Gruppo Hera alza il sipario su FIB3R, l’impianto all’avanguardia che rigenera la fibra di carbonio
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Innovazione e performance nel primo impianto nel suo genere in Europa su scala industriale, realizzato a Imola per riciclare i compositi in fibra di carbonio riducendo l’impatto ambientale. Qui entrano scarti a fine vita ed esce fibra di carbonio rigenerata, leggera e resistente come quella vergine, pronta per essere riutilizzata in un ciclo potenzialmente infinito in vari settori strategici del Made in Italy. Ad oggi, si prevede che l’impianto della multiutility produrrà 160 tonnellate di fibra di carbonio riciclata ogni anno, con un risparmio energetico del 75% rispetto alla fibra vergine
Il Gruppo Hera accelera verso l’economia circolare del futuro e inaugura a Imola (BO), nel cuore della Motor Valley, il primo impianto nel suo genere a livello europeo, in grado di rigenerare la fibra di carbonio su scala industriale. Si chiama FIB3R, un nome all’insegna delle tre R che sono alla base del progetto: recover, reduce, reuse, ovvero recuperare la fibra di carbonio e riutilizzarla, riducendo l’utilizzo di fibra vergine e quindi l’impatto ambientale che sarebbe necessario per produrla.
Con un importante vantaggio competitivo: la fibra rigenerata da FIB3R mantiene inalterate le caratteristiche di leggerezza ed elevata resistenza della fibra vergine, garantendo di ottenere – attraverso un procedimento all’avanguardia di pirogassificazione – un prodotto in uscita rigenerato, pronto per essere riutilizzato, ritessuto e/o impregnato, per impieghi altamente performanti a cui questo tipo di materiale è destinato. I settori industriali interessati a questa eccellenza sono sempre di più e vanno dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica all’arredo, fino al tessile e alla moda in senso lato, solo per fare qualche esempio.
L’impegno per favorire la transizione ecologica e la previsione dell’aumento della domanda di fibra di carbonio hanno portato il Gruppo Hera ad anticipare questo megatrend, lanciando la sfida di applicare anche a questo materiale, su scala industriale, il percorso virtuoso dell’economia circolare già da anni alla base della propria strategia, unendo crescita economica alla sostenibilità ambientale.
Un percorso che si pone al centro della Circular Valley italiana, perché proprio in questo territorio da oltre quarant’anni si sviluppano iniziative di recupero di materia con soluzioni circolari.
Che la strada sia quella giusta lo conferma anche l’interesse dell’Unione Europea che ha riconosciuto a FIB3R un contributo di oltre 2,2 milioni di euro nell’ambito del NextGenerationEU per la tecnologia innovativa e la rilevanza strategica dei materiali trattati. L’investimento complessivo previsto dal Gruppo Hera per realizzare l’impianto di Imola ammonta a 8 milioni di euro.
Ad oggi, nell’impianto si prevede una produzione di 160 tonnellate di fibra di carbonio riciclata ogni anno, con un risparmio energetico del 75% rispetto alla fibra vergine.
“Nel suo genere FIB3R è il primo impianto in Europa per il riciclo della fibra di carbonio, con l’obiettivo di promuovere filiere corte e circolari, in linea con la nostra strategia di rendere i nostri territori più competitivi e resilienti – afferma Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera –. FIB3R rappresenta, inoltre, un esempio concreto di come il Gruppo Hera sia in grado di combinare innovazione tecnologica e sostenibilità sfruttando la cross fertilization tra le competenze all’avanguardia delle varie filiere del Gruppo. Il recupero della fibra di carbonio non solo consente di ridurre l’impatto ambientale di questi scarti, ma crea anche nuove opportunità di mercato in settori strategici dell’industria. Investire in infrastrutture circolari di questo tipo significa aumentare la resilienza delle filiere produttive, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche e, al contempo, creare valore attraverso modelli di business sostenibili. Con oltre 100 impianti all’avanguardia e 5 nuove strutture in corso di realizzazione, abbiamo consolidato nel tempo la più grande e moderna piattaforma impiantistica del Paese per il trattamento e recupero di materia, rafforzando il nostro ruolo di operatore di riferimento nel settore e di motore dell’economia circolare in Italia. Il nostro Piano industriale conferma questa strategia con investimenti per 2 miliardi di euro nel periodo 2024-2028 destinati alla rigenerazione delle risorse, un impegno che punta a generare valore per tutti i nostri stakeholder”.
L’inaugurazione di questa mattina dell’impianto FIB3R, che si trova in via Casalegno all’interno della sede imolese della multiutility, è stata l’occasione per promuovere un confronto sul futuro della fibra di carbonio, tra innovazione e sostenibilità. Dopo i saluti istituzionali di Marco Panieri, Sindaco di Imola, e di Irene Priolo, Assessora all’ambiente, programmazione territoriale, mobilità e trasporti, infrastrutture della Regione Emilia-Romagna, ha aperto i lavori l’Amministratore Delegato di Herambiente Andrea Ramonda. L’appuntamento ha visto il coinvolgimento di importanti rappresentanti del mondo industriale e accademico: Davide Abate, Chief Technologies and Infrastructures Officer Ferrari; Roberto Frassine, Presidente Assocompositi; Loris Giorgini, Direttore Dipartimento Chimica Industriale Università di Bologna; Raffaella Luglini, Chief Sustainability Officer Leonardo; Horacio Pagani, Fondatore Pagani Automobili; Andrea Rangone, Full Professor of Entrepreneurship and Digital Business Innovation Politecnico di Milano; Ferruccio Resta, Presidente Fondazione Bruno Kessler FBK. L’incontro si è concluso con l’intervento di Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera.
Prima di FIB3R
L’impianto di Imola è stato messo a punto dalla controllata Herambiente, primo operatore nazionale nel recupero e trattamento dei rifiuti, che da tempo aveva iniziato a sperimentare il processo di recupero delle fibre di carbonio, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna e con il partner tecnologico Curti Costruzioni Meccaniche, azienda del ravennate leader nella produzione di macchine automatiche per applicazioni industriali, che ha reso disponibile la sua conoscenza e il suo impianto pilota per la modellizzazione della soluzione studiata. Dopo tre anni di sperimentazione, il Gruppo Hera, forte delle proprie competenze in ambito ingegneria e trattamento rifiuti, ha sviluppato industrialmente il progetto e realizzato appunto l’impianto FIB3R, per riciclare materiali compositi e contribuire a colmare il gap tra la domanda e l’offerta di fibra vergine, riducendo l’impatto ambientale.
Scheda tecnica
Come rinasce la fibra di carbonio
Nell’impianto di Imola la rinascita della fibra di carbonio avviene all’interno di un tunnel di 60 metri dove viene realizzato un innovativo processo avanzato di pirogassificazione: nella prima fase, quella della pirolisi, viene liberata dalla resina la fibra di carbonio, più resistente al calore, e nella seconda fase avviene la gassificazione che garantisce una fibra rigenerata di altissima qualità, purissima e lucente, e interamente sostenibile nel rispetto dell’ambiente. La resina decomposta in forma gassosa viene infatti riutilizzata per generare parte dell’energia necessaria al processo, massimizzando il recupero energetico. Le polveri rimaste nelle fibre vengono aspirate e inviate al sistema di abbattimento. Il risultato, dopo il trattamento, è la migliore fibra di carbonio ad alta purezza, con tutte le caratteristiche meccaniche intatte e pronta per essere ritessuta e impregnata per tutti gli usi tipici della fibra vergine.
Il risparmio energetico e il cerchio che si chiude
Il riciclo è potenzialmente infinito e il risparmio energetico è molto alto rispetto alla produzione di fibra vergine, altamente energivora per le alte temperature utilizzate. Inoltre, produrre fibra di carbonio vergine significa impiegare materie prime fossili e aumentare i conferimenti in discarica, visto che gli scarti della lavorazione delle fibre sono destinati quasi esclusivamente allo smaltimento. L’analisi del ciclo di vita dimostra poi che la domanda energetica per la produzione di fibre riciclate è inferiore del 75% ed evita il 74% delle emissioni di gas serra, riducendo significativamente i conferimenti in discarica. Non solo: l’unicità di FIB3R sta anche nella totale tracciabilità del materiale trattato. Gli scarti in fibra di carbonio, infatti, entrano nell’impianto all’interno di contenitori dotati di QR code, che riporta la loro carta di identità: caratteristiche tecniche, peso, provenienza. Una volta compiuto il processo, lo stesso materiale tracciato torna al proprietario sotto forma di fibra di carbonio rigenerata, e il cerchio si chiude assicurando la massima sostenibilità, trasparenza e qualità.
I compagni di viaggio di FIB3R
Il ciclo chiuso che costituisce la cifra dell’innovativo impianto di Imola ha bisogno, per essere efficace, di rapporti di partnership tra il Gruppo Hera e le aziende della complessa filiera del carbonio, materiale sempre più presente nei comparti produttivi hi-tech e, di conseguenza, nei cicli di gestione degli scarti. Il Gruppo Leonardo ha già fatto propria la sfida di applicare l’economia circolare ai propri processi produttivi e, nel caso specifico, ha avviato attraverso la Divisione Aerostrutture la sinergia industriale con il Gruppo Hera supportando all’interno dell’impianto di Imola un progetto di recupero delle fibre di carbonio di rinforzo dei compositi a matrice polimerica utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Dunque, grazie agli asset di Herambiente e al know-how sviluppato nei laboratori del Gruppo Leonardo, il prezioso materiale verrà riciclato con positive ricadute in termini di sostenibilità e circolarità. In particolare, la Divisione Aerostrutture di Leonardo conferirà a Herambiente parte delle fibre di scarto derivanti dalla costruzione delle componenti di alcuni fra gli aeromobili civili più noti nel settore dell’aviazione commerciale, come per esempio lo stabilizzatore dei turboelica ATR, la fusoliera e lo stabilizzatore orizzontale del Boeing 787, i piani di coda dell’Airbus A220.
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Il quinto centro di raccolta sorgerà in via D’annunzio, nella zona nord-ovest della città. I lavori, a cura del Gruppo Hera, sono già iniziati e si concluderanno entro la prossima estate per un investimento di oltre 1 milione 250 mila euro, finanziati in buona parte dal PNRR. La rete dei centri di raccolta sul territorio comunale è così più capillare e completa
Sono partiti nei giorni scorsi a Modena, a cura del Gruppo Hera, i lavori per la realizzazione della quinta stazione ecologica del capoluogo, che sarà pronta entro la prossima estate. Il centro di raccolta per rifiuti differenziati sorgerà in via D’annunzio, nella zona nord-ovest della città, in un’area recentemente acquisita dal Comune di Modena e posta in una posizione strategica poiché ricca di servizi frequentati dai cittadini. La nuova stazione ecologica permetterà quindi di ampliare la rete di centri a disposizione degli utenti che, una volta completati i lavori, sarà ancora più capillare.
L’intervento si inserisce all’interno di un’ampia serie di investimenti in corso da tempo e che, anche grazie ai fondi PNRR, ha già permesso alla multiutility di potenziare la rete di stazioni ecologiche presenti nei territori serviti. La spesa per la realizzazione della stazione ecologica in via D’Annunzio ammonta a oltre 1 milione 250 mila euro, di cui oltre 830 mila euro finanziati dal PNRR.
La nuova stazione ecologica avrà una superficie di 2.500 metri quadrati e risponderà in particolare alle esigenze dei quartieri della zona, migliorando quindi la qualità del servizio e “alleggerendo” il flusso di utenti sugli altri quattro centri di raccolta presenti sul territorio comunale. Il progetto prevede la realizzazione di aree deposito per rifiuti ingombranti, metalli e legno, di una platea che ospiterà elettro-compattatori e cassoni scarrabili e di due pese ponte per la pesatura dei mezzi in entrata e in uscita. Anche qui sarà presente l’area dedicata al conferimento dei Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e dei Rup (Rifiuti urbani pericolosi). La stazione ecologica sarà inoltre dotata di un punto d’accoglienza e impianti all’avanguardia, sia antincendio sia di illuminazione a basso consumo energetico. I percorsi pedonali e per veicoli sono infine stati studiati per facilitare i conferimenti e garantire la sicurezza di utenti e operatori.
“Gli accessi alle stazioni ecologiche sono in costante aumento, segno che si tratta di un servizio che i cittadini apprezzano e che per questo deve essere sempre più diffuso ed efficiente e la realizzazione del nuovo centro di via D’Annunzio va in questa direzione – ha detto Vittorio Molinari, assessore all’Ambiente del Comune di Modena – Come amministrazione, non possiamo che ringraziare i cittadini per il loro impegno crescente nell’effettuare la differenziazione dei rifiuti che a Modena ha già raggiunto circa il 79%, centrando in anticipo l’obiettivo regionale previsto per il 2027. Un comportamento virtuoso in cui i conferimenti diretti alle stazioni ecologiche giocano un ruolo fondamentale in termini di quantità e di qualità della raccolta differenziata. Tanto che l’amministrazione riconosce uno sconto in fattura per chi conferisce direttamente alle stazioni ecologiche”.
“La nuova stazione ecologica ha l’obiettivo di agevolare ancora di più i cittadini nel conferimento di quei rifiuti che per tipologia, dimensioni e peso non sono compatibili con la raccolta stradale o porta a porta - spiega Paolo Paoli, responsabile servizi Ambientali Area Modena del Gruppo Hera – Grazie al nuovo centro per rifiuti differenziati, integreremo il servizio in una zona del capoluogo attualmente più lontana dagli altri centri di raccolta. Inoltre, sono in dirittura d’arrivo i lavori di ammodernamento della stazione ecologica Leonardo in via Nobili mentre dall’inizio del prossimo anno partirà il rinnovo di Magnete in via Mattarella. Ricordo infine che i centri di raccolta integrano il servizio ordinario e rappresentano l’opzione ambientale più sostenibile e di minore impatto per la raccolta dei rifiuti urbani. I materiali conferiti dai cittadini alle stazioni ecologiche, infatti, sono avviati prevalentemente a riciclo e recupero”.
Per accedere alle stazioni ecologiche è necessario presentare la Carta Smeraldo o il codice fiscale, che permettono sconti in bolletta. Il Gruppo Hera, inoltre, mette a disposizione delle utenze domestiche il servizio gratuito di ritiro rifiuti ingombranti a domicilio: basta prendere un appuntamento tramite l’app Il Rifiutologo oppure telefonare al numero verde 800 999 500. L’applicazione permette infine di localizzare tramite una mappa il centro di raccolta più vicino: le stazioni ecologiche sono intercomunali, quindi i cittadini possono scegliere a quale rivolgersi senza necessariamente dover optare per quella del comune di residenza.
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