L'ultima goccia
L'ultima goccia
Un viaggio lungo il Po, simbolo della siccità causata dai cambiamenti climatici. Un audio reportage per raccontare le storie delle persone che vivono accanto al fiume, che lo amano, lo rispettano e si attivano per tutelare una risorsa sempre più preziosa come l’acqua.
L’ultima Goccia è una serie podcast Chora Media Live con Francesca Milano, promossa dal Gruppo Hera.
Caldo anomalo e scarsità di precipitazioni stanno mettendo l’Italia di fronte all’evidenza che gli effetti estremi dei cambiamenti climatici rischiano di compromettere per sempre la nostra società e la nostra economia. A raccontare cosa sta accadendo ci pensa Francesca Milano in un podcast che affronta il tema della siccità causata dai cambiamenti climatici e presenta le soluzioni che si possono adottare a partire dai racconti di chi vive lungo il “grande fiume”.
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N° 4 - Arrivare al mare
La siccità rende ancora più necessarie soluzioni innovative come quelle realizzate in Emilia-Romagna: a Cesena c’è un depuratore che trasforma le acque reflue urbane in acqua utilizzabile per irrigare e fertilizzare alberi di pesco e pomodori, un progetto sperimentale che ha dato ottimi risultati e che permetterebbe agli agricoltori delle campagne di sfruttare l’acqua usata dalle comunità. Tornando lungo il corso del Po si passa per Ferrara: qui si trova l’impianto dove ogni giorno viene prelevata l’acqua del fiume e viene sottoposta a innumerevoli passaggi per renderla potabile e farla arrivare pulita e sicura nelle case di 250mila persone. Si prosegue poi verso le valli di Comacchio, dove il capovalle Piercarlo Farinelli si prepara alla sua ultima stagione delle anguille. Il viaggio si conclude al delta nel Po, dove il fiume - stanco e sofferente - si butta nelle braccia del mare e finalmente riposa.
N° 3 – Il “grande fiume” non è più grande
Ogni fiume, per arrivare al mare, compie un percorso tre volte più lungo della distanza in linea retta tra la sorgente e la foce. Per essere precisi, circa 3,14 volte, ossia la costante matematica pi greco. È affascinante pensare che la natura - apparentemente così disordinata - abbia regole matematiche. In realtà niente in natura è casuale: le vacche rosse reggiane ne sono un esempio. Resistono al caldo e sono a loro agio in questa pianura. Nelle campagne emiliane l’allevatore Marco Prandi ci racconta come sta scommettendo su un mix di trazione e innovazione per portare avanti l’attività di famiglia, producendo energia e risparmiando acqua. Il risparmio idrico è fondamentale in un’area dove la siccità si vede a occhio nudo: quello che Giovannino Guareschi aveva soprannominato il “grande fiume”, oggi appare quasi un rigagnolo. Nei suoi racconti, le terre di don Camillo e Peppone erano perennemente minacciate dalle esondazioni del Po, oggi sono aride e sabbiose.
N° 2 – La prima acqua per questo riso
Arrivato in pianura, il Po attraversa Torino e poi disegna il confine tra Piemonte e Lombardia, nelle zone famose per la coltivazione del riso. Fino a qualche anno fa, le risaie venivano chiamate “il mare a quadretti”, perché viste dall’alto formavano un reticolato d’acqua. Poi i cambiamenti climatici hanno spinto i risicoltori a sperimentare la semina in asciutta. Con Cristiano Carturan, il più giovane agricoltore della zona, assistiamo a un momento speciale: la prima bagnatura del riso, con l’acqua che entra nei campi attraverso un canale artificiale. L’area della Lomellina ha un fortissimo legame con l’acqua del Po e dei suoi affluenti, ma qui non c’è solo l’acqua che scorre negli alvei: c’è anche una falda molto ricca, ed è anche su questo che si gioca la partita contro la siccità.
N° 1 - Dove nasce il Po
Sui giornali è comparsa una foto: ci sono due uomini che giocano a bocce, sul letto del fiume Po, in secca. Per tutti è lui l’osservato speciale, il simbolo dell’estrema siccità che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Non lo dicono solo i dati, lo dice anche Aldo Perotti che da 47 anni gestisce il rifugio di Pian del Re. È lui il guardiano della sorgente del Po. Il nostro viaggio comincia da qui, da questi piccoli paesi di montagna dove una volta si parlava la lingua occitana, che oggi sta scomparendo, proprio come l’acqua che nasce dai ghiacciai e dai nevai che il cambiamento climatico sta mettendo a rischio.
Francesca Milano
Francesca Milano lavora dall’aprile 2021 a Chora Media come Head of Chora Live, responsabile dei podcast giornalistici. In precedenza, è stata per 15 anni al Sole 24 Ore, lavorando inizialmente per l’edizione cartacea, e occupandosi poi del web, dei social media e dei podcast della testata. Ha scritto per Corriere dell’Umbria, Corriere di Arezzo, Donna Moderna, Cosmopolitan, Gazzetta.it e D di Repubblica. Laureata in Scienze della Comunicazione a Perugia, si è poi specializzata all’Università La Sapienza di Roma e alla Scuola di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.