A Modena, il nuovo impianto Aliplast per il riciclo delle plastiche rigide
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A Modena, il nuovo impianto Aliplast per il riciclo delle plastiche rigide
Alta capacità produttiva, basso impatto ambientale: un impianto davvero circolare, tra i più innovativi nel panorama europeo e un modello per l'intero sistema produttivo, per la promozione di filiere sempre più corte e sostenibili.
Attraverso la controllata Aliplast, la prima realtà in Italia ad aver raggiunto la piena integrazione lungo tutto il ciclo di vita della plastica , stiamo realizzando a Modena uno stabilimento all’avanguardia, in cui sarà possibile ottenere polimeri riciclati di alta qualità e dalle caratteristiche comparabili a quelle dei materiali vergini, ottenuti da fonte fossile.
Grazie anche allo sviluppo di impianti innovativi come questo, il Gruppo mira a consolidare ulteriormente il posizionamento nell’area ambiente, settore in cui Aliplast è leader di mercato nazionale nel riciclo di alta qualità dei polimeri PET (polietilene tereftalato riciclato in granuli e scaglie) e LDPE (polietilene a bassa densità riciclato in granuli), puntando ad avere un ruolo chiave anche sul riciclo delle plastiche rigide.
Qualità del materiale riciclato
Il nuovo impianto sarà in grado di produrre ogni anno, a regime, fino a 30 mila tonnellate di polimeri riciclati di alta qualità a partire da rifiuti plastici rigidi, tra i più difficili da riciclare con efficacia, provenienti in modo particolare da settori come l’elettronica di consumo e l’automotive.
Questi polimeri, anche se riciclati, avranno una purezza tale da poter essere reimpiegati anche negli stessi comparti di origine con prestazioni analoghe a quelle garantite da materiali vergini. Il metodo utilizzato da Aliplast, infatti, consiste nell’upcycling, cioè una rigenerazione che eleva la qualità del polimero di partenza, raggiungendo così caratteristiche qualitative di alto livello.
In questo modo, le plastiche in uscita dall’impianto potranno far fronte a quelle esigenze che fino ad oggi trovano risposta quasi esclusivamente nelle materie prime vergini: anche settori caratterizzati da significativi impatti ambientali potranno così incrementare la propria sostenibilità. Basti pensare che la quantità di plastica riciclata in un anno dall’impianto a regime permetterà di risparmiare all’ambiente emissioni per circa 40 mila tonnellate equivalenti di CO2.
Il progetto del nuovo impianto di riciclo delle plastiche è stato sviluppato sulla base dell’expertise di ingegneria e tecnologia di NextChem, la controllata del gruppo Maire per le soluzioni tecnologiche sostenibili.
I numeri dell’impianto
30.000 t/anno
Rifiuti plastici rigidi processati (rifiuti industriale pree post-consumo, rifiuti municipali post-consumo) per la produzione di materiale plastico riciclato tra cui HDPE, PP, PO e altre tipologie
40.000 t/anno stimate
Risparmio emissioni equivalenti di CO2
EN15343
Conformità della plastica riciclata in granuli o pellet agli standard europei
Un processo produttivo basato sulla circolarità delle risorse
Il nuovo impianto si inserisce in un polo impiantistico del Gruppo Hera già consolidato e potrà così sfruttare le potenzialità di diverse linee di business. In particolare, sarà alimentato dall’energia elettrica prodotta dal vicino termovalorizzatore, mentre il processo produttivo utilizzerà l’acqua in uscita dal depuratore, per poi reimmetterla nello stesso, chiudendo così un circolo virtuoso.
L’impianto di riciclo delle plastiche rigide garantirà, infine, alti standard di sicurezza e innovazione, con l’automazione e una elevata digitalizzazione dei processi, consentendo anche di massimizzare l’efficienza energetica. Anche la plastica trattata sarà a chilometri zero: il materiale lavorato nell’impianto verrà selezionato prevalentemente tra i rifiuti che il Gruppo Hera già tratta nelle proprie linee di selezione e recupero attraverso Herambiente, oppure coinvolgendo il tessuto produttivo locale.
Aliplast - nuovo impianto di Modena
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Piogge sempre più intense e concentrate in poco tempo mettono alla prova la capacità del territorio di gestire grandi quantità d’acqua.
Per evitarne le conseguenze, è fondamentale individuare le aree più esposte e intervenire prima che il rischio diventi una criticità. In quest’ottica, il Gruppo Hera ha avviato una collaborazione con SaferPlaces, realtà specializzata nella mappatura del rischio alluvioni.
Simulare per prevenire
L'obiettivo della collaborazione è avere la possibilità di utilizzare uno strumento che permette di simulare scenari di allagamento da eventi estremi intensi, basandosi sull'orografia e sull'uso del suolo.
Una simulazione che vuole essere veloce e di semplice utilizzo, ma allo stesso tempo capace di fornire indicazioni puntuali per orientare le scelte strategiche. La piattaforma sviluppata da SaferPlaces - spin-off dell'Università di Bologna - è in grado di mappare il rischio di alluvione con alta risoluzione, su scala globale. Uno strumento già utilizzato per supportare progettazioni strategiche e investimenti in misure di adattamento in diverse parti del mondo.
Tre strumenti per costruire resilienza
La soluzione permette di fare tre cose fondamentali.
La prima: valutare l'esposizione degli asset gestiti da Hera rispetto alla vulnerabilità da eventi estremi. Capire, in altre parole, quali infrastrutture potrebbero essere più a rischio in caso di allagamenti.
La seconda: stimare l'impatto sul territorio di possibili interventi sulla permeabilità del suolo.
Non solo opere tradizionali, ma anche Nature Based Solutions - soluzioni basate sulla natura - come aree verdi che assorbono acqua, zone umide, superfici permeabili. Interventi che oltre a mitigare il rischio portano benefici ambientali al territorio.
La terza: orientare la progettazione strategica con maggiore consapevolezza sugli impatti degli eventi estremi. Non più solo reagire, ma anticipare. Questo permette di scegliere dove e come intervenire con dati e simulazioni a supporto.
Verso un territorio più sicuro
La piattaforma coinvolge diversi territori gestiti da Hera. Ogni contesto ha le sue specificità e la tecnologia permette di adattare le simulazioni alle caratteristiche locali: conformazione del suolo e presenza di infrastrutture.
La collaborazione tra il Gruppo Hera e SaferPlaces permette di passare dalla reazione all'anticipazione: un percorso che si costruisce unendo tecnologia e competenza, per rendere il territorio più preparato e resiliente.
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