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Soddisfacenti ritorni per gli azionisti Hera
investitori
12/11/2025
Risultati Finanziari 9M 2025
Titolo Hera
In un mercato segnato dalle incertezze della geopolitica, dalle altrettanto incerte tempistiche di abbassamento dei tassi da parte delle Banche Centrali e dalla difficoltà di valutare l’impatto dell’IA, Hera continua a rappresentare una storia chiara e coerente. Ne sono testimonianza gli stessi risultati dei primi nove mesi del 2025, che si confermano pienamente in linea con il percorso previsto dal Piano Industriale.
In un contesto nel quale gli investitori iniziano a domandarsi se determinate valutazioni non siano diventate troppo care, Hera appare un titolo che ha avuto un’evoluzione del prezzo più che legittima a fronte dei solidi fondamentali: ha infatti offerto finora nel 2025 un ritorno del 15% circa ai propri azionisti in termini di guadagno in conto capitale, in combinazione con un rendimento del 4,4% del dividendo distribuito lo scorso giugno, mentre presenta ancora significativi spazi di apprezzamento.
Hera tratta al momento intorno a 12,5x gli utili rispetto alle 11,6x cui trattava a inizio anno: non è dunque un titolo che oggi gli investitori pagano molto più caro rispetto a 10 mesi fa, soprattutto alla luce della pubblicazione, che nel frattempo ha avuto luogo, di risultati trimestrali con utili in continua crescita. Vanno inoltre considerati i megatrend nei quali la equity story di Hera si colloca, che sempre più attraggono l’interesse degli investitori alla ricerca di temi solidi e di ampio respiro sui quali basarsi, come quello dello sviluppo di infrastrutture capaci di abilitare la transizione energetica e di gestire le sfide del cambiamento climatico.
Ulteriori spazi di crescita del prezzo del titolo appaiono infine legittimi anche considerando la distanza che permane tra gli attuali corsi di borsa del titolo Hera, intorno a 4 euro, e il target price di consensus, pari a 4,28 euro.

Ci sono stati cambiamenti nelle raccomandazioni espresse dagli analisti dopo la pubblicazione dei dati semestrali?
Nessun cambiamento: il quadro delle raccomandazioni da parte del sell-side rimane invariato, essendo equamente diviso fra tre suggerimenti di acquisto e tre di tipo neutrale. Del resto, anche il prezzo target di consensus è rimasto praticamente allo stesso livello, essendosi mosso da 4,27 a 4,28 euro, come risultato di aggiornamenti da parte di quattro diversi broker. Da segnalare, per entità della variazione, il miglioramento di Kepler Cheuvreux, che oggi ha il target price più alto all’interno del coverage, essendo passato da 4,40 a 4,70. È stato così superato il precedente target price massimo, quello di Mediobanca, che è invece rimasto confermato a 4,50 euro. Nonostante le raccomandazioni siano rimaste invariate, considerato il livello del target price medio, possiamo affermare che esistono spazi di ulteriore apprezzamento del titolo Hera, che oggi tratta intorno ai 4 euro.
| Broker | Rating | Prezzo target (€) |
| Banca Akros | Accumulate | 4,10 |
| Equita Sim | Hold | 4,00 |
| Intermonte | Neutral | 4,30 |
| Intesa Sanpaolo | Neutral | 4,10 |
| Kepler Cheuvreux | Buy | 4,70 |
| Mediobanca | Outperform | 4,50 |
| Media | 4,28 |
In quale contesto si stanno muovendo i mercati finanziari in questo periodo?
La turbolenza è la cifra che continua a caratterizzare l’andamento dei listini azionari. C’è una profonda incertezza di fondo che rende difficile una lucida interpretazione quando vengono resi noti indicatori macroeconomici e risultati trimestrali delle Società. A fronte della pubblicazione di un determinato dato, assistiamo infatti a sedute di euforica accoglienza e poi ad altrettanto repentine riconsiderazioni negative, oppure a comportamenti prima eccessivamente penalizzanti poi seguiti da più miti giudizi. Per sottrarsi a questa volatilità, gli investitori sono alla ricerca di megatrend ai quali ancorarsi per costruire i propri portafogli.
Questo cosa comporta per il settore utility, in cui si trova Hera?
Le utility sicuramente nel 2025 hanno beneficiato di un fattore macroeconomico a favore, come la riduzione dei tassi di interesse, che ha peraltro ancora spazi per esprimersi e quindi per favorire un loro ulteriore re-rating. Il nostro settore però è anche al centro di altri megatrend di ampio respiro: la transizione energetica e una maggiore circolarità sono ancora temi in cima all’agenda della politica economica europea. Hera ne è investita appieno. Ad esempio, la realizzazione di un sistema di infrastrutture capace di garantire resilienza ai fenomeni climatici estremi e un utilizzo efficiente di una risorsa preziosa come l’acqua sono altri temi profondamente legati alla nostra natura di operatore multiutility. Ci sono poi altri megatrend che in America hanno già preso forma da tempo e che in Europa si stanno affacciando, come quello dell’aumento della domanda per i sempre maggiori consumi elettrici legati allo sviluppo di data center. Questo megatrend ha spinto al rialzo alcuni titoli del comparto proprio nelle ultime settimane, in parte determinando una nostra sottoperformance in ottobre rispetto all’indice FTSE Italy All-share Utility, visto che Hera non è esposta sul business della produzione di elettricità.
Quali altri elementi di appeal possono ancora vantare le utility in questa fase?
Credo che sia ormai stato provato in modo chiaro che nel nostro comparto esistono titoli in grado di rappresentare un’alternativa sicura rispetto all’investimento nei classici titoli growth. Titoli che possono peraltro vantare prospettive di una crescita degli utili se non a due cifre, comunque interessante. Una storia come la nostra, che fa leva su un portafoglio multiutility, può offrire un basso profilo di rischio per l’esposizione ben diversificata su diversi ambiti operativi e per la presenza in attività che sono inelastiche rispetto all’andamento del PIL, ma aggiungere anche l’appeal di importanti opportunità di crescita via M&A, operando in un mercato, come quello italiano, che resta ancora ampiamente da consolidare.
Il mercato sta realizzando queste caratteristiche del profilo di Hera?
Direi di sì. Dall’inizio dell’anno, pur con fasi alterne, il titolo Hera ha messo a segno un apprezzamento non trascurabile, essendo di fatto passata a trattare da 3,4 a 4,0 euro. A questo guadagno in conto capitale, superiore al 15%, si aggiunge il dividendo di 15 centesimi distribuito a fine giugno 2025, in aumento del 7,1% rispetto a quello dell’anno precedente, che esprime un rendimento di oltre il 4% se calcolato sul prezzo di fine 2024. Nel complesso, dunque, si tratta di un ritorno per l’azionista molto interessante, a fronte di un profilo di rischio più che controllato. In perfetta aderenza con la nostra equity story.

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