servizi minori. Si segnala che a partire dal 2024, per una migliore rappresentazione, i servizi di illuminazione pubblica sono stati inseriti all’interno dell’area energia elettrica e non più negli altri servizi; pertanto, i dati 2023 sono stati rappresentati in coerenza con questa riclassificazione.
I conti economici del Gruppo comprendono i costi di struttura e includono gli scambi economici tra le aree d’affari valorizzati a prezzi di mercato.
L’analisi per aree d’affari considera la valorizzazione di maggiori ricavi e costi, senza impatto sul margine operativo lordo adjusted, relativi all’applicazione dell’Ifric 12. I settori d’affari che risentono dell’applicazione di questo principio sono il servizio di distribuzione del gas metano, il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, i servizi del ciclo idrico integrato, il servizio di raccolta rifiuti e il servizio d’illuminazione pubblica.
Il valore del margine operativo lordo adjusted 2023, ripartito tra le aree strategiche d’affari, riflette la rettifica alla valorizzazione del magazzino gas illustrata in premessa al capitolo 1.04. Per il 2024 tale valorizzazione risulta essere allineata. Per un’identificazione puntuale degli effetti di tale rettifica, si riportano nel seguito i valori di margine operativo lordo adjusted e margine operativo lordo:
|
Dic-24 |
Dic-23 |
||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
(mln/euro) |
Margine operativo lordo * |
Margine operativo lordo |
Margine operativo lordo * |
Margine operativo lordo |
||||||||
Area Gas |
571,4 |
571,4 |
516,9 |
609,9 |
||||||||
Area Energia elettrica |
322,0 |
322,0 |
326,3 |
326,3 |
||||||||
Area Ciclo idrico integrato |
297,1 |
297,1 |
271,4 |
271,4 |
||||||||
Area Ambiente |
367,0 |
367,0 |
353,4 |
353,4 |
||||||||
Area Altri servizi |
30,1 |
30,1 |
26,7 |
26,7 |
||||||||
Totale |
1.587,6 |
1.587,6 |
1.494,7 |
1.587,7 |
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Gas
I risultati del 2024 hanno evidenziato un andamento in crescita rispetto all’anno precedente per il ritorno della variabilità dei mercati energetici ai livelli pre-crisi, nonostante la modifica sostanziale della normativa sugli incentivi superbonus 110% legata agli interventi di risparmio energetico, che ha ridotto il numero di beneficiari, il clima mite nei primi mesi dell’anno e la riduzione dei prezzi medi delle materie prime energetiche di circa il 14% rispetto all’anno precedente.
Il Gruppo mantiene una presenza di primo piano nei Mercati di Ultima Istanza e nelle forniture alla Pubblica amministrazione, grazie all’aggiudicazione, per Hera Comm Spa, delle gare nei seguenti lotti del territorio nazionale:
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo adjusted:
(mln/euro) |
Dic-24 |
Dic-23 |
Var. Ass |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo * area |
571,4 |
516,9 |
54,5 |
+10,5% |
Margine operativo lordo * Gruppo |
1.587,6 |
1.494,7 |
92,9 |
+6,2% |
Peso percentuale |
36,0% |
34,6% |
+1,4 p.p. |
|
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04.
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti totali gas è inferiore a quello dello stesso periodo dell'anno precedente per 96,1 mila unità, principalmente nei mercati tradizionali per 80,2 mila unità e in misura minore nei mercati di ultima istanza per 15,9 mila unità.
VOLUMI VENDUTI
(mln/mc)
I volumi di gas complessivamente venduti mostrano una crescita di 578,4 milioni di mc (+5,4%) dovuta alle maggiori attività di intermediazione per 808,7 milioni di mc. In calo i volumi venduti a clienti finali per 230,3 milioni di mc (-7,5%), attribuibile sia ai mercati di ultima istanza per 199,6 milioni di mc (-41,2%) sia ai mercati tradizionali per 30,7 milioni di mc (-1,2%). Questo andamento è influenzato principalmente dall’aumento delle già citate temperature medie nel 2024 e dal calo della base clienti, ma anche dai comportamenti di risparmio energetico messo in atto dai clienti.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-24 |
Inc.% |
Dic-23 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
5.809,0 |
|
8.557,1 |
|
(2.748,1) |
(32,1)% |
Costi operativi |
(5.139,5) |
(88,5)% |
(7.936,7) |
(92,8)% |
(2.797,2) |
(35,2)% |
Costi del personale |
(121,5) |
(2,1)% |
(119,9) |
(1,4)% |
1,6 |
+1,3% |
Costi capitalizzati |
23,3 |
+0,4% |
16,5 |
0,2% |
6,8 |
+41,3% |
Margine operativo lordo * |
571,4 |
9,8% |
516,9 |
6,0% |
54,5 |
+10,5% |
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04.
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi del 2024 si riferiscono per l’89% alle attività di vendita e intermediazione (82% nel 2023), per l’8% ai ricavi di distribuzione e teleriscaldamento (6% nel 2023) e per il 3% alle attività di efficienza energetica (12% nel 2023). La somma dei ricavi relativi alla vendita, intermediazione e distribuzione rappresenta il 42% dei ricavi del Gruppo (pari a 48% nel 2023) e l’intera area gas rappresenta il 45%.
Rispetto all’esercizio precedente si registra una contrazione di 2.748,1 milioni di euro. Le cause principali sono riconducibili al minor prezzo della materia prima, all’aumento delle temperature medie e ai minori consumi della base clienti, nonostante l'incremento degli oneri di sistema e i maggiori volumi di intermediazione, che influenzano complessivamente le attività di vendita e intermediazione per 1.867 milioni di euro. Si rileva una contrazione dei ricavi legati alle attività di efficienza energetica, per 871 milioni di euro, a seguito delle già citate modifiche normative.
Inoltre, si registra una riduzione dei ricavi del teleriscaldamento, a seguito della delibera 638/2023/R/tlr che introduce il Metodo tariffario teleriscaldamento (Mtl-T) per il 2024, dei beni in concessione Ifric 12 e delle attività in Bulgaria, che complessivamente si riducono di circa 26 milioni di euro.
I ricavi regolati sono in aumento di 33 milioni di euro. Dal punto di vista normativo, attraverso la delibera 556/2023/R/com, pubblicata a fine 2023, l’Arera ha adeguato i criteri per la determinazione e l’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito (Wacc), riconosciuto alle attività di distribuzione gas, aumentandolo dal 5,6% del 2023 al 6,5% del 2024.
Il calo dei ricavi si riflette proporzionalmente anche nei costi operativi, che mostrano una contrazione complessiva di 2.797,2 milioni di euro. Questo andamento è principalmente legato alla diminuzione dei prezzi della materia prima e alle minori attività di efficienza energetica legate alla modifica della normativa sugli incentivi superbonus 110%, già citate in precedenza.
MARGINE OPERATIVO LORDO*
(mln/euro)
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04.
Il margine operativo lordo adjusted mostra un incremento di 54,5 milioni di euro, pari al 10,5%, grazie alla performance positiva dei mercati tradizionali di vendita e dei ricavi regolati di distribuzione, per effetto del recupero della maggiore inflazione e Wacc. A bilanciare questo aumento, vi è la rimodulazione degli incentivi statali per le attività di efficienza energetica, la minore marginalità delle attività di intermediazione e dei mercati di ultima istanza.
INVESTIMENTI NETTI GAS
(mln/euro)
Nell’esercizio 2024, gli investimenti netti nell’area gas sono stati pari a 177,1 milioni di euro, in diminuzione di 13,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente. La riduzione nella distribuzione del gas deriva principalmente dall’investimento di 12,1 milioni di euro relativo al valore di rimborso per impianti e reti nei comuni complementari, aggiudicati con gara dell’Atem Udine2, effettuato nel 2023 e dalla riduzione dell’attività di sostituzione dei gruppi di misura per la telegestione, ai sensi della Del. 631/2013/R/GAS. Sono sostanzialmente in linea con l’anno precedente gli interventi di manutenzione straordinaria su reti e impianti.
Nella vendita gas si registrano investimenti in diminuzione di 4,6 milioni di euro per le attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti.
Nel servizio di teleriscaldamento e nei servizi energia gli investimenti sono complessivamente in aumento per 12,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente e sono in crescita sia le attività della società Hera Servizi Energia Spa che gli interventi su reti e impianti di teleriscaldamento. Le richieste di nuovi allacciamenti nell’area gas sono in diminuzione rispetto all’anno precedente
I dettagli degli investimenti operativi nell’area gas:
Gas (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
117,6 |
136,8 |
(19,2) |
(14,0)% |
Acquisizione clienti gas |
23,2 |
27,8 |
(4,6) |
(16,5)% |
Tlr/servizi energia |
39,7 |
27,3 |
12,4 |
+45,4% |
Totale gas lordi |
180,5 |
191,8 |
(11,3) |
(5,9)% |
Contributi conto capitale |
3,5 |
1,0 |
2,5 |
+250,0% |
Totale gas netti |
177,1 |
190,9 |
(13,8) |
(7,2)% |
La Regulatory asset base (Rab) degli asset di proprietà del Gruppo nell’area gas, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al 2023.
RAB
(mld/euro)
Energia elettrica
I risultati del 2024 registrano un lieve calo rispetto all'anno precedente, dovuto all’attività di intermediazione e alla contrazione dei servizi a valore aggiunto a seguito delle modifiche normative che hanno di fatto eliminato la possibilità di effettuare lo sconto in fattura o la cessione del credito, nonostante l’aumento dei volumi venduti ai clienti finali, grazie allo sviluppo commerciale, soprattutto nel mercato libero, e dei margini, per la riduzione dei costi di modulazione derivante dal calo dei prezzi del Pun (-15% in media).
A partire da luglio 2024, termine definitivo del regime di maggior tutela, il Gruppo ha acquisito quasi 1 milione di clienti (+80%), dopo aver vinto sette lotti (il massimo consentito sui 26 complessivi) nella gara per il servizio a tutele graduali per i clienti domestici in 37 province italiane, rafforzando la propria presenza in diverse regioni italiane (Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana, Abruzzo, Lazio, Umbria, Liguria, Piemonte, Lombardia e Campania) e consolidando la propria posizione di terzo operatore nel panorama nazionale. Questo è stato reso possibile anche grazie all’aggiudicazione, da parte di Hera Comm, di:
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-24 |
Dic-23 ** |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
322,0 |
326,3 |
(4,3) |
(1,3)% |
Margine operativo lordo * Gruppo |
1.587,6 |
1.494,7 |
92,9 |
6,2% |
Peso percentuale |
20,3% |
21,8% |
(1,5) pp |
|
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04.
** I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
CLIENTI
(mgl)
A dicembre 2024, i clienti del Gruppo per la vendita di energia elettrica hanno raggiunto le 2.597 mila unità, con un incremento di 869,9 mila unità (+50,4%) rispetto allo stesso periodo del 2023. La crescita nel mercato libero di circa 918,0 mila clienti (+56,2%) è stata particolarmente rilevante per effetto del contributo dell’esito positivo della gara STG già citata in precedenza, che contribuisce per circa 848 mila unità. Il restante incremento conferma il contributo positivo derivante dalle attività di rafforzamento dell’azione commerciale messa in atto. Tali effetti riescono ampiamente a compensare la flessione del mercato tutelato, di circa 41,2 mila clienti (-61,3%) e del mercato in salvaguardia per 6,9 mila unità (-25,8%).
Si conferma l’apprezzamento e la fidelizzazione da parte dei clienti dei servizi a valore aggiunto offerti dal Gruppo, ai quali, a dicembre 2024, hanno aderito circa 86 mila clienti, nonostante le modifiche normative già citate in precedenza.
VOLUMI VENDUTI
(GWh)
I volumi venduti di energia elettrica risultano in crescita di 1.736,5 GWh, pari al 12,0%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale andamento è generato dall’incremento dei volumi nel mercato libero per 2.021,5 GWh (15,2%), trainato in maniera prevalente dal contributo del rafforzamento commerciale, a cui si aggiungono gli effetti positivi dei primi sei mesi del nuovo perimetro STG (partito a luglio 2024) e delle Gare Consip. Tali effetti vengono parzialmente compensati dal calo dei volumi della Salvaguardia che registra una flessione di 234,5 GWh, pari al 21,4% e della tutela che registra un calo di 50,5 GWh, pari al 42,3%.
Gli indicatori principali riferiti all’attività dell’illuminazione pubblica:
Dati quantitativi |
Dic-24 |
Dic-23 * |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Illuminazione pubblica |
||||
Punti luce (mgl) |
645,1 |
642,8 |
+2,3 |
+0,4% |
di cui a led |
52,9% |
45,2% |
+7,7 p.p. |
|
Comuni serviti |
226 |
208 |
+18 |
+8,7% |
* Il 2023 è stato oggetto di aggiornamento per recepire il consolidamento di comuni e punti luce in coerenza con quanto consuntivato nello stesso periodo del 2024.
Il Gruppo Hera nel corso del 2024 ha acquisito circa 44,5 mila punti luce in 24 nuovi comuni. Sotto il profilo geografico, le acquisizioni maggiormente significative sono state ottenute: in Toscana per circa 10,1 mila punti luce, in Emilia-Romagna per circa 7,7 mila punti luce, in Lombardia per circa 6 mila punti luce, in Umbria per circa 4,1 mila punti luce, in Liguria per circa 4,9 mila punti luce e in Sardegna per circa 3,6 mila punti luce. Si segnalano infine le acquisizioni fatte nelle altre regioni prevalentemente del centro Italia per circa 8,1 mila punti luce. Gli incrementi del periodo compensano pienamente l’uscita di circa 42,2 mila punti luce e di sei comuni gestiti prevalentemente nel Triveneto.
Cresce la percentuale dei punti luce gestiti che utilizzano lampade a led che si attesta al 52,9%, in crescita di 7,7 punti percentuali. Tale andamento evidenzia la costante attenzione del Gruppo ad una gestione sempre più efficiente e sostenibile dell’illuminazione pubblica.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-24 |
Inc.% |
Dic-23 * |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
4.939,3 |
|
4.825,5 |
|
113,8 |
2,4% |
Costi operativi |
(4.574,0) |
(92,6)% |
(4.460,8) |
(92,4)% |
113,2 |
2,5% |
Costi del personale |
(71,9) |
(1,5)% |
(69,5) |
(1,4)% |
2,4 |
3,5% |
Costi capitalizzati |
28,7 |
0,6% |
31,1 |
0,6% |
(2,4) |
(7,7)% |
Margine operativo lordo |
322,0 |
6,5% |
326,3 |
6,8% |
(4,3) |
(1,3)% |
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica
RICAVI
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
I ricavi del 2024 si riferiscono per l’93% alle attività di vendita e intermediazione (92% nel 2023), per il 3% ai ricavi di distribuzione (2% nel 2023), per il 3% alle attività di illuminazione pubblica e servizi a valore aggiunto (3% anche nel 2023) e per l’1% ai ricavi di produzione (2% nel 2023). La somma dei ricavi relativi alla vendita, intermediazione e distribuzione rappresenta il 36% dei ricavi del Gruppo (29% nel 2023) e l’intera area energia elettrica rappresenta il 38%.
I ricavi hanno registrato una crescita di 113,8 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Tale andamento è riconducibile principalmente all'aumento dei volumi venduti per gli effetti sopra citati e ai maggiori ricavi degli oneri di sistema, in seguito alla conclusione degli interventi normativi eccezionali degli anni precedenti per far fronte alla crisi energetica, compensati solo in parte dalla flessione dei ricavi di vendita, intermediazione e produzione legata alla flessione delle quotazioni energetiche. Questi effetti generano un incremento pari a 112 milioni di euro ai quali si affiancano i maggiori ricavi per beni in concessione Ifric 12 per circa 8 milioni di euro bilanciati dai minori ricavi dei servizi a valore aggiunto ai clienti per 27 milioni di euro a seguito della rimodulazione degli incentivi statali.
I ricavi regolati sono aumentati di 25 milioni di euro, anche per effetto della delibera 497/2023/R/com, che introduce la regolazione per obiettivi di spesa e di servizio (Ross), al fine di incentivare l’efficienza e la trasparenza negli investimenti e nei costi riconosciuti. Inoltre, attraverso la delibera 556/2023/R/com, pubblicata a fine 2023, Arera ha adeguato i criteri per la determinazione e l’aggiornamento del tasso di remunerazione del capitale investito (Wacc), riconosciuto alle attività di distribuzione di energia elettrica, aumentandolo dal 5,2% del 2023 al 6,0% del 2024.
La crescita dei ricavi si riflette in maniera proporzionale sui costi operativi che evidenziano un aumento di 113,2 milioni di euro. Tale andamento è dovuto principalmente all’aumento dei costi di materia prima legato ai maggiori volumi di vendita, parzialmente mitigato dall’effetto positivo derivante dalla stabilità dei mercati energetici. Infine, si segnalano maggiori costi per oneri di sistema, come già descritto in precedenza.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
Il margine operativo lordo registra un calo di 4,3 milioni di euro rispetto al 2023. Questa lieve flessione è riconducibile alle attività di intermediazione, alla produzione e alla contrazione dei servizi a valore aggiunto principalmente per le minori installazioni di impianti fotovoltaici, nonostante il buon andamento delle attività di vendita, che hanno beneficiato di minori oneri di modulazione e di maggiori volumi venduti, grazie allo sviluppo della base clienti nel mercato libero. In aumento anche la distribuzione grazie all’applicazione del criterio regolatorio Ross, al recupero inflativo e all’aumento del Wacc.
Nell’area energia elettrica gli investimenti dell’esercizio 2024 ammontano a 123,5 milioni di euro e sono complessivamente in diminuzione di 4,9 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Nella distribuzione energia elettrica, gli interventi realizzati riguardano prevalentemente la manutenzione straordinaria e il potenziamento di impianti e reti di distribuzione nei territori di Modena, Imola, Trieste e Gorizia, oltre al proseguimento delle attività di sostituzione massiva dei contatori di vecchia generazione e agli interventi per il miglioramento della resilienza della rete. Gli investimenti nella distribuzione energia elettrica sono in aumento di 10,5 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Nella vendita di energia, gli investimenti nelle attività connesse all’acquisizione di nuovi clienti si riducono di 10,3 milioni di euro e diminuiscono di 1,3 milioni di euro nella pubblica illuminazione.
Le richieste di nuovi allacciamenti dell’area energia elettrica sono sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
INVESTIMENTI NETTI ENERGIA ELETTRICA
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
Gli investimenti operativi nell’area energia elettrica:
Energia elettrica (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Reti e impianti |
82,2 |
71,7 |
10,5 |
+14,6% |
Acquisizione clienti ee e altro vendita |
42,4 |
52,7 |
(10,3) |
(19,5)% |
Illuminazione pubblica e semaforica |
2,7 |
4,0 |
(1,3) |
(32,5)% |
Totale energia elettrica lordi |
127,2 |
128,4 |
(1,2) |
(0,9)% |
Contributi conto capitale |
3,8 |
‐ |
3,8 |
+100,0% |
Totale energia elettrica netti |
123,5 |
128,4 |
(4,9) |
(3,8)% |
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in crescita rispetto al valore dell’esercizio 2023.
RAB
(mld/euro)
Ciclo idrico integrato
Nel 2024 l’area ciclo idrico integrato presenta risultati in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un margine operativo lordo pari a 297,1 milioni di euro.
Dal punto di vista normativo si segnala che il 2024 è il primo anno di applicazione del metodo tariffario, definito dall’Autorità per il quarto periodo regolatorio (Mti-4), 2024-2029 (delibera 639/2023/R/idr). L’mti-4 avrà una durata di sei anni, con incremento del Wacc da 4,8% del Mti-3 a 6,13% per l’anno 2024 e, tra gli elementi di novità, prevede un aggiornamento della componente a copertura del costo dell’energia elettrica, oggetto negli ultimi anni di evidenti oscillazioni. A ciascun gestore è riconosciuto un ricavo (Vrg) determinato sulla base dei costi operativi e dei costi di capitale, in funzione degli investimenti realizzati, in un’ottica di crescente efficienza dei costi, nonché di misure tese a promuovere e valorizzare interventi per la sostenibilità e la resilienza.
Di seguito le variazioni intervenute a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-24 |
Dic-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
297,1 |
271,4 |
25,7 |
+9,5% |
Margine operativo lordo * Gruppo |
1.587,6 |
1.494,7 |
92,9 |
+6,2% |
Peso percentuale |
18,7% |
18,2% |
+0,5 p.p. |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
CLIENTI
(mgl)
Il numero di clienti acqua aumenta rispetto a dicembre 2023 di 6,3 mila, pari al +0,4%, a conferma della moderata tendenza di crescita organica nei territori di riferimento del Gruppo. La crescita è riferita principalmente al territorio emiliano-romagnolo gestito da Hera Spa.
Di seguito i principali indicatori quantitativi dell’area:
QUANTITÀ GESTITE 2024
(mln/mc)
QUANTITÀ GESTITE 2023
(mln/mc)
I volumi erogati tramite acquedotto, che si attestano a 285,0 milioni di mc, presentano un incremento pari allo 0,6% rispetto a dicembre 2023, per un ammontare di 1,6 milioni di mc.
A dicembre 2024 le quantità gestite relative alla fognatura sono pari a 238,4 milioni di mc, in aumento rispetto allo scorso anno del 2,4%, mentre quelle relative alla depurazione si attestano a 236,8 milioni di mc, in aumento del 2,0%, rispetto a dicembre 2023. I volumi somministrati, a seguito della delibera 639/2023 dell’Autorità, sono un indicatore di attività dei territori in cui il Gruppo opera e sono oggetto di perequazione per effetto della normativa che prevede il riconoscimento di un ricavo regolato indipendente dai volumi distribuiti.
ENERGIA ELETTRICA CONSUMATA
(GWh)
L’energia elettrica consumata dagli impianti è pari a 349,4 GWh sostanzialmente allineata allo scorso anno.
La sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-24 |
Inc.% |
Dic-23 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.162,8 |
|
1.067,9 |
|
94,9 |
+8,9% |
Costi operativi |
(670,2) |
(57,6)% |
(607,7) |
(56,9)% |
62,5 |
+10,3% |
Costi del personale |
(201,5) |
(17,3)% |
(193,9) |
(18,2)% |
7,6 |
+3,9% |
Costi capitalizzati |
5,9 |
0,5% |
5,1 |
0,5% |
0,8 |
+15,6% |
Margine operativo lordo |
297,1 |
25,5% |
271,4 |
25,4% |
25,7 |
+9,5% |
RICAVI
(mln/euro)
I ricavi del ciclo idrico sono in crescita dell’8,9 % rispetto all’anno precedente passando da 1,067,9 milioni di euro di dicembre 2023 a 1,162,8 milioni di euro a dicembre 2024.
Si evidenziano minori ricavi per le perequazioni di componenti energetiche più che compensati dai maggiori ricavi regolati per effetto degli adeguamenti derivanti dall’applicazione del metodo tariffario Mti-4 introdotto dalla delibera Arera 639/2023/R/idr. Complessivamente tali effetti riflettono circa 59,6 milioni di euro di maggiori ricavi principalmente per l’incremento Wacc e il recupero inflattivo. Infine, si segnalano maggiori ricavi per circa 35 milioni di euro legati principalmente a commesse realizzate nel 2024 e agli allacciamenti.
L’incremento dei costi operativi a dicembre 2024 è riconducibile principalmente alla crescita dei costi per opere conto terzi e per maggiori costi legati al rialzo dei listini di tutte le principali forniture di materiali e, in particolare, dei prodotti chimici e delle prestazioni di servizi.
Tale effetto è solo in parte compensato dai minori costi di approvvigionamento di componenti energetiche come conseguenza di uno scenario energetico con prezzi delle materie prime in flessione rispetto a quanto consuntivato lo scorso anno.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo presenta una crescita di 25,7 milioni di euro, pari al 9,5%, passando dai 271,4 milioni di euro del 2023 ai 297,1 milioni di euro del 2024.
I maggiori ricavi derivanti dall’applicazione del metodo tariffario Mti-4 sono in parte compensati dai maggiori costi operativi conseguenti anche al rialzo dei listini di tutte le principali forniture.
Nell’esercizio 2024 gli investimenti netti nell’area ciclo idrico integrato ammontano a 222,1 milioni di euro, in crescita di 29,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Al lordo dei contributi in conto capitale ricevuti, gli interventi effettuati ammontano a 261,1 milioni di euro.
Gli investimenti sono riferiti principalmente a estensioni, bonifiche e potenziamenti di reti e impianti, oltre che agli adeguamenti normativi riguardanti soprattutto l’ambito depurativo e fognario e sono stati realizzati per 164,0 milioni di euro nell'acquedotto, per 55,8 milioni di euro nella fognatura e per 41,3 milioni di euro nella depurazione.
INVESTIMENTI NETTI CICLO IDRICO
(mln/euro)
Fra i principali interventi si segnalano: nell’acquedotto, il proseguimento delle attività di bonifica su reti e allacci legate alla delibera Arera 917/2017 sulla regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato, gli interventi per la risoluzione delle interferenze della rete idrica con i lavori per la realizzazione della quarta corsia dell’autostrada A14 nella tratta imolese e del prolungamento della tangenziale di Modena, oltre alle attività di installazione dei contatori Smart Meter in ottica di riduzione delle perdite di rete.
Nella fognatura, oltre al proseguimento della realizzazione del piano di salvaguardia della balneazione (Psbo) di Rimini, si segnalano gli interventi manutentivi di riqualificazione della rete fognaria in altri territori serviti, le opere di adeguamento scarichi alla Dgr 201/2016, la realizzazione di una vasca di prima pioggia nel comune di Cattolica e gli interventi fognari concomitanti al prolungamento delle tangenziali di Forlì e di Modena.
Nella depurazione, in evidenza la realizzazione del nuovo impianto Power to Gas presso il depuratore Idar di Bologna, l’adeguamento e potenziamento dei depuratori di Lugo e di Ravenna.
Anche le richieste per nuovi allacciamenti idrici e fognari sono in aumento rispetto all’anno precedente. I contributi in conto capitale, pari a 38,9 milioni di euro, sono in aumento di 3,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente e comprendono i contributi dei progetti che accedono ai fondi del Pnrr, oltre a 6,8 milioni di euro derivanti dalla componente della tariffa prevista dal metodo tariffario per il Fondo Nuovi Investimenti (FoNI).
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ciclo idrico integrato:
Ciclo idrico integrato (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Acquedotto |
164,0 |
131,7 |
32,3 |
+24,5% |
Depurazione |
41,3 |
37,5 |
3,8 |
+10,1% |
Fognatura |
55,8 |
58,9 |
(3,1) |
(5,3)% |
Totale ciclo idrico integrato lordi |
261,1 |
228,2 |
32,9 |
+14,4% |
Contributi conto capitale |
38,9 |
35,2 |
3,7 |
+10,5% |
di cui per FoNI (Fondo Nuovi investimenti) |
6,8 |
19,5 |
(12,7) |
(65,1)% |
Totale ciclo idrico integrato netti |
222,1 |
193,0 |
29,1 |
+15,1% |
La Rab, che determina il valore degli asset riconosciuti dall’Autorità per la remunerazione del capitale investito, è in aumento rispetto al 2023.
RAB
(mld/euro)
Ambiente
Nel 2024, l’area ambiente ha contribuito per il 23,1% alla marginalità del Gruppo Hera, presentando un margine operativo lordo in aumento di 13,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il Gruppo continua quindi nel suo percorso di crescita in questa area di business attraverso la diversificazione dell’offerta, l’ampiezza del portafoglio clienti e la prontezza di risposta nell'erogazione dei servizi offerti, nonostante un contesto macroeconomico complesso con ripercussioni anche nei mercati presidiati.
Viene consolidata la leadership di Herambiente in particolare nel mercato Industria, con l’acquisizione perfezionata nel terzo trimestre del 2024 del 70% della società TRS Ecology, allargando il perimetro d’azione del Gruppo e rafforzando le prospettive di crescita di un’affermata realtà locale.
Anche nel 2024 sono proseguite tutte le principali iniziative in chiave di economia circolare e decarbonizzazione per implementare gli obiettivi di creazione di valore e sostenibilità ambientale.
Da segnalare al riguardo il progetto di cattura della CO₂ del Gruppo Hera in collaborazione con Saipem. Sarà il primo esempio su scala industriale di CCS (Carbon Capture and Storage) applicato a un impianto di questo tipo in Italia. Questo progetto è una delle principali leve di decarbonizzazione previste nel Climate Transition Plan del Gruppo per ridurre le emissioni interne. Il progetto prevede la cattura dell’anidride carbonica in uscita dai camini dei termovalorizzatori, per poi stoccarla nei giacimenti di gas naturale esauriti, abbattendo così in modo significativo le emissioni degli impianti e contribuendo alla decarbonizzazione dei territori.
La tutela delle risorse ambientali è stata, anche nel 2024, un obiettivo prioritario, così come la massimizzazione del loro riutilizzo; ne è dimostrazione la particolare attenzione dedicata allo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti che, grazie al forte impegno che il Gruppo ha messo in campo in tutti territori gestiti, si incrementa di due punti percentuali rispetto ai valori del 2023.
Di seguito le variazioni a livello di margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-24 |
Dic-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
367,0 |
353,4 |
13,6 |
+3,8% |
Margine operativo lordo * Gruppo |
1.587,6 |
1.494,7 |
92,9 |
+6,2% |
Peso percentuale |
23,1% |
23,6% |
(0,5) pp |
|
* si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04
Nella tabella di seguito riportata, è esposta l’analisi dei volumi commercializzati e trattati dal Gruppo nel 2024:
Dati quantitativi (mgl/t) |
Dic-24 |
Dic-23 * |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Rifiuti urbani |
2.254,8 |
2.310,2 |
(55,4) |
(2,4)% |
Rifiuti da mercato |
3.311,0 |
3.065,6 |
245,4 |
+8,0% |
Rifiuti commercializzati |
5.565,9 |
5.375,7 |
190,2 |
+3,5% |
Sottoprodotti impianti |
2.946,8 |
2.661,0 |
285,8 |
+10,7% |
Rifiuti trattati per tipologia |
8.512,7 |
8.036,7 |
476,0 |
+5,9% |
* L’ammontare dei rifiuti trattati nel 2023 è stato oggetto di aggiornamento per l’inserimento nella voce “Rifiuti da mercato” dei quantitativi dei rifiuti della società ACR Spa in coerenza con quanto consuntivato nello stesso periodo del 2024.
L’analisi dei dati quantitativi evidenzia un incremento dei rifiuti commercializzati principalmente dovuto all’incremento dei rifiuti da mercato. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, nel 2024 si registra una diminuzione pari al 2,4% rispetto all’anno precedente a causa principalmente dei conferimenti straordinari dei rifiuti in seguito all’alluvione avvenuta nel 2023.
I volumi da mercato risultano invece in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023 del +8,0%, grazie al consolidamento dei rapporti commerciali esistenti, allo sviluppo del portafoglio clienti in particolare nel mercato Industria e alle variazioni di perimetro dovute alle recenti acquisizioni anch’esse nel mercato Industria.
Infine, i sottoprodotti degli impianti presentano volumi in aumento rispetto all’anno precedente principalmente per la maggiore piovosità riscontrata in particolare nell’ultimo trimestre del 2024.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
(%)
Come già anticipato, la raccolta differenziata di rifiuti urbani si attesta al 74,3%, in crescita di 2,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente, grazie allo sviluppo di numerosi progetti nei territori gestiti dal Gruppo.
Il Gruppo Hera opera nel ciclo completo dei rifiuti con quasi cento impianti di trattamento di rifiuti urbani e speciali e di rigenerazione dei materiali plastici. Tra i principali impianti si evidenziano: nove termovalorizzatori, 12 impianti di compostaggio/digestori e 17 impianti di selezione.
La cura e l’attenzione al parco impiantistico sono da sempre elementi distintivi della propensione all’eccellenza del Gruppo: proseguono infatti le operazioni per fornire gli impianti delle migliori tecnologie disponibili.
Dati quantitativi (mgl/t) |
Dic-24 |
Dic-23 * |
Var. Ass. |
Var. % |
---|---|---|---|---|
Discariche |
754,6 |
608,9 |
145,7 |
+23,9% |
Termovalorizzatori |
1.248,0 |
1.277,7 |
(29,7) |
(2,3)% |
Impianti di selezione e altro |
610,0 |
605,6 |
4,4 |
+0,7% |
Impianti di compostaggio e stabilizzazione |
526,6 |
502,6 |
24,0 |
+4,8% |
Impianti di inertizzazione e chimico-fisici |
1.768,4 |
1.597,5 |
170,9 |
+10,7% |
Impianti recupero |
107,7 |
120,6 |
(12,9) |
(10,7)% |
Depuratori |
487,6 |
453,7 |
33,9 |
+7,5% |
Stoccaggi/Soil Washing |
247,9 |
230,7 |
17,2 |
+7,5% |
Altri impianti |
2.761,9 |
2.639,3 |
122,6 |
+4,6% |
Rifiuti trattati per impianto |
8.512,7 |
8.036,7 |
476,0 |
+5,9% |
|
|
|
|
|
Plastica riciclata da Aliplast |
83,9 |
84,6 |
(0,7) |
(0,8)% |
* L’ammontare dei rifiuti trattati nel 2023 è stato oggetto di aggiornamento per l’inserimento nella voce “Altri impianti” dei quantitativi dei rifiuti della società ACR in coerenza con quanto consuntivato nello stesso periodo del 2024.
Il trattamento dei rifiuti evidenzia un valore complessivo in aumento del 5,9%, rispetto allo stesso periodo del 2023. Analizzando le singole filiere, si segnalano quantitativi in aumento in discarica principalmente per effetto del riavvio dei conferimenti su Tre Monti (Bo) avvenuto nel secondo semestre 2023 mentre, per quanto riguarda i termovalorizzatori, l’andamento in diminuzione, parzialmente compensato dal riavvio dei conferimenti nell’impianto F3 di Ravenna, è dovuto principalmente a minori volumi trattati sia nell’impianto di Rimini, per un evento accidentale avvenuto nel mese di gennaio, sia per manutenzione ordinaria programmata dell’impianto di Modena, effettuata nel 2024.
Il lieve incremento delle quantità negli impianti di selezione è imputabile alle maggiori quantità trattate negli impianti in particolare in quello di Modena grazie allo sviluppo della raccolta differenziata.
Negli impianti di compostaggio e stabilizzazione i volumi sono in aumento principalmente per maggiori quantità trattate negli impianti di stabilizzazione in località Tre Monti (Bo) e nel digestore di Spilamberto, mentre nella filiera degli impianti d’inertizzazione e chimico-fisici i quantitativi in aumento sono riconducibili prevalentemente ai volumi di rifiuti liquidi trattati anche in conseguenza della maggiore piovosità registrata nell’ultimo periodo del 2024.
Negli impianti di recupero i volumi in ingresso in diminuzione risentono della concorrenza sul mercato della plastica vergine. Si segnala l’incremento dei rifiuti trattati presso i depuratori mentre nella filiera stoccaggi/soil washing l’incremento dei volumi è dovuto principalmente alla variazione di perimetro riconducibile alle recenti acquisizioni nel mercato industria. Negli Altri impianti, infine, le quantità intermediate presso impianti terzi sono in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Una sintesi dei risultati economici dell’area:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-24 |
Inc.% |
Dic-23 |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
1.766,2 |
|
1.737,9 |
|
28,3 |
+1,6% |
Costi operativi |
(1.169,1) |
(66,2)% |
(1.166,5) |
(67,1)% |
2,6 |
+0,2% |
Costi del personale |
(258,5) |
(14,6)% |
(244,6) |
(14,1)% |
13,9 |
+5,7% |
Costi capitalizzati |
28,5 |
1,6% |
26,6 |
1,5% |
1,9 |
+7,1% |
Margine operativo lordo |
367,0 |
20,8% |
353,4 |
20,3% |
13,6 |
+3,8% |
RICAVI
(mln/euro)
Nel 2024, i ricavi registrano un lieve aumento rispetto allo scorso anno, pari al +1,6%. In evidenza la diminuzione di 8,9 milioni di euro di ricavi da produzione di energia principalmente per la flessione dei prezzi da mercato e la riduzione dei volumi sui Wte per le fermate temporanee negli impianti di Rimini e Modena. Tale variazione è più che compensata dal forte sviluppo nel mercato industria grazie anche all’incremento dei prezzi, dalla variazione di perimetro derivante dalla recente acquisizione societaria, e da maggiori ricavi da trattamento rifiuti per incremento volumi.
I costi operativi nel 2024 sono in lieve aumento, registrando una variazione del +0,2%. Si segnalano maggiori costi dovuti alla variazione di perimetro per la recente acquisizione societaria nel mercato Industria e l’incremento dei costi di trattamento e trasporto dei sottoprodotti per incremento prezzi listini fornitori e maggiori volumi gestiti. Tali variazioni sono in parte compensate dalla diminuzione dei costi dei prodotti chimici e dalla contrazione dei costi per l’acquisto di materie prime conseguente al calo dei prezzi delle commodities.
Per quanto riguarda l’igiene urbana, si segnalano maggiori attività legate allo sviluppo di nuovi progetti di raccolta differenziata.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
Il margine operativo lordo si incrementa di 13,6 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’effetto positivo derivante dall’incremento dei volumi e dei prezzi per i rifiuti trattati e dalla variazione di perimetro derivante dalle recenti acquisizioni nel mercato Industria è parzialmente compensato dalla variazione negativa della gestione energia e dall’incremento dei costi operativi.
Gli investimenti netti nell’area ambiente riguardano gli interventi di manutenzione e potenziamento degli impianti di trattamento e recupero rifiuti e ammontano a 160,2 milioni di euro, in aumento di 9,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
La filiera compostaggi/digestori presenta investimenti in riduzione di 4,7 milioni di euro rispetto all’anno precedente per effetto delle maggiori realizzazioni effettuate nel primo semestre 2023 sull’impianto di Cesena e dalla società Biorg, mentre sulle discariche si rileva una diminuzione di 5,4 milioni di euro rispetto all’anno precedente dovuta principalmente alle realizzazioni effettuate sugli impianti della società Marche Multiservizi Spa nel 2023.
La filiera Waste to energy (Wte) presenta un incremento negli investimenti di 15,5 milioni di euro attribuibile principalmente alle realizzazioni della società HestAmbiente sulla linea 4 dell’impianto di Padova e alle manutenzioni straordinarie programmate sugli impianti di Modena, Forlì e Rimini, mentre nella filiera impianti rifiuti industriali la riduzione di 13,2 milioni di euro è dovuta principalmente al revamping dell’impianto F3 di Ravenna, realizzato nel 2023.
La filiera isole ecologiche e attrezzature di raccolta presenta investimenti in crescita di 6,7 milioni di euro, mentre nella filiera degli impianti di selezione e recupero si registra complessivamente un incremento di 12,6 milioni di euro per effetto delle realizzazioni delle società Hea Spa e Vallortigara Servizi Ambientali Spa per ampliamento dell’impianto Torrebelvicino, oltre alla realizzazione dell’impianto di lavorazione delle plastiche rigide della società Aliplast Spa, intervento che accede a contributi Pnrr.
INVESTIMENTI NETTI AMBIENTE
(mln/euro)
Il dettaglio degli investimenti operativi nell’area ambiente:
Ambiente (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23 |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Compostaggi/digestori |
5,7 |
10,4 |
(4,7) |
(45,2)% |
Discariche |
18,3 |
23,7 |
(5,4) |
(22,8)% |
Wte |
37,4 |
21,9 |
15,5 |
+70,8% |
Impianti RI |
3,5 |
16,7 |
(13,2) |
(79,0)% |
Isole ecologiche e attrezzature di raccolta |
24,8 |
18,1 |
6,7 |
+37,0% |
Impianti trasbordo, selezione e altro |
72,5 |
59,9 |
12,6 |
+21,0% |
Totale ambiente lordi |
162,3 |
150,8 |
11,5 |
+7,6% |
Contributi conto capitale |
2,1 |
0,4 |
1,7 |
+425,0% |
Totale ambiente netti |
160,2 |
150,4 |
9,8 |
+6,5% |
Altri servizi
L’area altri servizi comprende le attività minori gestite dal Gruppo, tra cui si annoverano le telecomunicazioni, in cui il Gruppo attraverso la propria digital company offre servizi di connettività per privati e aziende, telefonia e data center e i servizi cimiteriali, quest’ultimi circoscritti al Comune di Trieste con la gestione complessiva di dieci cimiteri. A dicembre 2024, il risultato dell’area altri servizi ammonta a 30,1 milioni di euro, con un incremento di 3,4 milioni di euro rispetto all'anno precedente.
Di seguito le variazioni del margine operativo lordo:
(mln/euro) |
Dic-24 |
Dic-23** |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Margine operativo lordo area |
30,1 |
26,7 |
3,4 |
+12,8% |
Margine operativo lordo * Gruppo |
1.587,6 |
1.494,7 |
92,9 |
+6,2% |
Peso percentuale |
1,9% |
1,8% |
+0,1 p.p. |
|
* Si intendono i risultati adjusted come evidenziato nel capitolo 1.04.
** I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
Tra gli indicatori quantitativi dell’area altri servizi si evidenziano i circa 6.800 km di rete proprietaria a banda ultra-larga in fibra ottica che il Gruppo Hera possiede attraverso la propria digital company, Acantho Spa. Questa rete serve le principali città dell’Emilia-Romagna, Padova e Trieste, offrendo a privati e aziende una connettività ad alte prestazioni, con elevata affidabilità e massima sicurezza di sistemi, dati e continuità del servizio.
I risultati economici dell’area sono:
Conto economico (mln/euro) |
Dic-24 |
Inc.% |
Dic-23* |
Inc.% |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|---|---|
Ricavi |
199,8 |
|
90,9 |
|
8,9 |
+9,8% |
Costi operativi |
(58,5) |
(58,6)% |
(53,9) |
(59,3)% |
4,6 |
+8,5% |
Costi del personale |
(14,0) |
(14,1)% |
(13,1) |
(14,4)% |
0,9 |
+6,9% |
Costi capitalizzati |
2,8 |
2,8% |
2,8 |
3,0% |
‐ |
+0,0% |
Margine operativo lordo |
30,1 |
30,2% |
26,7 |
29,3% |
3,4 |
+12,8% |
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
RICAVI
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
A dicembre 2024 i ricavi si attestano a 99,8 milioni di euro, in crescita di 8,9 milioni di euro grazie principalmente al business delle telecomunicazioni. Questo risultato è stato sostenuto dalle maggiori attività nei servizi di telefonia e connettività, trainate anche da un importante sviluppo commerciale grazie all’acquisizione di nuovi clienti, soprattutto nell’area nord-est.
L'incremento del volume d'affari sopramenzionato è stato sostenuto da una maggiore capacità operativa con conseguente crescita sia dei costi operativi che del costo del personale.
MARGINE OPERATIVO LORDO
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
Il margine operativo lordo del business degli altri servizi complessivamente presenta una crescita del 12,8% con un controvalore di 3,4 milioni di euro passando dai 26,7 milioni di euro di dicembre 2023 ai 30,1 milioni di euro dell’equivalente periodo del 2024 grazie soprattutto al contributo delle telecomunicazioni principalmente per le maggiori attività nei servizi di telefonia e connettività trainate principalmente dallo sviluppo commerciale.
Nell’esercizio 2024 gli investimenti netti nell’area altri servizi sono pari a 11,0 milioni di euro, in aumento di 1,2 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.
Gli investimenti sono stati realizzati nel servizio telecomunicazioni per interventi in rete e in servizi Tlc, settore che ha visto l’ampliamento dell’area territoriale di riferimento e della base dei clienti serviti con l’integrazione con la società Asco TLC, operante nel Veneto e incorporata nella società Acantho Spa nel corso del 2023.
INVESTIMENTI NETTI ALTRI SERVIZI
(mln/euro)
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
I dettagli degli investimenti operativi nell’area altri servizi:
Altri Servizi (mln/euro) |
DIC-24 |
DIC-23* |
Var. Ass. |
Var.% |
---|---|---|---|---|
Tlc |
11,0 |
9,8 |
1,2 |
+12,2% |
Altro |
‐ |
0,0 |
‐ |
+0,0% |
Totale altri servizi lordi |
11,0 |
9,8 |
1,2 |
+12,2% |
Contributi conto capitale |
‐ |
‐ |
‐ |
+0,0% |
Totale altri servizi netti |
11,0 |
9,8 |
1,2 |
+12,2% |
* I dati sono stati riesposti riclassificando il segmento dell’illuminazione pubblica da altri servizi a energia elettrica.
mln/euro |
note |
2024 |
2023 |
---|---|---|---|
Ricavi |
1 |
12.889,7 |
15.331,1 |
Altri proventi |
2 |
154,7 |
234,0 |
Materie prime e materiali |
3 |
(7.056,4) |
(9.672,2) |
Costi per servizi |
4 |
(3.724,9) |
(3.655,9) |
Costi del personale |
5 |
(667,5) |
(641,1) |
Altre spese operative |
6 |
(97,3) |
(90,3) |
Costi capitalizzati |
7 |
89,3 |
82,1 |
Ammortamenti accantonamenti e svalutazioni |
8 |
(757,7) |
(753,7) |
Utile operativo |
|
829,9 |
834,0 |
Proventi finanziari |
9 |
202,5 |
157,1 |
Oneri finanziari |
10 |
(308,5) |
(345,0) |
Gestione finanziaria |
|
(106,0) |
(187,9) |
Quota di utili (perdite) di joint venture e società collegate |
11 |
12,3 |
10,3 |
Utile prima delle imposte |
|
736,2 |
656,4 |
Imposte |
12 |
(200,3) |
(173,2) |
Utile netto dell'esercizio |
|
535,9 |
483,2 |
Attribuibile: |
|
|
|
azionisti della Controllante |
|
494,5 |
441,4 |
azionisti di minoranza |
|
41,4 |
41,8 |
Utile per azione |
|
|
|
di base |
17 |
0,343 |
0,305 |
diluito |
17 |
0,343 |
0,305 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di conto economico riportato al paragrafo 2.03.01 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
2024 |
2023 |
---|---|---|---|
Utile (perdita) netto dell'esercizio |
|
535,9 |
483,2 |
Componenti riclassificabili a conto economico |
|
|
|
Fair value derivati, variazione del periodo |
29 |
(72,7) |
(289,1) |
Effetto fiscale relativo alle componenti riclassificabili |
|
20,5 |
83,2 |
Altre componenti di conto economico complessivo imprese valutate a patrimonio netto |
|
(0,1) |
‐ |
Componenti non riclassificabili a conto economico |
|
|
|
Utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
30 |
1,8 |
(2,0) |
Partecipazioni valutate al fair value |
26 |
(3,9) |
10,9 |
Effetto fiscale relativo alle componenti non riclassificabili |
|
(0,3) |
0,4 |
Totale utile (perdita) complessivo dell'esercizio |
|
481,2 |
286,6 |
Attribuibile: |
|
|
|
azionisti della controllante |
|
449,7 |
238,8 |
azionisti di minoranza |
|
31,5 |
47,8 |
mln/euro |
note |
31-dic-24 |
31-dic-23 |
---|---|---|---|
ATTIVITÀ |
|
|
|
Attività non correnti |
|
|
|
Immobili, impianti e macchinari |
21, 25 |
2.160,7 |
2.059,3 |
Diritti d'uso |
22, 25 |
84,2 |
90,6 |
Attività immateriali |
23, 25 |
4.945,8 |
4.719,6 |
Avviamento |
24, 25 |
933,0 |
908,7 |
Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto |
26, 27 |
127,3 |
147,0 |
Altre partecipazioni |
26 |
47,3 |
48,6 |
Attività finanziarie non correnti |
18 |
158,0 |
162,8 |
Attività per imposte differite |
14 |
342,9 |
302,3 |
Strumenti derivati |
29 |
‐ |
0,3 |
Totale attività non correnti |
|
8.799,2 |
8.439,2 |
Attività correnti |
|
|
|
Rimanenze |
32 |
168,1 |
198,5 |
Crediti commerciali |
33 |
3.172,5 |
3.586,8 |
Attività finanziarie correnti |
18 |
23,1 |
90,9 |
Attività per imposte correnti |
13 |
31,3 |
11,4 |
Attività correnti derivanti da contratti con i clienti |
35 |
263,9 |
433,1 |
Altre attività correnti |
37 |
1.104,5 |
509,3 |
Strumenti derivati |
29 |
182,4 |
478,0 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti |
18 |
1.315,6 |
1.332,8 |
Totale attività correnti |
|
6.261,4 |
6.640,8 |
TOTALE ATTIVITÀ |
|
15.060,6 |
15.080,0 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-24 |
31-dic-23 |
---|---|---|---|
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
|
|
|
Capitale sociale e riserve |
|
|
|
Capitale sociale |
15 |
1.440,8 |
1.443,0 |
Riserve |
15 |
1.744,8 |
1.553,8 |
Utile (perdita) dell'esercizio |
15 |
494,5 |
441,4 |
Patrimonio netto del Gruppo |
|
3.680,1 |
3.438,2 |
Interessenze di minoranza |
16 |
306,8 |
313,4 |
Totale patrimonio netto |
|
3.986,9 |
3.751,6 |
Passività non correnti |
|
|
|
Passività finanziarie non correnti |
19 |
4.154,6 |
4.421,7 |
Passività non correnti per leasing |
22 |
54,7 |
56,8 |
Benefici ai dipendenti |
30 |
79,9 |
88,1 |
Fondi |
31 |
693,1 |
617,8 |
Passività per imposte differite |
14 |
144,8 |
156,9 |
Totale passività non correnti |
|
5.127,1 |
5.341,3 |
Passività correnti |
|
|
|
Passività finanziarie correnti |
19 |
1.226,7 |
890,8 |
Passività correnti per leasing |
22 |
24,4 |
24,5 |
Debiti commerciali |
34 |
2.723,9 |
2.619,3 |
Passività per imposte correnti |
13 |
48,2 |
110,2 |
Passività correnti derivanti da contratti con i clienti |
36 |
203,2 |
397,4 |
Altre passività correnti |
38 |
1.512,8 |
1.487,3 |
Strumenti derivati |
29 |
207,4 |
457,6 |
Totale passività correnti |
|
5.946,6 |
5.987,1 |
TOTALE PASSIVITÀ |
|
11.073,7 |
11.328,4 |
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ |
|
15.060,6 |
15.080,0 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema della situazione patrimoniale-finanziaria riportato al paragrafo 2.03.02 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
note |
31-dic-24 |
31-dic-23 |
---|---|---|---|
Risultato ante imposte |
|
736,2 |
656,4 |
Rettifiche per ricondurre l'utile netto al flusso di cassa da attività operative |
|
|
|
Ammortamenti e perdite di valore di attività |
8 |
563,4 |
526,2 |
Accantonamenti ai fondi |
8 |
194,3 |
227,5 |
Effetto valutazione con il metodo del patrimonio netto |
11 |
(12,3) |
(10,3) |
(Proventi) oneri finanziari |
9, 10 |
106,0 |
187,9 |
(Plusvalenze) minusvalenze e altri elementi non monetari |
|
(1,2) |
(8,4) |
Variazione fondi |
31 |
(34,9) |
(27,7) |
Variazione fondi per benefici ai dipendenti |
30 |
(10,0) |
(11,0) |
Totale disponibilità liquide generate prima delle variazioni del capitale circolante netto |
|
1.541,5 |
1.540,6 |
(Incremento) decremento di rimanenze |
39 |
39,5 |
378,9 |
(Incremento) decremento di crediti commerciali |
39 |
(800,9) |
(81,9) |
Incremento (decremento) di debiti commerciali |
39 |
(49,0) |
(507,7) |
Incremento/decremento delle altre attività/passività correnti, compresi contratti con clienti |
39 |
438,2 |
439,9 |
Variazione capitale circolante |
|
(372,2) |
229,2 |
Dividendi incassati |
39 |
12,8 |
15,1 |
Interessi attivi e altri proventi finanziari incassati |
39 |
56,8 |
77,8 |
Interessi passivi, oneri netti su derivati e altri oneri finanziari pagati |
39 |
(192,6) |
(193,4) |
Imposte pagate |
39 |
(193,3) |
(96,6) |
Disponibilità liquide generate (assorbite) dall'attività operativa (a) |
|
853,0 |
1.572,7 |
Investimenti in immobili, impianti e macchinari |
21 |
(282,1) |
(242,7) |
Investimenti in attività immateriali |
23 |
(578,2) |
(573,1) |
Investimenti in imprese controllate e rami aziendali al netto delle disponibilità liquide |
28 |
(33,1) |
(76,2) |
Investimenti in altre partecipazioni |
28 |
(0,4) |
‐ |
Prezzo di cessione di immobili, impianti, macchinari e immobilizzazioni immateriali |
|
8,0 |
2,6 |
(Incremento) decremento di altre attività d'investimento |
28 |
81,2 |
30,1 |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di investimento (b) |
|
(804,6) |
(859,3) |
Nuove emissioni di debiti finanziari a lungo termine |
20 |
471,1 |
614,9 |
Rimborsi di debiti finanziari non correnti |
20 |
(7,9) |
(750,0) |
Rimborsi e altre variazioni nette di debiti finanziari |
20 |
(252,9) |
(908,5) |
Rimborsi di passività per leasing |
20 |
(20,6) |
(22,4) |
Acquisto quote di partecipazioni in imprese consolidate |
20 |
(1,3) |
(0,1) |
Aumento capitale sociale minoranze |
20 |
1,3 |
1,9 |
Dividendi pagati ad azionisti Hera e interessenze di minoranza |
20 |
(248,8) |
(239,1) |
(Investimenti) disinvestimenti in azioni proprie |
15 |
(6,5) |
(19,7) |
Disponibilità generate (assorbite) dall'attività di finanziamento (c) |
|
(65,6) |
(1.323,0) |
Incremento (decremento) disponibilità liquide (a+b+c) |
|
(17,2) |
(609,6) |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti all'inizio dell'esercizio |
18 |
1.332,8 |
1.942,4 |
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti alla fine dell'esercizio |
18 |
1.315,6 |
1.332,8 |
Ai sensi della delibera Consob 15519 del 27 luglio 2006, gli effetti dei rapporti con parti correlate sono evidenziati nell'apposito schema di rendiconto finanziario riportato al paragrafo 2.03.03 del presente bilancio consolidato.
mln/euro |
Capitale sociale |
Riserve |
Riserve strumenti derivati valutati al fair value |
Riserve utili (perdite) attuariali fondi benefici dipendenti |
Riserve partecipazioni valutate al fair value |
Utile dell’ esercizio |
Patrimonio netto |
Interessenze di minoranza |
Totale |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Saldo al 01-gen-23 |
1.450,3 |
1.485,8 |
256,6 |
(31,8) |
(17,7) |
255,2 |
3.398,4 |
246,3 |
3.644,7 |
Utile dell'esercizio |
|
|
|
|
|
441,4 |
441,4 |
41,8 |
483,2 |
Altre componenti del risultato complessivo: |
|||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
|
|
(212,1) |
|
|
|
(212,1) |
6,2 |
(205,9) |
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
|
|
|
(1,3) |
|
|
(1,3) |
(0,2) |
(1,5) |
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio |
|
|
|
|
10,8 |
|
10,8 |
|
10,8 |
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
‐ |
(212,1) |
(1,3) |
10,8 |
441,4 |
238,8 |
47,8 |
286,6 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
(7,3) |
(12,4) |
|
|
|
|
(19,7) |
|
(19,7) |
versamento azioni di minoranza |
|
|
|
|
|
|
‐ |
1,9 |
1,9 |
variazione interessenza partecipativa |
|
2,9 |
|
|
|
|
2,9 |
(3,0) |
(0,1) |
variazione area consolidamento |
|
|
|
|
|
|
‐ |
56,8 |
56,8 |
altri movimenti |
|
(1,3) |
|
|
|
|
(1,3) |
(0,6) |
(1,9) |
Ripartizione dell’utile: |
|||||||||
dividendi distribuiti |
|
|
|
|
|
(180,9) |
(180,9) |
(35,8) |
(216,7) |
destinazione a riserve |
|
74,3 |
|
|
|
(74,3) |
‐ |
|
‐ |
Saldo al 31-dic-23 |
1.443,0 |
1.549,3 |
44,5 |
(33,1) |
(6,9) |
441,4 |
3.438,2 |
313,4 |
3.751,6 |
Saldo al 01-gen-24 |
1.443,0 |
1.549,3 |
44,5 |
(33,1) |
(6,9) |
441,4 |
3.438,2 |
313,4 |
3.751,6 |
Utile dell'esercizio |
|
|
|
|
|
494,5 |
494,5 |
41,4 |
535,9 |
Altre componenti del risultato complessivo: |
|||||||||
fair value derivati, variazione dell'esercizio |
|
|
(42,3) |
|
|
|
(42,3) |
(9,9) |
(52,2) |
utili (perdite) attuariali fondi benefici ai dipendenti |
|
|
|
1,4 |
|
|
1,4 |
|
1,4 |
fair value partecipazioni, variazione dell'esercizio |
|
|
|
|
(3,8) |
|
(3,8) |
|
(3,8) |
altre componenti imprese valutate a patrimonio netto |
|
(0,1) |
|
|
|
|
(0,1) |
|
(0,1) |
Utile complessivo dell'esercizio |
‐ |
(0,1) |
(42,3) |
1,4 |
(3,8) |
494,5 |
449,7 |
31,5 |
481,2 |
variazione azioni proprie in portafoglio |
(2,2) |
(4,3) |
|
|
|
|
(6,5) |
|
(6,5) |
versamento azioni di minoranza |
|
|
|
|
|
|
‐ |
0,2 |
0,2 |
variazione interessenza partecipativa |
|
(0,2) |
|
|
|
|
(0,2) |
(1,1) |
(1,3) |
altri movimenti |
|
0,8 |
|
|
|
|
0,8 |
0,2 |
1,0 |
Ripartizione dell’utile: |
|||||||||
dividendi distribuiti |
|
|
|
|
|
(201,9) |
(201,9) |
(37,4) |
(239,3) |
destinazione a riserve |
|
239,5 |
|
|
|
(239,5) |
‐ |
|
‐ |
Saldo al 31-dic-24 |
1.440,8 |
1.785,0 |
2,2 |
(31,7) |
(10,7) |
494,5 |
3.680,1 |
306,8 |
3.986,9 |
|
|
note |
31-dic-24 |
31-dic-23 |
---|---|---|---|---|
A |
Disponibilità liquide |
18 |
1.315,6 |
1.332,8 |
B |
Mezzi equivalenti a disponibilità liquide |
18 |
‐ |
‐ |
C |
Altre attività finanziarie correnti |
18 |
23,1 |
90,9 |
D |
Liquidità (A+B+C) |
|
1.338,7 |
1.423,7 |
E |
Debito finanziario corrente |
19 |
(777,0) |
(411,9) |
F |
Parte corrente del debito finanziario non corrente |
19, 22 |
(474,1) |
(524,1) |
G |
Indebitamento finanziario corrente (E+F) |
|
(1.251,1) |
(936,0) |
H |
Indebitamento finanziario corrente netto (G+D) |
|
87,6 |
487,7 |
I |
Debito finanziario non corrente |
19, 22, 29 |
(808,0) |
(1.087,0) |
J |
Strumenti di debito |
19 |
(3.401,3) |
(3.391,2) |
K |
Debiti commerciali e altri debiti non correnti |
|
‐ |
‐ |
L |
Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) |
|
(4.209,3) |
(4.478,2) |
M |
Totale indebitamento finanziario (H+L) Orientamenti Esma 32 - 382 - 1138 |
|
(4.121,7) |
(3.990,5) |
|
Crediti finanziari non correnti |
18 |
158,0 |
162,8 |
|
Indebitamento finanziario netto |
|
(3.963,7) |
(3.827,7) |
Il nuovo Piano 2024-2028 rivede al rialzo tutti i target quinquennali, a partire dal MOL che al 2028 è previsto a 1,7 miliardi di euro, con un incremento strutturale medio annuo del 7,0%. Il Piano al 2028 prevede investimenti per oltre 4,6 miliardi di euro, 250 milioni in più rispetto al precedente piano (+5,7%) di cui 2,4 miliardi destinati allo sviluppo.
Il Gruppo Hera, in qualità di principale player nel settore ambientale, energetico e idrico in Italia, ha tracciato un ambizioso percorso verso la neutralità climatica entro il 2050, con la sua strategia Net Zero al 2050, orientata ai benefici economici, alla riduzione del rischio e alle opportunità di crescita sostenibile.
In un contesto estremamente complesso e incerto, un importante fattore di successo per il Gruppo continuerà ad essere la capacità di costruire e mantenere le partnership con i diversi stakeholder, nella consapevolezza che l’appartenenza ad un ecosistema solido e coeso è un valore per affrontare le sfide delle transizioni in corso.
Con questo piano potremo valorizzare diverse capacità che il Gruppo è in grado di mettere in campo:
DRIVER
Per rispondere alle sfide più rilevanti del settore, con progettualità d’eccellenza su tutti i territori in cui operiamo, le linee guida del nuovo Piano Industriale si sviluppano secondo tre leve strategiche:
La strategia al 2028 è stata elaborata per garantire al Gruppo un ruolo di primo piano nell’affrontare una sfida complessa come il cambiamento climatico, attraverso iniziative che supportino il processo di decarbonizzazione, l’espansione dell’economia circolare e dei mercati di materie seconde e il rafforzamento della resilienza degli asset e dei servizi essenziali che eroghiamo sul territorio, con azioni focalizzate sulla circular economy, la transizione energetica, la tutela ambientale, l'evoluzione tecnologica e la coesione sociale.
Grazie alle tre leve strategiche “creazione di valore”, “crescita sostenibile” e “rafforzamento della gestione del rischio e incremento della resilienza”, possiamo riconfermare sia le prudenti politiche economico-finanziarie sia il nostro impegno per lo sviluppo economico e la crescita aziendale.
CREAZIONE DI VALORE
La nostra strategia si concentra sulla creazione di valore attraverso quattro leve di crescita principali:
Con il MOL complessivo a 1.700 milioni di euro al 2028 e il rendimento del capitale investito (ROI) al 9,5% al 2028, in crescita rispetto al 8,7% adjusted del 2023, il livello di ritorno dimostra un importante aumento della creazione di valore, pur mantenendo il nostro storico profilo di rischio conservativo. Infatti, il differenziale tra ROI e costo medio ponderato del capitale (WACC) passa da 220 punti percentuali del 2022 a 400 punti percentuali nel 2028.
Nel quinquennio 2024-2028 il MOL a valore condiviso incrementerà del 45%, a testimonianza del peso crescente delle iniziative che, oltre a generare margini per l’azienda, sono in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU.
Nel percorso verso una “transizione giusta”, continueremo a generare ricadute positive per tutti i nostri stakeholder del territorio, con un valore economico distribuito nei 5 anni di Piano stimato pari a 10,8 miliardi e investimenti dedicati alla transizione green per circa 3 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i dividendi, prevediamo un costante incremento annuale fino a raggiungere una cedola di 17 centesimi di euro al 2028 (+21% rispetto all’ultimo dividendo pagato), con un utile netto per azione atteso in crescita del 6% medio annuo. Ne consegue che il ritorno complessivo per l’azionista (TSR), che considera sia l’andamento atteso degli utili sia il rendimento dei dividendi, si attesta a un tasso medio annuo di circa l’11%.
CRESCITA SOSTENIBILE
Il nostro nuovo piano strategico conferma l’importante impegno su economia circolare e decarbonizzazione, coerente con il raggiungimento degli obiettivi industriali al 2030. Vogliamo favorire e supportare la transizione ecologica dei territori serviti, con iniziative concrete rivolte a cittadini, pubbliche amministrazioni e clienti industriali, mettendo a disposizione l’ampia dotazione impiantistica e il know-how maturato nei diversi settori di attività.
Parallelamente, continueremo a generare MOL a valore condiviso che al 2028 salirà fino al 66% del MOL di Gruppo, e fino al 70% nel 2030.
Vengono riconfermati gli interventi per contribuire alla neutralità carbonica e alla transizione energetica: per favorire la decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi di riduzione del 37% delle emissioni al 2030 (rispetto al 2019) validati dal prestigioso network internazionale Science Based Targets initiative (SBTi), abbiamo prefisso di raggiungere emissioni Net Zero al 2050, attraverso la riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 intorno al 90% rispetto al 2019 e la rimozione di tutte le emissioni residue al termine del percorso di decarbonizzazione. I target "Net Zero" al 2050 sono esplicitati nel Piano di transizione climatica del Gruppo.
Per promuovere la rigenerazione delle risorse, confermiamo l’adozione di modelli di business circolari, con gli obiettivi di aumentare le acque reflue recuperabili (per arrivare al 14,4% del totale nel 2028), ridurre i consumi idrici interni (-24% nel 2028) e incrementare le plastiche riciclate del 165% (nel 2028 rispetto al 2017, superando così il precedente target al 2030 di +150%). Nella raccolta differenziata, prevediamo di incrementare sia qualità che quantità, passando dal 72,2% del 2023 al 77,7% nel 2028.
INCREMENTO DELLA RESILIENZA
La strategia di gestione diversificata delle attività in portafoglio conferma il focus sul potenziamento delle tre principali filiere di attività, mantenendo il bilanciamento attuale, che ha garantito la forte resilienza dei risultati del Gruppo, in tutte le situazioni di scenario sperimentate negli ultimi vent’anni, e una crescita costante e ininterrotta sia dei target di sostenibilità che delle performance economico-finanziarie e di qualità del servizio erogato.
Le attività regolate rappresentano circa il 60% del capitale investito al 2028, garantendo quindi una protezione regolatoria alla ciclicità della domanda, all’inflazione e all’andamento dei tassi di interesse.
Nel restante 40% del portafoglio, riconducibile alle attività a mercato, la strategia di bassa propensione al rischio è garantita dall’implementazione di politiche di copertura sui rischi operativi nella gestione delle attività, che hanno dimostrato particolare efficacia anche in situazioni di ampie fluttuazioni dei prezzi delle commodity sperimentate nel tempo.
Il 61% degli investimenti sarà destinato ai business regolati, mentre il restante 39% sarà riservato ad alimentare la crescita dei business a mercato. Alle reti sarà dedicata oltre la metà degli investimenti (2,5 miliardi pari al 54%). Inoltre, circa l’8% delle risorse servirà per cogliere eventuali opportunità di crescita esterna.
Gli investimenti saranno così destinati:
INVESTIMENTI
Nel periodo 2024-2028 il Piano industriale prevede investimenti complessivi per 5,1 miliardi di euro, un impegno finanziario superiore del 6% al precedente documento strategico e del 46% agli investimenti degli ultimi 5 anni: ai 4,6 miliardi di investimenti direttamente finanziati dal Gruppo Hera, si aggiungono anche quasi 500 milioni di contributi tra risorse del PNRR e altri istituti.
In questi investimenti operativi, 2,6 miliardi di euro (pari al 96% degli investimenti ammissibili) saranno allineati alla Tassonomia europea per progettualità sostenibili, potendo quindi accedere a pieno titolo agli strumenti agevolati di finanza sostenibile, con un beneficio anche in termini di costi finanziari. Infine, il 77% del piano investimenti (pari a 4 miliardi) sarà destinato ad iniziative in grado di creare MOL a valore condiviso.
Complessivamente, in arco piano sono programmati 4,6 miliardi di investimenti che alimenteranno la manutenzione della base impiantistica, le iniziative di crescita organica e quelle di crescita esterna, tra cui le opportunità di M&A.
In termini di sostenibilità, circa il 77% del totale degli investimenti è allocato su progetti che generano valore condiviso non soltanto per gli azionisti ma per tutti gli stakeholders, rispondono agli obiettivi fissati dall’Agenda Globale ONU al 2030 e supportano la crescita del Mol a valore condiviso, fino a portarlo al 66% del MOL di Gruppo al 2028.
TARGET
Il Piano al 2028 definisce gli obiettivi specifici che il Gruppo si prefigge di raggiungere per creare valore economico e sociale in modo sostenibile e garantire il successo a lungo termine dell'azienda.
MOL
Il nuovo Piano industriale conferma e rafforza la crescita del MOL complessivo che arriverà a 1.700 milioni di euro al 2028. Le progettualità di Piano promuovono una crescita strutturale complessiva del MOL di 475 milioni di euro, esattamente in linea con i target previsti dal precedente Piano industriale, con un tasso di crescita medio annuo del 7%. Lo sviluppo organico, con 375 milioni di euro di MOL in arco piano, rappresenta la leva principale ed è alimentato dal piano degli investimenti di sviluppo, dall’espansione dei volumi e dei clienti sui mercati liberalizzati, dalle efficienze e dagli adeguamenti tariffari fissati dall’Authority su tutte le attività regolate. In linea con il track record del Gruppo, un contributo alla crescita del MOL, pari a 100 milioni di euro, arriverà anche da operazioni di M&A, proseguendo così l’allargamento del perimetro aziendale, con la generazione di significative sinergie e benefici anche per i territori di riferimento. Questa crescita permetterà di più che compensare il venir meno del totale delle opportunità di business non ricorrenti per un valore pari a 170 milioni di euro in arco piano.
Il MOL a “valore condiviso”
Al 2028 il MOL CSV costituirà il 66% del totale del MOL di Gruppo, per arrivare al 70% nel 2030, seguendo un percorso con un orizzonte di medio e lungo periodo che genera benefici concreti per i territori e le comunità servite, in parallelo con lo sviluppo dell’azienda.
I progetti previsti dal nuovo Piano al 2028 permetteranno di disegnare una traiettoria di crescita coerente con i target della transizione ecologica da traguardare al 2030: i target vengono misurati rispetto a indicatori industriali che sintetizzano le dimensioni della neutralità carbonica e dell’economia circolare in modo che per ciascuno sia possibile verificare come il target al 2028 sia coerente con la traiettoria necessaria per centrare gli obiettivi al 2030.
POLITICA DI DIVIDENDO
Alla luce dei positivi risultati preconsuntivi 2024, è stata nuovamente rivista al rialzo tutta la politica dei dividendi, prevedendo già a giugno 2025 la distribuzione di un dividendo di 15 centesimi di euro per azione, in aumento del 7,1% rispetto alla cedola di competenza 2023 pagata nel 2024 e che si confronta con la previsione di crescita del 3,5% del precedente Piano industriale (14,5 centesimi).
Il ritmo di crescita dei dividendi al 2028 sarà dunque superiore a quello previsto nel precedente Piano industriale: oltre all’incremento di 1 centesimo per azione nel 2024, è previsto un aumento di 0,5 centesimi nei successivi anni, fino a raggiungere i 17 centesimi di euro al 2028, che garantisce un rendimento medio di circa il 5% e offre una piena visibilità sui dividendi prospettici in ciascun anno di Piano.
SOLIDITA’ FINANZIARIA
Il Piano industriale al 2028 intende mantenere la nostra solida posizione finanziaria attraverso il continuo monitoraggio di tutti i fattori di rischio e un’attenta gestione dei flussi di cassa.
Grazie al solido equilibrio patrimoniale, a una gestione attenta del capitale circolante e all’adozione di pratiche di risk management, la solidità finanziaria ci consentirà di raggiungere gli obiettivi strategici prefissati e generare un cash flow operativo positivo e che autofinanzierà la quasi totalità degli investimenti.
I risultati annuali del 2024 mostrano un rapporto Debito Netto/Ebitda a 2,5x rispetto al massimo storico che si è attestato a 3,3x, un livello che conferma la solidità dei fondamentali finanziari del Gruppo
I flussi di cassa operativi si prevedono ulteriormente in crescita, a sostegno degli investimenti, dei dividendi e dell'espansione per M&A, preservando la solidità finanziaria con un Debt/Ebitda ratio a 2,8x al 2028 che lascia spazio per altri progetti di investimento non inseriti a Piano.
L’allocazione della flessibilità avverrà seguendo i soliti criteri prudenti del Gruppo, ovvero: M&A per creare valore (multipli non diluitivi su attività core sinergiche), progetti di investimento pienamente autorizzati e con un profilo di rischio/rendimento congruo con l’attuale portafoglio.
VIDEOCONFERENZA DI PRESENTAZIONE DEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE
Il 23 gennaio 2025 si è tenuta a Bologna la videoconferenza di presentazione del nuovo Business plan al 2028.
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Il Gruppo Hera, in qualità di uno dei principali player nel settore ambientale, energetico e idrico in Italia, ha tracciato un ambizioso percorso verso la neutralità climatica entro il 2050, con la sua strategia Net Zero al 2050, orientata ai benefici economici, alla riduzione del rischio e alle opportunità di crescita sostenibile.
Questo piano di transizione climatica non è solo una risposta alle sfide del cambiamento climatico, ma rappresenta un pilastro centrale per posizionarsi come leader nella sostenibilità ambientale e nella transizione energetica. Grazie a un forte presidio sui rischi e le opportunità emergenti viene garantita la creazione di valore economico sostenibile sia per l’azienda che per tutti gli stakeholder. Con una visione chiara e obiettivi concreti, Hera è un esempio di come sostenibilità, innovazione e competitività possano andare di pari passo, garantendo una crescita solida e responsabile nel lungo termine. Lo attesta anche Carbonsink.
L'obiettivo di raggiungere il Net Zero entro il 2050, oltre a essere un traguardo ambientale, è la dimostrazione tangibile dell’impegno del Gruppo verso la neutralità climatica, attraverso un processo che coinvolge ogni aspetto delle attività aziendali, dalla gestione efficiente delle risorse, fino all'adozione di tecnologie innovative per azzerare le emissioni residue.
Questa visione non è semplicemente un atto dovuto, ma una straordinaria opportunità di leadership nel mercato perché investendo nella sostenibilità non solo si protegge il pianeta, ma si crea anche un vantaggio competitivo che si traduce in valore economico, reputazionale e sociale per tutti gli stakeholder, con una forte azione nella protezione del patrimonio aziendale. Inoltre, il percorso di decarbonizzazione consente anche di accedere a nuove opportunità di mercato, ad esempio nel settore delle energie rinnovabili e dell'economia circolare che portano ulteriori risultati.
Entro il 2030, Hera si impegna a ridurre le emissioni di Scope 1 e 2 del 37% rispetto al 2019, proiettando una riduzione del 32% già al 2028. Questo target sarà raggiunto attraverso interventi significativi sull'efficienza energetica, la modernizzazione delle infrastrutture e il miglioramento dell'efficienza nei servizi erogati. Grazie a questo impegno, il Gruppo non solo riduce il proprio impatto ambientale, ma dimostra di essere una realtà capace di innovare i propri processi produttivi, migliorando l’efficienza operativa e riducendo i costi a lungo termine.
La riduzione delle emissioni Scope 3, legate alle attività della catena di fornitura e ai clienti, è altrettanto strategica: Hera sta implementando iniziative per rafforzare il suo ruolo di catalizzatore per l'innovazione sostenibile lungo tutta la filiera. Questo approccio genera benefici non solo per l’ambiente, ma anche per la solidità dei rapporti di lungo termine con i fornitori e per la fidelizzazione della clientela, che sempre più spesso sceglie partner attenti alla sostenibilità.
L’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e l'espansione degli impianti per la produzione di biometano e idrogeno testimoniano l’impegno di Hera non solo nel ridurre le proprie emissioni, ma anche nel fornire soluzioni sostenibili ai clienti e contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano. Inoltre, Hera può capitalizzare l'adozione di tecnologie innovative come la cattura e stoccaggio del carbonio, le smart grid e lo sviluppo dell’agrivoltaico, evidenziando il ruolo cruciale che l'innovazione gioca nella transizione ecologica. Questi investimenti, oltre a ridurre le emissioni, generano nuove opportunità di business e aprono la strada all'espansione in mercati emergenti legati alla green economy.
Hera non si limita a seguire le tendenze: le anticipa, affermandosi come leader in un settore in piena trasformazione.
Attraverso la controllata HERAmbiente il Gruppo offre a aziende e territori la gestione a 360 gradi e sostenibile di ogni tipo di rifiuto, svolgendo anche attività di bonifica e risanamento di aree e siti contaminati e offrendo un'ampia gamma di servizi a valore aggiunto, che abilitano la transizione all'economia circolare. Inoltre, Hera ha sviluppato sistemi avanzati per la raccolta e gestione dei rifiuti, consentendo di ridurre al minimo lo smaltimento in discarica e massimizzare il recupero e il riutilizzo delle materie, contribuendo così sia alla riduzione delle emissioni sia all'uso efficiente delle risorse. Un esempio è il nuovo impianto per il recupero della fibra di carbonio che utilizza un processo di pirogassificazione per separare le resine dalle fibre di carbonio, permettendo la rigenerazione della fibra con prestazioni meccaniche equiparabili a quelle della fibra vergine. Questo processo riduce significativamente l'impatto ambientale rispetto alla produzione di fibra di carbonio vergine, con una diminuzione del 75% della domanda energetica e del 74% delle emissioni di gas serra.
L’approccio di Hera, dunque, non solo tutela l’ambiente, ma crea valore economico generando un mercato di materie prime seconde, riducendo i costi e favorendo la competitività. Grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e processi di recupero all’avanguardia, Hera è ora in grado di offrire soluzioni concrete ai propri clienti business e ai Comuni in cui opera, contribuendo in modo determinante alla costruzione di città e comunità sempre più sostenibili.
La transizione climatica rappresenta per Hera una leva strategica per garantire una crescita solida e sostenibile, riducendo le emissioni, i costi energetici e il rischio legato alle normative ambientali: la priorità da anni riservata alla resilienza degli asset ha consentito Hera di superare indenne tutte le emergenze climatiche registrate nell’ultimo quinquennio. Anche il più recente piano di investimenti del Gruppo al 2028 destina importanti risorse sia per rispondere alle sfide climatiche e tecnologiche sia per migliorare la redditività operativa, creando nuove opportunità di business e rafforzando la solidità del Gruppo nel lungo termine.
Vale la pena di sottolineare che, per gli investimenti sostenibili, 2,6 miliardi di € di investimenti sono allineati alla Tassonomia europea (il 96% di quelli ammissibili).
La sostenibilità non è quindi solo un costo, ma una fonte di vantaggio competitivo.
L'integrazione della sostenibilità e della decarbonizzazione nella strategia aziendale è un fattore chiave per consolidare la competitività e per rispondere alle aspettative sempre più elevate degli investitori in termini di responsabilità ambientale. Infatti, gli obiettivi Net Zero di Hera sono in linea con i principali framework ESG (SFDR, TCFD, EU Taxonomy), facilitando l'inclusione di Hera nei fondi sostenibili e nei benchmark di settore.
Il Gruppo Hera ha implementato uno specifico framework di governance nella strategia Net Zero: il Consiglio di Amministrazione, attraverso comitati dedicati, sovraintende l'implementazione del Piano di transizione climatica, assicurando che la sostenibilità sia integrata in tutte le decisioni e attività aziendali strategiche. Report dettagliati e trasparenti, basati su standard internazionali come il GRI e il TCFD, offrono una visione chiara dei risultati e delle performance ambientali del Gruppo e garantiscono la comunicazione trasparente dei progressi e degli impatti concreti.
Attraverso una visione a lungo termine basata su innovazione, sostenibilità e responsabilità, Hera si posiziona come leader nella transizione energetica e ambientale, creando valore condiviso per investitori, clienti e comunità.
Il percorso verso la neutralità climatica è un viaggio di crescita e di creazione di opportunità, in cui Hera dimostra come l’impegno deciso per la sostenibilità possa tradursi in performance superiori e in un futuro migliore per tutti.
Hera adotta un modello di impresa che integra la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa nella gestione della stessa, in linea con il proprio purpose, la propria missione e i valori e i principi di funzionamento contenuti nel Codice etico. Oltre a offrire servizi energetici, idrici e ambientali di qualità, la nostra missione è creare “Valore condiviso”, cioè valore economico per l'azienda e allo stesso tempo per la comunità e il territorio in cui operiamo, avendo per bussola le priorità collettive. Presentiamo qui una sintesi dei risultati conseguiti e gli obiettivi fissati per il futuro. Per approfondire si rimanda al Bilancio di Sostenibilità 2024.
Efficienza energetica
Sviluppo energie rinnovabili
Mitigazione del cambiamento climatico
Economia circolare
Riduzione dei rifiuti
Riduzione delle emissioni e dell'impronta di carbonio
Resilienza e adattamento delle reti
Gestione sostenibile dell’acqua
Tutela dell’aria
Sicurezza, qualità, costo e continuità dei servizi erogati
Innovazione e trasformazione digitale
Diritti umani nella catena di fornitura
Salute e sicurezza sul lavoro
Diversità, equità e inclusione
Formazione e sviluppo professionale, retribuzione e incentivi
Sviluppo del territorio e inclusione sociale
Gestione responsabile della catena di fornitura
Lotta alla corruzione attiva e passiva
Etica di business
Gestione della sostenibilità
Gestione dei rischi
Dialogo con gli stakeholder
Sviluppo del territorio
Partnership con le comunità e autorità locali
Creare valore per gli stakeholders
Driver Csv |
Indicatore |
2023 C |
2024 C |
2028 PI |
---|---|---|---|---|
Ambiente Territorio |
% utenti serviti in aree con Piano di gestione della sicurezza dell’acqua (% sul totale degli utenti serviti da acquedotto) |
65,8% |
76,3% |
93,9% |
Energia |
Energia elettrica rinnovabile venduta a clienti mercato libero (% sui volumi venduti) |
42,8% |
49,1% |
58,3% |
Energia |
Contratti famiglie gas ed energia elettrica a fine anno con almeno una soluzione di efficienza energetica (% sul totale dei contratti famiglie a mercato libero) |
37,9% |
37,2% |
55,1% |
Ambiente |
Rifiuti avviati a recupero di materia o energia diviso rifiuti totali trattati - Hasi (%) |
49,7% |
41,8%* |
48,0%* |
Ambiente |
Acqua reflua depurata riutilizzabile (% su totale acqua reflua depurata) - Gruppo Hera |
10,1% |
11,9% |
14,4% |
Energia |
Illuminazione pubblica: Energia elettrica consumata in comuni con 100% punti luce a led o 100% energia rinnovabile o consumo inferiore a 50 kWh/ab (%) |
80,3% |
85,3% |
82,5% |
Energia |
Gas metano venduto con compensazione delle emissioni di CO2 a clienti a mercato libero (% sui volumi venduti) |
20,4% |
17,9% |
13,6% |
* Trattamento biologico considerato come recupero
SOCIETÀ | RATING | COMMENTO |
---|---|---|
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80 Top 1% |
Hera ha conseguito un punteggio complessivo di 80/100, un risultato che la posiziona come leader mondiale nel settore multi e water utility (35/100 la media del settore). Hera consegue inoltre il miglior punteggio nelle dimensioni della sostenibilità Governance&Economic e Social |
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15,3 Low Risk |
Hera ha conseguito un punteggio di 15,3, un valoreche è il secondo migliore al mondo. Lo score è migliorato di +1,3 punti rispetto al 2023 |
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Advanced | Hera si è classificata nella categoria Advanced, propedeutica per l’entrata nell’indice di Borsa Italiana ‘Mib Esg’ che si basa sulle valutazioni effettuata da Moody’s ESG |
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A | MSCI ha confermato il rating A. La valutazione è affetta da errori e inesattezze persistenti e riconducibili a deficit di comunicazione da parte di MSCI che rende complesso qualsiasi recepimento di correzioni e di confronto. |
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B | Nel 2024 Hera ha ottenuto il livello B |
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1° posto | Nel 2024 Hera è salita nuovamente al primo posto per l’integrazione delle politiche di sostenibilità nelle proprie strategie di business |
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Top 100 | Nel 2024 Hera è la prima multi-utility al mondo nella classifica stilata da Refinitiv sulla promozione della diversità, inclusione e sviluppo delle persone |
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80/100 | Con un punteggio di 80/100, migliore rispetto alla media sia del proprio settore sia delle realtà italiane analizzate, Hera è una delle 484 imprese quotate inserite nel Bloomberg GEI, selezionate su oltre 11.700 società |
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B- Prime | Hera ha confermato il rating B- con status Prime, posizionandosi tra i migliori del settore. In particolare, figura nei primi posti per gli aspetti ambientali e sociali |
Il totale degli investimenti a valore condiviso non corrisponde alla somma degli investimenti dei singoli driver, a causa di attività riconducibili a più driver.
Gli investimenti sono calcolati al lordo dei contributi in conto capitale.