Dati per l’innovazione, persone per il valore
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Dati per l’innovazione, persone per il valore
All'interno dell'ecosistema del Gruppo Hera, il dato rappresenta un driver fondamentale per generare valore: abilita soluzioni innovative, scalabili e sostenibili, accelerando il miglioramento continuo e la transizione digitale.
Dai silos agli ecosistemi connessi: nasce Hera Mesh
Hera ha intrapreso un viaggio ambizioso: diventare una Data Driven Company, ovvero un'azienda capace di sfruttare al meglio il proprio patrimonio informativo per creare valore, innovazione e sostenibilità.
Per superare i classici colli di bottiglia tra IT e business, Hera ha adattato i principi del Data Mesh al proprio ecosistema, dando vita all’Hera Mesh:
- Ownership per domini – i team di business sono responsabili dei propri dati e li trattano come prodotti.
- Self-service platform – strumenti accessibili che riducono il time to data da settimane a ore.
- Data as a Product – ogni dataset è curato, documentato, testato e monitorato.
- Governance federata – regole comuni applicate in modo automatico, senza frenare l’innovazione locale.
Un cambio di paradigma
Abbiamo utilizzato un nuovo paradigma per definire il “dato”: non è più una tabella, un foglio di Excel o altro ma è un “Prodotto”.
Oggi non lavoriamo più con semplici tabelle, fogli Excel o database, ma con una rete di “Prodotti Dati” collegati tra loro. Ognuno di questi "Prodotti" è un “oggetto” che non contiene solo il dato, ma anche le regole con cui viene trasformato, in modo da rendere chiaro da dove arriva e come è stato elaborato.
Il “prodotto dato” - Data Product - è costruito in modo che possa essere condiviso all’interno dell’azienda, consentendo una riduzione del costo di sviluppo di soluzioni basate sugli stessi dati e una ottimizzazione delle risorse.
La nostra data strategy
Non si tratta solo di una trasformazione tecnologica, ma di un cambiamento profondo, che ha messo le persone al centro, tramite una Data Strategy.
L'introduzione della Data Strategy in Hera ha portato alla creazione di oltre 650 Data Product, ora disponibili nel catalogo di Gruppo, che stanno generando valore per l'azienda.
Questi Data Product costituiscono una base fondamentale per lo sviluppo di numerose soluzioni di reporting e applicazioni per l’intelligenza artificiale.
Il nostro modello operativo, ovvero il modo con cui le diverse unità organizzative collaborano per realizzare e utilizzare i Data Product, si basa su un approccio che coinvolge gli esperti di business e gli sviluppatori nella definizione del “software”.
Il modello prevede anche una struttura Hub & Spoke, dove l'hub centrale fornisce servizi di base (come la tecnologia) e supporto, mentre gli spoke (nel Business) sono responsabili della gestione, elaborazione e uso dei dati.
A fianco agli aspetti tecnologici, in questo approccio estremamente innovativo le persone rivestono un ruolo fondamentale. Per questo motivo sono stati identificati dei “profili di competenza” che rappresentano le figure chiave che intervengono nella realizzazione e nel consumo dei Data Product.
Ogni Data Product ha un proprietario (Data Product Owner), cioè una persona di riferimento che ne definisce l’ambito, le caratteristiche, il ciclo di vita. Il Data Product viene gestito da un vero e proprio Steward (Data Product Steward) che ne definisce la trasformazione e ne controlla la qualità, in modo da fornire ai colleghi dati affidabili.
La Data Strategy non è solo un insieme di principi e componenti, si tratta di un percorso di cambiamento culturale e organizzativo. Per questo motivo, il Gruppo Hera ha avviato un piano di change management che prevede formazione, comunicazione e coinvolgimento delle diverse strutture aziendali.
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Idrogeno: energia, storage, carburante. Scopri la strategia e i progetti a supporto della transizione energetica.
"L’idrogeno è un vettore strategico per il futuro del sistema energetico europeo: il Gruppo Hera è già primario operatore nazionale del settore e in prima linea nell’abilitazione delle reti al trasporto anche di molecole verdi” – Amministratore Delegato del Gruppo Hera, Orazio Iacono.
Con la Strategia di integrazione del sistema energetico, la Commissione Europea ha tracciato un innovativo sentiero per raggiungere una piena decarbonizzazione del settore energetico al 2050, che mira a superare la contrapposizione tra singole filiere energetiche a “silos”, per andare verso un sistema in grado di far dialogare tra loro le differenti infrastrutture. Uno dei pilastri strategici è la promozione dei biocombustibili, compreso l’idrogeno, nei settori difficili da elettrificare e cosiddetti «hard to abate», ad esempio l’industria gasivora o il trasporto pesante.
Nella produzione di idrogeno, l’approccio integrato adottato da Hera consente di attivare sinergie virtuose tra diverse infrastrutture e processi. L’energia green a basso costo generata dai termovalorizzatori (WTE) viene impiegata nel processo di elettrolisi per separare l’acqua in idrogeno e ossigeno. Quest’ultimo può essere reimpiegato nel trattamento delle acque reflue del ciclo idrico, mentre l’idrogeno prodotto può essere stoccato o distribuito attraverso la rete del gas, contribuendo alla costruzione di un ciclo energetico rinnovabile, interconnesso e sostenibile.
In questa direzione, il Gruppo sta valutando e portando avanti diversi progetti nell’ambito dello sviluppo dell’idrogeno, per il suo utilizzo nel settore civile, nel trasporto pubblico e nei settori hard-to-abate.
Tra le attività in corso: il nuovo impianto SynBioS con tecnologia “power to gas”, in grado di convertire energia elettrica rinnovabile e acque reflue in idrogeno “verde” e poi in biometano. A Modena e a Trieste, sono state avviate attività di riconversione delle aree industriali dismesse in nuove hydrogen valley.
A Castelfranco Emilia (Mo), proseguono le attività di immissione di idrogeno nelle reti di distribuzione gas urbane nell’ambito della prima sperimentazione nazionale dell’idrogeno per uso civile avviata con due immissioni temporanee tra fine 2022 e fine 2023, per studiare tutti gli aspetti connessi all’utilizzo di miscele di idrogeno e gas naturale nelle reti esistenti.
Con il progetto IdrogeMO di Gruppo Hera e Snam, decolla l'Hydrogen Valley di Modena
La città emiliana diventa una delle capitali europee dell’idrogeno rinnovabile: l’obiettivo è contribuire alla neutralità carbonica dell’Emilia-Romagna in un territorio a forte vocazione imprenditoriale. Tra i principali beneficiari, il settore della mobilità, il trasporto pubblico locale e le industrie.
Il modello è quello dell’Hydrogen Valley, cioè un’area geografica (città, quartiere, cluster industriale ecc.) in cui diverse applicazioni tecnologiche sono combinate in un ecosistema integrato per migliorare l’economia energetica. L’energia prodotta di giorno dai pannelli fotovoltaici, che diversamente andrebbe dispersa, verrà trasformata in idrogeno e successivamente stoccata in un’apposita fuel cell per essere restituita di notte sotto forma di energia elettrica, garantendo così un’autonomia energetica 100% green del distretto.
Fulcro dell’Hydrogen Valley modenese è IdrogeMO, il progetto di Gruppo Hera e Snam per la realizzazione di un polo produttivo in grado di produrre fino a 370 tonnellate di idrogeno rinnovabile l’anno, con la possibilità di futuri ampliamenti per incrementarne la produzione.
Nella realizzazione di IdrogeMO, le società avranno un ruolo distinto ma interconnesso: Hera, tramite la controllata Herambiente, si occuperà della realizzazione dell’impianto fotovoltaico, Snam della realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno. In particolare, il parco fotovoltaico da 6 megawatt, con un innovativo impianto a pannelli solari galleggiante su uno specchio d’acqua, sarà realizzato alla discarica esaurita del Comune di Modena in concessione a Herambiente, quindi senza alcun consumo di suolo utile, in ottica di economia circolare. L’impianto fotovoltaico alimenterà un elettrolizzatore - dispositivo che estrae idrogeno dall’acqua attraverso un processo di elettrolisi - installato in un’area industriale dismessa in via Caruso a Modena. Per consentire il funzionamento dell’elettrolizzatore – la cui potenza è di 2,5 megawatt - anche in assenza di luce solare e in orario notturno, è prevista una batteria per lo stoccaggio dell’energia elettrica.
L’impianto sarà gestito da una società ad hoc controllata dal Gruppo Hera e partecipata da Snam, che si occuperà, oltre che della produzione, anche della commercializzazione dell’idrogeno verde.
Le potenzialità dell’Hydrogen Valley modenese sono già state recepite dal settore della mobilità: le aziende di trasporto pubblico locale Seta e Tper hanno infatti in programma di convertire parte della loro flotta in mezzi alimentati a idrogeno. La stessa attenzione per lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno green è inoltre stata manifestata dal settore industriale locale, con particolare riferimento ad automotive e aziende cosiddette hard-to-abate del distretto ceramico, per la decarbonizzazione dei propri processi produttivi.
Idrogeno come carburante per una mobilità pubblica più sostenibile
L’idrogeno prodotto dall’impianto di Modena potrà rifornire l’azienda di trasporto pubblico locale Seta, che ha già avviato le procedure per l’acquisto di 12 bus, per un totale di circa 50 tonnellate l’anno, garantendo una percorrenza di 660 mila chilometri e un conseguente risparmio di CO2 pari a 737 tonnellate/anno (rispetto ad autobus alimentati a gasolio).
La possibilità di alimentare a idrogeno alcuni autobus della flotta Seta e Tper, nelle province di Bologna, Ferrara e Modena, risponde all’esigenza di rendere sempre più sostenibile la mobilità nel territorio dell’Emilia-Romagna.
Rispetto all’alimentazione elettrica, l'idrogeno, grazie a una maggiore autonomia, è infatti ritenuto più idoneo ad alimentare mezzi a lunga percorrenza giornaliera, in particolare autobus che si muovono lungo le linee extraurbane. La velocità di rifornimento dei mezzi è inoltre paragonabile a quella dei veicoli alimentati con combustibili tradizionali.
Idrogeno per uso civile: la sperimentazione promossa da MASE, CIG e Gruppo Hera
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il Comitato Italiano Gas (CIG) e Inrete Distribuzione Energia (società del Gruppo Hera), hanno sottoscritto un protocollo pilota per lo sviluppo di sperimentazioni di miscele di idrogeno e gas naturale per la progressiva abilitazione di percentuali crescenti di gas a basso contenuto di carbonio nelle reti di distribuzione del gas.
Il protocollo operativo sperimentale prevede di utilizzare, per la prima volta in Italia in modo graduale, miscele fino al 10% di idrogeno per alimentare un tratto isolato di rete, con l’obiettivo di testare, rispettando le più stringenti prescrizioni sulla sicurezza, soluzioni che sfruttino, anche in ambito civile e residenziale, i green gas.
Questi vettori energetici a basso impatto ambientale potranno contribuire alle esigenze di decarbonizzazione dei territori con importanti benefici ambientali, permettendo di valorizzare l’infrastruttura gas esistente che, In Italia, costituisce un unicum a livello europeo per estensione e capillarità, senza modificare gli impianti termici esistenti. Il primo step del progetto prevede l’immissione in rete di una miscela con il 5% di idrogeno e potrà contribuire agli studi in corso per l’aumento della percentuale, rispondendo alla necessità del Paese di diversificare le fonti energetiche.
La sperimentazione si inserisce in un progetto già avviato a Castelfranco Emilia
Dal 2022, Inrete è capofila di un’iniziativa che ha già permesso di sperimentare con successo, con test temporanei in due fasi, l’introduzione di una miscela di gas naturale e idrogeno al 2% nelle reti gas cittadine. Lo studio ha coinvolto una quarantina di famiglie residenti in un comparto residenziale a Castelfranco Emilia (MO).
Acquisito quindi il know-how necessario, sia in termini tecnologici sia di sicurezza, la società del Gruppo Hera, grazie alla sottoscrizione del protocollo con il MASE e il CIG e in accordo con l’amministrazione comunale, avvierà la terza fase della sperimentazione nella stessa area residenziale. Sarà così possibile esplorare i diversi aspetti operativi che consentono all’infrastruttura di ricevere, nella sua attuale configurazione, miscele di gas naturale e idrogeno al 5%. Successivamente, in base ai risultati ottenuti, si valuterà l’opportunità di testare miscele con una quantità ancora superiore di idrogeno, fino al 10%.
“L’accordo pilota sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Comitato Italiano Gas – commenta l’amministratore delegato del Gruppo Hera, Orazio Iacono – è un importante riconoscimento alla nostra capacità di innovare per abilitare le infrastrutture a supporto delle transizioni, a cominciare da quella energetica. La necessità, ormai stringente per il Paese, di diversificare le fonti energetiche non può prescindere dall’utilizzo dei green gas come l’idrogeno e in questo contesto i nostri asset sono pronti ad aumentare la percentuale di blending nelle reti, come prevede il protocollo, fino al 10% confermandone l’allineamento alla tassonomia europea”.
Per garantire una corretta misurazione del gas, la sperimentazione prevede l’impiego di NexMeter sulle utenze coinvolte nel progetto. Si tratta del contatore gas G4 sviluppato dal Gruppo Hera, già abilitato alla misurazione di miscele di metano e idrogeno.
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