Un poker di progetti per far sparire gli sprechi e aiutare chi è in difficoltà: a Bologna si recuperano tonnellate di farmaci, materiali in disuso e cibo
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I risultati del 2024 delle quattro azioni di prevenzione dei rifiuti attive in città grazie alla rete di collaborazione avviata da Gruppo Hera e Last Minute Market insieme al Comune di Bologna: Farmaco Amico, Cambia il finale, CiboAmico e Non si butta via niente
Farmaci, materiali a fine vita non più utilizzati ma in buono stato, cibo avanzato: a Bologna l’economia circolare gira ogni giorno con un poker di progetti nati per fare in modo che tonnellate di questi prodotti non diventino rifiuti ma un aiuto per le persone in difficoltà. Per mettere in piedi un circolo virtuoso di questo genere occorre una rete solida e rodata, come quella messa in piedi da Gruppo Hera e Last Minute Market, società spin off dell’Università di Bologna per il recupero delle eccedenze, insieme al Comune di Bologna. I progetti di prevenzione dei rifiuti attivi in città sono quattro: Cibo Amico, nato nel 2009, Farmaco Amico (avviato nel 2012), Cambia il finale (2014) e Non si butta via niente, l’ultimo arrivato sotto le Due Torri, iniziato nel corso del 2023. I dati elaborati sull’attività del 2024 indicano che la strada è quella giusta.
Farmaco Amico: a Bologna nel 2024 avviate al riuso oltre 19.300 confezioni di medicine
L’obiettivo di Farmaco Amico è recuperare dai cittadini i prodotti farmaceutici non utilizzati e non scaduti, da destinare a organizzazioni non profit che operano in progetti locali o di cooperazione internazionale. Avviato nel 2013, il progetto coinvolge 214 farmacie in 38 comuni dell’Emilia-Romagna e dalla sua nascita ha avviato al riuso quasi 600.000 confezioni di farmaci ancora utili, per un valore economico di 7,3 milioni di euro.
Nel 2024 a Bologna sono state 37 le farmacie aderenti al progetto, nelle quali è stato collocato il contenitore specifico messo a disposizione da Hera per le medicine non scadute. Sono stati raccolti oltre 1.100 chili di farmaci, pari a 27.600 confezioni, di cui 774 chili (oltre 19.300 confezioni) sono stati avviati al riuso, per un valore di quasi 238.000 euro. Sono 17 gli enti non profit coinvolti da Farmaco Amico, tra cui l’Associazione Sokos, l’Organizzazione Amici di Ampasilava-Madagascar, UMMI-Unione Medico Missionaria Italiana, numerosi ambulatori popolari presenti sul territorio emiliano-romagnolo, la Fondazione ANT Italia. Nel 2024 il 30% dei farmaci raccolti è stato redistribuito a enti che si occupano di assistenza sanitaria sul territorio italiano, il 70% è stato inviato a missioni all’estero. Il progetto è reso possibile grazie alla firma di uno specifico protocollo da parte di Regione Emilia-Romagna, Gruppo Hera e Last Minute Market e grazie alla costante collaborazione con molte realtà non profit del territorio, Azienda Ausl di Bologna, Ordine dei farmacisti, Federfarma e altre associazioni di farmacisti.
Cambia il finale: oltre 153 tonnellate di materiali a cui è stata data una nuova vita
Avviato nel 2014, il progetto Cambia il finale offre ai cittadini la possibilità di richiedere il ritiro a domicilio dei beni, ingombranti e non, ancora in buono stato ma non più utilizzati. I Comuni nei quali il progetto è attivo sono 103. Dall’inizio dell’attività, nel territorio regionale sono state raccolte e avviate al riuso oltre 6.600 tonnellate di beni.
A Bologna nel 2024 sono state ritirate oltre 206 tonnellate di materiali a fine vita, e di queste oltre 153 sono state avviate al riuso (74%), contribuendo a risparmiare quasi 800 mila chili di CO2 che sarebbero stati necessari per smaltire questi rifiuti.
L’iniziativa è resa possibile in regione grazie a una rete di 16 enti non profit partner che quotidianamente si impegnano per dare nuova vita a beni che altrimenti sarebbero stati smaltiti come rifiuti. Sul territorio cittadino operano 4 partner del progetto: Piazza Grande, Opera di Padre Marella, La Fraternità e Il Martin Pescatore.
CiboAmico e Non si butta via niente: stop agli sprechi a tavola
CiboAmico è il progetto che il Gruppo Hera ha avviato nel 2009 per il recupero dei pasti preparati e non consumati in 8 mense dell’azienda, e per la loro donazione a favore di enti non profit del territorio. Dall’inizio del progetto sono stati donati quasi 155.000 pasti per un valore di oltre 630.000 euro, evitando la produzione di più di 68 tonnellate di rifiuti, pari a 133 cassonetti pieni.
A Bologna partecipano a CiboAmico le due mense Hera di viale Berti Pichat e di via del Frullo, che donano le eccedenze alimentari all’Opera Padre Marella, per le persone seguite dal pronto soccorso sociale e dall’Associazione Arca della Misericordia. Nel 2024 sono stati recuperati quasi 2.800 pasti, pari a oltre 1,2 tonnellate di cibo, in grado di offrire pranzo e cena a 85 persone al giorno.
L’ultimo nato a Bologna nella famiglia dei progetti antispreco è Non si butta via niente, un’azione concreta di economia circolare e di contrasto agli sprechi alimentari e, attraverso gli enti non profit del territorio, un sostegno alle persone in difficoltà. L’iniziativa ha lo scopo allargare la platea dei donatori e dei beneficiari e di mettere a sistema e valorizzare le azioni già attive in città. Nel 2024 le aziende donatrici sono state 10, per un totale di 15 punti vendita. Sono state raccolte oltre 270 tonnellate di prodotti, tra cui 3,2 tonnellate di pasti pronti.
I prodotti alimentari e i pasti pronti vengono donati da diverse aziende e realtà del territorio, tra le quali Caab, Bologna FC 1909, Aeroporto di Bologna, Lagardère Travel, i negozi di Vecchia Malga, Carrefour Express Aeroporto, Cremè Gelateria, Chef Express–Gruppo Cremonini, Elior ristorazione, alcune farmacie aderenti a Federfarma, i supermercati Despar e GAMS Ristorazione, Sirio S.p.a., Ritmo ristorazione. Gli enti non profit beneficiari coinvolti sono numerosi, tra questi Cucine Popolari, Opera di Padre Marella, Amici di Piazza Grande, Open Group e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Grazie all’impegno degli operatori volontari, queste realtà svolgono un ruolo cruciale nella riuscita del progetto, recuperando direttamente le eccedenze e garantendo anche l’assistenza quotidiana a oltre 800 persone in difficoltà.
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