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Economia circolare: Hera vara due progetti che aprono nuove frontiere

Investor News

8/11/2018

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Storie

Economia circolare: Hera vara due progetti che aprono nuove frontiere

Nelle ultime settimane Hera ha dato il via al progetto pilota PUNTO.net nel Comune di Castel Bolognese, per dare concreta applicazione alla filosofia della Circular Smart City, e inaugurato il primo impianto di biometano a Sant’Agata, alle porte di Bologna.

Castel Bolognese, cittadina della provincia di Ravenna, sta collaborando a un progetto che ne farà il modello di riferimento per la realizzazione di smart&circular cities che siano quanto più possibili sane, inclusive e sostenibili. 

Simone Allegra

Ne parla Simone Allegra, responsabile dello Sviluppo Progetti nell’ambito della Direzione Innovazione e Sviluppo di Hera.

Una visione di insieme del progetto in corso a Castel Bolognese

Quello che stiamo realizzando a Castel Bolognese è un progetto di innovazione ad ampio respiro che prevede la realizzazione di strutture e prototipi a potenziamento delle infrastrutture e dei servizi urbani. In buona sostanza sperimenteremo soluzioni tecnico-scientifiche avanzate che conducano a una gestione intelligente della città. Attraverso questo progetto ci proponiamo di mettere a fuoco una serie di indicatori di qualità urbana utili a orientare le scelte delle amministrazioni locali, nella fattispecie del Comune di Castel Bolognese. Guidiamo come main partner l’iniziativa, che ci vede collaborare, oltre che con il Comune, anche con il Next City Lab del Dipartimento di Architettura di Ferrara.

La fase attuale del progetto

Il 29 ottobre 2018, in Piazzale Roma, è stata avviata la sperimentazione di PUNTOnet, una postazione multifunzionale che aggrega contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, un dispositivo per il controllo della qualità ambientale, una rete wi-fi gratuita, oltre a includere un sistema di video sorveglianza e di illuminazione pubblica. La sperimentazione di questo prototipo tecnologico, connesso alla rete elettrica e alla rete dati, durerà sei mesi, coinvolgendo circa 40 famiglie. Si tratta di fatto del progetto pilota del nostro concetto di Circular & Smart City, dove giochiamo un ruolo chiave a supporto delle amministrazioni comunali, coinvolgendo direttamente i cittadini, per consentire la realizzazione di un modello di gestione delle risorse e della tecnologia che ponga le Persone e l’Ambiente al centro dello sviluppo urbano.

Le informazioni e i dati

Sulla base delle informazioni raccolte ci attendiamo di potere mettere a punto soluzioni smart per la raccolta e il riciclo dei rifiuti, disegnare mappe energetiche, individuare le opportunità di mobilità sostenibile e ottimizzare la qualità dell’aria. Hera è nella posizione di potere analizzare una serie di dati provenienti dalla città (intesa come organismo vivente) della quale gestisce una serie di reti e servizi.

Che cosa avverrà al termine della raccolta dati

Al termine dei sei mesi, potremo rilasciare una sorta di “passaporto ambientale”, in funzione delle misurazioni condotte sulla circolarità, sicurezza e intelligenza delle singola città. Seguirà quindi una seconda fase di trial di 12 mesi, nella quale il sistema di misurazione potrà trovare una concreta applicazione. Naturalmente potrebbe poi esserci una terza fase, nella quale lavorare in partnership con società che aiutino a sviluppare nuovi servizi, strumenti e soluzioni.

E’ operativo a Sant’Agata Bolognese un nuovo impianto per la produzione di biometano da rifiuti organici

HERAmbiente, operatore leader in Italia nel trattamento dei rifiuti, da anni produce biogas per la generazione di energia elettrica rinnovabile. Con un investimento di 37 milioni di euro, ha costruito un nuovo impianto per la produzione di biometano da rifiuti organici, inaugurato il 25 ottobre 2018 a Sant’Agata Bolognese: è il primo impianto di questo genere mai realizzato da una multiutility.

A fornire qualche elemento in più è Andrea Ramonda, amministratore delegato di HERAmbiente.

Che cos’è il biometano?

Il biometano è un combustibile rinnovabile al 100%, derivante dal processo di upgrading del biogas, una miscela di metano e anidride carbonica ottenuta utilizzando prodotti e sottoprodotti della filiera agricola e industriale. Il biometano permette di evitare l’utilizzo di combustibili fossili e di ridurre le emissioni di gas serra: consente perciò di rispondere a quegli obiettivi di decarbonizzazione della produzione di energia che si è posta la regione Emilia Romagna e che sono previsti nella stessa Strategia Energetica Nazionale.

La capacità dell’impianto di Sant’Agata

Nell’impianto appena inaugurato possiamo arrivare a trattare 100 mila tonnellate di rifiuti organici, frutto della raccolta differenziata, oltre a 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature. La tecnologia di digestione anaerobica e di upgrading di cui disponiamo ci permette di ottenere da queste risorse circa 7,5 milioni di metri cubi di biometano, oltre a 20 mila tonnellate di compost, un biofertilizzante da utilizzare principalmente in agricoltura.

I benefici misurabili del nuovo impianto

Di fatto, utilizzando 100 mila tonnellate di rifiuti organici, evitiamo l’impiego di 6 mila tonnellate di petrolio, cui sarebbe associata l’emissione di 14.600 tonnellate di CO2.

L’impatto dell’impianto sull’ambiente

Va premesso che l’impianto è stato costruito su un sito di compostaggio preesistente e che è stato disegnato in modo da minimizzarne l’impatto acustico e odorigeno. Inoltre durante le trasformazioni dei prodotti organici non avvengono processi di combustione. Anche dal punto di vista architettonico abbiamo fatto in modo che la struttura si armonizzasse con l’area circostante. Si tratta perciò di un impianto efficiente, che utilizza tecnologia d’avanguardia e che offre un contributo tangibile nel percorso verso la circolarità nell’utilizzo delle risorse.

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