Internal dealing
Internal dealing
Con il termine internal dealing si identificano le operazioni di compravendita dei titoli di una società quotata da parte dei propri amministratori, sindaci e top manager. Considerando la posizione di particolare rilievo che rivestono questi soggetti all’interno della società, le operazioni di acquisto e vendita sui titoli della società possono avere un particolare valore informativo per il mercato.
Ad esempio, se i top manager effettuano operazioni di acquisto di titoli della società ciò riflette sul mercato un generale segnale di fiducia nelle prospettive della società. Viceversa, nel caso di operazioni di vendita.
Proprio in virtù di questa dinamica la normativa ha posto in capo a questi soggetti l’obbligo di comunicare al mercato tempestivamente qualsiasi operazione di acquisto/vendita compiuta sui titoli della loro società. (art. 114, 7° comma T.U.F. e artt. 152 sexies e seguenti del Regolamento Emittenti Consob 11971/99). Inoltre, chiunque controlli almeno il 10% del capitale sociale di un gruppo quotato è tenuto a comunicare le proprie operazioni sui titoli interessati. Le operazioni di internal dealing si presume che siano effettuate nel rispetto della normativa vigente e sulla base del set informativo disponibile al mercato.
Se si acquista un titolo si pensa che il prezzo salirà e l’acquirente realizzerà una plusvalenza. Diversi studi statistici statunitensi confermano l’andamento positivo di azioni dopo importanti internal dealing: la ricerca accademica ha dimostrato che le imprese con significativi acquisti di azioni da parte degli amministratori tendono a sovraperformare gli indici di mercato.
Gli amministratori sono le persone che hanno più informazioni sulla società che amministrano e sul quadro competitivo in cui opera, conoscono molto bene i propri prodotti e quelli della concorrenza e quindi i loro internal dealing vanno studiati con particolare attenzione.
Tuttavia, non si può generalizzare perché non esiste necessariamente una corrispondenza tra le buone prospettive di una azienda, l’acquisto del titolo da parte di un insider e una chiara opportunità d’investimento per il potenziale investitore.
Il fatto che l’insider sia un top manager della società non implica necessariamente che sia un buon investitore: potrebbe focalizzarsi troppo sulle prospettive societarie, trascurando la sopravvalutazione del titolo, oppure la sua area di competenza potrebbe prescindere da un expertise in ambito finanziario.
È necessario quindi prendere in considerazione seriamente questa informazione ma essere al tempo stesso in grado di poter valutare autonomamente il quadro complessivo dell’azienda.
È poi opportuno valutare l’importo dell’acquisto di azioni in relazione al reddito/patrimonio dell’acquirente e verificare se più di un top manager abbia acquistato il titolo.
Poniamo il caso che un CEO di una società con un reddito di qualche milione di euro acquisti titoli per un importo pari a 10 mila euro; ovviamente questo acquisto non sarà rilevante per il suo patrimonio e l’investitore accorto non valuterà questo internal dealing con particolare interesse.
Se invece gli internal dealing si riferiscono a più top manager e sono d’importi significativi è chiaro che l’informazione assume una rilevanza diversa per l’investitore: è più improbabile che tutti i top manager mettano a repentaglio parte del proprio patrimonio interpretando non correttamente le informazioni societarie di cui dispongono.
Fonti: https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/internaldealing.htm e https://www.affaridiborsa.com/articoli/108-internal-dealing-uno-strumento-utile-per-l-investimento.html
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