Gruppo Hera ed e-GEOS insieme per rendere l’agricoltura più efficiente
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Gruppo Hera ed e-GEOS insieme per rendere l’agricoltura più efficiente
Nel percorso verso un'economia sempre più circolare, il Gruppo Hera ha sviluppato un modello distintivo: creare società insieme a partner strategici per rispondere a sfide specifiche di sostenibilità e innovazione.
Nel percorso verso un'economia sempre più circolare, il Gruppo Hera ha sviluppato un modello distintivo: creare società insieme a partner strategici per rispondere a sfide specifiche di sostenibilità e innovazione.
L'obiettivo è sempre lo stesso: dare nuova vita agli scarti, limitare l'impatto ambientale, generare benefici tangibili per il territorio.
Tra i progetti più innovativi di questo modello c'è la collaborazione tra Herambiente ed e-GEOS, azienda leader nei servizi satellitari, che ha portato la tecnologia di osservazione della Terra al servizio dell'agricoltura di precisione.
Dallo spazio ai campi
Il punto di partenza è una risorsa già consolidata: ogni anno, Herambiente restituisce ai suoli agricoli oltre 18.000 tonnellate di carbonio organico attraverso fertilizzanti ottenuti dal trattamento di rifiuti biodegradabili come FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) e fanghi di depurazione.
Ammendanti e correttivi che rappresentano una componente importante per la fertilità dei terreni e una riserva di carbonio significativa a livello territoriale.
L'obiettivo del progetto con e-GEOS è andare oltre la semplice fornitura di prodotto, offrendo alle aziende agricole clienti un servizio di consulenza avanzato per impiegare questi fertilizzanti organici nel modo più efficace possibile.
Come funziona il monitoraggio satellitare
Il sistema si basa sull'osservazione periodica e costante dello stato vegetativo dei campi agricoli attraverso immagini e dati satellitari.
Questi dati vengono analizzati usando specifici indici spettrali - tra cui l'NDVI (indice di vegetazione) e l'MSAVI2 (indice modificato che considera anche il suolo) - che permettono di capire tre parametri fondamentali:
- il vigore vegetativo all'interno di ogni parcella,
- l'individuazione di eventuali aree anomale o sotto stress,
- la disponibilità idrica delle colture.
I dati raccolti vengono elaborati in report consegnati ogni 15 giorni. Con queste informazioni, gli agricoltori possono intervenire laddove ce ne sia davvero bisogno.
È il principio dell'agricoltura di precisione: non trattamenti generici su tutto il campo, ma interventi mirati che ottimizzano l'uso dei fertilizzanti organici recuperati e li integrano con quelli minerali solo dove necessario.
Vantaggi economici e ambientali
Il progetto, sviluppato insieme all'Università di Bologna e testato su colture differenti - dai cereali ai vigneti, fino agli alberi da frutto - ha portato a risultati misurabili sia in termini economici che ambientali.
Per le aziende agricole, la possibilità di fertilizzare in modo mirato si traduce in una riduzione significativa dei costi di gestione e in raccolti più omogenei e produttivi.
In un comparto come quello agricolo, dove i margini economici si assottigliano progressivamente, anche un miglioramento del 2% nella resa può determinare la sostenibilità economica dell'attività. L'approccio basato su dati satellitari rende questo risultato raggiungibile.
Sul versante ambientale, dosare con precisione fertilizzanti organici e minerali significa contenere il ricorso alla chimica di sintesi, incrementare la capacità dei terreni di trattenere carbonio e promuovere modelli di agricoltura più rispettosi dell'ambiente. Un impatto positivo che va oltre il singolo appezzamento e coinvolge l'intero territorio.
Attraverso questa collaborazione, il Gruppo Hera ed e-GEOS mettono a disposizione degli agricoltori un servizio completo e qualificato, consolidando il legame tra recupero dei rifiuti, innovazione digitale e agricoltura di precisione.
Dalla sperimentazione al mercato
Il progetto è attualmente in fase di estensione. Dopo anni di approfondimenti e test sul campo, la prospettiva è di passare dalla fase sperimentale a una più ampia applicazione di mercato, con contratti pluriennali già in fase di valutazione.
L'iniziativa rappresenta un esempio concreto di come la circolarità possa trasformarsi in competitività e sostenibilità a beneficio di imprese e territorio. E di come il modello del Gruppo Hera, basato sulla collaborazione strategica e sulla condivisione di competenze con altre realtà imprenditoriali, possa generare soluzioni innovative per le sfide della transizione ecologica. Guardare il campo dallo spazio per chiudere il cerchio a terra: questo è il futuro dell'economia circolare.
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Grazie al Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato, le spiagge di Rimini saranno balneabili al 100%. Scopri le tappe e i cantieri più importanti del progetto che protegge il mare
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Tenere pulito il mare e garantire la sua balneabilità è un’impresa complessa, ma non impossibile. A dimostrarlo è il Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato (PSBO) di Rimini, la più grande opera di risanamento idrico attualmente in corso in Italia, a cui abbiamo lavorato insieme al Comune di Rimini, Romagna Acque e Amir. Un grande cantiere, e 14 siti, che sta cambiando letteralmente il volto di una città che, da oltre 60 anni, fa da sfondo alle vacanze di milioni di turisti, italiani e stranieri.
Con un investimento pari a 270 milioni di euro, il progetto intende garantire la completa balneabilità del litorale riminese, eliminando le “acque nere” di tutti gli 11 scarichi a mare. Ridare a Rimini e a tutto il territorio un mare pulito, sano e trasparente è un passo essenziale per valorizzare e dare nuove prospettive all’intera comunità. Perché il mare non è solo un prezioso strumento per il traino dell’economia: è il luogo della nostra identità.
Piazzale Kennedy, dove tutto ha inizio

È sotto Piazzale Kennedy che ha inizio il grande lavoro del PSBO, il gigante buono che protegge il mare. In caso di temporale, infatti, il depuratore non è in grado di sostenere un volume così elevato di acque chiare e scure. Per non danneggiare l’impianto e per scongiurare allagamenti, queste acque vengono scaricate in mare, senza trattamento. Un’operazione che si traduce con il divieto di balneazione, con un impatto sull’ambiente, sulla salute e sull’economia del territorio.
Il PSBO evita questa eventualità grazie a un sistema di vasche grandi quanto 20 piscine olimpioniche, situate a 40 metri di profondità. Una prima vasca, dalla capacità di 14 mila metri cubi, raccoglie le acque di prima pioggia, mentre la seconda, da 25 mila metri cubi, è dedicata alla “laminazione”, cioè alla limitazione delle acque bianche convogliate a mare. Grazie a un meccanismo di ventilazione forzata, che conduce l’aria aspirata dalle vasche a un sistema di trattamento con tecnologia con carboni attivi, è inoltre possibile risolvere, in modo definitivo, il problema del cattivo odore. A “nascondere” questa complessa struttura è il belvedere di Piazzale Kennedy, con la sua architettura moderna e integrata al contesto cittadino.
Il depuratore di Santa Giustina, il “cuore” del PSBO

Una volta raccolta l’acqua nelle vasche, è dal sottosuolo di Piazzale Kennedy che inizia un vero e proprio viaggio, forse il più importante tra le attività che fanno capo al PSBO. Il sistema di vasche, infatti, è collegato a un impianto di sollevamento a deflusso, con una capacità di pompaggio di 18.000 litri al secondo: il depuratore di Santa Giustina. È questo il cuore del gigante buono di Rimini, che trasforma l’acqua rendendola, come dice una famosa canzone “azzurra e chiara”. Potenziato con una serie di interventi che hanno raddoppiato la sua capacità, il depuratore è oggi in grado di trattare tutte le acque reflue, cioè provenienti da scarichi domestici e industriali, del territorio riminese e dello stato di San Marino, servendo 560 mila abitanti durante la stagione estiva. Dopo aver separato le acque da sabbia e oli, ed eliminato i liquami utilizzando dei batteri denitrificanti (organismi che si cibano delle sostanze che li compongono), il depuratore rende trasparenti e pulite le acque di scarico grazie alle membrane microfiltranti, una tecnologia all’avanguardia che consente di catturare particelle microscopiche come virus e batteri.
I cantieri più importanti del PSBO
Ripercorriamo insieme la storia di questo ambizioso progetto. Il raddoppio del depuratore di Santa Giustina, avviato nel 2013 e terminato nel 2015, ha rappresentato il vero kick-off del PSBO. Alla sua attività, che rappresenta il cuore di tutto l’impianto, è strettamente legata anche l’opera di riconversione dell’impianto di depurazione Marecchiese, con la funzione di laminazione delle portate dirette a Santa Giustina. Il 2014 ha segnato l’inizio di un’altra milestone importante: l’avvio delle attività di rimodellamento del sistema fognario di Rimini, che ha previsto il risanamento di Rimini Isola in un primo momento e, in seguito, la separazione delle reti fognarie di Rimini Nord. Quest’ultima, a completamento nel 2026, è un passaggio fondamentale dell’intero progetto, che coinvolge direttamente i residenti nell'area, chiamati ad allacciare correttamente lo scarico nelle nuove condotte di acque nere.
In parallelo, è stato concluso nel 2015 il lavoro della Dorsale Nord, collegamento tra il depuratore di Santa Giustina e quello di Bellaria, e nel 2018 le attività di scavo (microtunneling) della Dorsale Sud: grazie alla “talpa”, è stato possibile posare condotte sotto rilievi naturali, o strade di notevole importanza in centri urbani, senza la necessità di ampi scavi. Ulteriori interventi, come il collettore fognario Ausa, il canale scolmatore Mavone e il sollevamento fognario di via Santa Chiara, hanno permesso di ridurre in modo significativo il rischio di allagamenti in gran parte delle zone dell'abitato in cui questo problema è ricorrente. Inoltre, con il progetto di tombamento del Canale Ausa, che prevede la sua copertura artificiale, abbiamo messo a punto lo scorrimento delle acque nel tratto finale dal lungomare al mare in caso di apertura degli sfioratori, realizzando un percorso di pregio tra il lungomare e Piazzale Kennedy che rende più belli anche i bagni limitrofi.
Due nuovi belvedere, il PSBO avanza verso sud
A partire dal 2025, il PSBO di Rimini entra in una nuova fase con l'avvio di importanti cantieri e progetti: prendono infatti il via i lavori per la realizzazione di due vasche di laminazione e prima pioggia - al Colonnella 2 (piazzale Arturo Toscanini) e alla fossa Rodella a Rivazzurra (Piazzale Artemisia Gentileschi) - opere fondamentali per la gestione delle acque meteoriche e la prevenzione degli allagamenti. E le novità non finiscono qui. Sopra le vasche, in un'area completamente riqualificata, saranno realizzati due splendidi belvedere integrati nel Parco del Mare. I belvedere offriranno una vista mozzafiato sul mare e si inseriranno armoniosamente nel contesto urbano, seguendo le linee del progetto del Parco del Mare.
I risultati che abbiamo raggiunto
A oggi, il cantiere è completato al 90% e ha già 'liberato' 8.000 metri di costa dal divieto di balneazione, che arriveranno a 12 mila metri a opera conclusa. Grazie a trattamenti di setacciatura e stoccaggio, sono stati inoltre recuperati oltre 20 mila metri cubi di sabbia per il ripascimento del litorale: l’operazione, che potremmo descrivere come una vera e propria “alimentazione” delle spiagge con l’apporto di nuova sabbia, consente di contrastare l’erosione della costa, seguendo i principi dell’economia circolare. Questi traguardi, insieme a tutti gli altri interventi previsti, hanno portato il PSBO a essere citato nel rapporto delle Nazioni Unite “SDG Industry Matrix: Energy, Natural Resources and Chemicals” (2017) come best practice legata agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030.
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